Canzoni angeliche, ma prive di logica
C’era
qualcosa, nel modo in cui lo stava guardando, che non lasciava
presagire niente di buono. Fin da quando ne aveva memoria, aveva sempre
visto
suo fratello Charlie come una persona eccentrica – quel suo
modo di amare i
draghi, per la barba di Merlino! – e gioviale, del tutto
priva di peli sulla
lingua; eppure ora un Charlie che per età avrebbe dovuto
essere più maturo e
farsi beffe di una timidezza che non aveva mai posseduto indugiava
invece sulla
soglia della porta, quasi incerto se compiere quel passo che
l’avrebbe ammesso
nel salotto di Percy Weasley.
Lungi
da lui spronarlo a farsi avanti: il padrone di casa avrebbe
preferito rimanere il più possibile incollato alla Gazzetta del Profeta, rileggendo
innumerevoli volte l’articolo in prima
pagina in cui era stato fatto il suo nome – e nel modo
giusto. Certo, figurava ancora come
l’assistente del Ministro
della Magia, ma non nutriva dubbi sulla carriera che in pochi anni
avrebbe
fatto.
-
Perce? – chiamò infine suo fratello, strappandogli
un sospiro.
Mentre
Charlie si sedeva sulla poltrona e l’avvicinava alla sua,
Percy
piegò attentamente il giornale, lo mise da parte e si
sistemò gli occhiali sul
naso. – Sì?
-
Ho bisogno di un consiglio.
Il
suo petto si gonfiò d’orgoglio.
Lo
sapeva, quel momento era finalmente arrivato!
Lanciò
uno sguardo fugace e soddisfatto al giornale, complimentandosi
per la propria solerzia. C’era voluto tempo – molto tempo – ma alla fine la
sua famiglia aveva capito quanto
potenziale avesse e perfino un fratello maggiore ora si trovava da lui
per
chiedergli un consiglio. Percy si adagiò meglio sulla
poltrona e intrecciò le
dita.
-
Puoi contare su di me. Un consiglio finanziario? Hai finalmente
deciso di ritirarti dall’affare dei draghi e metterti in
proprio? Posso darti
un sacco di idee in proposito… Ma forse sei qui
perché cerchi lavoro al
Ministero? – Inclinò il busto in avanti.
– In tutta onestà, non credo tu abbia
i requisiti adatti per lavorare al mio
piano, ma potrei chiedere se per caso all’Ufficio
Regolazione e Controllo
delle Creature Magiche serve personale. Con la mia influenza, di sicuro
prenderanno in considerazione la prospettiva di…
-
Perce, - lo interruppe Charlie. – Si tratta di Fera.
-
… averti con loro – concluse mestamente Percy.
D’improvviso
la fierezza che aveva provato scomparve, ma lasciò dietro
di sé, oltre all’indignazione, un pizzico di
curiosità. Aspettò che suo
fratello continuasse.
-
Ora tra voi non c’è più alcun rancore,
giusto? Non hai problemi a
parlare di lei?
-
È tutto a posto, - confermò.
Charlie
continuava a essere a disagio. Si guardò le mani e poi si
concentrò sul pavimento, come se avesse paura che potesse
cedere sotto i suoi
piedi.
-
Allora… - La sua voce si era improvvisamente fatta rauca.
Tossì. –
Allora posso chiederti di darmi… qualche consiglio, ecco.
-
Di che natura?
Inspirò
profondamente. – Sai, mi ha invitato a stare da lei stanotte,
all’appartamento a Gloucester Road. Med è da
Oliver, così Fera aveva casa
libera e…
-
I tappi per le orecchie non ti serviranno: russa solo in posizione
prona,
ti basterà scuoterla piano per farla smettere.
-
No, io mi riferivo a…
-
Se vuoi portarle qualcosa, ti consiglio di andare sui pasticcini. Fa
appassire le rose nella metà del tempo che occorre al resto
delle donne, ha un
talento naturale.
-
Grazie dell’informazione, ma non è questo
che…
-
Ricorda che è freddolosa, il che significa che
userà un paio di
piumoni; se per te dovesse essere troppo caldo, la zona del letto
vicino al
corridoio è la più fresca della…
-
Perce, faremo sesso.
Per
la seconda volta nell’arco di dieci minuti, Percy si
ritrovò senza
parole. Non riusciva nemmeno a pensare.
-
Tu hai Audrey adesso, - riprese Charlie, - per cui ho pensato che non
ti desse fastidio parlarne…
-
No, no, è tutto a posto -. Percy scrollò la testa
e si pulì gli
occhiali, giusto per avere qualcosa da fare.
-
D’accordo. Il punto è questo: io non
ho… mai…
Questa
volta rischiò un infarto. Sgranò gli occhi,
incredulo. – Tu non
hai mai? – Non riusciva a
capire se
fosse più incredibile quella rivelazione o la conversazione
che stavano avendo.
-
No, voglio dire sì, intendo che… Oh, senti, ho
avuto un po’ di
ragazze, ma... occasionali, ecco.
Ho
avuto una relazione solo a Hogwarts ed è finita
là, ma è stato in Romania che… ho fatto il passo. Sono stato con una
ragazza, ma è durato molto poco, giusto il tempo di darci
dentro…
-
Per Godric…
-
… però non avevo tempo di frequentarla,
è un lavoro impegnativo
quello con i draghi, così alla fine non ho mai avuto una
relazione… fino a ora.
Non so come comportarmi, non so cosa sia da considerare…
adeguato per una
fidanzata o…
-
Charlie, ti prego! – sbottò Percy, incapace di
ascoltare altro. –
Vuoi chiedermi come fare sesso con
la
mia ex fidanzata?!
