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Autore: Kengha    16/09/2013    3 recensioni
DALLA STORIA:
- Oddio, che figura ci farò a presentarmi il primo giorno così? - Sbottò il nuovo arrivato, che continuava a portarsi una mano alla testa spaventato dai suoi stessi capelli.
Kurt rovistò nella sua borsa ed estrasse poco dopo una bottiglietta colorata. - Ecco qui! Fortuna che ne ho sempre almeno un tubetto a portata di mano! - Disse con un sorriso porgendo a Blaine il suo gel per capelli e un pettine.
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- Finn… - Sussurrò Rachel posando una mano sulla spalla del ragazzo, per consolarlo. Era chiaramente abbattuto e sconvolto, notizie del genere non erano facili da apprendere.
- Lei ha bisogno di te -. Disse con un filo di voce.
- Mi ha mentito! - Urlò improvvisamente il Grifondoro, con gli occhi carichi di rabbia - Mi ha mentito, Rachel! Sulla gravidanza e su tutto, tutto il resto -.
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Le arrivò al petto come una coltellata, fredda e tagliente. Rimase a fissarla con le gambe tremanti e gli occhi neri velati dalle lacrime senza rendersi conto di aver irrimediabilmente abbassato la guardia e sciolto l’incantesimo.
Venne spinta contro il muro da un corpo muscoloso e possente mentre la Maledizione Cruciatus echeggiava nell’aria.
- Lopez ma sei impazzita? Che accidenti pensavi di fare, eh? - Sbraitò Puck.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Quinn, Finn/Rachel, Quinn/Rachel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
Capitoli:
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Nemici pt.1

Il giorno seguente Rachel era ancora in fibrillazione per la notizia ricevuta dal Preside Figgins, per quanto Finn l’avesse evitata fino a quel momento se fosse riuscita a diventare membro effettivo della squadra di Quidditch il ragazzo sarebbe stato costretto a considerarla. Senza contare che, per quanto Quinn lo monopolizzasse, non poteva assistere agli allenamenti in quanto membro e capitano di una squadra rivale.
<< Devi ripensarci, sei ancora in tempo, non sai neppure come funziona il Quidditch! >> Esclamò Kurt, al limite dell’esasperazione.
<< Per l’ennesima volta, non ho alcuna intenzione di rinunciare alla mia occasione per farmi notare da lui e diventare qualcuno anche agli occhi degli altri. Non saprò le regole del gioco ma sono bravissima a volare e la mia Nimbus 2000 sfreccia che è una meraviglia >>. Rispose la ragazza.
<< Ecco, mi hai appena ricordato un dettaglio importante: hai una Nimbus 2000! Sai che vuol dire? È troppo vecchia come scopa, non terresti testa agli altri giocatori neppure se fossi la migliore >>.
Rachel si fermò e posò le mani sulle spalle dell’amico, gli lanciò uno sguardo eloquente e poi concluse:
<< Il punto è che io sono la migliore, Kurt >>.
<< Mi chiedo ancora di cosa si era fatto il Cappello Parlante quando ti ha smistato tra i nostri! >> Strillò il ragazzo mentre la Berry spariva sculettando dietro un corridoio.
<< Ehy! >> La voce di Blaine arrivò calda alle sue spalle appena un istante dopo. Il Grifondoro sbiancò improvvisamente e si voltò imbarazzato.
<< C-ciao! >> Balbettò con le guance che gli andavano a fuoco.
<< Come mai urlavi? >> Domandò il Tassorosso con un sorriso carico di comprensione.
<< Oh, mi hai sentito? >> Chiese di rimando l’altro, ancora più rosso.
<< Credo che lo abbia fatto un po’ tutta la scuola >>. Sghignazzò l’Anderson.
<< Accidenti che figura! Bel modo di passare inosservati >>.  Sbottò Kurt, portandosi una mano al volto poco prima di andarsi a sedere su una panchina ad un angolo del lungo corridoio.
<< E perché uno come te vorrebbe passare inosservato? >> Chiese cauto l’altro, sedendosi al suo fianco.
<< Ho avuto un po’ di problemi lo scorso anno >>. Iniziò Kurt, guardando il pavimento con gli occhi azzurri tristi << Sono sempre circolate delle voci su me e Chandler, voci che con l’aiuto di Rachel e Mercedes avevamo sempre messo a tacere >>. S’interruppe un istante per prendere fiato e spostare finalmente lo sguardo sul compagno.
