Un
viaggio per conoscersi
Taichi:
Ora sì che mi sento una persona realizzata! Ringrazio
infinitamente Sora89 per aver
recensito il capitolo in cui sono intervistato io, ma soprattutto per
aver detto di prendermi ad esempio! Sono onorato della cosa! **
Innanzitutto vorrei specificare che la carissima Rory non l’ha con i
nativi della Vergine, sono io che non vado d’accordo con
Sora! Eh, Hikari purtroppo viene
ostacolata parecchio dal mio mister, quel cret...
Yamato:
Ma vuoi deciderti a tacere o vuoi
svelare tutta la storia? Sei sempre il solito chiacchierone! Intanto
giacché è Memi l’unica che
si è preoccupata di chiedersi cosa ci sia nel pacco, io la
ringrazio, e beh...
Taichi: Come mai ringrazi sempre lei? Non
è che poi mi tocca fare il vostro testimone di
nozze?
Yamato: Ma piantala!
Dicevo, ringrazio Memi
anche da parte mia, oltre che delle autrici, e visto
che tu, caro Taichi, mi hai interrotto, beh, spero
vivamente che nel pacco che ti ha mandato Hikari ci sia una bella bomba
che ponga fine alla tua inutile esistenza...
Taichi: Ma non ero il tuo migliore amico, una volta?
Yamato: Hai detto bene
Tai, una volta...
Takeru:
D’accordo fratello ora taci, e tu Taichi fai altrettanto
perché io, da parte di Rory
e Dedy, devo
ringraziare Kalie
che ha recensito lo scorso capitolo!
Daisuke:
Zitto zitto zitto!
I vostri diverbi familiari vanno appianati in altra sede! Ora ringrazio
la cara HikariKanna che
oltre ad avermi reso protagonista di una sua lunghissima fan fiction
intitolata...
Ken:
Stop alla pubblicità occulta, amico!
Daisuke: Hai ragione,
mio caro migliore amico! Dicevo che HikariKanna deve rassegnarsi
poiché io e Taichi non cambieremo mai e soprattutto non
facilmente! Spero vivamente anche io
che il mio mito riesca a risolvere i suoi casini e devo comunicarti che
in questo capitolo Iori
incontrerà...
Ken: Zitto! La smetti di fornire anticipazioni?
Daisuke: Ma che mi fermi a fare? I lettori intelligenti già
dal titolo del capitolo hanno compreso Iori
chi incontrerà? Mica sono tutti ritardati come la tua
ragazza?
Ken: Ehi, come ti permetti? Comunque cambiamo argomento! Carissima Kari89 considerato
che tu sei stata la prima a recensire e questo
è il mio primo ringraziamento, beh, le cose non potevano non
combinarsi, no? Brava hai azzeccato in pieno chi sarà
intervistato dopo, e...
Daisuke: Questo l’hai detto perché io non dovevo
fornire spoiler alcuno, eh Ken?
Ken: Ehm... è un autogol, vero amico mio? In ogni caso
complimenti Kari89 perché hai indovinato chi sarà
intervistato dopo... sarà stata solo fortuna?
Hikari:
Stop alle ciance, gente! Altrimenti io Danachan94
quando la ringrazio? In ogni caso, cara, le autrici sono proprio
contente che anche tu segui
questa storia adesso! Ma
ora è tempo di lasciare tutti alla lettura del capitolo!
Daisuke: Buon proseguimento di storia!
Miyako:
Sempre in mezzo tu, eh?
Daisuke: Senti chi parla!
Ken: Silenzio voi due!
Hikari: Miracolo! Ken ha sgridato Miyako! D’accordo...
è meglio che ora vi lasciamo alla lettura! Baci a tutti!
***
Era
già stanco di viaggiare, ed era solo il quarto viaggio
quello che si stava accingendo a compiere.
Doveva incontrare a New York una nota modella, Mimi Tachikawa. Iori Hida
potè notare
che anche lei era giapponese, come tutti personaggi famosi
già intervistati. Troppo strano per
essere una coincidenza. I suoi pensieri tornarono alla
modella, gli era capitato di vedere delle foto sui giornali di gossip, sicuramente una
bellissima ragazza, ma la sua appartenenza al mondo della moda la
screditava agli occhi del giovane giornalista. Non riusciva a tollerare
quella gente che era disposta a fare di tutto per entrare in quel mondo
basato su illusioni e inganni, quindi lei non era esclusa dalla
categoria!
