Io purtroppo, Martino, risarcisco
soltanto una poesia ai tuoi torti,
di più chiedilo a Dio; ma se agli occhi
miei fosse dato un Superciglio – tremano
le solerti faccette dei colleghi
rancorosi, e più ancora dei capetti
industriosi e ciechi: la mia scure preme
senza battere ciglio animi neri,
dove la carne più suppura scende
sorda alla pietà; resta, dolce amico,
pochi piaceri offre il molle asfalto
alle tue guance:
per quelle genti che senza di te
piangerebbero solo la fatica
di organizzare di nuovo le ferie
aziendali… non ne vale la pena
di tentare quel volo.
Al mondo affascinante delle aziende. Per chi ci vive come se fosse la sola vita: a voi offro i miei testicoli.