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Autore: Iwas_    15/09/2013    3 recensioni
[After CoLS]
Un Alec pieno di dolore e di rabbia affiancato da una Isabelle incapace di far fronte ai propri sentimenti e da un Jace pronto a spaccare (e all'occorrenza bruciare) il mondo.
E mentre Clary si allena per diventare una Shadowhunters e Simon si trova coinvolto suo malgrado in una faida fra vampiri, Sebastian muove le sue pedine.
Ma se con i fatti inquietanti successi a New York c'entrassero in qualche modo segreti custoditi gelosamente da Magnus? Se lo stregone avesse ancora qualche carta da giocare? Come districarsi da una fitta rete di imbrogli, bugie e cose non dette quando si è indecisi fra sentimento e ragione?
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Di greco, Rune e Blue Bitter Lemons




Ἔρχομαι.
Quante volte aveva letto quel biglietto? Troppe, a giudicare dalla maniera in cui era spiegazzato.
Si ostinava a rileggerlo, come se in quelle parole potesse trovare qualcos'altro, come se potesse scoprire cosa stava facendo Jonathan Morgenstern solo grazie ad una parola.
In quel momento, però, nonostante fosse nuovamente immobile a fissare il foglietto, i suoi pensieri stavano vagando da tutt'altra parte rispetto alla guerra che stava per iniziare.
Maryse era distrutta: erano successe troppe cose in poco tempo per pretendere che riuscisse a farsi una dormita come si deve. Jocelyn le aveva detto che ogni volta che la guardava vedeva in lei la sintesi di tutto quello che erano gli altri Shadowhunters presenti all'Istituto: le rughe sul suo volto si erano fatte più evidenti, assieme ad un paio di occhiaie scure che era sicura di non avere mai avuto, il volto era incorniciato da ciocche ribelli che uscivano da uno chignon fatto male, ed era dimagrita di almeno cinque chili. E come avrebbe potuto essere altrimenti?
Robert le aveva a malapena rivolto la parola da quando era tornato, Jace aveva avuto problemi evidenti nel gestire quello stupido Fuoco Angelico, Isabelle sembrava un falco chiuso in una gabbia, l'assassino di Max era ancora a piede libero e si stava preparando a distruggere il mondo, mentre Alexander era tornato a casa da un paio di ore reduce da una battaglia con un demone.
"Stanno affrontando tutti qualcosa che è semplicemente troppo per loro" si ritrovò a pensare, mentre lo sguardo si posava per un istante su una vecchia voto scattata il giorno del quindicesimo compleanno di Alec. Suo figlio maggiore stava soffiando le candeline su una torta con la melassa, mentre dietro di lui le soffiavano per scherzo pure Jace e Isabelle. Già allora formavano un trio formidabile. Dietro di loro, lei teneva in braccio Max, mentre Robert le cingeva le spalle con un braccio, entrambi complici di una finzione, di un amore scomparso che doveva esistere ancora solo per il bene dei loro figli. Come se Robert dopo quella decisione fosse stato un padre presente.
L'ultima volta che lo aveva visto cercare di fare qualcosa di buono con i suoi figli era stato un mese prima e aveva finito per dire ad Alexander che il suo essere gay era solo una sbandata adolescenziale che gli sarebbe passata presto. Nonostante lei per prima fosse rimasta sconvolta quando suo figlio aveva dichiarato al mondo il suo amore per Magnus Bane, tutto quello che desiderava era che fosse felice.
Così come voleva fossero felici Isabelle, Jace e Max. Più ci pensava, più credeva di non essere riuscita bene nel suo compito: quello che aveva ottenuto erano una Isabelle isterica, un Jace distrutto e un Alec che non le parlava più; mentre Max lo aveva perso definitivamente.
Poi c'era Clary, quella ragazzina che le sembrava ogni volta che la vedeva un mondo tutto da scoprire. Doveva ammettere che ammirava l'impegno con cui si dedicava agli studi intensivi a cui era stata sottoposta vista la sua recente, pericolosa avventura; finalmente era arrivato anche l'esperto di Rune, con cui però aveva battibecchi continui. Più di una volta infatti Albert era andato da lei con commenti sarcastici riguardo quella che era stata l'eroina della battaglia a Idris.
