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Autore: Nihal93    16/09/2013    7 recensioni
Avete presente quando una persona vi da fastidio?
Ma così fastidio che potreste quasi odiarla?
Ecco.. Questo avveniva nella mia testa quando nei paraggi c’era Edward Cullen.
Buona lettura a tutte/i!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Care lettrici,
so che il 99,9% di voi saranno arrabbiatissime per il mio ritardo. Ho l'idea che tutte le scuse di questo mondo non serviranno, ma scusate.
Veramente, scusa di cuore per il mio ritardo.
Sono stata completamente "travolta" dagli eventi che hanno colpito me, l'università, i miei amici e la mia famiglia.
Non starò ad annoiarvi con le patetiche storie delle mie dissavventure, ma ci tengo, tantissimo, a farvi sapere che nonostante tutto non ho abbandonato questa storia.
E che farò di tutto per recuperare.
così, vi lascio al capitolo 19 con i migliori auguri di una buona lettura.
Ci vediamo a fine capitolo.
Un bacione,
Anna













CAPITOLO 19 – Come sabbia

 

“Bella.. posso sapere che cosa ti sta succedendo?”

Guardai Rebecca dritta negli occhi un po’ sgomenta.

“Ni.. niente. Perché?”

Sospirò abbattuta, aumentando ancora di più il mio stato confusionario e spaventato.

“L’ultimo progetto che hai fatto beh..”, ci pensò un attimo, forse per trovare le parole giuste. “Faceva schifo. Scusa se te lo dico così, ma con i miei dipendenti sono abituata a parlare chiaro. Non riesco a capire che cosa ti sia preso, già lo schizzo effettivamente non mi aveva entusiasmato particolarmente, ma ho pensato che te ne saresti accorta. Invece..” scosse la testa, “Bella che cosa ti stai succedendo?”

Quando avevo sentito dirle che il progetto a cui avevo lavorato la notte per due settimane faceva schifo, qualcosa dentro di me era andato in mille pezzi.

“Non lo so pensavo.. ho lavorato tanto a quel progetto.”

Era l’ennesima cosa che andava di merda nel mese di marzo.

Ed eravamo solo al giorno sette del mese.

“Posso capire. Però forse è meglio che ti prendi una pausa, credi che tu stia trascurando un po’ di cose ultimamente, prima di tutte l’università. O sbaglio?”

Abbassai lo sguardo fissandomi le mani intrecciate sulle gambe, non era la prima ad avermelo detto, casualmente il primo a dirmelo era stato suo fratello.

Con il quale, tra l’altro, non parlavo da tre giorni.

“Posso riguardarlo.. posso rimediare Rebecca.”

“No. Ci penserò io. Ti chiamerò quando lo riterrò opportuno. Puoi andare Bella, tra pochi minuti ho una riunione.”

Non provai neanche a dire un’altra parola, non volevo supplicare ed ero sicura che lei non voleva essere supplicata. Così mi alzai e a passo pesante raggiunsi la porta.

Prima di uscire Rebecca mi chiamò ancora una volta.

“Bella hai talento, non dimenticarlo mai. Spero che la lezione che ti ho dato oggi ti aiuti in futuro. Non ce l’ho con te, una sbandata può capitare a tutti. Quindi rilassati e cerca di trovare un giusto equilibrio alla tua vita e ai tuoi impegni.”

Le sorrisi debolmente, prima di uscire dal suo studio e dall’edificio.

Una volta giunta nel silenzio della mia camera, scoppiai in un pianto liberatorio.

 

Neanche mi ero accorta di essermi addormentata profondamente. 

Sentivo gli occhi ancora umidi, come la federa del cuscino che stringevo spasmodicamente tra le mie mani.

A svegliarmi era stata la suoneria del mio cellulare.

“Pronto?” risposi con la voce roca, post sonno e post pianto.

“Bella abbiamo un problema.”

Mi alzai di slancio sul letto.

“Felix che succede?”

“Io e Dimitri abbiamo litigato.. posso venire da te?”

Rimasi basita, quando sarebbe finita questa situazione?

“Si, sono a casa. Ti aspetto.”

Mi chiuse il telefono in faccia, sapevo che di lì a poco sarebbe arrivato. Mi alzai e provai ad asciugarmi il trucco sbavato sul mio volto, prima di andare a mettere sul gas la teiera con l’acqua. Un po’ di the ci sarebbe proprio voluto.

