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Autore: NadShepCr85    16/09/2013    6 recensioni
La storia della mia Shepard. A partire dalle origini fino all'assalto alla Base di Cerberus.
Missioni e interazioni tra l'equipaggio e il Comandante, con una particolare attenzione sulla romance tra Shepard e il Turian più amato della saga, Garrus Vakarian.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Comandante Shepard Donna, Garrus Vakarian, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Premessa: Torniamo temporaneamente sulla Cittadella. Mi sono sempre chiesta cosa accadeva mentre Shepard girovagava per la Galassia alla ricerca di Saren, e ho provato ad immaginare quel sant'uomo di Anderson alle prese con il ratto(N.d.A., il ratto è come definisco Udina. Spero che nessun ratto si offenda nell'averlo paragonato all'Ambasciatore....). Due capitoli in due giorni...beh volevo farmi perdonare per l'attesa a cui vi ho sottoposto in attesa dell'ottavo.

Doveva essere nel capitolo precedente, ma ho preferito spostarlo qui. Spero vi piaccia.

Come sempre ringrazio le mie affezionate lettrici, quelle che recensiscono sempre i miei capitoli, per il loro supporto, per i loro consigli e per la costanza con cui sopportano i miei vaneggiamenti(di cui l'ultimo capitolo è stato un valido esempio.).
Buona lettura.

Capitolo 9: Not a man for compromise
 

http://www.youtube.com/watch?v=1pm4fQRl72k

Udina storse il naso e puntò il dito contro gli ologrammi rappresentanti il Consiglio della Cittadella.

- Questo è un oltraggio! Shepard fa parte dell'Alleanza e inoltre questa faccenda riguarda anche lo Spazio del Consiglio! Richiamatela immediatamente, la questione è della massima importanza!-

Anderson costrinse le sue mani a restare dietro la schiena. Chi si credeva di essere, Udina, per pretendere di disporre del Comandante a suo piacimento? Cercò con gli occhi Sparatus, il Turian aveva le mandibole serrate alla placca facciale, immobile come sempre, gli occhi verdi che emettevano disprezzo e disgusto verso l'Ambasciatore umano. David sperò che per una volta mettesse da parte i suoi risentimenti e i suoi pregiudizi verso gli Umani, rimettendo al suo posto Udina.

- Ambasciatore, le ricordo che il Comandante Shepard fa parte del Reparto Specialisti Tattiche e Ricognizioni. Ed è in una missione di vitale importanza per conto del Consiglio della Cittadella per fermare uno Spettro ribelle.- la voce calma e pacata, ma ferma di Tevos, il consigliere Asari, risuonò nell'ufficio.- Ciononostante, siamo a conoscenza del fatto che il Comandante stia svolgendo anche altri compiti assegnatole dalla Quinta Flotta.- l'ultima frase venne permeata da un velo di risentimento che soltanto Anderson, probabilmente, riuscì a cogliere.

- Uno Spettro ribelle, di cui lei, Ambasciatore, ha chiesto la rimozione dal Reparto. Ma questo non le da il diritto di dettare la nostra agenda. Il ritorno di Shepard è fuori discussione. Se ne sta già occupando l'SSC della faccenda. Verrete informati del risultato a indagini concluse.- disse, seccato, il Consigliere Turian. Il Capitano, alle spalle di Udina, abbozzò un breve cenno del capo in segno di ringraziamento verso Sparatus. Purtroppo l'Ambasciatore non desistette.

- Si tratta di un mercante di schiavi, che probabilmente detengono anche Umani! È inconcepibile che il Consiglio, ogni volta che noi abbiamo bisogno di una mano, si tiri indietro e faccia spallucce! Alcuni schiavi, da ciò che sappiamo, provengono dalla colonia di Mindoir! E...- Anderson fremette, aveva capito a che cosa mirava Udina, e non avrebbe permesso che ciò accadesse. Si intromise nella conversazione. Doveva fermare Udina, prima che facesse abbattere su Nadira una tempesta politica di enormi dimensioni.

