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Autore: Netmine    16/09/2013    1 recensioni
Cap 17- La giovane sconosciuta rivolse i suoi occhi viola verso la nuova arrivata e la fissò con intensità, poi lo scenario cambiò un'altra volta. [..] Le si avvicinò fino a riuscire a poggiarle le labbra sull'orecchio "Ricorda, fidati di me"
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Cap 21- Sembrava un vecchio in tutto e per tutto ma, se lo si sapeva osservare, ci si accorgeva di quel qualcosa che rendeva la sua età indefinibile.
Si portò l'indice difronte alla bocca "Shh. Non urlare. Non voglio farti del male, non te ne ho mai voluto fare" Carol era impaurita e l'uomo se ne accorse "Non mi credi. So di averti ferita, ma è stato involontario!" quasi urlò quest'ultima frase, come se lo tormentasse.
"Allora perché lo hai fatto?"
"Non mi aspettavo di vedere un'altro come me qui! Ero contento, ma sapevo che ti avrei dovuta avvertire e questo mi faceva soffrire molto. Stavo lottando contro di me, non volevo ferirti" sembrava sincero e Carol non ebbe il cuore di replicare.
"Come te? Che avremmo in comune?"
"Sei reale! Tu sei reale e lo sono anche io!" cambiò repentinamente umore e rise di gusto "Sei reale" ripetè, assaporando quelle parole
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Prima o poi mi dirai dov'è che stiamo andando?" Carol e Aileen erano in viaggio da un paio di giorni e la curiosità di Carol era quasi incontenibile, non riusciva a spiegarsi perché la sua compagna di viaggio si ostinasse a non volerle svelare la loro destinazione. Eppure si fidava di lei, passavano ore e ore a conversare e, quando si fermavano, le insegnava a leggere. Non sapeva quasi nulla su Aileen, eccetto che era lì per proteggerla e svolgere una sorta di missione.
Aileen sbuffò facendo sollevare una piccola ciocca di capelli che era sfuggita dalla coda "E tu prima o poi smetterai di chiedermelo?"
"E' normale che io lo voglia sapere, non credi? Dopotutto mi sto affidando a te, una semi sconosciuta, e il minimo per farlo dovrebbe essere sapere dove sto andando!"
Aileen rallentò il suo cavallo per accostarsi a Carol "Sai che non te ne posso parlare. Vorrei, ma non posso. Perciò ti chiedo di fidarti di me e non fare sciocchezze"
"Almeno  posso sapere quanto dovremo cavalcare ancora? Questa sella inizia a diventare terribilmente scomoda!" si alzò sulle staffe e fece finta di stiracchiarsi. Aileen allungò una mano e diede un colpo sul posteriore di Teseo, che partì al galoppo accompagnato dalle urla di Carol. 
"Ci metteremmo molto di meno se tu non fossi così pigra e camminassi più velocemente!"

Al tramonto iniziarono a cercare un posto dove passare la notte, dopodiché Aileen portò Carol con se a cercare qualcosa da mangiare.
"Spero che tu ti ricordi qualcosa della lezione sulle bacche di ieri, perché oggi sarai tu a raccoglierle mentre io cerco qualcosa di più sostanzioso!"
Un ora dopo Carol tornò all'accampamento con la svolta del vestito piena di mirtilli e lamponi. Aileen era già lì, aveva acceso un fuoco sul quale stava facendo cuocere un coniglio e delle verdure.
"Finalmente sei tornata! Pensavo di aver messo a cuocere la cena troppo presto. Su, fammi vedere che hai trovato" Carol le si avvicinò e le mostrò il suo bottino "Mmh, fragole di bosco, le mie preferite! In questo periodo dell'anno sono particolarmente buone, ottimo lavoro!" Carol sospirò, aveva sbagliato nel riconoscere quel frutto, ma almeno non aveva raccolto nulla di velenoso "Dai, siediti e inizia a mangiare. E' pronto!"
Carol si sedette e iniziò a mangiare il suo coniglio "Sicura di non volere un po' di carne? Non è un problema per me lasciartene"
"No, Carol, tranquilla. Non mangio carne" 
Carol la guardò sbigottita "E come riesci ad essere sempre piena di energie?"
Aileen fece spallucce "Credo di non averne bisogno... e comunque non mi piace l'odore"