- Maryse? Posso entrare?
Non dovette neppure alzare lo sguardo per riconoscere il proprietario di quella voce.
- Fa pure, Robert. Non sto facendo nulla di utile al momento.
Suo marito le si avvicinò, fino a fermarsi accanto a lei.
- Vuoi sederti? - gli chiese, indicando la poltrona di fronte a lei.
- No, desideravo solo informarti dei progressi relativi alle indagini.
Maryse annuì: il giorno prima era stata uccisa una ragazza in una via secondaria del Queens. L'aveva trovata un lupo mannaro, che era corso a chiamare gli Shadowhunters.
- Allora, cosa avete scoperto?
- Si tratta di una ragazza mondana, anche se questo credo lo sapessi già.
- Ripetimelo: da quando ci occupiamo anche di mondani?
- Da quando ci sono chiari segni dell'opera di qualche Nascosto dietro questa uccisione.
Maryse si accigliò. - Che cosa vuoi dire? - chiese.
- Abbiamo chiamato uno stregone abbastanza potente, che ci ha confermato che ha rilevato tracce di magia nera sul cadavere. Il corpo è stato inoltre sgozzato e reso quasi irriconoscibile. Per questo quel lupo mannaro è corso da noi: dice che non gli sembra possibile fosse opera di un mondano.
- Come se non avessimo già abbastanza problemi di nostro... - mormorò Maryse, mentre quasi inconsciamente accartocciava il biglietto di Sebastian.
 
Clary accartocciò l'ennesimo foglio del bloc notes, buttandolo nel cestino al suo fianco.
- Evidentemente non ti stai concentrando abbastanza.
- Evidentemente creare Rune a comando non mi riesce - rispose, stringendo la penna con più forza.
Albert Strongblood era un vecchio sulla sessantina, alto e secco, con due baffoni grigi da far invidia a chiunque e un carattere da far venire voglia di scagliargli contro qualcosa a chiunque.
Purtroppo era anche il suo maestro esperto di Rune, e doveva tentare di farselo andar giù. Senza molto successo, comunque.
- Porta più rispetto per me! Il tuo è un potere che c'è bisogno di far fruttare al massimo in quanto unico e importantissimo per la guerra che sta per arrivare!
- Le ho già detto che non è così semplice.
- Forse perché non ti impegni.
- Forse perché il mio insegnante non mi lascia un attimo in pace.
Ecco, aveva oltrepassato il limite, di nuovo. Fu il colorito paonazzo che assunse la faccia di Alby (così lo chiamava quando non era in sua presenza) a farglielo capire.
- Signorina Morgenstern, io lo trovo assolutamente...
-Penso che la lezione di oggi sia finita qui - rispose Clary, prendendo in mano il blocco e uscendo dalla porta senza aggiungere altro. Non sentì Alby urlare o altro, forse anche lui si rendeva conto che la sua alunna oramai era una causa persa: non sarebbe mai riuscita a creare una Runa solo per far contento lui.
Quando l'avevano informata che finalmente era arrivato il famoso esperto di Rune che il Conclave le aveva promesso ne era rimasta entusiasta, e non vedeva l'ora di mettersi all'opera: voleva fare la sua parte nella guerra contro Sebastian, voleva trovare un modo per aiutare gli Shadowhunters, voleva creare nuove Rune sempre più potenti. Aveva provveduto Albert Strongblood a smorzare il suo entusiasmo alla prima lezione.
Clary sospirò, mentre camminava con lo sguardo rivolto verso il pavimento: era solo un vecchio Shadowhunters che probabilmente era rimasto fermo ai tempi dell'invenzione della ruota.
- Idiota... - mormorò.
- Si riferisce a me, signorina?
Quasi inconsciamente, Clary si fermò e sorrise. Alzò lentamente lo sguardo, per ritrovarsi davanti la perfezione di Jace. Il suo ragazzo aveva dipinto sul volto un mezzo sorriso, gli occhi dorati che brillavano, quasi fosse un bambino che aveva appena rubato un barattolo di marmellata dalla cucina e l'avesse fatta franca.
- Certo - rispose. - Sei il più grosso idiota che conosco.
Poi si buttò fra le sua braccia, sfiorandogli dolcemente le labbra.
