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Autore: Calipso__    17/09/2013    1 recensioni
E' passato tanto tempo dall'ultima volta che Magnus ha vissuto un'avventura, così come dall'ultima volta che si è veramente innamorato. Sono gli anni 50, e l'incontro con una strega affascinante e stravagante tanto quanto lui, lo porterà ad intraprendere un viaggio alla ricerca della felicità e alla ricerca dell'Amore... se per degli stregoni l'Amore esiste veramente.
-SPOILER CPSS-
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Magnus Bane, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un amore anni 50

U
n amore anni 50

3a REGOLA.
Vivi le mode ma sii tu la moda di te stesso.

Magnus si svegliò il giorno dopo con un terribile mal di testa. Era disteso su un letto bianco e sgualcito. Era solo, e il sole era già alto in cielo fuori dalla finestra, illuminando l'intera stanza. Magnus tentò di mettersi a sedere, ma ci rinunciò portandosi una mano alla tempia.
Ah, che male...! pensò dolorante. Certo, ne aveva viste di peggio... ma il fatto che non ricordasse nulla della sera prima era preoccupante.
Contro ogni singola cellula del suo cervello che si lamenteva per il dolore, Magnus si mise a sedere e scoprì con non troppa sorpresa di essere nudo. Alzò le lenzuola e trovò i suoi boxer in fondo ai piedi. Sperò solamente che non si fosse portato a letto un qualche essere assurdo. Dopo essersi rimesso almeno la biancheria, si alzò in piedi e notò una figura sinuosa sul balcone.
- Ben svegliato...! - gli disse Leila facendo cadere di sotto la cenere della sua sigaretta. I capelli erano sciolti e si muovevano al vento proprio come la sua vestaglia di seta bianca.
- Io... - iniziò Magnus, ma lei lo interruppe. - Vuoi sapere cos'è successo ieri sera? -
Magnus annuì, passandosi una mano tra i capelli.
- Dopo tutta quella droga di fate e tutto quell'alcool abbiamo perso tutti e due il controllo, ma credo che abbia fatto più effetto su di te: se non fossi arrivata io credo che James ti avrebbe addirittura strappato via i pantaloni mentre ti... vabbé, non entro nei dettagli. -
Ecco una cosa orrenda: aver avuto una tresca con un attore come James Dean e non ricordarselo.
- E noi due abbiamo...? - cominciò Magnus, ma la voce gli scemò allo sguardo freddo di lei: è ovvio, loro due avevano.
- Diciamo che sono solo un tantino offesa che tu non ricordi nulla mentre io ricordo tutto, ma non la prendo sul personale... - spense la sigaretta, si appoggiò al balcone e con uno sguardo enigmatico disse: - Ci siamo conosciuti ieri e a me andava bene di andare a letto con te, al di là della droga e dell'alcool. - con una risata aggiunse: - E' stato divertente sapere delle tue disavventure in Perù, è un peccato che non possa tornarci con te, credo che mi sarei divertita molto... -
- Ti ho... raccontato anche del Perù? - fece Magnus mortificato: era veramente diventato così vulnerabile la scorsa notte?
- Oh sì... ma la parte interessante è quando mi hai scambiata per una certa Camille... - continuò.
Magnus iniziò a disperarsi: non solo aveva fatto colpo su James Dean, non solo era andato a letto con una ragazza intrigante come Leila, ma l'aveva pure scambiata per Camille... e lui non ricordava assolutamente nulla. Fare sesso con una donna e chiamarla con il nome di un'altra è il modo migliore per trovare una morte lenta e atroce.
Leila però lo guardò con un triste sorriso e disse solo: - Ne vuoi parlare? -
Non sembrava arrabbiata o incuriosita, solamente... triste. E non quel genere di tristezza che nasconde invidia... è quel genere di tristezza compassionevole nei confronti del prossimo.
- Sembravi veramente avvilito e... sì, anche arrabbiato. -
Magnus alzò le spalle.
- Una storia andata male, credevo di averla superata, ma a quanto pare non è così. - disse solo lui.
- Ognuno ha i suoi  scheletri nell'armadio. - fece notare Leila con un tenue sorriso. - E questo non vuol dire indossare una maschera ma semplicemente non essere pronti ad ammettere agli altri le proprie debolezze. Tutto ciò ci rende più umani ed è un bene visto che abbiamo l'intera vita davanti. -
Magnus non sapeva più cosa dire: non era abituato a sentirsi così indifeso, solitamente era lui a detenere il controllo della situazione.
