Care lettrici,
so che il 99,9% di voi saranno arrabbiatissime per il mio ritardo. Ho l'idea che tutte le scuse di questo mondo non serviranno, ma scusate.
Veramente, scusa di cuore per il mio ritardo.
Sono stata completamente "travolta" dagli eventi che hanno colpito me, l'università, i miei amici e la mia famiglia.
Non starò ad annoiarvi con le patetiche storie delle mie dissavventure, ma ci tengo, tantissimo, a farvi sapere che nonostante tutto non ho abbandonato questa storia.
E che farò di tutto per recuperare.
così, vi lascio al capitolo 19 con i migliori auguri di una buona lettura.
Ci vediamo a fine capitolo.
Un bacione,
Anna
CAPITOLO
19 – Come sabbia
“Bella..
posso sapere che cosa ti sta succedendo?”
Guardai
Rebecca dritta negli occhi un po’ sgomenta.
“Ni..
niente. Perché?”
Sospirò
abbattuta, aumentando ancora di più il mio stato
confusionario e spaventato.
“L’ultimo
progetto che hai fatto beh..”, ci pensò un attimo,
forse per trovare le parole
giuste. “Faceva schifo. Scusa se te lo dico così,
ma con i miei dipendenti sono
abituata a parlare chiaro. Non riesco a capire che cosa ti sia preso,
già lo
schizzo effettivamente non mi aveva entusiasmato particolarmente, ma ho
pensato
che te ne saresti accorta. Invece..” scosse la testa,
“Bella che cosa ti stai
succedendo?”
Quando
avevo sentito dirle che il progetto a cui avevo lavorato la notte per
due
settimane faceva schifo, qualcosa dentro di me era andato in mille
pezzi.
“Non
lo so pensavo.. ho lavorato tanto a quel progetto.”
Era
l’ennesima cosa che andava di merda nel mese di marzo.
Ed
eravamo solo al giorno sette del mese.
“Posso
capire. Però forse è meglio che ti prendi una
pausa, credi che tu stia
trascurando un po’ di cose ultimamente, prima di tutte
l’università. O
sbaglio?”
Abbassai
lo sguardo fissandomi le mani intrecciate sulle gambe, non era la prima
ad
avermelo detto, casualmente il primo a dirmelo era stato suo fratello.
Con
il quale, tra l’altro, non parlavo da tre giorni.
“Posso
riguardarlo.. posso rimediare Rebecca.”
“No.
Ci penserò io. Ti chiamerò quando lo
riterrò opportuno. Puoi andare Bella, tra
pochi minuti ho una riunione.”
Non
provai neanche a dire un’altra parola, non volevo supplicare
ed ero sicura che
lei non voleva essere supplicata. Così mi alzai e a passo
pesante raggiunsi la
porta.
Prima
di uscire Rebecca mi chiamò ancora una volta.
“Bella
hai talento, non dimenticarlo mai. Spero che la lezione che ti ho dato
oggi ti
aiuti in futuro. Non ce l’ho con te, una sbandata
può capitare a tutti. Quindi
rilassati e cerca di trovare un giusto equilibrio alla tua vita e ai
tuoi
impegni.”
Le
sorrisi debolmente, prima di uscire dal suo studio e
dall’edificio.
Una volta giunta nel silenzio della mia camera, scoppiai in un pianto liberatorio.
Neanche mi ero accorta di essermi addormentata profondamente.
Sentivo
gli occhi ancora
umidi, come la federa del cuscino che stringevo spasmodicamente tra le
mie
mani.
A
svegliarmi era stata la suoneria del mio cellulare.
“Pronto?”
risposi con la voce roca, post sonno e post pianto.
“Bella
abbiamo un problema.”
Mi
alzai di slancio sul letto.
“Felix
che succede?”
“Io
e Dimitri abbiamo litigato.. posso venire da te?”
Rimasi
basita, quando sarebbe finita questa situazione?
“Si,
sono a casa. Ti aspetto.”
Mi
chiuse il telefono in faccia, sapevo che di lì a poco
sarebbe arrivato. Mi
alzai e provai ad asciugarmi il trucco sbavato sul mio volto, prima di
andare a
mettere sul gas la teiera con l’acqua. Un po’ di
the ci sarebbe proprio voluto.
Proprio
quando stavo mettendo due bustine in infusione nell’acqua
sentii il suono del
campanello, mi catapultai ad aprire il portone, lasciando poi la porta
aperta
in modo che Felix potesse entrare in casa.