Proprio quando stavo mettendo due bustine in infusione nell’acqua sentii il suono del campanello, mi catapultai ad aprire il portone, lasciando poi la porta aperta in modo che Felix potesse entrare in casa.

Tanto la strada verso la cucina la sapeva benissimo da solo.

“Bellina?”

“Vieni, sono in cucina!”

Mi girai verso il rumore dei suoi passi e di qualcos’altro. Ancora con il sacchetto dei biscotti in mano rimasi stupita, quando lo vidi entrare con a seguito il trolley, immaginai subito che le cose fossero andate peggio di quanto mi sarei mai aspettata.

“Che diavolo è successo Felix?”

Non mi rispose subito. Mi concessi alcuni secondi per guardarlo attentamente. Quando notai il labbro inferiore tremolare sensibilmente, capii che il litigio con Dimitri era stato più brusco di quanto entrambi avessero mai voluto e che c’era stata sicuramente una frattura che difficilmente si sarebbe mai riparata.

Lascia perdere tutto e corsi ad abbracciarlo.

Era una montagna rispetto a me, ma, una volta nascosta la faccia contro il mio collo, incominciò a piangere come un bambino.

 

“Spiegami che cos’è successo.” Dissi, con un tono che non ammetteva repliche.

Avevo lasciato sfogare Felix, cercando il più possibile di farlo calmare. Eravamo sdraiati sul divano, aveva la testa appoggiata all’altezza del mio seno, non c’era alcuna malizia, aveva solo bisogno di essere confortato.

Molte volte i ruoli erano stati invertiti, spesso era stato lui a confortare me, era ora che ripagassi almeno in parte ciò che aveva fatto per me fino a quel momento.

“Ero in cucina, stavo mangiando direttamente dal barattolo del gelato. Ad.. ad un certo punto è entrato in cucina, ha preso un cucchiaino ed ha iniziato a mangiare con me. Ci siamo fatti qualche battuta e.. e abbiamo riso come al solito. Anche.. anche se il clima era un po’ teso. Sentivo che c’era qualcosa che non andava.”

Sospirò un attimo, stringendo ancora di più le braccia intorno ai miei fianchi.

“Chelsie è incinta.”

Smisi di respirare.

Merda. Le mie e le sue supposizione alla fine erano esatte. Io, Felix e Rose lo sospettavamo da parecchio, i primi sospetti mi erano venuti quando c’era ancora Edward a Londra ed eravamo andati al Jamaica.

Il comportamento di Chelsie e della sua amica mi aveva fatta troppo insospettire.

“Mi ha sganciato la bomba così. Io non ho fatto una piega. Gli ho detto.. che lo sapevo già, anzi no, che lo sapevamo già. Io, te e Rose.”

“E lui?” chiesi flebilmente immaginando la probabile risposta di Dimitri.

“Lui.. mi ha sorriso, con.. con un sorriso che andava da orecchio a orecchio. Mi ha detto che avrei potuto dirglielo che sarebbe riuscito a mantenere il segreto, fino a quando la sua fidanzata, non glielo avesse rivelato. E poi ha iniziato a parlare a macchinetta sulle gioie di diventare padre, sulle meraviglie di sposare Chelsie e di andare a vivere sotto il suo stesso tetto, diventando una famiglia.”

Merda, le cose si mettevano veramente male.

“Tu gli hai detto che il bambino non è suo, vero?”

“Si, ci ho provato. Ma quando ho iniziato a spiegargli i nostri sospetti, i nostri pedinamenti lui non mi ha voluto più ascoltare. Ha iniziato a urlarmi contro come un forsennato, senza ascoltare quello che avevo da dirgli.”

“Così.. così mi sono messo ad urlare anche io e il risultato è stato che.. mi ha sbattuto fuori di casa.”

A mano a mano la sua voce si era fatta ancora più flebile, gli accarezzai i capelli, cercando di dargli un po’ di conforto.

Si strinse ancora di più a me.

“Bella.. lui.. lui crede veramente a Chelsie. Lui crede veramente che il bambino è suo. Quella vipera.. la odio. Mi ha detto che si pentiva di avermi conosciuto, che ero solo geloso ed invidioso dell’unica cosa bella che gli stava capitando nella vita e che se non riuscivo a farmene una ragione, potevo anche sparire dalla sua esistenza.”