- Basta piangersi addosso: per guarire un cuore infranto c'è solo un rimedio. - fece Leila all'improvviso buttando via la sigaretta.
- Trovare qualcun altro che possa rubarmi il cuore? - propose Magnus incerto.
Leila si mise a ridere e disse: - Credimi, ci ho già provato in passato e non funziona. La migliore terapia è un po' di buon shopping terapeutico. -
La donna rientrò nella stanza cercando nei cassetti dei vestiti da mettersi, mentre Magnus, sulla soglia del balcone, la osservava incuriosito, cercando di ignorare il mal di testa.
- Quand'è che mi racconterai qualcosa di te? - chiese lui. - Sai, fino ad ora tra i due quello che sembrava più vulnerabile sono sempre stato io.... -
Leila si voltò verso di lui e lo osservò con aria stupita, così Magnus alzò le spalle e aggiunse: - E' quello che penso, l'hai detto tu ieri sera prima della droga che è importante non indossare delle maschere, no? -
La donna sorrise e disse: - Hai assolutamente ragione sulla sincerità e un po' meno sulla tua idea che deve essere la donna ad essere la più vulnerabile... ma non ti preoccupare, diamo tempo al tempo e ti dirò quello che vorrai sapere di me. -
Magnus, ritenendosi abbastanza soddisfatto da quella risposta, le si avvicinò e prese un vestito particolarmente interessante e, sventolandolo di fronte a Leila disse: - Visto che facciamo shopping imponiamoci questa regola: per oggi tu sceglierai dei vestiti per me ed io li sceglierò per te. E' un modo per conoscerci meglio, no? -  Leila sembrò entusiasta di quest'idea.
I due si avventurarono per i negozi di Los Angeles e sembravano perfettamente coordinati; Leila indossava un vestito rosso a pois bianchi con del tulle nero sotto, una fascia con un fiore bianco tra i capelli e tanto glitter rosso e bianco sugli occhi e sul decolté, mentre Magnus indossava una t-shirt rosso fuoco, delle bretelle bianche e dei pantaloni neri di pelle e aderentissimi, che lasciavano scoperte le caviglie e i calzini bianchi: ovviamente scarpe nere e cappello nero non potevano mancare.
- Adoro questa tua idea di mettere il glitter nella brillantina. - commentò Magnus dopo un po' che camminavano per le strade di Hollywood. - I capelli sono perfetti, lucidi e ogni volta che mi muovo mi cadono addosso dei brillantini: non vedo l'ora di entrare in un negozio e togliermi il cappello per inondare l'entrata di glitter! -
Leila rise stringendosi a braccetto con Magnus. I due passarono la giornata come degli adolescenti, ridendo, provandosi dei vestiti più o meno assurdi, cospargendosi di glitter in camerino e comportandosi come se nulla fosse successo quella notte: vivevano con una naturalezza inverosimile eppure totalmente naturale. Niente sentimenti contrastati dopo una notte a letto, anzi... la cosa sembrava solo aver rafforzato quel loro rapporto di amicizia iniziato appena 24 ore prima. Leila scoprì che Magnus impazziva per i colori accesi oltre che per i glitter e per i pantaloni attillati. Magnus invece scoprì che Leila non aveva uno stile vero e proprio, avrebbe potuto proporle di mettere dei vestiti da uomo e si sarebbe trovata a suo agio anche in quelli; ad un certo punto, infatti, finirono per indossare l'uno i vestiti dell'altra: era assurdo come Magnus sembrasse ridicolo con quel vestito rosso a pois, mentre Leila era fantastica con quei pantaloni in pelle che le fasciavano le gambe mostrando ogni sua curva. Altro che gonne ampie e a vita alta! Pantaloni in pelle anche alle donne, quella sì che sarebbe dovuta diventare una moda!
- Però devi ammettere che, nonostante sembrassi ridicolo, ho delle gambe niente male...! - commentò Magnus con una risata, mentre uscivano dall'ennesimo negozio.
- Stanotte ho visto ben altro che le tue gambe e credimi che non hai nulla da invidiare a nessuno, pure con un vestito da donna addosso! - rispose Leila con un'enorme sorriso.