Tanto
la strada verso la cucina la sapeva benissimo da solo.
“Bellina?”
“Vieni,
sono in cucina!”
Mi
girai verso il rumore dei suoi passi e di qualcos’altro.
Ancora con il
sacchetto dei biscotti in mano rimasi stupita, quando lo vidi entrare
con a
seguito il trolley, immaginai subito che le cose fossero andate peggio
di
quanto mi sarei mai aspettata.
“Che
diavolo è successo Felix?”
Non
mi rispose subito. Mi concessi alcuni secondi per guardarlo
attentamente.
Quando notai il labbro inferiore tremolare sensibilmente, capii che il
litigio
con Dimitri era stato più brusco di quanto entrambi avessero
mai voluto e che
c’era stata sicuramente una frattura che difficilmente si
sarebbe mai riparata.
Lascia
perdere tutto e corsi ad abbracciarlo.
Era
una montagna rispetto a me, ma, una volta nascosta la faccia contro il
mio
collo, incominciò a piangere come un bambino.
“Spiegami
che cos’è successo.” Dissi, con un tono
che non ammetteva repliche.
Avevo
lasciato sfogare Felix, cercando il più possibile di farlo
calmare. Eravamo
sdraiati sul divano, aveva la testa appoggiata all’altezza
del mio seno, non
c’era alcuna malizia, aveva solo bisogno di essere confortato.
Molte
volte i ruoli erano stati invertiti, spesso era stato lui a confortare
me, era
ora che ripagassi almeno in parte ciò che aveva fatto per me
fino a quel
momento.
“Ero
in cucina, stavo mangiando direttamente dal barattolo del gelato. Ad..
ad un
certo punto è entrato in cucina, ha preso un cucchiaino ed
ha iniziato a
mangiare con me. Ci siamo fatti qualche battuta e.. e abbiamo riso come
al solito.
Anche.. anche se il clima era un po’ teso. Sentivo che
c’era qualcosa che non
andava.”
Sospirò
un attimo, stringendo ancora di più le braccia intorno ai
miei fianchi.
“Chelsie
è incinta.”
Smisi
di respirare.
Merda.
Le mie e le sue supposizione alla fine erano esatte. Io, Felix e Rose
lo
sospettavamo da parecchio, i primi sospetti mi erano venuti quando
c’era ancora
Edward a Londra ed eravamo andati al Jamaica.
Il
comportamento di Chelsie e della sua amica mi aveva fatta troppo
insospettire.
“Mi
ha sganciato la bomba così. Io non ho fatto una piega. Gli
ho detto.. che lo
sapevo già, anzi no, che lo sapevamo già. Io, te
e Rose.”
“E
lui?” chiesi flebilmente immaginando la probabile risposta di
Dimitri.
“Lui..
mi ha sorriso, con.. con un sorriso che andava da orecchio a orecchio.
Mi ha
detto che avrei potuto dirglielo che sarebbe riuscito a mantenere il
segreto,
fino a quando la sua fidanzata, non
glielo avesse rivelato. E poi ha iniziato a parlare a macchinetta sulle
gioie
di diventare padre, sulle meraviglie di sposare
Chelsie e di andare a vivere sotto il suo stesso tetto,
diventando una
famiglia.”
Merda,
le cose si mettevano veramente male.
“Tu
gli hai detto che il bambino non è suo, vero?”
“Si,
ci ho provato. Ma quando ho iniziato a spiegargli i nostri sospetti, i
nostri
pedinamenti lui non mi ha voluto più ascoltare. Ha iniziato
a urlarmi contro
come un forsennato, senza ascoltare quello che avevo da
dirgli.”
“Così..
così mi sono messo ad urlare anche io e il risultato
è stato che.. mi ha
sbattuto fuori di casa.”
A
mano a mano la sua voce si era fatta ancora più flebile, gli
accarezzai i
capelli, cercando di dargli un po’ di conforto.
Si
strinse ancora di più a me.
“Bella..
lui.. lui crede veramente a Chelsie. Lui crede veramente che il bambino
è suo.
Quella vipera.. la odio. Mi ha detto che si pentiva di avermi
conosciuto, che
ero solo geloso ed invidioso dell’unica cosa bella che gli
stava capitando
nella vita e che se non riuscivo a farmene una ragione, potevo anche
sparire
dalla sua esistenza.”
“Oddio
Felix.. lo sai che non pensava quelle cose, vero? Dima ti vuole bene.
E’ solo
innamorato.” conclusi.
Come
se essere innamorati poteva portare ad un disastro del genere.
