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Autore: xpaynerauhl    15/09/2013    2 recensioni
Jade Victoria Bennett, 18 anni, nata e cresciuta a Southampton, in Inghilterra.
Jade è una ragazza come tante ma non come tutte.
Liam James Payne, anche lui diciottenne, anche lui di Southampton.
È bello, una di quelle bellezze interiori che armonizza con quella esteriore.
Jade non appartiene al mondo di Liam. I mondi di Jade e Liam sono molto vicini ma diversi, interagiscono ma non si mescolano, si sentono ma non si ascoltano.
«È ora che tu ti dia una svegliata, tesoro, e inizi a vivere senza preoccuparti del parere degli altri. Vivi per te stessa.» le disse l'amica. Non le piaceva vedere Jade così chiusa e limitata solo per paura dell'opinione degli altri. Le voleva bene e voleva che iniziasse a volersene anche lei.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

Era giovedì pomeriggio e Jade stava aspettando Liam in biblioteca, come d'accordo.
Era cinque minuti in ritardo e lei sperava che non arrivasse, "se fra altri cinque minuti non è arrivato me ne vado" pensò.
Invece Liam arrivò dopo un minuto, di corsa.
«Scusa, è finita in ritardo la lezione» si giustificò.
«Non preoccuparti» gli sorrise Jade.

Passarono una mezzora buona a studiare. Liam le spiegava le formule e le faceva provare degli esercizi, lei li faceva e se sbagliava lui li correggeva. Jade era stata quasi tutto il tempo in silenzio, aveva proferito poche parole, giusto il necessario.
«Ok, direi che su questa parte sei pronta» concluse Liam.
«Bene, grazie» replicò Jade.
«Vuoi una mano anche per l'altra parte?» le chiese.
«Ehm... no, non voglio disturbarti ancora, sei stato fin troppo gentile» rifiutò lei.
«Ma no, mi fa piacere. A me piace la matematica e poi un ripasso non fa male neanche a me.» le assicurò Liam.
«Beh...»
«Dai ci vediamo un giorno di questi così ti spiego l'altra parte e poi giovedì che c'è la biblioteca aperta facciamo un'ultimo ripasso, ok?» propose il ragazzo.
«Va bene» concordò la ragazza, non troppo convinta.

"Allora come sono andate le ripetizioni? :)" recitava il messaggio appena arrivato da parte di Ginni.
"Bene :)" rispose Jade.
"Sei libera adesso? Così mi racconti :)"
"Sì però devo andare prima a casa... facciamo fra un quarto d'ora, va bene?" propose la mora.
"Ok, ti aspetto al parchetto qua vicino, sai qual'è , vero?" le chiese la rossa.
"Quello con lo scivolo blu?" 
"Sì, quello :)" confermò Ginni.
"Perfetto allora, a dopo :)" si congedò Jade.
":*" aggiunse Ginni. Jade sorrise a vedere quel 'bacino' mandatole dalla sua nuova amica. Le piaceva davvero e stavano legando sempre di più.