Il mattino dopo Carol si svegliò, come sempre, con l'odore della tisana preparata da Aileen. 
Mangiarono frutti di bosco, bevettero la tisana e si rimisero a cavallo "Stasera non dovremo accamparci nel bosco"
La notizia inaspettata fece sì che Carol non si accorse di un ramo con il quale si graffiò una guancia "Ahia!!" disse, passandosi una mano sul graffio "Davvero? Siamo finalmente arrivati?"
"Non ancora, ma possiamo fermarci per qualche tempo in città. Lì, forse, potro dirti di più riguardo al nostro viaggio"

Era pomeriggio inoltrato quando Carol avvistò le prime case. Ne era così contenta che non ci pensò su due volte prima di partire al galoppo.
"Ferma, Carol! Qui è meglio muoversi con calma" Aileen la raggiunse e prese in mano le redini di Teseo "Guarda là, ai margini della citta"
Carol ci mise un po', ma riuscì a vedere quello che Aileen le indicava "Non ho mai visto nulla del genere..." Ovunque, ai margini della città, c'erano gruppi di due o tre uomini 
armati e ben mimetizzati tra le felci "Dobbiamo davvero fermarci qui?"
"Si, Carol. Sta tranquilla, sono solamente spanventati... Inoltre, tutta questa protezione non va che a nostro vantaggio" strinse le gambe intorno al ventre del suo cavallo e quello partì lentamente al trotto, seguito da Teseo. 
Circumnavigarono la città fino ad arrivare a quella che doveva essere l'entrata principale; difronte a loro si trovavano delle barricate fatte in legno e sorvegliate da molti uomini armati, molti di loro sembravano troppo piccoli per essere lì. Aileen rallentò ancora fino ad andare al passo "Segui me e non fiatare, intesi?" 
"Altolà!" A parlare era stato uno degli uomini armati, un ragazzino dell'età di Carol con la paura negli occhi ma la voce ferma e sicura, così come il fucile che imbracciava "Chi siete voi?" l'aria era densa di tensione.
Aileen posò le redini e parlò con calma e lentezza "Siamo soltanto due viaggiatrici in visita da un vecchio parente" 
Il ragazzo non sembrava essersi rassicurato; chiamò altri due uomini e fece scendere le ragazze da cavallo "Se non vi dispiace, manderemo a chiamare questo vostro parente. Voi intanto potete sostare qui" le accompagnò fino ad un fuocherello e le fece sedere su un tronco lì vicino "Dovete dirci il vostro e il suo nome"
"Siete molto gentili. Il mio nome è Shaila, mentre la mia amica si chiama Karola" sentendo quei due nomi, Carol quasi si strozzò con la sua stessa saliva. "Il signor Drevon, proprietario della biblioteca cittadina, ci aspetta"