<< Insomma, eravamo andati ad Hogsmeade a Gennaio e io, Chandler, Rachel, Puck, Santana, Quinn e Finn avevamo visto Sebastian Smythe –purosangue e Serpeverde- flirtare in maniera più che eloquente con un ragazzo. Lì per lì io e Chandler pensammo che sarebbero corsi a minacciarlo di chiamare un esorcista, non lo so… ma non accadde nulla. Nemmeno i giorni seguenti nessuno disse una parola a riguardo e, nonostante fosse stato notato da molti, era rimasto in buoni rapporti coi compagni di Casa. Ci illudemmo che non era una cosa così importante, che nessuno stava più a vedere queste cose, quindi dicemmo apertamente di essere gay e le cose non sono andate proprio come avevamo sperato. Siamo stati vittime di bullismo sia da parte di Serpeverde come Puckerman e la Lopez, che dai nostri stessi compagni di Casa come David Karofsky… e non è una cosa bella >>.
Blaine gli posò una mano sulla gamba e annuì comprensivo.
<< Mentirei se ti dicessi che si risolverà presto perché c’è ancora tanta superficialità nel mondo, ma posso incoraggiarti dicendoti che per ogni persona che ci etichetta ce ne sono almeno il doppio che non ci giudicano per questo >>.
Kurt si ridestò improvvisamente a quelle parole << ci? >>. Chiese, sperando in cuor suo di aver capito bene. L’altro annuì e con un sorriso confermò << Sono gay anch’io >>.
L’Hummel rimase a fissarlo qualche lunghissimo istante tentando di rimanere lucido mentre dentro di lui non faceva altro che essere felice per quell’inaspettata rivelazione: non sapeva se era un bene per Blaine ma egoisticamente non poteva che gioirne. D’un tratto scosse la testa, per concentrarsi meglio e riprese bonariamente il compagno.
<< Non dirlo così forte, potrebbero sentirti! >> Esclamò, notando che alcuni ragazzi si erano fermati a guardarli.
<< E allora, non vedo dove sia il problema, non mi vergogno di quello che sono e i miei compagni di Casa ne sono già al corrente >>. Ribatté l’altro con una scrollata di spalle, mantenendo il sorriso.
<< Neanche io mi vergog-… un momento, tu hai detto una cosa di questo calibro, in questa scuola, ad un’intera Casa? >>.
<< Certo. Non vedo nulla di male >>.
<< Non c’è nulla di male, Blaine, ma vallo a spiegare alle Serpi! Se lo venissero a sapere saresti preso di mira di continuo e ti assicuro che la Burrobirra bollente addosso non è proprio piacevole >>. Disse Kurt, preoccupato visibilmente per l’incolumità dell’altro.
<< Vorrà dire che dovrò sempre tenere sotto mano la bacchetta! >> Esclamò l’Anderson con nonchalance facendo scuotere visibilmente la testa all’altro.
<< Sei un uomo morto. Qui dentro fremono dalla voglia di etichettarci e lo fanno già senza pretesti! A mio parere avresti dovuto riflettere bene prima di dirlo, almeno per capire se era il caso ecco… >>. Ribatté il Grifondoro, sempre più nervoso.
<< E lasciare che Brittany mi portasse al letto? >> Rise il Tassorosso.
<< C-che cosa? >>
<< Proprio così. Voleva farsi perdonare l’incidente in treno e mi aveva proposto una serata nella sua stanza, a quel punto ho semplicemente risposto che non rientrava nei miei gusti >>. 
<< Davanti a tutti quanti? >>
<< Sì, insomma, la Holliday aveva organizzato una delle sue famose feste nella Casa Comune, quindi immagino ci fossero più o meno tutti. Membro più membro meno >>.
Kurt si rese improvvisamente conto di ammirare Blaine: a lui ci erano voluti cinque anni per poter ammettere di essere omosessuale e ancora aveva problemi a dirlo se non era sicuro che la persona con cui stesse parlando non fosse di mentalità aperta; mentre l’Anderson –più piccolo di lui di un anno- era dichiarato da parecchio e aveva ammesso di essere interessato ai ragazzi, senza farsi problemi, davanti un centinaio di compagni sconosciuti.
Il suo cervello avrebbe continuato a venerare ed invidiare il Tassorosso, non fosse stato per le parole di quest’ultimo, che lo distolsero da quel suo piccolo isolamento mentale.
<< Chiaramente ho detto subito che se qualcuno aveva problemi a riguardo avremmo provveduto >>.
<< E… c-che ti hanno r-risposto? >> 
Blaine sorrise << Hanno detto che non contava quanto fossimo diversi, ma quanto fossimo simili >>.
