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Autore: remsaverem    21/03/2008    5 recensioni
Un pericoloso s.i. torna dal passato di Gideon e rapisce Reid.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jason Gideon, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ormai il sole era alto


[FAN FICTION SCRITTA DA GLENDA E REM]




Ormai il sole era alto.

Sedevano chi intorno alla scrivania, chi appoggiato a una delle pareti della stanza e chi in piedi, intento a camminare nervosamente, misurando a grandi passi la stanza.

Gideon osservava le foto dei precedenti casi, per trovare un’analogia, una chiave di volta, qualcosa che gli consentisse di fare il grande balzo in avanti.

“E se contattassimo la stampa?” domandò JJ. passandosi una mano tra i lunghi capelli biondi.

Era stanca, come tutti gli altri colleghi, e spaventata. Ma ostentava un tono sicuro, cercare di pensare razionalmente in quel frangente era l’unica cosa che la tenesse ancora in piedi dopo quello che aveva sentito.

Hotch scosse la testa, con le braccia appoggiate ai fianchi. Da quanto tempo ormai cercavano una soluzione? Ed era mai capitato che ci impiegassero così tanto? E ancora, se non si fosse trattato di Reid, sarebbe stato più semplice?

Questo era quello che lo sconvolgeva di più. Il fatto che un loro amico, Reid fosse coinvolto forse li frenava, anche se, nel caso di Tobias era stato diverso…Hotch chiuse gli occhi per non ricordare quei momenti.

Già, forse era stato diverso, allora Gideon non li aveva lasciati e Frank non aveva ancora lasciato su di lui le sue nefaste tracce.

“Non possiamo” fece per tutta risposta, sperando che JJ. si accontentasse “ se si sentisse braccato potrebbe decidere di cambiare il suo modus operandi, potrebbe…” esitò “ah, maledizione” esclamò infine passandosi una mano sul volto.

“Il veleno, il maledetto veleno…” sussurrò Morgan osservando intensamente una siringa, uno dei reperti degli ultimi delitti di Bird.

“Non ce la faremo…” mormorò Gideon tormentandosi le mani, gesto che esprimeva tutta la sua ansia e preoccupazione.

“Che diavolo stai dicendo??!” lo rimbeccò subito Morgan.

“Sto solo dicendo che non faremo in tempo…” aggiunse Gideon con la sua voce calma.

Hotch si volse ad ascoltarlo attentamente, almeno sembrava essersi un po’ ripreso dopo la crisi della sera prima.

“Noi lo troveremo!!”lo interruppe di nuovo Morgan.

“Ascolta, non sto dicendo questo. Dico solo che il veleno agirà prima che riusciamo a raggiungerlo, ormai non manca molto. Senza contare che aspettando ancora, le sue condizioni potrebbero...”e qui la voce gli tremò impercettibilmente.

Avevano capito tutti benissimo.

“Le probabilità di riuscire a trovarlo e di salvarlo, diminuiscono di ora in ora” affermò Prentiss pensando che a quel punto si sarebbe aspettata un intervento di Reid, la citazione di una qualche statistica per confermare o contestare la sua asserzione. Benché qualche volta fosse rimasta lievemente infastidita da quelle sue uscite, non sempre appropriate al contesto, ora ne sentiva la mancanza.

E l’idea di non sentirle più la atterriva, ma cercava di non darlo a vedere.

“Dobbiamo farlo!” scandì ad alta voce Gideon, facendoli sobbalzare tutti.

C-cosa?” domandò Garcia lanciando occhiate ai colleghi, confusa.

“Hotch!” Gideon guardò Hotch negli occhi “lo sai”.

“Ma cosa…” fece JJ. inquieta.

“Non vorrai…” cominciò Morgan strabuzzando gli occhi, incredulo.

