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Autore: Aryuna    22/03/2008    9 recensioni
Durante la guerra tra demoni e umani, una ragazza si imbatte in un mezzodemone ferito. Dopo averlo nascosto e curato, capisce che l'unico modo per salvargli la vita è trasformarlo in umano grazie ai poteri della leggendaria Shikon no Tama, un cimelio secolare della sua famiglia. Ma come fare a prenderla dal museo senza dire a nessuno del mezzodemone? Tenterà il furto con l'aiuto della ladra Sango e del poliziotto maniaco Miroku! Ruscirà Kagome a compiere il colpo e a salvare Inuyasha?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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The Theft

Salve a tutti!

Mi scuso per il ritardo, ma n questi giorni c’è un’accesa battaglia per il pc a casa >.>

Oltretutto, essendo in vacanza, non sto a casa per troppo tempo XD

Cercherò di pubblicare il prima possibile il prossimo capitolo di Profumo, siamo vicini alla fine! Un bacio a tutti, e buona pasqua!

Aryuna

Un bacio non richiesto




Giorno Sconosciuto, l’ennesima battaglia.

Non so perché continuo a tenere questo diario mentale. Fosse scritto avrebbe un senso, così è totalmente inutile. Forse sto impazzendo, e comincio a parlare da solo. Meglio parlare da soli che guardare la morte che mi sta attorno. Ieri mi hanno di nuovo mandato in battaglia. Non so quante persone ho ucciso. Quando mi sono svegliato ero solo ricoperto di sangue e ferite. Ho veramente creduto di morire. Noi hanyou non veniamo curati, per noi non esiste un’infermeria, un ospedale, nulla. Sesshomaru ha voluto così. Ci cura Jinenji con i mezzi che ha a disposizione. E quando i demoni lo beccano, lo picchiano. E’ quasi il tramonto, presto verranno a chiamarci, a picchiarci per farci impazzire e perdere coscienza. La metà delle ferite che riportiamo è per causa loro…


<< Ehi, hanyou >> chiamò un demone con aria altezzosa. Inuyasha alzò lo sguardo, fissandolo con aria truce. O forse omicida.

<< E’ il tuo turno >> aggiunse lo youkai sghignazzando.

<< Era ieri il mio turno. Mi hanno quasi ammazzato >> rispose l’altro in un ringhio. Sapeva che era proibito rispondere, ma il suo carattere scontroso e le regole non andavano d’accordo. Lo youkai gli tirò un calcio allo stomaco, e Inuyasha si piegò in due dal dolore. Poi il demone lo colpì al collo, e lui perse i sensi.



20 luglio, un altro giorno di guerra.


Ho perso la voglia di scrivere su questo diario. Ormai le giornate si susseguono senza novità. Ogni giorno un bombardamento da parte nostra, un attacco ai civili da parte loro. Le scuole sono chiuse da talmente tanto che mi sorprendo a ripensare con nostalgia alla mia vita da studentessa.

Girano voci che il generale Sesshomaru stia perdendo quasi tutte le sue truppe, e che presto i demoni si arrenderanno. Non so se sia vero o meno. Questa guerra sembra infinita e…


<< Kagome! >> chiamò la madre dalla cucina. La ragazza scese le scale, lasciando a metà la pagina scritta.

<< Che c’è? >> chiese, cercando di mantenere un tono gentile. Tutta quella situazione la rendeva nervosa. Solo la madre riusciva a rimanere così calma. Kagome era sicura che, sotto a quella faccia sorridente, era quella che stava peggio di tutti. Erano due anni che il marito era partito per il fronte, e ancora non avevano notizie di lui.

<< Sota è uscito per prendere i viveri che distribuiscono al quartiere, ma ancora non è tornato. Tra un po’ scatta il coprifuoco, ti prego, vai a cercarlo >> chiese la madre. Kagome annuì, lanciando un’occhiata triste alla gamba ingessata della donna: un crollo, mentre andava a ritirare le razioni della settimana.

Uscì di corsa, per cercare Sota. I demoni erano soliti attaccare a sorpresa prima del coprifuoco, e non mancava molto. Possibile che suo fratello fosse così stupido?

<< Sota! >> chiamò, non trovandolo. Si morse il labbro. Cominciava ad essere nervosa.

Quella guerra tra umani e demoni andava avanti da troppo tempo. Tutto per i vari incidenti che avvenivano continuamente con gli youkai. Si ricordava ancora quando, alla televisione, avevano detto di quel demone, Naraku, che aveva sterminato un’intera famiglia. Era stata la goccia che fece traboccare il vaso. Quel demone era stato condannato a morte, e gli altri si erano ribellati. Inu no Taisho, generale delle armate degli youkai, aveva provato a sedare la rivolta, ma venne ucciso in un attentato. Suo figlio Sesshomaru prese il suo posto; un guerrafondaio nato.

<< Sota! >> chiamò nuovamente Kagome. Ormai aveva girato tutto il quartiere. Mancava solo il parco, ma perché mai avrebbe dovuto andarci?

Un urlo le gelò il sangue nelle vene. Quella voce…

<< SOTA! >> strillò tendendo le orecchie. Sentì un altro urlo. Veniva dal parco. Cominciò a correre in quella direzione. Che fosse…? No, non potevano avere già attaccato. Ma forse uno youkai si era staccato dalle truppe.