- Mi sei mancato - gli disse. - Mi sembra sempre di non vederti da troppo tempo.
- Ho avuto da fare, fra parabatai emo e stregoni dallo sguardo felino.
Clary inarcò le sopracciglia. - Hai visto Magnus?
- Qualche ora fa. Ho preferito non tornare subito per paura che Alec cercasse di uccidermi. Ora che ci penso, però, potrebbe anche aver piazzato un'anatra nel mio letto a tradimento.
- Non ho visto Alec in giro, anche se in effetti non vedo quasi mai Alec in giro. Che hai combinato con Magnus?
Lo sguardo di Jace si fece esitante per un attimo, poi rispose: - Gli ho fatto visita perché dovevo dirgli una cosa riguardo il suo ex ragazzo. Penso che sia meglio che ne parli solo con l'ex ragazzo in questione per ora.
- Non ti fidi di me?
La domanda le era uscita dalla bocca quasi di sua spontanea volontà, senza che ci avesse pensato troppo. Se ne pentì immediatamente.
- Clary... io... come puoi pensare che non mi fidi di te?
Jace sembrava sinceramente stupito e incredulo.
- No Jace, scusa, non volevo dire quello, è solo che io...
- Clary, con tutto il rispetto, sono affari di Alec: non vuole che nessuno ne sappia niente. Ha avuto problemi enormi a confidarsi con me, figuriamoci se...
- Jace, non volevo dire quello. Solo che... sono stanca. Ho litigato di nuovo con Alby e tutto quello che sta succedendo mi rende incredibilmente nervosa.
Jace le sorrise nuovamente, quel sorriso speciale che riservava solo per lei, quel sorriso dolce, dove non c'era traccia di sarcasmo.
- Forse dovrei provvedere io a calmarti. Sembra però che tutte le ragazze abbiano gli ormoni a mille quando si trovano in mia presenza.
Dopodiché la baciò con passione, stringendola forte contro il suo petto. A Clary piaceva il modo in cui la teneva stretta a sé, come se al mondo esistessero solo loro due, come se nient'altro fosse importante.
- Allora - disse, dopo essersi staccata da lui. - Stasera mi accompagni al concerto di Simon, vero?
- Certo - rispose immediatamente Jace. - A patto che Alec quella papera nel mio letto non l'abbia infilata veramente.
 
- Beh, alla fine è stato figo, no?
- Simon - Isabelle sospirò - non puoi considerare "figo" il concerto di un gruppo che si chiama Blue Bitter Lemons.
Il vampiro alzò gli occhi al cielo, ma non replicò. Non che ci fosse molto da controbattere, ad essere sinceri, nonostante Simon odiasse l'idea di lasciare ad Izzy l'ultima parola: era del suo gruppo che si stava parlando, in fondo.
- Dai, ammettilo che siete solo una brutta copia dei Red Hot Chili Peppers con quel nome. Ehm... parecchio brutta, ad essere sincera - fece Clary mentre si introduceva nella conversazione.
- L'avevo già sentita, questa.
Simon cercò Jordan con lo sguardo, forse in cerca di un supporto morale, ma non ci volle molto ad accorgersi che il suo coinquilino era fuggito da qualche parte con la propria ragazza: evidentemente il fatto che fosse stato impegnato per la maggior parte della giornata ad aiutare un suo amico del Praetor Lupus implicava che dovessero recuperare il tempo perduto. Jordan non gli aveva riferito precisamente il problema che aveva il tizio, semplicemente pareva avesse trovato uno stregone che aveva bisogno di loro.
Tirò un calcio a una lattina sul marciapiede, rinunciando a giocare una partita persa in partenza, come tutte le discussioni con Isabelle.
Era stato bello rivederla, finalmente, nonostante il disagio iniziale. Simon per qualche istante si era pentito di aver invitato anche Clary e compagnia, ma la verità era che anche se fossero stati da soli non sarebbe cambiato molto: la sua migliore amica era rimasta accanto a Jace tutto il tempo, che sembrava impegnato in una gara di sguardi truci con Alec. Quando aveva chiesto ad Izzy cosa fosse successo tra i due, lei gli aveva detto di lasciar stare.