E improvvisamente Kurt iniziò ad invidiare non solo la sua sicurezza ma anche i suoi amici, desiderando ardentemente una macchina nel tempo per supplicare il Cappello Parlante di smistarlo tra i Tassorosso.
<< Oh >>. Riuscì a dire solamente.
<< Direi che l’hanno presa bene! >> 
<< Direi di sì >>.
L’Anderson non tardò a notare lo stato d’animo dell’amico e si affrettò a cambiare discorso.
<< Comunque ero venuto a cercarti per riconsegnarti il gel e ringraziarti ancora, mi hai salvato la vita >>.
Kurt s’illuminò a quelle parole e prese con un sorriso la bottiglietta colorata che l’altro gli stava porgendo, mettendola delicatamente nello zaino.
<< Per così poco! >>. Esclamò, felice di poter esser stato così tanto di aiuto con un gesto apparentemente insignificante.
<< No, invece è significato tanto per me, mi ha fatto capire subito che anche qui ci sono delle persone su cui posso contare. È una cosa bella >>. 
Entrambi sorrisero dopo quelle parole che erano suonate straordinariamente sincere e spontanee. L’Anderson si alzò pochi secondi dopo, facendo un’ultima proposta:
<< Oggi pomeriggio farò il provino per far parte della squadra di Quidditch della mia Casa, ti andrebbe di accompagnarmi? >>
A Kurt il Quidditch non piaceva, non aveva mai capito che senso avesse rischiare di rompersi le ossa per quello che era definito “divertimento”: inseguire una palla non era divertente. Ma del resto non si trattava solo del Quidditch, non gli piaceva nemmeno il football babbano –contrariamente a suo padre Burt che era un appassionato-. Quella volta, però, pensò di fare un’eccezione.
<< Naturalmente >>. Rispose con un sorriso.
<< Davvero? Fantastico! >> Blaine saltò letteralmente sul posto e si elettrizzò quasi istantaneamente.
<< Allora ci vediamo in cortile alle cinque >>. Aggiunse poco dopo.
<< Benissimo! >>.
Dopo un rapido saluto l’Anderson si allontanò per il corridoio, imitato dall’Hummel che si diresse verso l’aula di Pozioni, al lato opposto. Stranamente, per la prima volta da quando aveva messo piede in quella scuola, l’idea di due ore con la Professoressa Sylvester non era così terrificante.
<< Kurt! >>. L’urlo di Blaine risuonò dall’estremo opposto del corridoio e assieme al diretto interessato fece voltare più di qualcuno.
<< Sì? >> Chiese il Grifondoro, sperando che notasse il suo sorriso nonostante la distanza.
Non arrivò alcuna risposta sonora, nessun grido, nessun gesto, ma al ragazzo non sfuggì un movimento delle labbra. Aveva parlato. Aveva sussurrato scandendo attentamente un’unica parola facendo sì che fosse capita anche senza il bisogno di pronunciarla. Kurt rifletté qualche lungo istante, fissando il punto dove Blaine era scomparso e visualizzando un paio di volte nella testa i movimenti compiuti dalle labbra del ragazzo. Non era un asso a leggere il labiale ma in quei movimenti riconobbe ugualmente una parola, che in cuor suo seppe di essere quella giusta:
“Coraggio”.

<< Buongiorno >>. Il volto di Finn venne illuminato da un dolce sorriso mentre salutava la sua ragazza, poco prima di chinarsi leggermente per darle un bacio.
<< Ciao >>. Sorrise Quinn sulle sue labbra.
<< Hai pozioni anche tu? >> Chiese poco dopo la ragazza;
<< No, a dire il vero stavo per andare al campo di Quidditch, il professor Schuester mi ha esonerato dalla lezione di pozioni di oggi. Dice che posso recuperarle ma che il torneo non può permettersi di iniziare in ritardo per colpa dei Grifondoro >>. Spiegò il ragazzo, ripetendo come una filastrocca le parole che aveva sentito stamattina dal nuovo insegnante.
<< Ma i vostri provini iniziano nel fine settimana! >>
<< Lo so ma il professore vuole valutare le mie abilità e rivedere degli schemi >>.
<< Capisco. Un momento… La professoressa Sylvester è a conoscenza di ciò? >> Domandò Quinn inarcando un sopracciglio.
<< Ecco… insomma, avrei un permesso ma so che non le vado troppo a genio >>.
<< Infatti, dice che mi distrai dai miei doveri di capitano e dai miei allenamenti >>. L’interruppe la bionda.