- Con tutto rispetto, signor Ambasciatore, mi trovo mio malgrado d'accordo con i Consiglieri. La priorità di Shepard è fermare Saren, non aggiustare tutto quello che viene rotto nella Galassia. Le missioni per conto della Flotta sono giustificabili in quanto sono correlate alla missione principale.- la testa di Udina si voltò verso il Capitano, di scatto. Mentre un sorriso compiaciuto apparve sui volti olografici dei Consiglieri. - Non possiamo permetterci che il Comandante perda tempo prezioso e concentrazione in una materia di cui può occuparsi benissimo il Servizio di Sicurezza della Cittadella. Sono personale altamente qualificato e che ha l'esperienza necessaria per gestire la situazione. Dobbiamo aver fiducia negli uomini e nelle donne dell'Esecutore Pallin.- Anderson fece una pausa, Udina lo stava fissando stupito e arrabbiato, sentendosi spinto con le spalle al muro proprio dal suo addetto militare.

L'Ambasciatore non volle ammettere che il Capitano Anderson aveva ragione. Iniziava a pentirsi dell'averlo costretto a fare un passo indietro e lasciare la Normandy al suo Primo Ufficiale, se Anderson non fosse stato lì, ora, avrebbe potuto convincere il Consiglio a inviare Shepard ad occuparsi della vicenda.

Nella sua testa si era già visto rispondere trionfante alle domande dei giornalisti sulla brillante Operazione condotta dal Primo Spettro Umano per liberare quella povera gente, che per lui erano soltanto uno strumento per far carriera. Sentiva già il rumore dei calici colmi di champagne durante i festeggiamenti, si era già visto salutare stringendo le mani di quei poveracci davanti alle telecamere.

E ora Anderson stava mandando tutto all'aria.

- Shepard....- Udina cercò di controbattere, ma Sparatus intervenne.

- Basta così, Ambasciatore. Per quanto mi dolga ammetterlo- Certo, come no..., pensò David ritornando silenzioso, e ad osservare le immagini azzurre dei Consiglieri.- il Capitano Anderson ha ragione. Saren va fermato ad ogni costo. È stato proprio lei a dirlo, mi corregga se sbaglio.-

L'Ambasciatore serrò le mascelle, emettendo rabbia e bile dai piccoli occhi da ratto, definitivamente sconfitto. Trattenne la rabbia dentro di sé a stento, quei tre idioti erano un ostacolo troppo grande da superare da solo. Non con Anderson che si era messo contro di lui, inaspettatamente. Doveva stare molto attento a dove camminava e a chi si appoggiava. Maledì per l'ennesima volta il momento in cui aveva ceduto, aveva concesso a Shepard quella possibilità. Era una disgrazia per il genere Umano, il Comandante, un altro dei motivi per cui aveva costretto Anderson a restare sulla Cittadella era per separare i due, per poter manipolarla, ma anche a distanza di anni luce, il legame tra il Capitano e il suo Primo Ufficiale era troppo solido per essere spezzato. Non sarebbe mai riuscito ad ottenere ciò che voleva, con Anderson di mezzo.

- La sua richiesta di far rientrare Shepard alla Cittadella è respinta, Ambasciatore. Delle indagini e dell'Operazione se ne occuperà l'SSC. L'udienza è conclusa.- Tevos, perentoriamente, mise fine a quel gioco bizantino, e le sagome dei Consiglieri scomparvero all'unisono.

Anderson rimase dov'era, in attesa di ciò che Udina stava per dirgli. Non rimpiangeva ciò che aveva appena fatto, aveva dovuto farlo per spegnere un incendio ancora prima che si sviluppasse. E non aveva assolutamente paura dell'Ambasciatore: aveva avuto a che fare con i politici per tutta la vita, soprattutto con quelli come Udina, che in Parlamento rappresentavano la maggioranza.