“È l’unico modo” fece Gideon convinto.
“Non lo so Jason…” osservò Hotch senza guardare nessuno in particolare. In qualsiasi altra situazione avrebbe rigettato immediatamente e con determinazione la proposta di Gideon, in qualsiasi altra situazione appunto.
“So quello che state pensando e non sono d’accordo” proruppe Morgan.
“Qualcuno vuole essere così gentile da spiegarmi…”
“Vogliono effettuare uno scambio” tagliò corto Prentiss interrompendo Garcia “Bird vuole Gideon è chiaro”. E non aggiunse altro, ponderando attentamente la cosa.
“Ma non possiamo fidarci di lui!” obiettò JJ.”niente ci garantisce che, pur ammesso che riusciamo a metterci in contatto con lui, Bird rispetterà i patti e ci consegnerà… Reid”finì JJ. con un gemito.
“È un bastardo. Non ci darà mai Reid!!” tornò alla carica Morgan
“Hotch digli qualcosa!”.
“Io non...” esitò Hotch. Non poteva, semplicemente non poteva permetterlo. Non si era mai visto che un agente trattasse con un s.i. per uno scambio tra colleghi….ma quanti erano in grado di affermare di aver preso parte a una circostanza così delicata?
“Se gli consegniamo Gideon, avrà vinto lui!!” incalzò Morgan.
Gideon scosse la testa “no Morgan, non si tratta di vincere”.
“Oh maledizione, lo so benissimo anch’io!!” fece per tutta risposta il giovane “anch’io rivoglio Reid sano e salvo, ma…”.
“Morgan” fece Gideon avvicinandoglisi “ lui vuole me, fin dall’inizio. Non lo faccio per…” e spalancò le braccia, come per catturare qualcosa, per fornire una spiegazione di quello che non si poteva dire a parole “spirito di sacrificio. No, è solo…una cosa che va fatta. Quando chiamerà, perché sappiamo tutti che lo farà, dirò che siamo disposti ad effettuare lo scambio alle sue condizioni” e alzò una mano per prevenire ogni obiezione “no, faremo davvero così, niente trasmittenti o localizzatori di sorta” e qui Gideon regalò loro uno dei suoi rari, tristi sorrisi, che una volta qualcuno aveva definito tanto belli “e riporteremo a casa Reid”.





Quando la porta si aprì, Reid non provò alcuna emozione.

Non aveva più paura, non gli davano più fastidio i rumori, non sentiva più niente.

L’unica cosa presente era il dolore: un dolore intenso, lancinante, che percorreva il suo corpo e che non riusciva a localizzare in nessun punto preciso. Tutto era solo pura, assoluta sofferenza.

Traeva profondi respiri, ma l’aria non riempiva i suoi polmoni: sembrava che l’intero torace fosse compresso da un peso insopportabile.

“Gideon non ha più molto tempo, Spencer...”

La voce dell’S.I. sembrava quasi rammaricata. Lo sentì chinarsi accanto a lui, afferrare i suoi polsi, e d’un tratto si accorse di avere le mani libere.

Le sue braccia ricaddero inerti lungo il corpo.

“Bevi” gli impose, aiutandolo a girarsi supino.

Il ragazzo tenne le labbra chiuse, e l’acqua gli scivolò lungo la gota, bagnandogli i lunghi capelli spettinati.

“Ti ho detto di bere, Spencer. Vuoi o non vuoi sopravvivere?”

I-io...”

La sua voce era quasi inudibile.

“...n-non...”

Non voglio - voleva dire - non voglio sopravviere così. Non voglio che ti diverta a prolungare la mia agonia. Lasciami in pace.

Ma la sua voce fu spezzata da un lamento.

L’uomo gli sollevò la testa, e appoggiò il bordo del bicchiere alla sua bocca, costringendolo a sorseggiare qualche goccia.

“Credimi, starai meglio...”

Gli occhi di Reid vagarono nel buio, quasi a ricercare il viso dello sconosciuto chino su di lui.

Era incredibile. Era pazzesco.

Era solo...stava per morire...e l’unico che si prendeva cura di lui era colui che lo aveva ridotto in quello stato. Era proprio assurda la sua vita! In tutti i momenti in cui avrebbe desiderato abbandonarsi ad una persona di cui si fidava - in tutti i momenti veramente bui della sua vita - finiva per trovarsi abbandonato a se stesso.

T-ti prego...” mormorò “ti prego...accendi una luce...N-non...non lasciarmi morire così...come...” le parole furono interrotte da uno respiro lungo e profondo “...come se fossi...solo...”

Ci fu un breve silenzio, che a Reid parve un eternità.

Poi la voce dell’SI arrivò come un sussurro.

“Perché vuoi morire? Sei crudele...”

Reid sentiva quelle parole giungere da una lontananza infinita...e non capiva se erano vere...o se tutto era parte del suo delirio...

“...i-io...non voglio morire...”

“NON E’ VERO!”

Sentì un colpo. Ma ad esso non seguì nessun dolore.

Sentì i pungi dell’SI colpire il terreno, con violenza rabbiosa, disperata.

“NON E’ VERO! TU HAI VOLUTO MORIRE! IO...IO TE LO AVREI IMPEDITO!”

No. Non stava delirando.

Era ancora lì, in quella stanza. E quelli che sentiva erano singhiozzi.

Lui stava piangendo.

L’SI - l’uomo che lo aveva rapito, torturato e che lo stava lasciando morire! - piangeva, e lo accusava di star morendo per colpa del suo veleno!

Ma certo: era tutto chiaro...

Peccato che non poteva più dirlo a nessuno...peccato che Gideon non fosse lì...

...Sarebbe stato...

....così orgoglioso di lui...

“Tu...” sussurrò “non hai il coraggio di guardare la morte...ecco perché...mi tieni al buio...”

Le sue labbra si curvarono in un debolissimo sorriso.

“Tu...hai paura di guardarmi morire...”

  
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