<< Appunto >>. Confermò l’Hudson << Però, ecco, se sei tu a consegnarle il permesso… >>. Provò con un sorrisino porgendole il foglietto firmato da William Schuester.
<< NON SE NE PARLA! >> Sbottò la Fabray, voltandosi di scatto.
<< Andiamo! Per favore! >> La supplico l’altro, inseguendola mentre si allontanava a passo svelto tra i corridoio che pullulavano di studenti.
<< Assolutamente no, Finn! La Professoressa è molto fiscale a riguardo e potrei doverne pagare le conseguenze. Solo perché sono una Serpeverde non significa che mi esoneri da allenamenti extra >>.
Il Grifondoro l’afferrò per un braccio e riuscì a farla voltare.
<< Tu non sei una Serpeverde. Tu sei la Serpeverde. Hai dei voti fantastica, sei la più carina della scuola e la migliore cercatrice dell’ultimo decennio >>.
<< Ventennio. Harry Potter studiava qui vent’anni fa >>. Lo corresse la ragazza.
<< Appunto. Inoltre stravedono tutti quanti per te e non venirmi a dire che un’ora in più sul campo da Quidditch ti da’ fastidio >>. Disse soavemente il ragazzo, accarezzandole una guancia.
Quinn adorava il Quidditch, per lei rappresentava tutto. Era diventata cercatrice al primo anno –cosa che, come aveva appena sottolineato, non accadeva da parecchio tempo- e questo aveva fatto sì che diventasse popolare dopo appena un paio di settimane passate ad Hogwarts. Non che la famiglia Fabray avesse bisogno di un pretesto per essere famosa, logicamente. Eppure la ragazza aveva sempre cercato di trovare la via del successo basandosi solo ed esclusivamente sulle sue forze, impegnandosi nello studio, nelle attività extrascolastiche, uscendo con i più ambiti purosangue e, soprattutto, passando ore ed ore a volteggiare nel cielo sopra il campo di Quidditch della scuola.
<< Mi stai comprando? >> Chiese d’un tratto, guardando il fidanzato di sottecchi.
<< Ti sto chiedendo un favore sottolineando il fatto che ci sarà un tornaconto >>. Insisté Finn, capendo dallo sguardo indagatore che Quinn stesse valutando la sua offerta.
<< Da quando una punizione sarebbe un tornaconto? >>
<< Da quando la Sylvester ti punisce regalandoti serate intere da passare a cavallo di un manico di scopa facendo fare i tuoi compiti sotto minaccia a dei Corvonero >>.
<< Uff, da’ qua! >> Sbuffò la bionda, strappandogli dalle mani il foglietto firmato dal Direttore dei Grifondoro e leggendo rapidamente le poche righe in cui si chiedeva di giustificare l’assenza di Finn Hudson.
<< Sei la migliore >>. Sorrise lui baciandola di nuovo.
<< Lo so >>.
<< Barbie se hai finito di pomiciare col mago panzone che ne dici di seguirmi in classe? >> Li schernì Santana, fermandosi al loro fianco con le braccia conserte e le sopracciglia aggrottate.
<< Da quanto ci stai ascoltando? >> Domandò Finn seccato all’idea che lui e la sua ragazza non avessero un briciolo di intimità. 
<< Da quel tanto che basta per poter essere a conoscenza del fatto che stamattina qualcuno se l’andrà a spassare al campo piuttosto che lavorare in aula >>.
<< Santana! Hai origliato tutta la conversazione?! >> La riprese Quinn, arrabbiata.
<< Oddio chissà che grandi segreti potevano confidarsi la presidentessa del Club della Castità e il verginello dei Grifondoro! >> Esclamò la latina roteando gli occhi e battendo con un piede per terra.
<< Questi non sono affari tuoi >>. Ringhiò Finn.
<< Infatti! E poi fai parte anche tu di quel Club! >> Aggiunse Quinn. 
<< Piantala Fabray, sai che sono lì solo per questioni di formalità >>. Ribatté la mora con un sorrisetto di vittoria << Vogliamo andare? >>.
La bionda sbuffò e dopo aver salutato un’ultima volta Finn camminò lentamente verso l’aula di pozioni al fianco della compagna.
<< La devi piantare >>. Ringhiò sottovoce, lanciandole un’occhiataccia.
<< Di fare cosa? >> Chiese l’amica con finta innocenza.
<< Di mettere i bastoni tra le ruote tra me e Finn! Solo perché non ci appartiamo per una sveltina al suono di ogni campanella come te e Puck non significa che non abbiamo mai parlato di un rapporto più… intimo >>.