Senza nemmeno accorgersene, arrivarono fino a Malibù. La spiaggia sembrava immensa e il sole rosso del tramonto si rifletteva sull'acqua e sulle enormi onde che si infrangevano a riva. C'era poca gente, mamme con bambini e coppiette che, tenendosi a braccetto, passeggiavano a piedi scalzi sulla sabbia.
- Che ne dici di un bagno? - propose Magnus.
- Nudi? - chiese subito Leila sbattendo le ciglia in maniera adorabile.
- Non ti sono bastato stanotte, eh? - rispose Magnus e i due scoppiarono a ridere; dopo di che lui le tirò un sacchetto e le disse: - Tieni questo, l'ho preso al negozio di prima! -
- Oh, mi hai comprato un costume da bagno? - fece lei entusiasta sbirciando che costume era.
- Ho pensato che essendo in California una capatina in spiaggia fosse d'obbligo. - disse Magnus e, alzando un'altra busta aggiunse: - Per questo ho pensato anche a me...! -
Dopo che i due si furono cambiati nel bagno di un locale della zona, tornarono in spiaggia e si tolsero i vestiti. Magnus indossava degli slip aderenti rossi come la t-shirt che indossava poco prima e che, grazie alla magia, erano ora cosparsi di glitter. Lei invece indossava un bikini rosso e brillantinato come quello di Magnus, con lo slip a vita alta e il reggiseno dai tagli triangolari sul solco sul seno, proprio come era di moda a quel tempo. Indossare un bikini era una moda da poco nata, solitamente li indossavano solo famosi attrici o modelle più estroverse, infatti quelle poche persone che passarono per la spiaggia guardarono Leila a tratti incuriositi e a tratti indignati.
- Non mi sento a mio agio... - commentò Leila abbassando lo sguardo e mettendosi le mani sul seno. - Questo costume mi fa le tette a punta! -
Magnus ridacchiò sotto i baffi, sapendo che ridendo sguaiatamente come avrebbe voluto fare, avrebbe attirato ancora di più l'attenzione.
- La commessa mi ha detto che è la moda del momento... - disse Magnus asciugandosi i capelli.
- Allora io ne lancerò un'altra di moda...! - esclamò e, senza alcun preavviso, si tolse la parte sopra del costume.
Il tempo intorno sembrò fermarsi, le mamme con i bambini coprirono subito gli occhi dei piccoli e le donne affrettarono il passo cercando di distrarre lo sguardo dei propri uomini da Leila. Peccato (o meno male, dipende dai punti di vista) che nessuno potesse distrarre gli occhi di Magnus da quello che aveva davanti. Questa cosa proprio non se l'aspettava.
- Hem... vuoi farti arrestare per atti vandalici in luogo pubblico? - commentò Magnus senza distogliere lo sguardo dal petto di lei. - Non che voglia lamentarti, anzi, se vuoi toglierti pure il pezzo sotto, fa pure...! - Lei si affrettò ad alzargli il meno fino a quando i loro occhi si incontrarono, dopo di che disse: - Regola numero tre: segui la moda ma sii tu la moda di te stesso. -
- Per questo vuoi denudarti in pubblico? - fece Magnus perplesso, tentando di guardarla negli occhi e non più in basso. - Perché ti senti più a tuo agio come mamma ti ha fatta? Non puoi aspettare questa notte? -
- La moda anni 50 mi piace molto più di altre mode assurde che richiedevano gonnelloni vaporosi e corsetti mortali. - disse tranquillamente Leila. - Ma se c'è qualcosa che non va nella moda del momento, trovo il modo di farla mia e poco importa cosa pensa la gente. Un po' come te e i tuoi favolosi glitter. Io potrei chiamare questa moda... topless. Semplice ed efficace. -
- Come ieri: la pazzia è genialità... - commentò Magnus con un sorriso.
- Vedi? Sei sulla mia stessa lunghezza d'onda! Dai, andiamo a fare un bagno prima che vadano veramente a chiamare la polizia... -  disse con una risata Leila e, dopo averlo preso per mano, corse in acqua con lui. Nuotarono, scherzarono e tentarono di affogarsi a vicenda fino a notte inoltrata; ad un certo punto dall'acqua apparve una sirena che fece una poco adorabile osservazione su quanto fossero strani gli stregoni.