I politici erano il cancro della vita militare, sapeva che Udina pensava di poter manipolare la sua protetta come voleva, ma si sbagliava. Finchè lui avrebbe avuto un singolo rantolo di fiato in corpo, non glielo avrebbe permesso. Sapeva che la ragazza avrebbe potuto mostrargli il dito medio della mano anche da sola, e che non si sarebbe lasciata manipolare facilmente, era la degna figlia di suo padre. James ne sarebbe stato orgoglioso. Lui, David Anderson, era troppo onesto e fiero per farlo, ma in quel preciso istante, mentre Udina gli vomitava addosso tutto il suo risentimento, provò la voglia di prenderlo per il bavero della giacca e farlo sporgere dal davanzale del suo ufficio, ripetendo il gesto che aveva fatto Nadira, pochi giorni prima, dopo che l'Ambasciatore aveva fatto una battuta non molto carina nei confronti della Quarian che aveva permesso loro di aprire gli occhi del Consiglio su Saren.

David si astenne dal farlo, e rimase llì dritto e tranquillo a subire gli insulti dell'Ambasciatore.

-....e adesso mi scusi, Anderson. Ho un appuntamento con l'Ambasciatore Korlac. Devo trattare un accordo commerciale con i Volus, per conto dell'Alleanza. Se qualcuno mi cerca, al momento non sono a disposizione.- Anderson sospirò profondamente, dieci volte, prima di rispondere.

- Agli ordini, Ambasciatore.-

Come Udina uscì dall'ufficio, David si sedette alla sua scrivania, pesantemente. Ecco a che cosa si era ridotto, dietro ad una scrivania, a fare da segretario a quel piccolo Varren odioso di Udina, negli ultimi anni che gli restavano prima della, meritata, pensione. Rimpianse la Normandy, il suo equipaggio, i giorni in cui aveva combattuto fianco a fianco con James Shepard e il suo plotone su Shanxi. Rimpianse persino Camala e Saren.

Anderson tirò fuori dal suo Factotum una foto di lui con Nadira, scattata il giorno della sua graduazione a Ufficiale, a Quantico, e sorrise. Come un padre orgoglioso di ciò che la figlia aveva conquistato.
Sorrideva, Shepard, in quella foto. Una delle rare volte in cui glielo aveva visto fare. Ad Anderson mancava quel sorriso, che si era definitivamente spento dopo Akuze. Nemmeno la nomina a Spettro lo aveva riportato indietro. Nemmeno affidandogli la Normandy, aveva provocato una reazione simile a quella presente nella foto che lui stava osservando.

Per un attimo ebbe il dubbio di averle chiesto troppo, per averle affidato un peso troppo gravoso da sopportare, ma quel dubbio svanì rapidamente quanto si era formato. Sapeva che Nadira ce l'avrebbe fatta a prendere a calci Saren, a comandare una fregata e a riportarne a casa l'equipaggio.

Indugiò nei ricordi, senza l'Ambasciatore tra i piedi, non aveva granchè da fare quel pomeriggio. 

 

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http://www.youtube.com/watch?v=24UBwv0_MX4

Le foglie e i fusti del grano scricchiolavano sotto i loro piedi, mentre avanzavano in silenzio per non farsi scoprire dai Batarian. Potevano vedere chiaramente i segni dell'incendio che avvolgeva il fienile della fattoria, e sentire il rumore di un conflitto a fuoco.

Solo ventiquattro ore prima, Anderson era in quella fattoria, a guardare la notte che scendeva sotto il portico della casa, prima di rientrare sulla Einstein. Erano lontani da Mindoir quando la segnalazione dell'attacco era arrivata, e O'Shee aveva dato ordine di tornare indietro, senza esitazioni.

Gli spari cessarono di colpo, mentre loro erano vicini abbastanza da vedere delle ombre, avvolte dalle fiamme, allontanarsi in fretta e furia, come se avessero avvistato dei Demoni e volessero scappare dall'Inferno.

L'insediamento principale era offlimits, i Batarian avevano costruito delle difese impenetrabili e gli altri due plotoni inviati per dare supporto alla guarnigione locale, mantenevano la loro posizione, costretti ad osservare quell'orribile spettacolo e ad ascoltare le grida dei coloni, impotenti.