-
Solo qualche trucchetto. Cosa le piace?
-
Cosa le… oh, per la barba di Merlino, non sta succedendo
davvero…
-
Percy, se l’unico a cui posso chiedere. A parte Med, ma non
credo
abbiano…
-
TU SAI DI QUELLA STORIA?
Charlie
si ritrasse, preso alla sprovvista. – Sì, me
l’hanno
raccontato, - spiegò, aggrottando le sopracciglia.
– Cosa c’è di male?
“Cosa
c’è di male?!” pensò Percy,
ma poi si chiese: “Già, cosa?” Al
tempo la notizia lo aveva fatto indignare, ma solo perché
non aveva ancora
capito di essere geloso di Fera, quindi adesso qual era il motivo per
cui gli
stava dando tanto fastidio che quella storia venisse ritirata fuori?
Respirò
profondamente, si sistemò di nuovo gli occhiali e
cercò di
rendersi utile; dopotutto, pur se con un intento diverso da quanto lui
si era
aspettato, suo fratello era venuto a chiedergli un consiglio. Si fidava di Percy.
Cominciò
a riflettere. – Le piacciono i baci sul collo. Non tutto il
collo, solo la parte vicino alle orecchie.
-
Sì, lo so.
Qualcosa
lo pizzicò nello stomaco. – Non impazzisce per gli
apprezzamenti, ha sempre paura di essere presa in giro; però
capisce che non è
uno scherzo quando se lo sente sussurrare all’orecchio. E
poi…
Cosa
piaceva a Fera? Di colpo le immagini di diversi anni prima gli
invasero la mente e parlare non fu poi così difficile,
soprattutto fissandosi
le mani di nuovo intrecciate.
-
Le piace stare sotto le coperte quando è nuda. Si imbarazza,
così
preferisce togliersi tutto da sola e aspettare là sotto, al
caldo; ama il
contatto con la pelle, va abbracciata subito una volta nudi. Preferisce
avere
il controllo della situazione, ma spesso, quando è stanca,
si lascia convincere
a stare sotto e a rilassarsi, ed è evidente che le faccia
piacere quella
premura perché sorride in un modo… strano.
Puoi vedere quel sorriso solo sotto le coperte. Le danno fastidio i
gemiti e
detesta che il seno le venga toccato nel mezzo dell’amplesso,
però adora farsi
accarezzare i capelli. E quando tutto è finito va baciata
sul naso e poi sulla
bocca, e si lascia cingere da dietro prima di addormentarsi…
Non
seppe per quanto tempo rimase in silenzio a contemplarsi le mani,
ma dopo quelle che gli parvero ore udì la voce di Charlie.
-
Farò così, allora -. Dal modo improvvisamente
risoluto in cui parlò,
più dal Charlie che aveva visto crescere che da quello che
si era mostrato con
lui quel giorno, Percy intuì che qualcosa doveva aver
pizzicato anche il suo,
di stomaco. – Ora vado a prepararmi, è quasi ora
di cena… E devo andare a
comprare dei pasticcini -. Ammiccò verso di lui.
Percy
si alzò per accompagnarlo fuori dalla porta.
-
Non serve, - disse Charlie, facendogli segno di tornare a sedersi.
–
Mi Smaterializzo direttamente da qui. Buona serata, e dà un
bacio da parte mia
ad Audrey quanto torna.
“Fa’
lo stesso con Fera,” avrebbe voluto rispondergli Percy, ma si
limitò a fargli un cenno di saluto con il capo.
Quando
fu rimasto solo, si soffermò a pensare a quanto le mancasse
la
sua amica. Quando si erano lasciati – in quello stesso
appartamento che ora
Percy condivideva con la moglie – si era sentito vuoto: Fera
era stata presente
dalla sua vita fin dal primo anno di Hogwarts, come un’amica
e poi come
un’amante. Aveva studiato insieme, litigato, passato intere
estati a scriversi,
avevano fatto l’amore e avevano convissuto per un anno.
Forse, se le cose
fossero andate diversamente, ora ci sarebbe il suo odore
nell’aria e non quello
di Audrey; forse mesi prima avrebbe infilato la fede
all’anulare di Fera, non
di Audrey. Forse… Ma non gli dispiaceva che non fosse andata
così.
Sarebbe
tornata Audrey a casa quella sera, e di questo Percy era
felice, come lo era della consapevolezza di passare ancora una notte
con lei –
una notte, tutta la vita.
Pensò
di scrivere una lettera a Fera il giorno seguente, per sapere
come stava e parlarle dei nuovi incarichi che Shacklebolt gli aveva
dato. Già,
le avrebbe scritto.
Riprese in mano il giornale e
tornò a contemplare l’articolo in prima
pagina, non vedendo l’ora di parlarne con Audrey.
Non vi è piaciuta? Prendetevela con Fera, è lei che mi ha ispirato u.u
Vi è piaciuta? E allora che aspettate a leggere le altre della serie? :D
Oltre alla sopra citata Laphroaig (che è da collocarsi come "quinta storia della serie"), ci sono anche:
- Atterrerò sulle tue spine
- E graffierò ogni tua cellula
- Dipingerò di rosso la sabbia
- Mentre i Pennuti suoneranno da un cielo ametista
Perché questi titoli che non c'entrano niente con il contenuto delle storie? Beh, perché la sera che io e la twincest ci siamo conosciute i nostri amati Follow The Mad hanno cantato per la prima volta Laphroaig ♥
Spero che questa OS strana e quasi senza senso vi sia piaciuta (perdonatemi, ma dovevo mettere su carta e rendere noto al modo che Fera e Percy HANNO COPULATO),
a presto!
Med