- Forse fareste meglio a trovarvi un nome normale. Che ne so, The Spiders - Clary a quanto pareva aveva appena lasciato il suo bellimbusto nel mezzo della sua gara di sguardi per unirsi a loro.
- Fai ancora più schifo di Eric nei nomi, Clary. Così sembreremmo una brutta copia dei The Beatles.
- Tranquillo, nessuno avrebbe il coraggio di osare paragonarvi a gente che faceva buona musica.
Simon alzò nuovamente gli occhi al cielo. - Voi donne siete impossibili.
Subito dopo lanciò un'occhiata fugace a Isabelle, che però stava guardando da un'altra parte.
- Ragazzi, abbiamo un problema.
Simon si voltò: a parlare era stato Jace, affiancato da un Alec che teneva in mano un cellulare.
- Lo so, nemmeno io riesco a trovare un nome decente da dare alla band.
Per tutta risposta si ritrovò quattro Shadowhunters che lo fulminarono con lo sguardo.
- Cos'è successo? - chiese Clary.
- Mi ha appena chiamato nostra madre - fece Alec, evidentemente rivolgendosi a Isabelle. - Dice che potrebbero aver trovato qualcosa riguardo ai colpevoli dell'omicidio della mondana, ma non è questo l'importante.
- Ehi, aspettate un secondo - lo interruppe Simon. - Mi state dicendo che qualcuno sta uccidendo altra gente in maniera strana per la millesima volta da quando questa storia è iniziata?
- Precisamente.
- Che originali - sbuffò Simon.
- Comunque - proseguì Alec, ignorando il suo commento. - Pare che papà sia miracolosamente libero sta sera e che voglia parlare con me. E con te, Izzy.
Isabelle fece una smorfia: - Ha finalmente deciso di parlarti, dunque. Dopo quanti mesi, scusa?
- Lascia stare, Iz - la liquidò velocemente Alec, mentre si mordeva il labbro inferiore: sembrava in imbarazzo.
- Allora accompagno Clary a casa e poi vi raggiungo - si inserì Jace, salvando, almeno per il momento, il suo parabatai.
- E non accompagni me? Io ho paura del buio!
- Oh, sta zitto Simon! - esclamò Isabelle, avvicinandosi a lui. Simon indietreggiò di un passo spontaneamente, ma tutto quello che Isabelle fece fu lasciargli un bacio sulla guancia.
- Forse così riesco a farti stare zitto. Ciao, Simon.
Senza lasciargli il tempo di replicare, partìvelocemente in direzione dell'Istituto, seguita da Alec, che lo salutò sbrigativamente.
- In effetti con un altro avresti potuto zittirmi veramente - si ritrovò a mormorare Simon, accarezzandosi la guancia con un'espressione che preferì non immaginare.
- Che carini - fu il commento di Jace, che aveva dipinta in viso un'espressione idiota e sdolcinata.
- Risparmiatelo.
- Smettetela - li interruppe Clary. - Allora ci vediamo. Ciao, Simon.
- Aspetta un secondo - le rispose, mentre sentiva il cellulare vibrargli in tasca.
- Pronto? - rispose.
- Sono Raphael, Diurno. Ho bisogno di parlarti.

Note dell'autore
Allora, mi sono resa conto che non riuscirò ad aggiornare troppo spesso causa scuola/compiti delle vacanze che non ho finito/impegni vari. Io faccio del mio meglio.
Che dire di questo capitolo? Si tratta di un capitolo calmo, una piccola pausa per rallentare il ritmo della storia.
Io adoro Maryse e adoro Simon, spero di averli resi entrambi. Il problema peggiore però è Clary: è un personaggio che odio e che trovo stupido e inutile. A quanto pare però è anche la protagonista della saga, dunque devo scrivere anche di lei e sto facendo di tutto per non farla sembrare insopportabile quanto sembra a me (anche se forse forse qualche figuraccia potrei fargliela fare...). Insomma, io spero che i suoi fan non inizino a odiare me e che la trovino ben resa.
Grazie a chi mi recensisce fedelmente e a tutti quelli che leggono questa storia silenziosamente, che magari l'hanno inserita fra le preferite/ricordate/seguite. Spero di sentirvi prima o poi!
Fatemi sapere cosa ne pensate, è parecchio importante per me (anche se suono un po' patetica).

Iwas_
  
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