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Autore: fanniex    16/09/2013    1 recensioni
Pensate a Sherlock Holmes. Unitegli una dose di Poirot e una generosa spolverata di Ispettore Barnaby. Amalgamate il tutto, dandogli un aspetto un po' più seducente e piazzatelo in una Londra di un tempo non ben definito, alle prese con un classico intrigo british style. Questo è il detective John Elias!
Genere: Commedia, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6. ONE WAY TICKET … TO HELL AND BACK!

Nella salotto di villa Donager era sceso un gelo inquietante e insidioso. Sir Harry era ancora a terra, inerme, che vaneggiava sommessamente, mormorando monosillabi incomprensibili. Gli altri, me compresa, erano seduti muti e sbigottiti. Elias si stagliava davanti a tutti, dando le spalle alla porta-finestra da cui filtrava la ormai poca luce del sole al tramonto.

“Devo presumere, lady Donager, ...” - cominciò Elias, nel pieno del suo momento di gloria, - “... che lei non sia a conoscenza delle condizioni di salute di suo marito. Ho ragione?”

Corinne scuoteva la testa allibita. - “Salute?” - Riuscì solo a pronunciare.

“Sir Harry ha un tumore al cervello!” - Rivelò l'investigatore, tra lo stupore generale. - “Gli è stato diagnosticato circa cinque mesi fa … e, purtroppo, non lascia speranze. È inoperabile.”

“Lei come lo sa?” - Intervenne Finch. - “Nessuno di noi ha mai sospettato …”

“L’altro giorno, nello studio del visconte, ho notato un vecchio estratto conto della sua carta di credito … era accartocciata nel cestino dei rifiuti … non vi sconcertate, frugare è mio preciso dovere. Comunque, il conto presentava due voci interessanti. La prima era l’acquisto di un biglietto ferroviario di andata e ritorno per Bath. La seconda era il pagamento di un conto di una clinica di Bath, per una lunga serie di analisi ordinate dal dottor Ted Loder. Il dottor Loder è primario del reparto di oncologia dell’ospedale. È un uomo dalla ferrea deontologia professionale, ma io ho i miei metodi … ”

“Harry sta morendo? …” - Biascicò Corinne, senza riuscire a guardare suo marito negli occhi. Poi, improvvisamente, riacquistò il vigore che le avevamo riconosciuto sin dal primo incontro. - “Ma perché mai avrebbe dovuto voler uccidere Terry? È nostro figlio!”

Elias se la prese comoda. Si avvicinò al bar per versarsi due dita di whisky, si accomodò su una poltrona, e cominciò il suo show.

“Innanzitutto, sono persuaso che la mente di sir Harry avesse già cominciato a vacillare da molto tempo. Credo che la leggenda sulla maledizione dei Donager l’abbia segnato fortemente, sin da piccolo. Si era profondamente convinto che la maledizione fosse destinata a compiersi. In un modo o nell'altro. Anche a costo di dargli una mano.”

“Nessuno … nessuno erediterà …” - Seguitava intanto a ripetere il visconte, nell’angolo in cui si era rintanato.

John Elias si avvicinò piano all’uomo e si accovacciò al suo fianco, posandogli una mano sulla spalla.

Il visconte lo guardò fisso negli occhi. “Morirò!” - Sentenziò in un barlume di lucidità.

“Ci racconti come è cominciata.”

L’esistenza di sir Harry era realmente trascorsa per anni, placidamente, tra gli studi e l’amata famiglia. Coltivava la celata ambizione di ottenere dall’università dei fondi per il progetto a cui lavorava da tutta la vita: la creazione in laboratorio di rizomi con caratteristiche genetiche paleolitiche che potessero crescere anche in terre libere. Avrebbe potuto aspirare al premio Linneo, forse, chissà, al Nobel. Ma l’università bocciò la sua richiesta di fondi. Anzi, ad aggravare la situazione, assegnò un cospicuo assegna di ricerca ad un collega che compiva studi approfonditi sulle preferenze cromatiche delle formiche delle isole.