“Oddio Felix.. lo sai che non pensava quelle cose, vero? Dima ti vuole bene. E’ solo innamorato.” conclusi.

Come se essere innamorati poteva portare ad un disastro del genere.

Il nostro breve silenzio venne interrotto dal mio cellulare che suonava.

Era Edward.

Felix fece per alzarsi da me, ma io lo strinsi, invitandolo a riprendere la posizione che aveva assunto fino a quel momento.

Erano tre giorni che non parlavo con Edward e per qualche ora ancora potevo continuare a non sentire la sua bella voce. Staccai la chiamata e lanciai il cellulare su una poltrona poco distante dal divano.

“Bella? Posso stare da te per un po’? Devo cercarmi un posto alternativo dove stare.. forse potrei chiedere a Garrett.. Parlane anche a Rose e Jack ovviamente..”

“Scherzi? Puoi dormire con me se ti fa piacere. Questa è anche casa tua e sono sicura che anche a Rose e Jack farà piacere.”

Passammo qualche minuto in silenzio.

“Bella?”

“Dimmi..”

Alzò il viso verso di me, aveva gli occhi rossi e lucidi, ma un piccolo sorriso gli increspava le labbra.

“Grazie.”

Posò di nuovo la testa sul mio petto, sapevo per esperienza, che di lì a poco di sarebbe addormentato. Le lacrime stancavano sempre molto.

“Bellina ciccina?”

“Dimmi tigrotto.”

Lo sentii ridacchiare.

“Ti voglio bene e so che Edward è il tuo migliore amico ufficiale. Io posso essere anche quello di scorta. Però tu.. sei la mia migliore amica, sia ufficiale, che di scorta.”

Quasi mi commossi delle belle parole di Felix e quello che risposi poco dopo non fu qualcosa di forzato, ma fu semplicemente la verità.

“Io ed Edward ormai non possiamo più essere amici, perché siamo molto di più di amici, anche se continuiamo a fare stupidi patti. Tu, non Edward, sei il mio migliore amico ufficiale.”

Passò qualche altro attimo di silenzio, sentivo il suo respiro farsi a poco a poco più profondo, tanto che pensai che si fosse addormentato.

“Felix?”

“Mmm?”

Sorrisi, era già quasi nel mondo dei sogni.

“Ti voglio bene e andrà tutto bene.”

Mi strinse a sé e io lo abbracciai strettamente. Mi addormentai seguendo il suo respiro caldo e regolare sulla pelle scoperta del mio collo.

 

Furono Jacob e Rose, a trovarci in quella strana posizione.

Nessuno dei due fece commenti, sia dell’intrico dei nostri corpi, sia del trolley abbandonato in cucina, insieme alla teiera contenente the ormai freddo.

Jacob si chiuse nella sua stanza, senza degnarci oltre di uno sguardo, mentre Rose si sedette sul tavolino davanti al divano, studiandoci con sguardo indagatore.

Mi sentii quasi in colpa senza aver fatto niente di male. Metteva troppa soggezione.

Felix fischiò stupito.

“Non pensavo che con Jack fosse così tesa.”

“E’ un bambino. Quando si accorgerà che io, te e Bella abbiamo ragione su Chelsie e che Bella non gli ha detto niente di Nessie per proteggerlo, capirà e forse riuscirà a non pensare al suo stupido orgoglio di maschio ferito.”

“Rose? Sei sempre uno zuccherino, cara.”

La mia amica sorrise complice a Felix, mandandogli un bacio.

 

Dopo il piccolo scambio di battute, io e Felix raccontammo nei minimi dettagli a Rose che cosa era successo con Dimitri. Lei, riconosciuta la gravità della situazione e i possibili sentimenti di Felix, prese subito la sua mano, provando a sostenerlo il più possibile.

“Felix stai pure qui per tutto il tempo che vuoi. Non provare a trovare un nuovo appartamento perché mi incazzerei davvero molto. Puoi dormire con me, con Bella oppure nella stanza degli ospiti. Non devi preoccuparti di nulla, intesi?”

Felix annuì commosso. Se credeva che l’avremmo abbandonato, si sbagliava di grosso.

“Vi ringrazio di cuore ragazze e vi prometto che farò del mio meglio per non essere un peso per voi. Ma forse non è tanto di me che dovete preoccuparvi, ma di Dima. Quando scoprirà che il bambino non è suo.. O ancora peggio, quando Chelsie lo lascerà da solo con un figlio..” si fermò un attimo, per lasciarci immaginare quelle due tremende possibilità, “non voglio neanche pensarci..”