“Siete pregati di allacciare le cinture di sicurezza,
poiché ci stiamo
accingendo ad effettuare la manovra di atterraggio” la voce
dell’hostess risvegliò il giornalista dai suoi
pensieri, allacciò la cintura e aspettò che
l’aereo atterrasse.
Scese la scaletta metallica dell’aereo e finalmente potè mettere piede
sul suolo statunitense. New York era una città grandissima,
avrebbe trovato il posto che gli interessava? In quel momento
l’unica cosa che voleva veramente era riposare,
perciò fermò il primo taxi e andò in
albergo.
Avrebbe pensato a Mimi Tachikawa
il giorno dopo.
***
Tiritì... tiritì... tiritì...
Una mano
uscì da sotto le coperte per spegnere
quell’oggetto diabolico che aveva interrotto il suo sonno, ma
chi era quell’idiota che aveva inventato la sveglia? Una
folta chioma castana uscì anch’essa da sotto le
coperte, per vedere come mai la sveglia aveva suonato prima del
previsto. Mise a fuoco l’orario segnato sulla sveglia e
buttò un urlo che fu udito da tutti.
La sveglia segnava le 10:
30... era in ritardo di un’ora, e in più quel
giorno doveva concedere un’intervista a un giovane
giornalista cinese, che disastro.
Proprio in quel momento la porta fu sfondata da una spallata ben
assestata. Entrò correndo
un omone enorme molto preoccupato “signorina Tachikawa, è tutto ok?
Cos’è successo?”
La Tachikawa dal canto
suo era ancora un po’ frastornata per il sonno e per
l’ingresso dell’uomo.
“Sì Tim, è tutto ok. Mi sono appena svegliata e... OH MIO DIO...
SONO SEMPRE PIÙ IN RITARDO!”.
Si alzò di scatto, mostrando il fisico perfetto coperto solo
da un leggerissimo baby-doll. Nessuno sarebbe rimasto indifferente, e
proprio per questo Tim non riuscì a distogliere lo sguardo
dalla ragazza.
Quando quest’ultima se ne rese conto, fu la fine!
“COSA GUARDI PERVERTITOOOO... FUORIII!” un cuscino
colpì in pieno la faccia del suo bodyguard, seguito da tutto
ciò che la modella riuscì ad afferrare
“E ti trattengo dallo stipendio le spese di riparazione della
porta” disse dirigendosi verso la sua cabina armadio. Una
volta lì optò
per qualcosa di comodo, indosso quindi una tuta,
rigorosamente firmata, un filo di trucco... alle 11: 00 finalmente era
pronta!
Ormai la
povera sveglia suonava imperterrita da tre quarti d’ora, ma
il giovane Iori Hida non sembrava intenzionato a
porre fine allo straziante suono che emetteva. Si stava così
bene sotto le coperte. Poi un flash... una bella ragazza con dei lunghi
capelli castani apparve nella sua mente, che in meno di un nano secondo
schizzò fuori dal letto. Imperdonabile
da parte sua un simile ritardo. “Tutta colpa del
fuso orario!” convenne alla fine di una serie interminabile
di pensieri riguardanti il suo ritardo. Andò subito a
vestirsi, optando per
qualcosa di non troppo impegnativo: un paio di jeans, un dolcevita e
giacca nera per completare il tutto. Non aveva tempo per controllarsi
allo specchio,
doveva scappare. Prese il registratore, ormai
suo fedele compagno di viaggio e scese nella hall per chiedere
informazioni.
Si avvicinò alla reception e chiese al ragazzo che si
trovava dietro al bancone: “Mi scusi... mi saprebbe dire se
questo luogo” e mostrò un biglietto su cui era
annotato il punto d’incontro con la modella
“è molto lontano da qui?”
Il recepitionist gli
sorrise cordiale. “No, per
nulla! È proprio qui accanto. Appena esce da qui deve girare a sinistra...
deve passare davanti a due grandi palazzi ed è arrivato! È l’edificio rosa... non
può sbagliare!”
