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Autore: Ca7    17/09/2013    3 recensioni
Capita a volte che due persone si cullino nei ricordi quando sanno di non poterne creare altri. E se poi quei ricordi si creano e si eclissano ancora, come si trova la forza per continuare sulla propria strada?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Sabato arrivò. Sarah si stava preparando per uscire: dall’armadio prese un paio di jeans e li indossò. Poi una maglietta nera con la scollatura a V che le cadeva dritta sui fianchi e infine i suoi stivali di pelle, neri, preferiti. Si sedette sul letto, arrotolò i jeans fin sopra le ginocchia e quando infilò ai piedi entrambi gli stivali, li fece scivolare dentro. Dopodiché andò in bagno a sistemare i capelli: erano ancora bagnati, prese della schiuma e la applicò per dar loro il solito effetto mosso. Prese l’asciugacapelli e iniziò ad asciugarli. Si truccò leggermente e prima di uscire dal bagno, prese un lungo respiro.
<< Sta tranquilla!>>, Roxanne arrivò sulla porta, << Piaceresti a quelle due, anche se ti avvolgessi in un sacco della spazzatura.>>
<< Potrei anche aver deciso di farmi bella per me stessa, Rox.>>
<< Questa è la regola numero 1.>>, le sorrise, << Comunque, Kate è fuori che ci aspetta.>>
<< Possiamo andare.>>, Sarah spense la luce e prese la borsa da sopra il letto.
Kate le stava aspettando vicino la loro auto. Indossava dei pantaloni neri, una maglietta bianca con sopra un gilet nero, sbottonato. I capelli li aveva legati, lasciando che due ciocche le cadessero libere sul viso, su entrambi i lati.
<< Eccoci qui!>>, disse Roxanne mentre lei e Sarah la raggiunsero.
Sarah e Kate si guardarono intensamente come se fossero pronte per un primo appuntamento.
<< Okay… questo è uno di quei momenti Sarah-Kate. Esco di scena entrando in macchina.>>
Risero entrambe.
<< Kate, c’è una cosa che devo dirti prima di…>>
<< Ti ascolto.>>, disse Kate curiosa.
<< Le cose potrebbero prendere una piega un po’ strana, questa sera. Vedi… Cassie mi ha detto di provare qualcosa per me, e dopo che noi due abbiamo rotto… non nutre molta simpatia nei tuoi confronti. In più, il fatto che ci sia anche tu non le va molto a genio.>>
<< Capisco!>>, Kate incrociò le braccia al petto, << Voi due…>>
<< No, no. E’ solo che vorrei che filasse tutto liscio.>>
<< Farò in modo che sia così, allora.>>, le fece l’occhiolino per rassicurarla.
<< Scusate se v’interrompo: potreste portare gentilmente i vostri culi su quest’auto? Grazie!>>, Roxanne richiamò la loro attenzione sporgendosi dal finestrino. A quel punto aprirono gli sportelli e salirono nel veicolo.



Un quarto d'ora dopo arrivarono in centro e trovarono subito parcheggio non lontano dal posto in cui avrebbero cenato. Il ristorante in questione era un posto speciale per le sorelle Stewart, poiché il proprietario e Chef era il nonno e con lui vi lavorava anche la loro madre.
Cassie era già lì, davanti all’ingresso ad attenderle. Quando entrarono, fu Gloria Stewart ad accoglierle, che dopo i saluti le accompagnò al tavolo riservato loro.
<< Noi andiamo un attimo a salutare il nonno.>>, Roxanne prese per mano la sorella e si recarono in cucina. Entrando, videro il signor Jim alle prese con i fornelli.
<< Ciao nonno!>>, dissero all’unisono.
<< Sarah. Roxanne. Che bello vedervi.>>
Le due si avvicinarono e lo salutarono con un bacio, una guancia per una. L’uomo chiamò con un cenno della mano l’aiuto Chef che lo sostituì, in modo da poter abbracciare le nipoti.
<< Come mai da queste parti?>>
<< Mamma non ti ha detto che saremmo venute per cena?>>, chiese Roxanne.
<< No. Probabilmente lo avrà dimenticato. Ma fa nulla … questo posto è sempre aperto per voi due.>>, sorrise.
<< Siamo con Kate e Cassie, comunque.>>, disse Sarah.
<< Kate? Kate?>>, il signor Jim guardò la nipote.
<< Si.>>
<< Allora, dopo passerò a salutarle.>>, le accarezzò un braccio.
<< Okay! Ti lasciamo tornare al tuo lavoro.>>
Il Marion’s Restaurant era una sorta di seconda casa per Sarah e Roxanne: parte della loro infanzia l’avevano trascorsa tra quelle mura, facendo compagnia ai loro nonni in cucina. Si divertirono parecchio e sporcarono parecchio tutte le volte; ma ciò non era mai stato un problema per Jim e Marion. I sorrisi allegri delle loro nipoti valevano più di tutto. Più di un piatto rotto, di una bottiglia di sugo rovesciata per terra, di macchie d'olio sparse qua e là.
Fortunatamente, la serata procedeva nel migliore dei modi, c'era un’atmosfera distesa e serena. Ci fu un momento in cui Roxanne e Kate si ritrovarono da sole al tavolo.
<< Tua sorella mi ha detto di Cassie.>>
<< Oh! L’ha fatto?>>
<< Si. Sicuramente tu lo sapevi… quindi perché hai insistito affinché io venissi?>>
<< Ci stiamo divertendo… tutto sta andando bene… non è stata una cattiva idea, alla fine.>>
<< E’ vero. Ma, scommetto che né io né te rientravamo nei piani di Cassie per questa serata. Specialmente la sottoscritta.>>
<< Senti… Cassie è carina, gentile e bla bla bla …. ma io sono Team Kate.>>
<< Team Kate?>>, le labbra di Kate si distesero in un sorriso compiaciuto.
<< Al 100%! E poi, fidati… mia sorella non ti ha dimenticato.>>
<< Rox, credimi… ci tengo ancora a tua sorella, ma ci siamo ferite a vicenda...>>
<< Lo so!>>, Roxanne fece una pausa, << Avete vissuto una brutta esperienza che vi ha allontanato… ma c’è un motivo se lo chiamiamo passato. E bisogna essere abbastanza intelligenti da non restarci incatenati.>>


