Lasciate ogni speranza, o voi ch'entrate. Contenuto assolutamente NO SENSE! E' una storia di una serie (altrettanto nosense), Carl Gallagher against the world, di cui è stato già pubblicato il primo capitolo - altrettanto stupido. Non me ne vogliate, ma io mi sto divertendo un casino a scrivere di Carl e delle sue "scoperte" scioccanti. Quindi, sì, su questa storia devo dire pochissimo, non vi voglio spoilerare il finale!
Ecco, vi lascio la lettura e mi nascondo in angolo. Ciao! ♥♥♥







Fiona Gallagher da per certe tre cose: se ti pagano a più di quindici dollari all'ora devi accettare, la lasagna è buona anche una settimana dopo averla scongelata e che se Carl ti chiama al telefono e dice che è successo un disastro devi lasciare tutto e correre. E se ti dice che ti aspetta all'ospedale puoi anche farti palpare un po' il culo per un passaggio in auto.

Lo vede stretto nel suo giubbotto troppo grande, con la faccia pallida seppellita nella sciarpa e il cappello abbassato fino alla orecchie. L'ospedale, in quella zona, è un posto orribile. Fiona lo stringe al petto, constatando che ci siano tutti e quattro gli arti e non puzzi di bruciato, acido o alcol. Alza lo sguardo e Fiona sta per dare di matto, perchè Carl non si sente mai dispiaciuto. Nemmeno quando da fuoco ai gatti dei vicini. Ma quando alza lo sguardo, Carl ha gli occhi lucidi.
"È Ian"



Fiona si prende la testa tra le mani, nella sala d'aspetto, e si passa le mani sugli occhi, i palmi sudatissimi, eliminando la traccia del poco trucco scadente. Carl, accanto a lei, con gli occhi enormi, gli lancia uno sguardo sconsolato. Ha cercato di farlo parlare, ma le uniche cose che gli ha cavato sono Ian, colpa sua e forse lo perde. Dice anche che ha chiamato Lip, ma gli ha riso in faccia e ha continuato a scopare con Mandy fino a quando non ha chiuso la chiamata per sbaglio.
Fiona è così incazzata che sta per prendere a calci una sedia, ma l'infermiera la tiene sott'occhio da quando sono entrati nella sala e le ha dato della stronza per non avergli fatto vedere Ian. "Mi puoi dire che cazzo è successo, Carl? Lentamente"
Carl si stropiccia gli occhi, si guarda intorno come se avesse paura di essere sentito da qualcuno. Solo che la sala d'aspetto è vuota, ci sono solo loro due schiacciati nella stessa poltroncina scomoda. Si avvicina a lei, con fare cospiratorio. "Colpa di quel Milkovich"
"Mandy?"
Carl si avvicina ancora di più, il naso che sfiora l'orecchio di Fiona. Digrigna i denti e incrocia le braccia al petto. "Quell'altro"
Sta per chiedergli di che cosa sta parlando, quando arriva l'infermiera che, con una smorfia acida stampata sulla faccia, gli dice che il paziente Ian Gallagher è stato trasferito in una stanza, momentaneamente. Carl è più veloce di lei, si alza dalla poltroncina e la trascina per la manica della giacca, inciampando nei suoi stessi lacci delle scarpe. Fiona è così agitata che passa sopra anche a tutte le parolacce che escono dalla bocca di Carl perchè, cazzo, non l'ha davvero mai visto così preoccupato.


Poi lo vede. Nel suo letto d'ospedale, Ian è girato su un fianco, con gli occhi chiusi. Pallido, con i capelli sudaticci e le mani che stringono il lenzuolo. I lividi sulla faccia sono giallognoli e sono quasi del tutto spariti, proprio come quando lo ha salutato la mattina. Non ci sono tagli, nessun gesso e nessun coso che fa bip.
E poi vede quell'altro. I capelli più neri che abbia mai visto, i denti che vanno a tormentare le labbra e il jeans strappato sulle ginocchia.
"Che cazzo ci fa Mickey Milkovich qua?" chiede con la voce che sale di un'ottava. Lui alza lo sguardo, un po' sorpreso un po' spaventato.
Carl, dietro di lei, gli stringe un po' la manica. "È colpa sua!"
Ian sbuffa un po', con un sorriso leggerissimo sulle labbra. "Ti deve dei soldi? Lo hai fatto finire tu in ospedale?" Fiona inizia a frugare nella sua borsa, alla ricerca dei pochi spiccioli che si porta dietro.
"Io non gli ho fatto proprio un cazzo di niente!" ringhia sulla difensiva, stringendo le mani sui braccioli della poltroncina. Fiona lascia cadere la borsa sulla sua spalla.
Carl la supera, con passo un po' troppo deciso per un bambino di dieci anni che vuole mettersi contro un delinquente esperto, e gli punta un dito contro. "Lo sai benissimo quello che hai fatto!"
Mickey si alza dalla sedia, superando il bambino di dieci centimetri abbondanti. "Perchè non ti fai un giro, stronzo?"
"Perchè non te ne fai a fanculo?" Fiona è già pronta a mettersi tra i due, sicura che Mickey gli tiri un pugno o cacci una pistola dalla giacca sporca. Ma Ian ride. Una strana risata mista ad attacchi di tosse. Fiona gli si avvicina, portandosi Carl affianco.
"Che è successo, Ian?"
Carl si agita, strattonando la mano che lo trattiene a Fiona. "È incinto, ecco che cosa ha! E questo stronzo lo ha messo incinto!"
Fiona si gira, cercando una cazzo di telecamera nascosta o l'infermiera che la prende per il culo attraverso un vetro. Ian continua a ridere e tossire, Mickey si gratta la testa. Però Carl ha ancora l'espressione più truce che abbia mai visto, roba da far concorrenza agli ubriaconi dell'Alibi. E Fiona non sa davvero se ridere o piangere, quando Ian gli afferra la mano, bollente. "Ho l'influenza, Fiona"