“Grazie mille” disse
sorridendo grato mentre usciva dall’albergo
“sarà stata un’idea del capo prenotare
una stanza nell’albergo vicino al luogo dove si
svolgerà l’intervista.”
Si fermò di fronte ad un edificio completamente rosa, era
arrivato. “Che gusti bizzarri” aggiunse ed
entrò.
“Salve... posso
aiutarla?” chiese una ragazza rivolta al giornalista, che
rispose: “Certo! Sono Iori
Hida... dovrei
intervistare la signorina Tachikawa.
Mi scuso per l’enorme
ritardo!”
“Non si preoccupi,
Mimi non è ancora arrivata. Intanto se vuole seguirmi, le indico dove si
svolgerà l’intervista”. Lo condusse in
una saletta in fondo al corridoio. Poco dopo si udì un urlo
acutissimo.
“Cosa succede?”
domandò il giornalista alquanto turbato.
“Oh...
non si preoccupi. Però le assicuro che a breve
arriverà Mimi!” si congedò, lasciandolo
solo nella stanza.
I minuti passavano e di Mimi Tachikawa
neanche l’ombra, forse in fin dei conti era un bene che
quella mattina si fosse svegliato tardi. Poi finalmente alle 11: 10 la porta si
aprì mostrando al giornalista la giovane modella. Il primo
pensiero che riuscì a formulare fu sulle foto della ragazza
sui giornali: non le rendevano giustizia.
“Buongiorno signorina Tachikawa,
sono Iori Hida”.
Si alzò dalla poltrona su cui era seduto e tendendo la mano
alla “vittima” numero 4.
“Ciao Iori...
sono Mimi, ma credo che
tu lo sappia già! Scusa per il ritardo, ma io e le sveglie,
in tutta onestà, non siamo mai andate molto
d’accordo, poi c’è stato un piccolo
incidente di percorso con Tim. Tim è il mio bodyguard e poco
fa ha sfondato la porta della mia stanza perché mi ha sentita urlare.”
“Allora è stata lei a urlare in quel modo...
” disse sorpreso Iori.
“Si è sentito fino a qui? Oh che vergogna...
comunque sì. Mi ero appena resa conto di essere in ritardo. Ma in ogni caso ora sono qui e possiamo
iniziare l’intervista se vuoi”.
Hida stava per
formulare la prima domanda, quando Mimi parlò di nuovo:
“E non mi dare del lei, che mi sento vecchia. Per non
parlare del “signorina”...
ti prego! Fa tanto vecchia zitella di cinquant’anni tutta
rinsecchita. Chiamami Mimi, in fondo
è questo il mio nome” disse gioviale al suo
interlocutore, che la guardava stranito, ma quanto parlava quella
ragazza?
“D’accordo... Mimi” la modella sorrise
grata “se ti va iniziamo
subito con la prima domanda! Beh... come mai hai deciso di fare proprio
la modella?
“Prima
di tutto perché il mio fisico me lo permette. Non vorrei
peccare di presunzione, ma so di essere una bella ragazza, non mi
avrebbero presa se non
fosse stato così e lo ammetto tranquillamente a differenza
di molte “colleghe”. Poi ho sempre cercato la mia
indipendenza economica, non volevo gravare sulle spese dei miei
genitori. Appena ho guadagnato abbastanza
ho comprato casa... ah per quanto riguarda la casa, ti
piace?” e con la mano indicò tutto ciò
che li circondava.
“Questa è casa tua? Cioè... hai
comprato un intero palazzo?”
“Certo, qui ho il mio ufficio, la palestra, tutto
ciò che può servire a una modella, a proposito...
SEGUIMI”
Estremamente sconcertato Iori la seguì fino ad
un’enorme cucina.
“Perché siamo in una cucina?” diede
sfogo a tutti i suoi dubbi.
“Perché ho fame e non ho fatto
colazione” rispose candidamente lei iniziando a preparare
qualcosa. “Tu hai fame?” al segno di diniego del
ragazzo riprese a parlare “comunque riguardo al discorso di
prima, quello di fare la modella, beh... io non accetto molto quello
che succede nella moda. C’è gente che fa di tutto
pur di entrarci, che scende a compromessi, che accetta
proposte indecenti. Quelle persone mi disgustano,
perché è anche colpa loro se questo mondo
è così corrotto.”
