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Autore: Dro    17/09/2013    3 recensioni
Donne e uomini che tra nascondere il volto o frustrare il corpo scelgono la seconda opzione.
Madri e padri che per proteggere i propri figli sono disposti ad abbandonarli.
Fratelli ed amanti che per stare insieme vengono divisi fisicamente e spiritualmente.
In un gioco delle parti che trova sempre il suo centro, tra coloro che sono stati costretti a scegliere la vita di traditori fedeli, Shun d’Andromeda deve decidere se accettare ciò che è realmente o continuare a nascondersi dietro le sue paure.
Saint ed amazzoni devono appianare le loro divergenza e formare un’alleanza per la battaglia decisiva.
Attenzione: i protagonisti dovevano essere Shun d’Andromeda, Ikki di Phoenix, Hyoga di Cingus, sorpresa e altro personaggio, ma sono imbranata e non sono riuscita a selezionarne più di uno… Quindi vi prego di non giudicare le mie capacità informatiche, ma di leggere la storia (è la prima che scrivo qui). Spero che vi piaccia…
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Phoenix Ikki
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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Il fulmine
 
Shun si ritrovò in una enorme sala bianca con al centro un grande cilindro di cristallo. Vi si avvicinò piano, un po’ titubante. Era a mezzo metro di distanza quando sentì di nuovo quella voce.
Stavolta era più vicina e aveva un tono quasi materno.
“Ardesia!!!” la ragazza si guardò in torno ed notò una figura femminile. Questa si avvicinò stupendola. Erano uguali, a parte i capelli che le scendevano lungo la schiena. Le sorrise: - Pensavo che avresti avuto il tempo di crescere… ora per avere il fulmine soffrirai…-
- Come? Il fulmine? Ma non eravamo qui per i…-
- Certo, i ciondoli di ognuno di voi della quinta generazione risveglieranno la vostra linfa divina e quella dell’olimpo alleato.-
- Lo so che in questo momento posso sembrarti stupida, ma non ho capito nulla… ed il fatto di avere un nuovo sosia mi mette ansia...- fece lei.
- Io non sono un sosia, io sono te prima di reincarnarmi…- le spiegò l’altra.
Alla ragazzina mancò il respiro:- No! Io non sono una dea!!!- strillò con tutta la sua forza.
L’altra sorrise mestamente. – Lo so, per essere della quinta generazione non ti è toccata in sorte una gran triade… ma vedi, Proserpina dovette salvare Artemide e Moira ed Era prese il suo posto, quindi il tuo subconscio è un po’ scombussolato dalla presenza di due dee che non si amano troppo.
Shun la fissò di nuovo senza capire.
- Se tu fossi un po’ più grande te lo ricorderesti, nell’ultima battaglia sacra, quella vera, quindici dei si fusero in cinque. L’Ardesia, l’Arciere Diamante, il Cacciatore Ambra, il Fabbro Rubino ed il Messaggero di Giada…-
- Ed io sarei il guerriero? C’è un errore! Io detesto combattere!-
- Il vero guerriero è chiamato alla lotta per dovere, non per diletto.-
Shun rimase in silenzio, non poteva certo controbattere.
- E il fulmine a che serve?-
- Sarà necessario quando dovrai sconfiggere Urano, tu sei il garante dell’ordine stabilito alla morte di Fato, noi dei non serviamo più, è questo che ha scatenato le guerre in cui sei stata coinvolta col Fabbro e l’Arciere, ma prima dovrai risvegliare le linfe divine di tutto l’olimpo che parteggia per te, una pietra per ogni elemento della quinta generazione e poi…- una violenta scossa di terremoto scosse tutta la struttura – Prendi il fulmine ora… quando vi risveglierete saprete come trovare i ciondoli…-
- Aspetta! Non può essere vero, io sono la reincarnazione di Hades!!! Un mostro! Non una dea benigna!!!-
- Vuoi riscattarti? Prendi il fulmine!!!- le ordinò l’altra.