David aveva deciso di pensare agli insediamenti esterni, dove il nemico, probabilmente, ancora non era arrivato, e non si era ancora trincerato. E ora diramò ordini per spegnere quell'incendio che ancora non si era sviluppato abbastanza in fretta per poter creare danni intensivi alla struttura.

Buttò giù la porta secondaria del fienile a calci, e si gettò all'interno, falciando gli ultimi due Batarian rimasti in vista che stavano frugando un corpo immobile, gettato in mezzo al fango e al proprio sangue. David corse subito a controllare, per vedere di chi si trattava. Inginocchiatosi, scostò i capelli castani della donna e provò disgusto nel constatare che si trattava di Anna Shepard. Posò due dita sulla carotide per controllare se c'era polso e se ci fosse qualche possibilità che fosse ancora viva, scuotendo la testa verso lo specialista medico del plotone, che si era avvicinato per prestare soccorso.

Anderson chiuse gli occhi alla donna, che presentava un foro di proiettile in testa, oltre a evidenti segni di violenza fisica, e... e anche altro.

- Controllate che ci siano superstiti. O altri corpi. Se trovate la figlia, avvisatemi. Johnson...- un giovane Caporale dei Marines dell'Alleanza si fece avanti, mentre si puliva la bocca.

- Comandi...- Anderson gli allungò uno straccio pulito, ordinandogli in silenzio di ripulirsi senza utilizzare la corazza d'ordinanza.

- Aiutami a spostare questo cadavere in un posto pulito. Quelle bestie lasciale dove sono caduti.- il Marine si guardò attorno, poi senza parlare aiutò il Comandante a spostare Anna Shepard accanto al banco da lavoro del marito. Anderson staccò la catenina con la croce d'argento dal collo della donna, e gliela avvolse attorno alle mani, come un rosario, mormorando un “Riposa in pace”, carico di rabbia, per ciò che le avevano fatto. Stava ancora osservando la donna, quando Zabaleta lo contattò per dargli, finalmente, una buona notizia.

- Comandante, abbiamo trovato la ragazzina. È qui nell'aia, respira ancora, ma è ferita.- David si alzò, precipitandosi nell'aia insieme al medico. Zabaleta e un paio di Marines erano accanto alla ragazza, che da lontano sembrava morta. Anderson si inginocchiò, la figlia di Shepard aveva in mano il fucile di precisione del padre, il Comandante lo avrebbe riconosciuto in mezzo ad altri cento, glielo tolse strappandoglielo delicatamente, e passandolo al Tenente Zabaleta.

Il volto della ragazza era pallido, sporco di sangue e di polvere, Anderson spostò i capelli dal sangue che le colava dalla fronte, il Comandante aveva visto gli occhi di... Nadira, così si chiamava, giusto?, muoversi sotto le palpebre e speranzoso l'aveva rassicurata, quando questi si erano aperti. Il respiro si era fermato a metà quando la mano destra della ragazzina, inaspettatamente, lo prese per la gola, ma era talmente debole che David si liberò facilmente da quella presa, afferrando poi la mano della figlia di James e stringendogliela forte.

- Comandante...ha bisogno di cure mediche immediate.- il medico attirò la sua attenzione e David vide la ferita alla spalla sinistra. Senza esitare contattò la Einstein, e insieme allo Specialista Matthews e alla ragazzina, ormai incosciente e stesa sulla barella di fortuna su cui era stata posata, rientrò sulla nave, cedendo temporaneamente il comando del plotone a Zabaleta.

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http://www.youtube.com/watch?v=6abb33Jiq1A
 

 

Anderson sospirò, mentre osservava il movimento sotto di lui, concentrandosi su un Elcor che, con calma, si muoveva verso il quartiere finanziario.

Erano passati tredici anni da allora, aveva faticato ad aiutare Shepard a superare quel trauma, e non era del tutto sicuro che fosse superato del tutto, sicuro che Akuze avesse solo peggiorato le cose.