Il
nostro breve silenzio venne interrotto dal mio cellulare che suonava.
Era
Edward.
Felix
fece per alzarsi da me, ma io lo strinsi, invitandolo a riprendere la
posizione
che aveva assunto fino a quel momento.
Erano
tre giorni che non parlavo con Edward e per qualche ora ancora potevo
continuare a non sentire la sua bella voce. Staccai la chiamata e
lanciai il
cellulare su una poltrona poco distante dal divano.
“Bella?
Posso stare da te per un po’? Devo cercarmi un posto
alternativo dove stare..
forse potrei chiedere a Garrett.. Parlane anche a Rose e Jack
ovviamente..”
“Scherzi?
Puoi dormire con me se ti fa piacere. Questa è anche casa
tua e sono sicura che
anche a Rose e Jack farà piacere.”
Passammo
qualche minuto in silenzio.
“Bella?”
“Dimmi..”
Alzò
il viso verso di me, aveva gli occhi rossi e lucidi, ma un piccolo
sorriso gli
increspava le labbra.
“Grazie.”
Posò
di nuovo la testa sul mio petto, sapevo per esperienza, che di
lì a poco di
sarebbe addormentato. Le lacrime stancavano sempre molto.
“Bellina
ciccina?”
“Dimmi
tigrotto.”
Lo
sentii ridacchiare.
“Ti
voglio bene e so che Edward è il tuo migliore amico
ufficiale. Io posso essere
anche quello di scorta. Però tu.. sei la mia migliore amica,
sia ufficiale, che
di scorta.”
Quasi
mi commossi delle belle parole di Felix e quello che risposi poco dopo
non fu
qualcosa di forzato, ma fu semplicemente la verità.
“Io
ed Edward ormai non possiamo più essere amici,
perché siamo molto di più di
amici, anche se continuiamo a fare stupidi patti. Tu, non Edward, sei
il mio
migliore amico ufficiale.”
Passò
qualche altro attimo di silenzio, sentivo il suo respiro farsi a poco a
poco
più profondo, tanto che pensai che si fosse addormentato.
“Felix?”
“Mmm?”
Sorrisi,
era già quasi nel mondo dei sogni.
“Ti
voglio bene e andrà tutto bene.”
Mi
strinse a sé e io lo abbracciai strettamente. Mi addormentai
seguendo il suo
respiro caldo e regolare sulla pelle scoperta del mio collo.
Furono
Jacob e Rose, a trovarci in quella strana posizione.
Nessuno
dei due fece commenti, sia dell’intrico dei nostri corpi, sia
del trolley
abbandonato in cucina, insieme alla teiera contenente the ormai freddo.
Jacob
si chiuse nella sua stanza, senza degnarci oltre di uno sguardo, mentre
Rose si
sedette sul tavolino davanti al divano, studiandoci con sguardo
indagatore.
Mi
sentii quasi in colpa senza aver fatto niente di male. Metteva troppa
soggezione.
Felix
fischiò stupito.
“Non
pensavo che con Jack fosse così tesa.”
“E’
un bambino. Quando si accorgerà che io, te e Bella abbiamo
ragione su Chelsie e
che Bella non gli ha detto niente di Nessie per proteggerlo,
capirà e forse
riuscirà a non pensare al suo stupido orgoglio di maschio
ferito.”
“Rose?
Sei sempre uno zuccherino, cara.”
La
mia amica sorrise complice a Felix, mandandogli un bacio.
Dopo
il piccolo scambio di battute, io e Felix raccontammo nei minimi
dettagli a
Rose che cosa era successo con Dimitri. Lei, riconosciuta la
gravità della
situazione e i possibili sentimenti di Felix, prese subito la sua mano,
provando a sostenerlo il più possibile.
“Felix
stai pure qui per tutto il tempo che vuoi. Non provare a trovare un
nuovo
appartamento perché mi incazzerei davvero molto. Puoi
dormire con me, con Bella
oppure nella stanza degli ospiti. Non devi preoccuparti di nulla,
intesi?”
Felix
annuì commosso. Se credeva che l’avremmo
abbandonato, si sbagliava di grosso.
“Vi
ringrazio di cuore ragazze e vi prometto che farò del mio
meglio per non essere
un peso per voi. Ma forse non è tanto di me che dovete
preoccuparvi, ma di
Dima. Quando scoprirà che il bambino non è suo..
O ancora peggio, quando
Chelsie lo lascerà da solo con un figlio..” si
fermò un attimo, per lasciarci
immaginare quelle due tremende possibilità, “non
voglio neanche pensarci..”