<< Sesso, Quinn. Si dice sesso >>. 
<< No. Si dice amore, se come nel nostro caso ci sono i sentimenti. Ed è cento volte più complicato! >> Sottolineò la Fabray, fermandosi qualche metro prima dell’aula di pozioni per poter concludere il discorso.
<< Tks, i sentimenti! Andiamo complicano le cose e non servono a niente, se avessi aspettato i miei sentimenti sarei una sfigata come la Berry >>. Rispose l’altra.
<< Guarda che è inutile che cerchi di scoraggiare me e Finn e di farci lasciare. Non lasceremo che tu e Puck non vinciate i titoli strega e mago più promettenti! >> Ringhiò Quinn, con gli occhi ridotti a due spilli.
<< Questo è ancora tutto da vedere >>.
<< FABRAY! LOPEZ! >> L’urlo della professoressa Sylvester fece sobbalzare entrambe le ragazze che subito si raddrizzarono e la guardarono con sottomissione. << Smettetela di amoreggiare e camminate in classe! >>
<< Ah, professoressa, Finn mi ha chiesto di consegnarle questo >>. Disse immediatamente Quinn, ricordandosi del foglietto da consegnare. 
Sul naso di Sue comparvero un paio di piccoli occhiali da lettura e la donna ridusse gli occhi azzurri a due piccole fessure man mano che leggeva le poche righe scritte sulla pergamena bianca.
<< Hudson se la da’ a gambe e gli abominevoli riccioli di Will Schuester gli coprono le spalle. Cominciamo proprio male! >> Esclamò con un ghignò malefico e la fronte aggrottata << Fabray, sai che per aver appoggiato quest’immenso atto di codardia verrai punita con tre ore di volo, questa sera, sì? >>. Aggiunse poi rivolta alla biondina.
<< Sì signora >>. Rispose la ragazza, chinando leggermente la testa.
<< Che cosa?! Ma questo non è corretto, quelle ore extra non potranno altro che farle piacere e il suo ego crescerà così tanto che non potrò più rientrare nel dormitorio! >> Sbottò Santana, turbata.
Lo sguardo di Sue si spostò su di lei e per dei lunghissimi istanti la squadrò critica.
<< Che accidenti sono quelle, Lopez? >> Sibilò con lo sguardo che era un misto tra il raccapricciato e il furente.
<< Cosa? >> Chiese la ragazza, confusa. La Direttrice non parlò, si limitò ad additare con evidente disgusto il petto della latina.
<< Il mio seno >>. Rispose con una scrollata di spalle.
<< Il tuo seno? IL TUO SENO? Hai una minima idea di cosa sia un seno, Lopez? A me quelle non sembrano un paio di tette: a me quelle sembrano due enormi palle da bowling sul punto di esplodere! >>.
La ragazza boccheggiò un paio di volte, incapace di rispondere, mentre Quinn tentava di non ridere in maniera troppo rumorosa.
<< Cos’è, ti sei strozzata col silicone? >>. Ringhiò la bionda.
<< No >>. Riuscì a boccheggiare la Purosangue, aiutandosi con un movimento della testa.
<< Molto bene, perché voglio che tu mi risponda con un forte e chiaro “sì signora” non appena avrò finito di dirti queste parole, capito? >>.
La latina annuì.
<< Innanzi tutto trovo vergognoso il fatto che una ragazza della tua età decida di attuare un cambiamento così drastico ad un corpo ancora in formazione, ragion per cui scriverò una lettera di lamentele a tuo padre in cui gli chiederò di dimezzarti il credito da inserire in banca a causa di comportamenti scorretti avvenuti in sede scolastica. Dopodiché esigo per te una divisa di almeno una taglia più grande: non voglio il rischio di una guerra di bottoni volanti durante le mie lezioni. Infine il tuo ruolo di Cacciatrice della squadra verrà sostituito da quello di Battitrice >>.
<< Che cosa?! >> Sbottò Santana, stralunata.
<< Hai capito bene. Abbiamo detto di aver bisogno di un Battitore? Bene, avremo bisogno di un Cacciatore: tu e i tuoi airbag svolgerete meglio il compito di allontanare e colpire i Bolidi piuttosto che quello di inseguirli. Comunque anche se venissi colpita e disarcionata non avrei di che preoccuparmi visto che le tue zavorre attutirebbero notevolmente l’impatto col suolo facendoti rimbalzare come un insulso pallone babbano! >> Abbaiò la Sylvester, con lo sguardo sempre più crudele.