Per sir Harry fu una botta tremenda. Non solo era stato pubblicamente offeso, ma avrebbe dovuto rinunciare a continuare le sue ricerche, per mancanza di denaro. I soldi cominciarono ad essere un vero e proprio chiodo fisso. Cosa alquanto dannosa per una persona dall'indole altrimenti mite e di poche pretese come il professor Donager. Con grande sacrificio, si decise a chiedere aiuto ai suoi fratelli, ma i Donager, poco propensi per natura all’esercizio intellettuale, consideravano gli studi Harry un mero passatempo. Con le banche non ci si provò neanche. Eppure i soldi dei Donager erano anche suoi, e sarebbero potuti essere tutti suoi, se la maledizione avesse colpito davvero.

Come in un macabro gioco di ruolo, cominciò a progettare nella sua testa il modo in cui la maledizione avrebbe potuto realizzarsi. In principio fu davvero unicamente per gioco. Un folle sogno che lo aiutava a sopportare la frustrazione. Poi, un pomeriggio, mentre era ospite di Peter, allora visconte di Castlemaine, accompagnò il fratello a Bidnold, avendo l’occasione di guidare la preziosa Aston Martin del visconte. Tornando alla villa, prese una curva a velocità sostenuta e per poco non finirono fuori strada. Questa quasi disgrazia accese una lampadina nella mente di Harry. Sir Peter guidava spesso in quelle strade isolate e, se non avesse avuto il pieno controllo della macchina, sarebbe potuto facilmente incappare in un brutto incidente.

Impiegò un paio di settimane per mettere a punto il suo piano. L’occasione perfetta si presentò mentre Peter si trovava a Londra per qualche giorno, in visita al figlio William. Harry si recò di nascosto a Castlemaine e, grazie ad un attrezzo di laboratorio particolarmente adatto allo scopo, usurò il cavo del freno quel tanto che bastava per farlo spezzare al momento giusto. Sapeva che una delle prime cose che Peter avrebbe fatto, una volta tornato a casa, sarebbe stata una puntatina a Bidnold con la sua Aston Martin. E Peter non lo aveva deluso.

Ma, tornando in macchina verso casa, a Cambridge, gli balenò improvvisamente il pensiero che, morto il padre, sarebbe stato William ad ereditare tutto. E William era giovane e forte. Così, senza pensarci troppo, virò verso Londra, scervellandosi in congetture su come anche la vita del nipote potesse accorciarsi. Seguì il fratello maggiore, in modo discreto, finché Peter non ripartì per Castlemaine. A quel punto si concentrò sul ragazzo. William aveva trascorso la giornata al centro di sostegno, dove lavorava come consulente legale, e poi si era incontrato con il cugino Anthony, per cenare in un pub. Mentre cenavano, fu raggiunto da una telefonata che lo informava dell’incidente occorso al padre. William accompagnò Anthony al suo appartamento e si diresse di corsa alla stazione a prendere l’ultimo treno della sera per Bidnold. Harry salì sullo stesso treno e continuò a tenerlo d’occhio da lontano. Poi, nel mezzo della campagna, il treno si era fermato e i passeggeri erano scesi sulla banchina. Occasione quanto mai propizia! Il resto successe in una frazione di secondo. Il convoglio che riprese a muoversi all’improvviso e la mano di Harry che spinse il ragazzo sui binari. Si mise a gridare aiuto come gli altri e poi si dileguò, tranquillamente. Nessuno aveva visto niente. Poteva essere più fortunato di così!

Il La era stato dato, e non si poteva più tornare indietro.


***
Lo so! E' banalotta ... e un po' approssimativa! Purtroppo non posso restituirvi i due minuti che avete perso a leggerla! Sorry!!!

La canzone è ONE WAY TICKET TO HELL dei The Darkness! <3 <3 <3

   
 
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