La ragazza si girò verso il cilindro. Vi pose sopra la mano e sentì un energia potentissima percorrerle il braccio, però non era come sentiva la linfa divina di Hades. Quella linfa era sua, sentiva attrazione per il fulmine. Mentre tutto si oscurava ebbe la sensazione che quell’energia in realtà c’era sempre stata.
 
Aprì gli occhi piano. Su di lei i visi di Hyoga, Esmeralda, Afrodite, Seika, Saga e Kanon. Più distanti i fratelli Aiolaos e Aiolia. Lei per un istante non riuscì a fare mente locale, poi percepì un dolose lancinante al braccio sinistro che la costrinse in posizione fetale. Non emetteva urla, odiava far preoccupare gli altri Hyoga con delicatezza la mise seduta e la forzò a guardarlo negli occhi: - Ho buttato te nella colonna di luce?-
Il suono le arrivò quasi ovattato. Una lacrima le fendette la guancia. Il dolore era insopportabile. – Sì…-
Afrodite tirò fuori una boccetta contenente un liquido dorato ed allontanò Hyoga.
- Ehi! Piccola, mi senti?-
Shun annuì, non riusciva a dissimulare la sofferenza e questo stava spaventando tutti. Quando era diventata campionessa alcune delle sue ferite erano proprio brutte, ma non si sentiva come in quel momento.
Assentì alla sorella.
- Ok… ora so che non ti piacerà e che probabilmente avrai le convulsioni… ma o prendi questo o impazzisci per il dolore… scegli!-
La ragazzina annuì di nuovo, l’altra la risdraiò, le mise il pollice e l’indice sulle guance obbligandola ad aprire la bocca e le fece scorrere il liquido nella gola. Nei primi istanti le sembrò di bere un semplice liquore che le bruciava la faringe e l’esofago, ma quando raggiunse lo stomaco un nuovo dolore le fece inarcare la schiena, la respirazione si fece più affannosa ed il cuore le sembrò arrivarle alla gola, ma in pochi istanti tutto finì, lasciandole solo il braccio dolorante e la gola secca.
- Cos’era?- chiese lei senza fiato.
Seika le passò un bicchiere d’acqua che bevve avidamente.
- È nettare degli dei…-
- Cosa? Come lo avevi? A che serve?-
- Ti serve per velocizzare il passaggio tra neo e proto divinità… e me lo ha dato Jason…-
- Che ore sono? – chiese nuovamente la ragazza.
- Oggi sei esonerata da tutto, l’unica cosa che devi fare è parlare con tuo nonno e Sion entro stasera…-
Tutti uscirono dalla stanza con Hyoga fanalino di coda. Lei si allungò afferrandogli il braccio.
- Pinguino, stai un po’ con me? Se puoi e vuoi…- Arrossì. La richiesta era venuta fuori così spontaneamente, realizzò subito dopo cosa aveva detto.
Lui le sorrise e le si sedette accanto sul letto.
- Giorno libero?-
- Giorno libero…-
 
I saint si erano nuovamente riuniti nella grande sala dove solo due giorni prima avevano parlato del problema amazzoni. Tutti avevano raccontato quello che avevano fatto. Da quello che aveva capito Ikki, nessuno di loro era stato suo alleato e si chiese se quella figura rosa fosse davvero Shun. Comunque, quando lo avevano chiesto aveva risposto di non essere arrivato oltre il primo labirinto e di non sapere chi fosse con lui. Sul secondo punto in realtà non aveva mentito, ma qualcosa gli faceva pensare che invece quelle persone le conosceva benissimo.
Argor si era vantato d’essere arrivato fino alla fine, ma che all’ultimo una figura azzurra aveva gettato un’altra dentro la colonna di luce.
- Ma cosa sono questi ciondoli e cos’era quel labirinto?- sbottò Aldebaran visibilmente spazientito.
- Forse,- provò a dire Shaka – è stata Ananke a mandarci lì… -
Tutti fissarono il saint di Virgo senza capire.