- Mi ritengo fortunata a non avere una coda da pesce... - commentò Leila quando la sirena se ne fu andata. - Le sirene sono delle tali presuntuose... -
Solo quella sera, quando tornarono all'appartamento di Leila, Magnus ebbe tempo di pensare seriamente a quello che stava succedendo. Chi l'avrebbe mai detto che avrebbe incontrato una persona così pazza e simile a lui? Si conoscevano da meno di due giorni, eppure sembravano conoscersi da sempre e, anche se lui non lo ricordava, erano anche stati a letto. Quella notte finirono ancora a letto insieme, ma solo per dormire: il rapporto sembrava essere diventato anche fin troppo fraterno per i gusti di Magnus. Ripensò alla notte prima con amarezza mentre osservava Leila dormire beatamente nel letto, con una camicia da notte color cipria e la pelle che sapeva ancora di salsedine: il sesso è sempre favoloso, ma non c'è nulla di meglio di fare l'amore con il cuore e non solo con il corpo... svegliarsi la mattina senza poter abbracciare e baciare l'altro, lascia sempre una sensazione di sbagliato e Magnus, in quel momento, non poteva fare a meno di chiedersi se prima o poi sarebbe accaduto qualcosa di più del sesso con Leila.
Non correre con la fantasia, Magnus... pensò la sua voce della coscienza. Finora è stata lei a guidare i giochi ed è stato fantastico. Ora è il tuo momento di prendere le redini: dimostra chi sei e falla innamorare di te se proprio ci tieni. Se saranno rose fioriranno.
Magnus iniziò a sentirsi la bocca secca. Per quanto potesse essere estroverso, fuori dall'ordinario, spesso pazzo e egocentrico, l'immortalità non gli aveva ancora tolto il potere di credere nell'Amore vero. Non quello che dura per sempre, gli stregoni non potevano credere in un amore eterno, ma l'eternità non gli aveva fatto smettere di credere nell'Amore con la A maiuscola... Tessa e Will ne erano stati la prova alla fine del secolo precedente. Magnus era proprio come un bambino: amava sognare, gli dava forza per affrontare l'immortalità... e raggiungere degli obiettivi, prefissarsi delle mete, era un modo per raggiungere uno stato di appagamento. Ora la felicità gli si era presentata con un nome e un cognome: Leila Snare. Forse sarebbe diventata lei la fonte di felicità di Magnus, avevano così tanto in comune... o forse lei l'avrebbe solo condotto verso la felicità con le sue regole, i suoi aneddoti e i loro momenti passati insieme. Magnus ancora non lo sapeva come sarebbe andata, ma voleva provarci: voleva capire se avrebbe potuto essere lei il vero Amore. Voleva provare a credere nuovamente in un per sempre perché entrambi erano destinati a vivere per sempre e nulla li saperava: erano entrambi stregoni, sapevano cosa voleva dire vivere come tali. Si stava illudendo, lo sapeva: pochi minuti prima aleggiava nella completa convinzione di non dover credere nel "per sempre", ma ora, immerso nei suoi pernsieri, ci stava ricascando. Voleva rischiare ad essere nuovamente felice. Si straiò di fianco a lei e chiuse gli occhi con un sorriso, pensando già a come fare per sorprenderla il giorno seguente.

Angolo dell'autrice.
Ebbene mi sono resa conto che necessito questo angolo in ogni storia che scrivo, se no mi ritrovo a scrivere la stessa tiritera a ogni recensione.
Spero innanzitutto che l'idea di base vi piaccia.
Adoro Magnus e sono innamorata degli anni 50 sotto molti punti di vista, non potevo non scrivere una storia simile.
Prendetela un po' come un extra delle Cronache di Magnus Bane (a questo proposito non ho ancora letto l'ultima storia! Sono una sciagurata!)
Forse troverete alcuni di questi capitoli piatti perché non hanno elementi magici o creature del mondo nascosto... beh, sappiate che voglio far vivere un certo livello di normalità in questa vita immortale, ma ovviamente con il proseguire della storia ci si renderà conto che la normalità non può essere di casa per gente come loro.
Ho un esame (l'ultimo della sessione, olè!!) il 25 settembre, dopo di che tornerò a dedicarmi con maggior impegno e frequenza alla scrittura, quindi tenetevi forte che un nuovo capitolo è sempre dietro l'angolo!
A presto,
Calipso__
  
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