«Ciao» salutò la madre Jade.
«Ciao» rispose semplicemente la signora Bennett, intenta a sfogliare una di quelle riviste di gossip.
«Jade!» sentì chiamare dalla sala, riconobbe la voce del padre.
«Sì?» rispose la ragazza raggiungendolo in sala. Lo trovò seduto sul divano, intento a guardare la tv.
«Dove sei stata?» le chiese.
«A scuola» rispose Jade.
«A fare cosa fino a quest'ora?» Jade a quella domanda si impose di mantenere la calma. Non sopportava quando il padre le faceva il terzo grado, curioso, non le piaceva parlare di quello che faceva né a scuola né fuori (non che ci fosse molto da raccontare).
«Ho studiato in biblioteca» disse la ragazza.
«E perché? Non potevi studiare a casa?» Jade strinse un pugno, costringendosi però a rimanere calma e pacata.
«No, papà. Mi servivano degli altri libri per approfondire e li ho presi lì. E già che c'ero ho studiato tutto lì visto che ero tranquilla. Ho avvisato la mamma per messaggio e le ho detto di dirtelo.» spiegò Jade con tono leggermente alterato, sperando di rispondere a tutte le domande che era sicura le avrebbe fatto.
«Va bene, va bene, non ti arrabbiare, ho solo chiesto!» replicò il signor Bennett con tono innocente.
«Non sono arrabbiata» chiarì Jade con tono freddo per poi andarsene in camera sua.
Appoggiò la cartella sotto la scrivania e si gettò sul letto sbuffando sonoramente. Perché a quasi 18 anni doveva spiegare per filo e per segno ai genitori -o meglio al padre- quello che faceva? Per di più a scuola, un luogo in cui è così ovvio cosa si va a fare. Non lo sopportava.
Per un attimo si ricordò di quando alle scuole elementari, durante il breve tragitto a piedi da scuola a casa, raccontava tutta la giornata a sua madre che la ascoltava paziente. 
Si chiedeva com'era passata dal voler raccontare tutto, anche troppo, al non voler dire niente della sua vita scolastica.
Sbuffò di nuovo alzandosi a sedere per poi guardare il cellulare, mancavano due minuti all'appuntamento con Ginni.
Si fece una coda alta e dopo essersi alzata si sistemò la maglietta stropicciata ed infilò una felpa aperta. Mise cellulare e chiavi in tasca e scese le scale.
«Io vado al parchetto, con Ginni» avvisò velocemente il padre. Sapeva che era paranoico e ci teneva a sapere sempre dove e con chi andasse.
«Ma sei appena tornata!» protestò il padre.
«E allora?» replicò la ragazza.
«Non ce ne hai compiti, signorina?» si sentì dire dalla madre, era alle sue spalle con le mani sui fianchi.
«Li ho fatti prima in biblioteca» rispose prontamente Jade. Non capiva perché la madre si ostinava a farle sempre quella domanda. Ormai erano anni che Jade frequentava la scuola, sempre con un'ottima media. La questione di matematica era un incidente di percorso che si era decisa a risolvere, non aveva avvisato i genitori per paura di una loro reazione e perché comunque riteneva che la scuola non fossero affari loro, finché andava bene.