- Ananke, la dea della necessità…- spiegò meglio - …è più potente di Zeus, Moira, Nyz e Caos…-
- Non hai spiegato, hai solo fatto nascere nuove domande!!!- esclamò Seiya.
Mu si alzò prese un libro da uno scaffale e glielo mise sotto il naso. “Dizionario dei miti” – Leggilo, imparalo, amalo!- gli disse.
- Comunque… il problema ora è capire se c’è una reale minaccia oppure no, intendo a parte Hades…- provò a dire Milo.
- Una minaccia c’è di sicuro: le amazzoni!!!- dichiarò Dohko.
Shaka si grattò il naso con l’indice, tentando di tenere un’espressione seria.
In quel momento le arrivò un sms. Si alzò dicendo di dover andare in bagno. Fuori dalla porta lesse il messaggio, glielo aveva mandato Afrodite : “ Se non torni subito faranno presiedere il senato da una diciassettenne, non che non sia brava o assennata, ma non può cominciare ora! Torna!!!”
La donna guardò il telefono un po’ storto. “Ma chi è l’attuale delfina? Non avranno mica eletto una delle bambine che persero il controllo contro i titani…” pensò. L’età era quella più o meno. Sperò con tutte le sue forze che non fosse quella che l’aveva contestata tanto tempo prima, quando l’armatura d’oro era fin troppo spesso appesa al muro…
 
Il luogo più pericoloso di tutto l’ordine delle amazzoni. Pieno di torturatori, urla, lacrime e cattivi odori, un luogo in cui poche volte un argonauta aveva avuto il coraggio d’entrare: l’asilo delle amazzoni.
Hyoga non aveva detto nulla, aveva accettato e basta, in fondo era ancora sotto controllo per aver mostrato la sua identità di fronte ai saint. Alcuni dicevano persino che era un traditore, Shun si stava prodigando in tutti i modi per aiutarlo, già il fatto che al delfina delle amazzoni gli dava così tanta fiducia favoriva molto la sua situazione. La guardava da un angolo mentre prendeva in braccio la bambina. Quanto si assomigliavano. Avevano gli stessi occhi e lo stesso viso, la differenza era nei capelli lisci e biondi della bambina, completamente opposti a quelli verdi e ribelli della ragazza che la sosteneva.
- Mamma! Mamma!!!- la chiamava e lei con voce dolce e paziente le diceva: - No! Zia…-
Chi poteva dare torto a quella bambina? Per i primi due anni della sua vita Shun e Hyoga si erano occupati di lei, poi anche loro erano partiti. La ragazza si girò verso di lui rivolgendogli un sorriso a trentadue denti.
- Hai visto Hope? C’è anche Hyoga! Che dici lo andiamo a salutare?- 
Come era diversa da quando si era svegliata! Il dolore era sparito, anzi, sosteneva la bambina con entrambe le braccia.
“Potremmo avere una bambina così” pensò Hyoga arrossendo di colpo. Sì, Hope aveva i capelli poco più scuri dei suoi e gli occhi di Shun. Molti avrebbero potuto pensare che fosse figlia loro se non fosse stato per il fatto che Shun dimostrava anche meno della sua età, e per quanto la bambina fosse nel cinquantesimo percentile, non poteva comunque dimostrare due anni.
La ragazza gli si avvicinò. – Ehi, Pinguino! Che dici andiamo al palazzo dello svago?-
Il russo si alzò – Perché no? Sarà divertente vedere se ha il tuo senso dell’equilibrio…-
- Non credo… assomiglia a sua madre…-
Hope saltò tra le braccia di lui. – Sai, l’altra mamma ha detto che se ti sposi mamma diventi mio zio!!!-
Shun si imbarazzò tanto da impallidire, più che arrossire ed il biondo non riuscì più a guardare in faccia nessuna delle due…
- Non lo sai?- provò a dire per sdrammatizzare – A tua zia non piace l’idea del matrimonio!- fece avviandosi e tenendo ancora la bambina in braccio seguito dalla delfina, ormai catatonica.