Comunque fosse, si era rialzata entrambe le volte e aveva trovato la forza di andare avanti, ed era questo l'importante.

Udina neanche lontanamente immaginava, cosa avrebbe potuto provocare nel Comandante, con quella missione: Anderson la conosceva troppo bene per sperare che quell'Operazione non avesse un riflesso sulla caccia a Saren.

Al di là delle implicazioni personali, se tra quella gente di Mindoir, ci fosse stato anche un solo amico di Nadira, un amico della sua adolescenza, il vecchio senso di colpa sarebbe riemerso. Inoltre i media ci sarebbero andati a nozze: il Primo Spettro Umano che molla tutto per salvare i suoi concittadini schiavizzati dai Batarian, fregandosene di un Turian pazzo e sociopatico che imperversava impunito nella Galassia. Una storia che li avrebbe attirati come mosche sul miele.

Perchè lei vi ci si sarebbe buttata a capofitto, insieme all'unità più strampalata che lui avesse mai visto assemblare da quando era nell'Alleanza. Se il Turian e la Quarian, probabilmente si sarebbero fermati se glielo avesse ordinato, Anderson non era sicuro che il Guerriero Krogan che si era portata dietro, avrebbe fatto lo stesso.

David rise lievemente, nel rivedere la faccia di Udina mentre Urdnot Wrex avanzava verso di loro e poi si infilava ,scostando l'Ambasciatore a malo modo, sulla rampa d'accesso della Normandy mentre Udina gracchiava “Questa è una fregata dell'Alleanza, lei non è stato autorizzato a salire a bordo!”. Il Krogan l'aveva guardato indifferente e poi con una manata, spostò l'Ambasciatore, e lui non era riuscito a trattenere un sorrisetto, divertito da quella scena e dalle parole di Wrex. “Taci, pyjack. Prendo ordini soltanto da Shepard.”, il guerriero Krogan poi aveva guardato Anderson. “Nessun altro che vuole impedirmi di salire a bordo?” David aveva alzato le mani in segno di resa.

“Cedo alla violenza. Benvenuto a bordo, signor Wrex.”. Il Krogan aveva annuito col testone e aveva proseguito, salendo a bordo della Normandy, e Anderson sorrise un' altra volta nel ricordare l'urlo che Joker aveva cacciato nel trovarsi faccia a faccia, con il carro armato vivente in corazza rossa e il fucile a pompa dalle dimensioni di un'arma giocattolo, ma, sospettò Anderson, estremamente potente.

Anderson si mise al terminale, voleva provare a contattarla, per sapere come andavano le cose a bordo, e per sentire come stava: la Chakwas, come gesto di cortesia nei confronti del Capitano, gli inviava rapporti giornalieri sul Comandante, soprattutto a causa dell'incidente su Eden Prime. E gli ultimi che Karin gli aveva inviato, a volte, lo tenevano sveglio di notte.

David rimase connesso finchè Udina non rientrò dall'incontro con l'Ambasciatore Volus, parlando con astio misto a disgusto dell'Ambasciatore Elcor che aveva richiesto “con estremo piacere e gentilezza” di partecipare alle trattative commerciali, affermando “con entusiasmo” che sarebbe stato onorato di collaborare commercialmente con gli Umani a nome della sua gente.

- Non mi abituerò mai, alla vista di questi “cosi”. Questo è uno di quei giorni in cui vorrei essere di nuovo ad Arcturus, al Parlamento. Dove eravamo rimasti?-

Anderson scosse la testa, dopo aver sollevato gli occhi al cielo, esasperato. Come si poteva odiare gli Elcor? Aveva il vago sospetto che quella giornata non sarebbe finita tanto presto. Inviò un messaggio a Kahlee Sanders, annullando il loro appuntamento e scusandosi con lei.

- Ah, sì.. la faccenda di Harkin...-

Anderson si sedette dalla parte opposta della scrivania, preparandosi psicologicamente alla lunga, sfibrante discussione che stava per provocargli un enorme mal di testa.

 

   
 
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