Sospirammo
tutti e tre all’unisono. Era un gran bel casino.
Per
un fugace istante pensai di rivelare a tutti e due la discussione che,
nel pomeriggio,
avevo avuto con Rebecca, ma poi cambiai idea.
Non
volevo sommare anche i miei problemi.
Per
quel giorno tutti ne avevamo già abbastanza.
Mi
alzai dal divano, mi sentivo uno straccio e avevo disperatamente
bisogno di una
doccia. Gli lasciai chiacchierare nel salone e, dopo aver recuperato il
cellulare dalla poltrona, mi chiusi nel silenzio di camera mia.
Guardai
il cellulare e notai che c’erano due messaggi non letti.
Stanford
University (Stanford – California) ore 23:28 (Edward)
– Bella, ti prego
rispondimi. Smettila di rispondermi per messaggio a monosillabi e
d’ignorare le
mie chiamate. Parlami. Spiegami che cosa ti passa per la testa. Sto
male, non
sapendo come stai.
Stanford
University (Stanford – California) ore 00:15 (Edward)
– Isabella Swan parlami,
scrivimi, cagami, insultami, odiami.. Ma ti prego..
Sbattei
più volte la testa contro il cuscino, ero disperata. Le cose
che Jacob mi aveva
urlato dietro tre giorni fa mi avevano distrutto completamente tutte le
mie
convinzioni. Poi, l’università, l’esame
che non ero riuscita a passare e le
parole di disprezzo che mi aveva rivolto il professore, avevano
riportato a
galla troppi pensieri negativi.
Mi
ero sentita un verme, neanche le prese in giro di Mike ed Eric mi
avevano mai
ferito così tanto.
Avevo
la sensazione che tutta la vita che fino a quel momento, con
difficoltà, avevo
costruito, mi stesse scivolando dalle mani.
Come
della sabbia.
Stanca di tutto, mi lasciai andare, mischiando le lacrime con l’acqua calda della doccia.
Jacob,
seduto sulla
penisola della cucina, mi guardava stranito.
“Che
cosa hai detto?
Tu, Rose e Felix pedinate Chelsie e siete convinti che lei aspetti un
bambino?”
Lo
guardai, stupita del
tono che stava usando nei miei confronti. Da quanto non si fidava della
mia
parola? Qualcosa non andava. A dire il vero qualcosa non andava
già da qualche
giorno.
“Si
Jack. Aspettiamo il
momento più opportuno per dirglielo.”
Silenzio.
“E
di grazia.. come
fate a sapere che il feto non sia veramente di Dimitri?”
Ok,
forse avevo
sbagliato a rivelarglielo, senza la presenza degli altri, ma non avevo
saputo
resistere.
Io
e Jack avevamo
sempre parlato di tutto, era stato la mia roccia fin dal primo momento
in cui
l’avevo conosciuto. Che cosa gli stava succedendo?
O
meglio, che cosa ci
stava succedendo?
Se
solo avesse saputo
che cosa avevo scoperto e da che cosa stavo cercando di proteggerlo..
“Il
sospetto a dirla
tutta è nato da me. Ti ricordi quella sera al Jamaica quando
Edward era ancora
qui? Beh.. Chelsie ha ordinato un succo di frutta e gli sguardi che si
scambiava con la sua amica erano.. strani. Poi, i suoi continui
malesseri e
altre piccole cose mi hanno aiutato a capire. E quando Dima ha
confidato a me
ed a Felix che avevano fatto.. beh.. che l’avevano fatto,
abbiamo capito che
era stato fregato.”
Non
rispose, continuò
semplicemente a guardare i suoi piedi scalzi.
Dopo
diversi minuti
però, scoppiò a ridere a crepapelle.
Sorrisi,
forse il suo
astio era stata una mia semplice fissazione.
“Spiegami
una cosa,
dato che siamo in vena di confidenze. Quando pensavi di dirmi che la
mia ex ragazza
sta con Roman? Pensavi di seguirla e pedinarla come stai facendo con
Chelsie?
Pensavi che fossi così coglione da non potermi accorgere che
la persona che
vive sotto il mio stesso tetto mi sta raccontando una marea di
bugie?”
Rimasi
senza fiato. Mi
aveva sgamata.
“Jack
io..”
“Tu
cosa Bella? Spero
che hai un buon motivo, anzi, un ottimo motivo per non avermelo detto.