«Va bene allora, ma torna per cena. Anzi se vuoi invita anche la tua amica, così la conosciamo.» propose la madre, accettando la risposta riguardo ai compiti.
«Ok le chiedo, ciao» salutò avviandosi alla porta.
«Ehi ehi, la mia opinione non conta più?» chiese il padre. Jade fece finta di non sentire, chiudendosi la porta alle spalle e iniziando a camminare.
Non aveva per niente voglia di intraprendere un'altra discussione e rischiava anche di fare tardi.
Insomma, la sua opinione su cosa? Possibile che non potesse neanche più andare a due passi da casa senza tutte queste discussioni? Scacciò quei pensieri e mise su un sorriso arrivata davanti al parchetto e vedendo Ginni dondolarsi sull'altalena.
Si salutarono con un bacio guancia-guancia e Jade si sedette sull'altra altalena.
«Dai raccontami tutto, com'è andata con Liam?» chiese curiosa la rossa. 
«Ginni, non era un appuntamento o qualcosa del genere, sai?» replicò la mora.
«Sì, va be', ma cosa avete fatto? Dimmi!» oh Signore, tutta questa eccitazione per le ripetizioni di matematica da dove veniva?
«Studiato, solo studiato e fatto esercizi di matematica, tutto qua, non c'è nulla da raccontare» chiarì Jade. Vide l'espressione di Ginni diventare leggermente delusa. Cosa si aspettava? «Ah e poi mi ha chiesto se vuole che ci vediamo un'altra volta per finire il programma» aggiunse allora la mora, pensando che per Ginni fosse una cosa importante da riportare.
«Oh fantastico!» commentò infatti la rossa ritrovando tutto il suo entusiasmo.
«Tanto gli ho detto di no» la frenò subito Jade, con l'intenzione di vedere la sua reazione.
«Ma come??» enfatizzò la rossa.
«Dai scherzo. Ha insistito e ho dovuto accettare.» la informò quasi seccata Jade.
«Benissimo allora!» disse Ginni.
«Smettila di fare così, sei troppo entusiasmata, sono semplici ripetizioni eh!» le chiarì la mora, iniziando a pensare che l'amica se lo stesse scordando.
«Va bene, va bene...» acconsentì Ginni. «Ah sai che sono venuta a sapere che un certo Louis Tomlinson fa una festa imperdibile sabato?» si ricordò d'un tratto.
«Sì lo sapevo, la fa tutti gli anni a fine semestre, una delle tante feste che organizza» la informò Jade. Il fatto che non vi partecipasse non significava che non ne fosse al corrente.
«Dobbiamo rimediare un invito, tu sai a chi chiedere?» domandò la rossa.
«Io non ci vado, ma se tu vuoi ti dico a chi puoi chiedere» rispose Jade.
«Perché non ci vai?» chiese subito Ginni.
«Io non vado a queste feste» disse semplicemente la mora, come se fosse ovvio.
«E perché?» chiese Ginni.
«Ma io ti sembro tipo da festa, scusa?» le disse ovvia.
«Forse non ti piace ballare?» tentò di capire meglio la rossa.
«No, mi piace» replicò la mora.
«E allora perché non vieni? Dai fallo per me, non conoscerei nessuno se no... Per favore» la implorò Ginni assumento un tono ed un'espressione infantili. 
«Puoi sempre non andarci» le fece notare Jade sorridendole fintamente.
«Dai dobbiamo conoscere gente nuova tutte e due e non c'è niente di meglio di una festa» tentò di convincerla Ginni.