Intorno alle 22:00, ritornarono a casa. Kate accompagnò le ragazze fino alla porta.
<< Sarah, avrei bisogno di parlarti.>>
Roxanne e Sarah si scambiarono uno sguardo d’assenso.
<< Buona notte, allora.>>, Roxanne fece l’occhiolino alla sorella ed entrò in casa.
<< Perché mi hai detto di Cassie?>>
<< Ritenevo giusto dirtelo.>>, rispose Sarah, perplessa. Non si aspettava una domanda simile.
<< Sembra davvero una ragazza apposto.>>
<< Lo è! Aspetta un attimo!>>, Sarah scosse la testa, confusa, << Perché stiamo parlando di lei?>>
<< Perché… forse, a volte, trovare un appiglio per restare aggrappati a qualcosa… non è esattamente la cosa migliore da fare.>>, Kate fece un enorme sforzo per dirle ciò.
<< Penso di sapere cosa sia meglio per me. E di sicuro non userei Cassie come ripiego.>>, Sarah raddrizzò le spalle e continuò nonostante il nodo alla gola, << Se hai pensato una cosa del genere… probabilmente non riesci a perdonarmi, Kate.>>
<< L’ho fatto! E non è questo il punto.>>
<< Allora qual è? Spiegamelo, per favore. Io non ti ho chiesto niente. Non ti ho chiesto di rimanere amiche, non ti ho chiesto di tornare insieme…>>, si agitò, << Sono solo stata una stupida nel sperare che potesse succedere. Una stupida nel credere che potessimo avere il coraggio di lasciarci tutto alle spalle.>>
<< Sarah, ti prego...>>, mortificata Kate le si avvicinò.
Lei alzò una mano per bloccarla.
<< E sai qual è la cosa che mi fa più male? Aver pensato che valesse anche per te. Che cavolo Kate! Avresti dovuto riprendermi tra le tue braccia piuttosto che spingermi tra quelle di un’altra.>>, la inchiodò con lo sguardo. Poi aprì la porta di casa e la richiuse bruscamente. Salì le scale e si recò in camera sua. Con fretta si tolse i vestiti di dosso e s’infilò il pigiama. Qualche lacrima le scese sulle guance mentre camminava verso la camera della sorella. Aveva bisogno di lei.
Aprì la porta.
<< Rox? Stai dormendo?>>
<< No, entra.>>
Sarah si sdraiò di fianco a lei, nel letto.
<< Ritrovarmi in quel locale mi fa sempre pensare alla nonna.>>, disse Roxanne.
<< Capita anche a me.>>, con una manica del pigiama si asciugò il viso.
<< Com’è andata?>>
<< E’ finita tra me e Kate. Intendo … proprio finita. Penso non mi ami più, davvero.>>
<< Ne sei sicura?>>
Sarah aprì bocca per parlare ma non riuscì più a trattenere quel nodo alla gola e il pianto ebbe la meglio.
<< Ehi!>>, Roxanne la strinse a sé e la cullò per calmarla.
  
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