Iori era
piacevolmente sorpreso da quell’affermazione. Non pensava che qualcuno appartenente a quel
mondo potesse contrastarlo in quel modo e non mancò di
riferirglielo “Sono sopreso!
Pensavo che tutti coloro
che entrano in questo mondo di vanesie illusioni fossero disposti a
fare di tutto pur di entrarci, ma tu hai appena smontato questa mia
convinzione!”
“Beh...
mi piace il mio lavoro, ma non mi abbasserò mai ai livelli
di alcune mie colleghe pur di tenerlo. I miei genitori mi hanno insegnato dei valori
e non vi rinuncerò mai.” disse addentando il
panino che aveva preparato per sé.
“Capisco e appoggio la tua decisione. Ora... sempre se vuoi,
parlami un po’ della tua vita privata. Sei
fidanzata al momento?”
Mimi fece una faccia
disgustata e il giornalista pensò che il panino non fosse di
suo gusto, ma la ragazza dissipò i suoi dubbi.
“Ah...
fidanzata? Per fortuna
no, mi sono resa conto appena in tempo di che essere meschino avevo al
mio fianco! Uno sfruttatore... stava con me solo per accrescere la sua
notorietà. Si chiama Michael Nowlit...
forse hai sentito parlare di lui, girerà un film
importantissimo a Hollywood. Quando ci siamo conosciuti
recitava in una soap opera che mandavano in onda alle 3 di notte, per
la gente che soffre d’insonnia penso, così magari
riusciva ad addormentarsi guardando quella schifezza. Mi corteggiava,
sembrava così dolce e dopo un po’ abbiamo iniziato
a frequentarci. I primi tempi sembrava tutto perfetto, poi più o meno dopo un
anno che stavamo insieme è cambiato. Ogni volta che uscivamo
insieme chiamava i
giornalisti per far sapere loro dove trovarci, vendeva le nostre foto,
anche quelle private. A quel punto l’ho querelato e
l’ho lasciato. Appena il regista si renderà conto
che a recitare è un cane, lo metterà alla porta
senza tanti indugi. È ciò che si merita! Ragazze
che leggerete quest’intervista... evitate i tipi come
Michael, perché non servono a niente! La
lasci quest’ultima frase, vero?” chiese speranzosa
a Iori addentando
nuovamente il panino.
“Se vuoi posso
anche toglierla dall’articolo.” Rispose
tranquillamente il ragazzo.
“No...
la devi lasciare! La gente non
deve cercare solo il ragazzo bello, ma che alla fine non sa provare
sentimenti. Sai... vorrei vivere una bella storia d’amore,
come quelle che si vedono nei film... quelle che nella vita vera non
esistono insomma!” disse
con occhi sognanti.
“Sei
una persona molto romantica a quanto vedo. E sei la seconda persona che mi dice di voler
trovare la persona giusta” disse ripensando
all’incontro con Koushiro
Izumi.
“Davvero? Ma che bellooooo...
Ormai non esistono più molte persone che sperano di trovare
la persona giusta, sono felice che esista qualcun altro che la pensa
come me...”
Mimi lanciò
un’occhiata veloce all’orologio che aveva al polso
e lanciò un urlo che fece quasi cadere dalla sedia Iori.
“Che succede adesso?” chiese il ragazzo guardando
preoccupato la ragazza.
“Come vola il tempo... tra poco dovrei fare una prova abiti
per un servizio fotografico” disse frettolosamente.
“Capisco... beh... io ho finito con l’intervista,
perciò andrei” si alzò dalla sedia e
strinse la mano della modella, che lo abbracciò facendolo
imbarazzare.
“Ciao Iori...
sei l’unico giornalista con cui ho davvero avuto il piacere
di parlare... sembrava come se ci conoscessimo da una vita”
disse allegramente lei lasciandolo andare.
“Ciao Mimi... anche a me ha fatto molto piacere parlare con
te” rispose Iori,
anche se in fin dei conti lui non aveva parlato poi molto. Lei lo
accompagnò all’uscita continuando a salutarlo con
la mano anche quando ormai lui era già per strada.
Rientrò subito in albergo deciso a buttar subito
giù il suo articolo. Un sorriso nacque sulle sue labbra
ripensando all’intervista con la modella... “che
ragazza bizzarra” disse poco prima di mettersi
all’opera.