Sospirammo tutti e tre all’unisono. Era un gran bel casino.

Per un fugace istante pensai di rivelare a tutti e due la discussione che, nel pomeriggio, avevo avuto con Rebecca, ma poi cambiai idea.

Non volevo sommare anche i miei problemi.

Per quel giorno tutti ne avevamo già abbastanza.

 

Mi alzai dal divano, mi sentivo uno straccio e avevo disperatamente bisogno di una doccia. Gli lasciai chiacchierare nel salone e, dopo aver recuperato il cellulare dalla poltrona, mi chiusi nel silenzio di camera mia.

Guardai il cellulare e notai che c’erano due messaggi non letti.

 

Stanford University (Stanford – California) ore 23:28 (Edward) – Bella, ti prego rispondimi. Smettila di rispondermi per messaggio a monosillabi e d’ignorare le mie chiamate. Parlami. Spiegami che cosa ti passa per la testa. Sto male, non sapendo come stai.

 

Stanford University (Stanford – California) ore 00:15 (Edward) – Isabella Swan parlami, scrivimi, cagami, insultami, odiami.. Ma ti prego..

 

Sbattei più volte la testa contro il cuscino, ero disperata. Le cose che Jacob mi aveva urlato dietro tre giorni fa mi avevano distrutto completamente tutte le mie convinzioni. Poi, l’università, l’esame che non ero riuscita a passare e le parole di disprezzo che mi aveva rivolto il professore, avevano riportato a galla troppi pensieri negativi.

Mi ero sentita un verme, neanche le prese in giro di Mike ed Eric mi avevano mai ferito così tanto.

Avevo la sensazione che tutta la vita che fino a quel momento, con difficoltà, avevo costruito, mi stesse scivolando dalle mani.

Come della sabbia.

Stanca di tutto, mi lasciai andare, mischiando le lacrime con l’acqua calda della doccia.

 

Jacob, seduto sulla penisola della cucina, mi guardava stranito.

“Che cosa hai detto? Tu, Rose e Felix pedinate Chelsie e siete convinti che lei aspetti un bambino?”

Lo guardai, stupita del tono che stava usando nei miei confronti. Da quanto non si fidava della mia parola? Qualcosa non andava. A dire il vero qualcosa non andava già da qualche giorno.

“Si Jack. Aspettiamo il momento più opportuno per dirglielo.”

Silenzio.

“E di grazia.. come fate a sapere che il feto non sia veramente di Dimitri?”

Ok, forse avevo sbagliato a rivelarglielo, senza la presenza degli altri, ma non avevo saputo resistere.

Io e Jack avevamo sempre parlato di tutto, era stato la mia roccia fin dal primo momento in cui l’avevo conosciuto. Che cosa gli stava succedendo?

O meglio, che cosa ci stava succedendo?

Se solo avesse saputo che cosa avevo scoperto e da che cosa stavo cercando di proteggerlo..

“Il sospetto a dirla tutta è nato da me. Ti ricordi quella sera al Jamaica quando Edward era ancora qui? Beh.. Chelsie ha ordinato un succo di frutta e gli sguardi che si scambiava con la sua amica erano.. strani. Poi, i suoi continui malesseri e altre piccole cose mi hanno aiutato a capire. E quando Dima ha confidato a me ed a Felix che avevano fatto.. beh.. che l’avevano fatto, abbiamo capito che era stato fregato.”

Non rispose, continuò semplicemente a guardare i suoi piedi scalzi.

Dopo diversi minuti però, scoppiò a ridere a crepapelle.

Sorrisi, forse il suo astio era stata una mia semplice fissazione.

“Spiegami una cosa, dato che siamo in vena di confidenze. Quando pensavi di dirmi che la mia ex ragazza sta con Roman? Pensavi di seguirla e pedinarla come stai facendo con Chelsie? Pensavi che fossi così coglione da non potermi accorgere che la persona che vive sotto il mio stesso tetto mi sta raccontando una marea di bugie?”

Rimasi senza fiato. Mi aveva sgamata.

“Jack io..”