<< Ma professoressa Sylvester per diventare Battitore occorre una preparazione differente, inoltre io sono mancina e dovrei fare gli allenamenti con la mazza di farro al contrario e… >>.
<< Non. Mi. Interessa >>. Disse scandendo attentamente ogni parola << Obbiezioni? >> 
<< No signora >>.
<< Molto bene. Entrate in classe e posizionatevi in fondo all’aula in modo tale che in caso di esplosione la signorina siliconata possa fare scudo alla classe col suo corpo >>.

<< Ciao nuovo arrivato! >> Esclamò con un sorriso l’alta donna bionda uscendo dalla mensa, portandosi presto al fianco del nuovo professore.
<< Ciao! >> Ricambiò l’altro, sorridendo di rimando.
<< Non mi sono presentata ufficialmente >>. Constatò la bionda, fermandosi un attimo e porgendo all’uomo una mano << Holly Holliday, Direttrice dei Tassorosso >>.
<< E’ un piacere. Ho sentito parlare molto di te >>.
<< Spero bene >>.
<< Magnificamente dagli studenti… un po’ meno dal preside >>. Confessò Will, imbarazzato.
<< Mah, sai la grande novità!? Si lamenta un po’ troppo per quei festini che organizzo una volta a settimana nella mia Sala Comune >>. Spiegò Holly, incurante.
<< Festini? Festini con l’alcool e le sigarette? >>
<< Naturalmente! >> Esclamò la donna sorridendo.
<< Ma Holly non mi sembra un comportamento adeguato! Inoltre le Case comprendono anche studenti di undici anni! >> Rispose Will, leggermente esasperato.
<< Sì, ma vallo a spiegare a questa testona! >> Una voce femminile arrivò alle spalle dei due insegnanti che si voltarono e videro la professoressa Corcoran dirigersi a passo svelto e con un sorriso verso di loro.
<< Eppure non sono io quella ha organizzato una riunione notturna ad Hogsmeade, lo scorso anno >>. Ricordò Holly, fingendosi pensierosa.
<< Il nostro è stato un incontro totalmente innocuo e almeno i miei prefetti non hanno rischiato tre gravidanze in un solo anno >>. La rimbeccò la mora, con un ghigno.
<< Ancora con quella storia? Brittany è una tipa molto espansiva e le piace fare amicizia seguendo le sue regole, non ci vedo niente di male! E ci tengo a specificare che da quando le ho spiegato che il preservativo non era una cappello per gli Unicorni ha sempre la premura di tenerne una confezione nel comodino >>. Sorrise Holly, riprendendo a camminare con Will, affiancata dalla nuova arrivata.
<< Beh, allora siamo salvi >>. Constatò con sarcasmo la Direttrice dei Corvonero.
<< Credo di essere d’accordo con la professoressa Corcoran >>. Iniziò Will, che venne immediatamente interrotto dall’interessata:
<< Ti prego, Will, dammi del tu e chiamami pure Shelby: siamo colleghi e abbiamo più o meno la stessa età! >> Disse con un caldo sorriso.
Schuester annuì con un sorriso e riprese a parlare << Come stava dicendo Shelby… >>.
Questa volta ad interromperlo non furono delle parole, bensì una caduta. Will si ritrovò sul pavimento ancor prima di accorgersi che qualcuno era sbucato di corsa dal corridoio al suo fianco.
<< Accidenti, mi dispiace! Mi dispiace! Mi dispiace tantissimo! >> 
Aveva ancora gli occhi chiusi e si stava massaggiando la fronte con una mano quando una dolce voce melodiosa echeggiò nella sua testa dolorante.
Aprì a fatica gli occhi e ci mise qualche lungo istante per mettere a fuoco la mingherlina figura in piedi di fronte a sé. La prima cosa che vide distintamente furono un paio di enormi occhi da cerbiatto ambrati, seguiti da dei liscissimi e splendenti capelli fulvi. Si ridestò a fatica e si rialzò con l’aiuto di Shelby, che gli porse una mano. 
<< Ehy Emma, come mai tutta questa fretta? >> Sorrise Holly, posando un braccio attorno al collo della nuova arrivata, che sbiancò quasi istantaneamente e provò a sottrarsi più di una volta dalla salda stretta della più alta.
<< S-Sue… è... è davvero furiosa. Insomma era da quando le era stato vietato il torneo, tre anni fa, che non la vedevo così… >>. Balbettò la Pillsbury, con un filo di voce.