- Perché?- chiese la vocina acuta della piccola.
- Dice che se si ama una persona non bisogna ostentarlo con cerimonie inutili…-
- E allora come si fa a capire se qualcuno ti ama?- continuò a chiedere la bambina.
- Glielo si dice… - si intromise Shun – …e si spera che risponda allo stesso modo…-
La bambina rimase concentrata per qualche minuto mentre veniva trasportata dalle forti braccia dell’ex saint di Cingus, suscitando una risata di sfogo dei due ragazzi.
- Ma serve comunque una damigella?- chiese alla fine.
- No…-
- Ed io che faccio?- continuò la bambina in tono preoccupato.
- Tu stai buona ed aspetti!!!- esclamò Shun.
- Cosa?-
- Che la tua vita trovi equilibrio… è quello che cerchiamo tutti… trovare equilibrio e mantenerlo… con o senza qualcun altro…-
Hope guardò la zia senza capire.
- Siamo arrivati!!!- urlò Hyoga contento che al discussione più difficile mai sostenuta da lui fosse finita.
Cambiarono le scarpe negli appositi contenitori ed uscirono. Una distesa di ghiaccio sintetico li attendeva. Shun saltò oltre la staccionata e fece subito delle piroette mentre Hope la raggiungeva a piedi un po’ malferma. Hyoga le seguiva più tranquillo. Prima che lui tornasse in Siberia per riprendere l’armatura e lei in Giappone avevano pattinato con Hope. Shun, quando saliva sui pattini, tornava bambina. Aiutò per un po’ la nipotina a reggersi, ma non c’era verso di farla stare in piedi…
- Io l’equilibrio non lo avrò mai!!!- gridò tutta impettita.
La ragazzina rise :- A chi lo dici!!!-
Hyoga venne verso di loro con movenze molto eleganti e si piegò all’altezza della bambina per dirle qualcosa, ma la piccola logorroica lo anticipò con una richiesta.
- Mi fate vedere come ballate tu e mamma/zia?-
Lui da sotto la frangetta guardò la ragazza che teneva in piedi la bambina tirandola per le braccia che annuì un po’ preoccupata.
Hyoga prese la bambina per i fianchi e la fece sedere a terra vicino al muretto che delimitava il ghiaccio dalle tribune.
Shun si richiuse le manopole. Improvvisamente aveva freddo. “Non ti comportare come farebbe una coetanea di tua nipote!” si disse.
Hyoga tornò verso di lei. – Che numero facciamo?-
- Non lo so… andiamo a braccio?-
Il ragazzo le sorrise, poi si mise in posizione. Cominciò a pattinare verso destra e lei verso sinistra e quando si incrociarono fecero una piroetta in aria.
 
Jason picchiettava sulla scrivania, mentre Sion lo guardava storto. Shun arrivò correndo nella stanza. I jeans erano ricoperti di ghiaccio e da una tasca spuntavano un paio di guanti di lana nera. I capelli erano più scompigliati del solito.
- Alla buon’ora!- esclamò suo nonno.
La ragazzina non rispose e si sedette davanti al tavolo dove stava.
- Di cosa dobbiamo parlare?-
- Prima di tutto sappi che da domani dovrai presiedere il senato…-
- Cosa? Ma se si può entrare solo a venticinque anni …-
- Indosserai un chitone bianco e non un peplo, con te ci sarà il tuo team, hai già assegnato i compiti ai tuoi compagni?-
- Hyoga è il mio consigliere e subentrerebbe se mi succedesse qualcosa prima di una futura elezione… a Seika ed Esmeralda  non l’ho ancora detto… ma le vorrei come miei sovrintendenti ai rapporti esteri e agli affari interni…-
- Ok… ora la cosa più seria… cosa è successo quando sei entrata nella colonna di luce che ci hanno descritto?-
Shun sorrise, anche lui sarebbe voluto arrivare fin lì, tutta quella storia del presiedere non aveva altro senso se non quello punirla …
- Ho preso il fulmine…-
  
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