“Tu cosa Bella? Spero che hai un buon motivo, anzi, un ottimo motivo per non avermelo detto. Tu, meglio di chiunque altro, sai ciò che ho provato, quanto sono stato male, ma niente. Mi hai mentito lo stesso. E come se non bastasse, mi hai fatto fare la figura dell’idiota davanti a quei due.”

Non sapevo che rispondergli. Proprio perché sapevo quanto aveva sofferto, avevo cercato il più possibile di tenerlo all’oscuro di tutto.

Avevo incontrato Nessie e Roman la settimana precedente, mi avevano raccontato che andavano a vivere insieme e altre cose che sicuramente avrebbero fatto andare Jack su tutte le furie. Quindi avevo preferito tacere.

“Capisco che sei arrabbiato.. ma io volevo proteggerti, non volevo vederti ancora soffrire per lei. Sono stata tanto indecisa se dirtelo o meno, ma poi la storia di Dimitri mi ha assorbita completamente, poi l’esame andato male..e io..”

Non mi lasciò finire di parlare.

“Ah, tutte cose più importanti. Capisco. Non hai trovato due minuti del tuo prezioso tempo per dirmi di Vanessa e Roman, in modo che il sottoscritto non si facesse la più grande figura di merda del secolo? E spiegami.. hai intenzione di fare lo stesso con Dimitri?”

Si era alzato in piedi ed emanava un’aurea di ostilità non indifferente.

“N.. no. Lui è troppo innamorato, non capirebbe mai che Chelsie lo sta fregando. Dobbiamo avere delle prove per smascherarla!”

Mi guardò dall’alto in basso, facendomi sentire maledettamente sbagliata. Emozione che qualcuno non mi faceva sentire da un po’. Fu tremendamente brutto.

“Ma che cazzo stai facendo? Trascuri la tua vita, te stessa, l’università per giocare a fare l’investigatrice? Credo che tu stia trascurando un po’ troppe cose importanti, non credi?”

Perché non riusciva a capire?

“Tu non capisci.. Dima ha..”

“NO! TU NON CAPISCI!” urlò, interrompendomi.

Lo guardai con un misto di spavento e sorpresa.

“Dima è innamorato? Anche tu sei innamorata. Non credi che anche tu puoi essere facilmente presa in giro? Non credi che qualcuno ti stia fregando?”

Non capivo dove voleva arrivare, ma qualcosa dentro di me, mi suggeriva che non mi sarebbe per niente piaciuto.

“Bella, Bella.. Non credere che Edward non ti stia fregando, sai? Tutti sono capaci d’intavolare una non relazione a distanza..”

A malapena riuscivo a credere a quello che mi aveva detto. Sapeva benissimo quanto valesse per me quella non relazione.

“Edward non è Chelsie, lui mi..”

“Ama? Ma se non riesci nemmeno a sentirlo pronunciare dalle sue labbra. Perché sai che non ci crederesti mai.”

Non sapevo che rispondere, mi aveva colta completamente di sorpresa.

Se ne accorse, perché mi guardò con uno strano sorrisetto, prima di dirigersi verso la sua stanza.

“Pensa a quello che ti ho detto. E non provare a nascondermi mai più qualcosa. Ora me ne vado in camera mia.. così ti lascio ai tuoi stupidi giochini.”

Rimasi tremante e shockata in mezzo alla cucina, fino a quando mi resi conto della gravità delle parole che erano state dette. Scoppiai a piangere.

Al ritorno da far la spesa, Rosalie mi trovò rannicchiata per terra, disperata.

 

 

♠♠♠

 

 

Pronto?”

“Ho.. ho bisogno di te. Io.. io non ce la faccio più. Ti prego, aiutami.”

 







Chi sarà la persona dall'altra parte della cornetta? Edward? Alice? Jasper? Garrett?
Vediamo un po'.. chi indovina riceverà per posta un pezzo in anteprima del prossimo capitolo. Che ne dite?
Quanto al resto della storia.. Beh Jacob? Ve lo immaginavate così.. così "stronzetto"?
Il nostro Dimitri a dirla tutta, invece, è in un gran bel casino.
Non voglio tediarvi oltre, con anticipazioni e miei pareri sul capitolo.
 Ci tengo solo ancora una volta a chiedervi scusa del mio ritardo e spero di sentirvi presto per sapere pareri, impressioni e critiche.
A presto, e questa volta dico sul serio.
Un secondo bacione, sull'altra guancia,
Anna










  
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