Dopo circa mezz'ora uno degli uomini armati si avvicinò alle due ragazze e disse qualcosa agli uomini che erano rimasti a far loro da guardia. "Scusateci per l'inconveniente, ma di questi tempi la prudenza non è mai troppa"
Aileen si alzò, si sistemò i vestiti e sorrise, come se non fosse accaduto niente di particolare "Non preoccupatevi, sappiamo cosa è successo e ci sentiamo più sicure a visitare la vostra città dopo aver sperimentato sulla nostra pelle lo splendido lavoro che fate per proteggerci. Karla, ringrazia anche tu e andiamo dal caro signor Drevon" 
Carol si alzò e accennò a quegli uomini dei ringraziamenti molto impacciati e adornati di sorrisi palesemente falsi prima di correre dietro ad Aileen.
Quando arrivarono di nuovo davanti al cancello, un'uomo di mezz'età, dai capelli bianchi e l'andatura leggermente zoppicante, andò loro incontro con un grosso sorriso stampato sul volto "Shaila!! Oh, bambina mia, da quanto tempo che non ti vedevo!! Ma guardati, come sei cresciuta... Sei davvero una bellissima ragazza, gli uomini impazziranno per te!" 
Aileen sorrise all'uomo e lo abbracciò affettuosamente, poi si voltò verso Carol "Zio Ruel, questa è la mia amica Karola, ti ho parlato tanto di lei, ricordi?"
"Oh, ma certo! Karola, è un vero piacere conoscerti." Le strinse la mano così forte da farle temere di essersi rotta qualcosa "Ma ora venite con me, ragazze. Dovete essere stanche! Ditemi, com'è stato il viaggio?"
Aileen e il signor Drevon continuarono a parlare del più e del meno, in questo modo Carol ebbe modo di studiare attentamente la città che le era sembrata così strana vista dall'esterno. Ma, all'interno, sembrava normale; c'erano piccole botteghe sparse ovunque, la gente passeggiava serena e ogni tanto si intravedeva una piccola chiesa.
Si fermarono di fronte ad un'imponente casa, la cui facciata esterna era piena di iscrizioni e rappresentazioni mitologiche "Eccoci arrivati alla mia umile dimora" 
"Oh, zio Ruel, la smetterai mai di fare il finto modesto? Sai benissimo che questa casa è spettacolare!" disse Aileen con un tono esageratamente civettuolo.
Con un sorriso compiaciuto sulle labbra, il signor Draven le accompagnò nella stalla per sistemare i cavalli. "Entriamo da qui" disse, e aprì una piccola porta che di sicuro Carol non avrebbe mai notato.
Una volta entrati in casa l'ambiente cambiò drasticamente. "Ruel, dammi tutte le novità. Chi sono venuti a prendere in questo villaggio?"
Il signor Drevon si sedette su una poltrona e si prese la testa tra le mani "Mi avevano mandato qui per proteggerlo, Aileen, ma sono arrivato troppo  tardi. Purtroppo non sempre riusciamo ad avere le informazioni sui prescelti in tempo per salvarli dai Kravmak. L'hanno preso loro prima che potessi fare qualcosa per lui... Ma vedo che almeno tu non hai fallito" e, dicendo questo, volse lo sguardo verso Carol.
Aileen scosse la testa "No, io ho avuto solo molta fortuna. Questa ragazza ha capito da sola di doversene andare da casa sua, se no non so se sarei arrivata in tempo nemmeno io"
Il signor Draven rise in maniera cupa "Beh devi essere una ragazza coraggiosa" disse, guardando Carol.
"A dire il vero no, signore. Ho avuto bisogno di molto tempo prima di trovare il coraggio di lasciare casa mia e ce l'ho fatta solo grazie all'appoggio di Amanith, lei sapeva cosa era giusto fare..." sorrise amareggiata "E sono qui solamente grazie ad un'uomo dal cuore puro che mi ha salvato da una città stregata nella quale ho passato mesi senza mai avere il minimo dubbio sulla sincerità della gente che mi circondava."
"Ragazzina, quello che stai affrontando non è facile per nessuno. Men che meno per chi non sa cosa sta succedendo! E' normale che tu abbia avuto delle remore ad abbandonare la tua vita per buttarti a capofitto nell'ignoto, ed è normale che tu non abbia pensato ad una trappola quando ti sei imbattuta in quella città! Dopotutto, perché qualcuno avrebbe voluto tendertela? Non angosciarti per tutto questo, presto capirai. Ma ora raccontami di questa Amanith, che genere di creatura è?"
"E' una quercia, signore"
Il signor Drevon si perse per un attimo con lo sguardo nel vuoto, poi annuì e iniziò ad incamminarsi verso una rampa di scale, facendo cenno alle ragazze di seguirlo"Prego, chiamami pure Ruel. Sei in famiglia qui. E ora credo che sia ora per tutti di andare a riposare, ci aspetta una lunghissima giornata domani"


   
 
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