<< Qualcuno qui ha cominciato l’anno dal lato sbagliato della scopa! >> Cantilenò la bionda guardando, con gli occhi di chi la sapeva lunga, Shelby che però sembrava distratta da altro.
<< Perché non la lasci? >> Disse infatti la mora avvicinandosi alla Holliday costringendola a togliere il braccio da attorno le spalle di Emma la quale, non appena sentì la presa allentarsi, schizzò via per fermarsi solo qualche metrò più in là.
<< Sai perché era così arrabbiata? >> Domandò Will, che aveva appena riacquistato la facoltà di parola.
<< Per causa tua >>. Sussurrò la rossa, con gli occhi bassi e le guance visibilmente arrossate.
<< Per colpa mia?! >> Ripeté Schuester, sperando di aver capito male.
<< WILLIAM SCHUESTER! >> 
L’urlo della Sylvester echeggiò nei corridoi vuoti e si abbatté come un tuono sui presenti, facendo immediatamente effetto ad Emma che si dileguò correndo via. Al suo arrivo i tre Direttori piombarono nel silenzio più totale, ognuno schermandosi con la propria arma migliore: Shelby incrociò le braccia al petto in attesa e la guardò fingendosi sorpresa della sua incazzatura, Holly alzò le sopracciglia in maniera naturale e fece il classico sorriso di chi la sapeva lunga, mentre Will raddrizzò il più possibile la schiena e alzò il mento, preparandosi alla guerra.
<< Buon pomeriggio, professoressa Sylvester >>. Disse con tranquillità, senza tradire alcuna emozione, turbato già dal fatto che la donna ce l’avesse con lui senza un apparente motivo.
<< Che accidenti sono questi?! >> Abbaiò la bionda, sbattendogli un faccia un foglio di pergamena con la firma del preside Figgins.
<< Sono degli orari >>. La prese in giro Holly dopo aver dato un’occhiata a ciò che era scritto sulla pagina. Sue la fulminò quasi istantaneamente e Will prese presto parola:
<< Sono gli orari in cui i miei Grifondoro usufruiranno del campo da Quidditch per gli allenamenti >>. Spiegò con semplicità.
<< Tre giorni! Hai idea di quanti siano?! >> Ringhiò la Sylvester, con gli occhi ridotti a due fessure.
<< Più o meno un mezzo della settimana se escludiamo la domenica >>. Rispose l’uomo, accennando un sorriso divertito.
<< Non prenderti gioco di me, William >>.
<< Non mi sto prendendo gioco di te, Sue! Semplicemente ho proposto a Figgins un nuovo programma di allenamento! Io e Shelby faremo allenare le nostre squadre il Giovedì, il Venerdì e il Sabato in due lezioni da due ore l’una; tu e Holly avrete il Lunedì, il Martedì e il Mercoledì e seguirete lo stesso criterio >>.
<< Forse non hai ancora ben capito con chi hai a che fare >>. Sibilò la donna, avvicinandosi pericolosamente all’avversario e assumendo un’espressione che a Will fece istantaneamente pensare ad un serpente.
<< I miei Serpeverde devono allenarsi tutti i giorni per almeno quattro ore, il capitano anche sei. È da quando ci sono io in questa scuola che funziona così >>.
<< Allora direi che c’è bisogno di qualcuno che rimetti le cose a posto >>. Lo sguardo di Will era impenetrabile e sosteneva senza fatica quello della rivale.
<< Non finisce qui, Will Schuester: tu e i tuoi riccioli gelatinosi avete dei conti in sospeso con Sue Sylvester. Avrai pure la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure, ma non mi porterai via il campo di Quidditch! >> Concluse la donna con aria minacciosa, prima di avviarsi a grandi falcate verso il corridoio opposto.
<< La cattedra Difesa Contro le Arti Oscure? >>
Ripeté Will, accigliato, voltandosi verso le colleghe.
<< Che accidenti c’entra?! >>

<< Allora Blaine l’Usignolo, sei qui per pietrificarmi o perché hai ripensato alla mia offerta di ieri sera? >> Domandò la biondina che volteggiava ad un paio di metri da terra, a cavallo della sua Firebolt. 
Era quasi il tramonto e il campo da Quidditch era deserto, sugli spalti sedevano solamente i membri ufficiali della squadra dei Tassorosso, alcuni Corvonero –Artie e Tina, ad esempio-, Kurt e, poco distante, Puck che era lì in veste di spia della Direttrice Sylvester. Dopo esser stati sconfitti dai Tassi dopo anni di vittorie indiscusse, i Serpeverde erano diventati più cauti e seguivano molto da vicino i movimenti della Casa di Holly.