«Anche se per caso, ipoteticamente, io volessi, i miei sono ottusi e non mi lascieranno» la deluse Jade.
«Adesso che ci penso proprio sabato mattina arrivano i miei zii dall'Irlanda» si ricordò poi la mora.
«E allora?» replicò seccata Ginni non capendo come centrasse con l'argomento.
«Sicuramente i miei mi diranno di non lasciare solo mio cugino, li conosco» spiegò Jade.
«Quanti anni ha 'sto cugino? Devi fargli da baby sitter o cosa?» chiese sempre più seccata Ginni.
«Ha la nostra età» la informò.
«E allora! Lo portiamo alla festa con noi e problema risolto! Così anche i tuoi staranno più tranquilli che sei con lui e ti mandano, no?» esclamò Ginni soddisfatta.
«Giusto, così potrebbe funzionare» concordò Jade per poi estrarre il cellulare «chiedo a Niall se è d'accordo» spiegò digitando l'SMS.
Ginni capì da sola che Niall doveva essere il nome del cugino e annuì sbirciando il telefono.
«È carino tuo cugino?» chiese Ginni quando l'amica ebbe finito.
«Che domande sono? Comunque beh... sì dai, è biondo e ha gli occhi azzurri» lo descrisse semplicemente Jade. «Ecco, guarda» aggiunse mostrandole una foto.
«Mh carino» commentò Ginni sotto lo sguardo stranito di Jade.
«Ah, quasi mi dimenticavo di chiederti se volevi venire a cena da me» si ricordò Jade.
«Se per i tuoi non è un problema, va bene» accettò la rossa.
«Nessun problema, è stata mia madre a proporlo» aggiunse la mora. «Mi ha risposto» dichiarò poi sentendo il cellulare vibrarle tra le mani «dice che è contento di andare alla festa» riportò.
«Perfetto allora, devi solo chiederlo ai tuoi» disse la rossa.
«Glielo chiedo a cena così se ci sei tu è più facile che dicano sì» sentenziò la mora.
«Ok» sorrise Ginni.
Jade alzò gli occhi sulla strada e vide passare due ragazzi. Richiamò l'attenzione dell'amica.
«Quelli sono Louis Tomlinson e il suo migliore amico Harry Styles» sussurrò a Ginni per non farsi sentire dai due.
«Mh carini» commentò Ginni. «andiamo a chiedergli l'invito» affermò poi scendendo dall'altalena.
«No! Ma che fai?!» la fermò Jade prendendola per un braccio.
«Mi procuro gli inviti! Quale modo migliore se non chiedere all'organizzatore?»
«No no no ti prego» la implorò Jade imbarazzata già dal solo fatto che quei due, per una frazione di secondo, le avevano guardate.
«Ecco hai visto?! Adesso se ne sono andati e abbiamo perso un'occasione!» la ammonì la rossa quando si accorse che i due ragazzi avevano svoltato l'angolo.
«Troveremo un'altro modo, ma così era troppo imbarazzante» spiegò la mora.
«Ah sì? E pensi che a scuola, davanti a tutti, lo sarebbe di meno?» replicò Ginni.
«Hai ragione» concordò Jade.
«Provo a chiedere a Perrie se ce li procura» pensò Ginni, inviando subito un messaggio alla sorella.
«Ha detto che un certo Zayn in classe sua è amico di Louis e gli chiede» riferì dopo aver ricevuto la risposta dalla sorella.
«Problema risolto allora!» esclamò sollevata Jade.