Tu,
meglio di chiunque altro, sai ciò che ho provato, quanto
sono stato male, ma
niente. Mi hai mentito lo stesso. E come se non bastasse, mi hai fatto
fare la
figura dell’idiota davanti a quei due.”
Non
sapevo che
rispondergli. Proprio perché sapevo quanto aveva sofferto,
avevo cercato il più
possibile di tenerlo all’oscuro di tutto.
Avevo
incontrato Nessie
e Roman la settimana precedente, mi avevano raccontato che andavano a
vivere
insieme e altre cose che sicuramente avrebbero fatto andare Jack su
tutte le
furie. Quindi avevo preferito tacere.
“Capisco
che sei
arrabbiato.. ma io volevo proteggerti, non volevo vederti ancora
soffrire per lei.
Sono stata tanto indecisa se dirtelo o meno, ma poi la storia di
Dimitri mi ha
assorbita completamente, poi l’esame andato male..e
io..”
Non
mi lasciò finire di
parlare.
“Ah,
tutte cose più
importanti. Capisco. Non hai trovato due minuti del tuo prezioso tempo
per
dirmi di Vanessa e Roman, in modo che il sottoscritto non si facesse la
più
grande figura di merda del secolo? E spiegami.. hai intenzione di fare
lo
stesso con Dimitri?”
Si
era alzato in piedi
ed emanava un’aurea di ostilità non indifferente.
“N..
no. Lui è troppo
innamorato, non capirebbe mai che Chelsie lo sta fregando. Dobbiamo
avere delle
prove per smascherarla!”
Mi
guardò dall’alto in
basso, facendomi sentire maledettamente sbagliata. Emozione che
qualcuno non mi
faceva sentire da un po’. Fu tremendamente brutto.
“Ma
che cazzo stai
facendo? Trascuri la tua vita, te stessa,
l’università per giocare a fare
l’investigatrice? Credo che tu stia trascurando un
po’ troppe cose importanti,
non credi?”
Perché
non riusciva a
capire?
“Tu
non capisci.. Dima
ha..”
“NO!
TU NON CAPISCI!”
urlò, interrompendomi.
Lo
guardai con un misto
di spavento e sorpresa.
“Dima
è innamorato?
Anche tu sei innamorata. Non credi che anche tu puoi essere facilmente
presa in
giro? Non credi che qualcuno ti stia fregando?”
Non
capivo dove voleva
arrivare, ma qualcosa dentro di me, mi suggeriva che non mi sarebbe per
niente
piaciuto.
“Bella,
Bella.. Non
credere che Edward non ti stia fregando, sai? Tutti sono capaci
d’intavolare
una non relazione a distanza..”
A
malapena riuscivo a credere
a quello che mi aveva detto. Sapeva benissimo quanto valesse per me
quella non
relazione.
“Edward
non è Chelsie,
lui mi..”
“Ama?
Ma se non riesci
nemmeno a sentirlo pronunciare dalle sue labbra. Perché sai
che non ci
crederesti mai.”
Non
sapevo che
rispondere, mi aveva colta completamente di sorpresa.
Se
ne accorse, perché
mi guardò con uno strano sorrisetto, prima di dirigersi
verso la sua stanza.
“Pensa
a quello che ti
ho detto. E non provare a nascondermi mai più qualcosa. Ora
me ne vado in camera
mia.. così ti lascio ai tuoi stupidi giochini.”
Rimasi
tremante e
shockata in mezzo alla cucina, fino a quando mi resi conto della
gravità delle
parole che erano state dette. Scoppiai a piangere.
Al
ritorno da far la
spesa, Rosalie mi trovò rannicchiata per terra, disperata.
♠♠♠
“Pronto?”
“Ho..
ho bisogno di te. Io.. io non ce la faccio più. Ti prego,
aiutami.”
Chi sarà la persona dall'altra parte della cornetta? Edward? Alice? Jasper? Garrett?
Vediamo un po'.. chi indovina riceverà per posta un pezzo in anteprima del prossimo capitolo. Che ne dite?
Quanto al resto della storia.. Beh Jacob? Ve lo immaginavate così.. così "stronzetto"?
Il nostro Dimitri a dirla tutta, invece, è in un gran bel casino.
Non voglio tediarvi oltre, con anticipazioni e miei pareri sul capitolo.
Ci tengo solo ancora una volta a chiedervi scusa del mio ritardo e spero di sentirvi presto per sapere pareri, impressioni e critiche.
A presto, e questa volta dico sul serio.
Un secondo bacione, sull'altra guancia,
Anna