<< No e no, Brittany, sono qui per fare il provino da Cercatore della nostra squadra di Quidditch >>.
<< Nostra? >> Ripeté la ragazza, confusa.
<< Sì, i Tassorosso! >>. Esclamò Blaine, lanciando un’occhiata a Kurt in cerca di appoggio.
<< Oh, non sei un Corvonero?! >> Chiese la Pierce, curiosa.
<< Sono dei vostri, lo hai detto tu prima, ho partecipato alla festa di ieri sera! >>
<< Ah, quindi non eri un infiltrato! >> Disse Brittany illuminandosi, con gli occhi azzurri scintillanti. << E va bene, allora. Monta a cavallo della tua scopa, Blaine l’Usignolo, appena sarai pronto lascerò libero il boccino! >>. Annunciò solennemente la ragazza che stringeva tra due dita il boccino d’oro.
L’Anderson salì immediatamente sul suo manico di scopa e dopo aver fatto un brevissimo giro di manutenzione -in cui si avvicinò alla postazione di Kurt quel tanto che occorreva per poter sentire il “buona fortuna” del Grifondoro- diede l’okay alla compagna, che liberò in un istante la pallina alata.
Quasi immediatamente il ragazzo si lanciò verso l’alto raggiungendo in pochi secondi i venti metri d’altezza: iniziò a volteggiare tenendo gli occhi puntati sul campo alla ricerca di un qualsiasi minuscolo bagliore. Si muoveva disegnando enormi 8, in maniera apparentemente priva di logica, ben accorto a non volare mai troppo a lungo controluce. Ogni tanto sterzava bruscamente o scendeva per qualche metro in picchiata, facendo sobbalzare tutti quanti, per poi tornare sui suoi passi e ridisegnare i monotoni 8 più o meno alla solita altitudine.
Dopo quasi un quarto d’ora in cui non sembravano esserci stati sviluppi, Blaine si tuffò per l’ennesima volta lasciando per i primi istanti il pubblico indifferente. Kurt e Brittany capirono quasi contemporaneamente che questa volta il ragazzo avesse intenzioni diverse: la picchiata stava durando più a lungo e il ragazzo si avvicinava pericolosamente al suolo ad una velocità altissima. Si vide per un solo istante, in cui fu notato dagli occhi di tutti: il boccino d’oro era appena due metri avanti all’Anderson e non sembrava voler arrestare la sua corsa sfrenata verso il terreno. 
Mancavano meno di sei metri all’impatto.
Kurt si alzò in piedi col cuore in gola e il sangue al cervello, la vista gli si stava offuscando e per dei lunghissimi, terribili istanti pensò davvero che Blaine si sarebbe schiantato.
Mancava ormai poco più di un metro quando il ragazzo sterzò bruscamente e si lanciò dalla scopa con le braccia tese, per poi riatterrarvi in perfetto equilibrio e cavalcarla con i piedi sul manico e il boccino stretto in una mano.
Ci mancò poco che la mascella di Sam toccasse il pavimento –e con la sua bocca enorme sarebbe stato possibile-, mentre Sugar ebbe una reazione più istantanea: svenne. L’abilità del nuovo arrivato era degna dei più grandi giocatori delle squadre mondiali e sicuramente questo aveva sconvolto tutti quanti.
<< Come sono andato? >> Domandò il ragazzo con innocenza, porgendo il boccino a Brittany, che era ancora vagamente sconvolta. La Pierce lanciò una rapidissima occhiata ai suoi compagni e poi tornò a concentrarsi sul compagno, annunciando solennemente:
<< Allenamenti domani alle sei. Benvenuto in squadra, Blaine l’Usignolo! >>. 

Era ufficiale: i Tassorosso erano degli avversari più che temibili.

-L'angolo di Kengha- 
Eccoci al terzo capitolo in cui comincia ad esserci un po' Klaine, di Quinn e tante sanissime rivalità (che in Glee non bastano mai). So che avrei dovuto pubblicarlo ieri, rispettando la scadenza settimanale che mi sono prefissata, ma per cause di forza maggiore -mia madre- non ho avuto modo di concludere il capitolo prima di adesso. A questo proposito, non avrò modo di rileggerlo fino a domani quindi è probabile che ci siano errori di battitura e/o di distrazione, che naturalmente siete liberissimi di segnalarmi ^-^
A prestissimo col Chap number 4,
Besos
   
 
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