«Allora Ginni, giusto?» chiese conferma sul nome alla ragazza la signora Bennett «come mai vi siete trasferiti?»
«Per il lavoro di mia madre, fa il medico chirurgo infantile e l'hanno promossa primario del reparto di pediatria al St. Luke's Hospital» spiegò gentilmente la ragazza prima di prendere un boccone di cibo.
«Ma davvero? Anche io lavoro lì, proprio in quel reparto!» esclamò il signor Bennett. «Quindi tua madre è la dottoressa Edwards?» concluse.
«Esatto» confermò Ginni.
«Ma guarda tu che coincidenza!» affermò la signora Bennett.
«Già» disse Ginni.
«E il papà che lavoro fa?» domandò il padre di Jade.
A quella domanda Ginni cambiò espressione.
«Mio padre è morto.» disse piano abbassando la testa.
Jade trucidò con lo sguardo il padre, vergognandosi della sua indiscreta curiosità.
«Mi dispiace, io non volevo-» tentò di scusarsi dispiaciuto.
«Stia tranquillo, non poteva saperlo» lo interruppe Ginni accennando un sorriso. «faceva il poliziotto, comunque» aggiunse riferendosi alla domanda iniziale.
«Hai fratelli o sorelle?» si intromise la signora.
«Sì, una sorella più grande e una più piccola» rispose cordialmente la ragazza. «A proposito, un compagno di classe di mia sorella ha organizzato una festicciola, una cosa tranquilla, e ho chiesto a Jade se voleva venire. Sempre con il vostro permesso, chiaramente.» spiegò Ginni. Jade si appuntò mentalmente di ringraziarla per averle risparmiato di doverlo chiedere lei.
«Mi dispiace ma Jade non può venire, arrivano i suoi zii dall'Irlanda» spiegò il padre. Jade pensò che il padre avesse usato la prima scusa che gli venne in mente.
«Veramente io ho chiesto a Niall e lui mi ha detto che vorrebbe venire anche lui alla festa» intervenne Jade.
«Ma non è della vostra scuola, magari non può» protestò il signor Bennett.
«Non è un problema, signore» intervenne Ginni, sempre con tono gentile.
«Sì dai a me sembra una buona idea, così anche Niall esce un po' e poi sono sicura che anche mia sorella e mio cognato saranno d'accordo» intervenne la madre di Jade.
«E va bene» concordò il padre.
«Però è di sabato vero? Perché se il giorno dopo c'è scuola non va bene» aggiunse la signora Bennett.
«Sì, mamma, è di sabato, tranquilla» rispose Jade. 
«Visto che abbiamo finito noi andiamo su» annunciò Jade alzandosi.
«Come, non aiutiamo tua madre a sparecchiare?» intervenne Ginni.
«Vedi Jade? Prendi esempio da Ginni, lei sì che è una brava ragazza» la elogiò la signora Bennett.
«Sì va bene» la liquidò Jade iniziando a sparecchiare seguita dall'amica.
Quando ebbero finito andarono al piano di sopra.
«Questa è la mia camera, scusa se è in disordine» disse la mora facendola entrare.
«Ma te la ricordi la mia? È messa molto peggio!» esclamò la rossa.
«Insomma, io nel mio disordine trovo tutto» affermò Jade.
«Esattamente» concordò l'amica.
«Senti...» iniziò mentre si sedevano entrambe sul letto «mi dispiace per quello che ha detto mio padre... È sempre inopportuno»
«Tuo padre non poteva sapere, mi ha fatto solo una domanda. Comunque non è successo niente»
«Però ti sei un po' rattristata» constatò dispiaciuta.
«Beh l'ho più o meno superato, ma resta sempre un argomento delicato, diciamo»
«Se ti va di parlarne, io sono qui» espresse la sua comprensione Jade facendole un sorriso dolce.
«Grazie davvero, Jade. Vedi mio padre è morto facendo quello che amava fare e cioè il suo lavoro. È stato colpito da un malvivente durante una sparatoria.» spiegò.
«So che non serve a niente, ma mi dispiace»
«Serve, invece. Avere un'amica vicino serve sempre. Grazie.»
«Questo ed altro per te» replicò Jade. 
Ginni non resistette dall'abbracciarla e Jade ricambiò con piacere, stringendola forte.
«E grazie anche per aver chiesto ai miei della festa» 
«Se no tu non l'avresti mai chiesto per paura di un rifuto» 
«Forse»
«Poi un giorno di questa settimana vieni a casa mia che mi aiuti a scegliere cosa mettermi, ok?» domandò Ginni.
«Certo» accettò Jade.
«E tu cosa pensi di metterti?»
«Jeans e maglietta non va bene , vero?»
«Certo che no! Vorresti dirmi che non hai vestiti?» chiese esterrefatta Ginni.
Jade si limitò a scuotere il capo, in risposta.
«Allora quando vieni ti presto qualcosa io. Presumo anche che tu non abbia nemmeno tacchi.» 
«Infatti, presumi bene» confermò Jade.
«Che numero porti?»
«38» rispose
«Perfetto, anche mia sorella. Ci facciamo prestare qualcosa.» decise Ginni.
«Vedremo...»
«Ok si è fatto tardi, io vado a casa» annunciò Ginni.
«Ti accompagno» replicò Jade.






HEY:)

AVVISO: da adesso pubblicherò sempre una volta la settimana, di domenica.
Non sarò così fiscale, nel senso che se ho un capitolo pronto potrei metterlo prima o qualche volta potrei avere una settimana impegnativa e non riuscire a pubblicare, mi scuso in anticipo, ma farò del mio meglio per essere sempre puntuale :)
Mi ero dimenticata di spiegare che nella fanfiction gli Emblem3 "fanno la parte" dei One Direction, come band famosa, diciamo. Avrei voluto usare direttamente i ragazzi, ma erano già nella fanfiction quindi ho messo una band che amo.
Cosa pensate dei personaggi? Cosa vi aspettate che combineranno? Ho un sacco di idee in proposito e sono curiosa di sapere cosa ne pensate. :)
E cosa ne pensate del banner?
Fatemi sapere!

Vi lascio con delle foto dei personaggi, come al solito.

  


-Amy



   
 
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