Corse oltre il cancello del parco. Mancava poco. C’era poca luce, solo quel colorito arancione che segue il tramonto, ma li vide, nello spiazzo.

Sota era a terra, terrorizzato. Si reggeva il braccio, e Kagome scorse una macchia rossa sulla manica.

<< So…sorellona >> disse il bimbo sul punto di piangere. La ragazza si voltò verso il suo aggressore, e si sentì morire.

Aveva davanti un demone robusto e imponente, con lunghi capelli argentati. Aveva dei segni violacei sul volto, delle zanne spaventose, ma la cosa peggiore era il suo sguardo. Gli occhi rossi, con l’iride verde accesa, totalmente privi di umanità.

Non c’era tempo per chiamare i soccorsi, ma che fare? Kagome deglutì, diventando sempre più pallida.

Lo youkai ringhiò preparandosi a colpire. Lo sguardo di Kagome si concentrò sugli artigli, e poi su suo fratello. No, non glielo avrebbe permesso.

<< Sota, scappa! >> urlò, correndo verso di lui. Lo youkai non sembrò notarla. Era concentrato sulla sua vittima. Sota guardò la sorella con gli occhi colmi di lacrime. Aveva paura, troppa paura. Non riusciva a muovere un dito.

Kagome strinse i pugni. Quel mostro stava per attaccare, Sota non si muoveva, e lei non aveva alcuna intenzione di vederlo morire. Ma poi lo youkai si lanciò verso il bambino. Non c’era più tempo per scegliere.

Kagome corse tra i due, parandosi davanti al fratello. Ecco, stava per morire. Che morte stupida. Se solo fosse andata lei a prendere i viveri, tutto quello non sarebbe successo. Chiuse gli occhi, in attesa.

<< Sota, corri! >> urlò per ultimo. Non sapeva se l’avrebbe fatto, ma non aveva più importanza ormai. Eppure…

Kagome sentì lo youkai finirgli contro. Non l’aveva colpita, ma sentì le sue labbra premute contro le sue. Arrossì tremendamente. Si stava baciando con un… demone?! D’accordo, era un bacio a stampo, ma… ma…

Fu breve, perché poi cadde all’indietro, e il demone sopra di lei. Sentì un gemito di dolore provenire da quella creatura, e si sollevò, spostandosi da sotto il suo corpo, spaventata. Sota era ancora immobile al suo posto. Spostò lo sguardo sullo youkai, e incrociò i suoi occhi… ambrati? Lo fissò incredula, mentre vedeva le zanne ritirarsi, gli artigli accorciarsi e i segni violacei scomparire. Ma il suo sguardo, d’un tratto così umano, la colpì. Era un hanyou. Allora era vero che li facevano impazzire e li mandavano in battaglia. Lui la fissò per un momento interminabile, ma poi il suo volto si contorse in una smorfia, e lanciò un urlo lancinante. Kagome si spaventò, saltò in piedi e corse da Sota.

<< Scappiamo! >> gli disse prendendogli la mano. Il bambino annuì alzandosi. Un altro urlo. Kagome si voltò verso l’hanyou, e impallidì. Era circondato da una pozza di sangue. Le cicatrici che aveva sul corpo si erano aperte, scoprendo ferite profonde.

<< Sorellona…? >> chiamò Sota confuso. Lei si morse un labbro. L’hanyou respirava affannato, cercando di rialzarsi. Incrociò nuovamente il suo sguardo sofferente.

<< Se lo trovano lo uccideranno >> mormorò la ragazza. Il fratello la guardò confuso.

<< Kagome, è normale. E’ un demone >>

<< E’ un hanyou! >> protestò lei << Non è colpa sua >>

Si rese conto di quanto insensata fosse la sua protesta. Non potevano riportarlo al campo nemico, né nasconderlo, perché senza cure sarebbe sicuramente morto. Non potevano nemmeno portarlo a casa!

O sì?

Kagome si avvicinò al ragazzo, e si accucciò accanto a lui, a debita distanza.

<< Come ti chiami? >> domandò, ancora impaurita. Lui la guardò, prima di distogliere lo sguardo.

<< Se non me lo dici non ti aiuto! >> protestò lei.

<< Non ho bisogno di aiuto >> disse lui, con una voce debole che confermava l’esatto contrario. Kagome sbuffò. Il tipico orgoglioso.

<< Vuoi morire per uno stupido nome? >> fece notare, sedendosi a gambe incrociate. L’hanyou sbuffò. Che ragazzina insistente.

<< Inuyasha >> disse voltandosi nuovamente a guardarla.

<< Bene, Inuyasha. Prometti che non mi ucciderai? me né la mia famiglia? >> domandò Kagome fissandolo sospettosa. Lui sbuffò di nuovo.

<< Keh! Pensi che mi diverta ad ammazzare la gente? >>

<< Ti è così difficile rispondere alle domande? >> chiese Kagome perdendo la pazienza. Lui abbassò le orecchie. Solo in quel momento la ragazza le notò. Erano due adorabili orecchiette da cane. D’impulso si avvicinò, e le prese con le mani, cominciando ad accarezzarle.

<< Ehi, io starei morendo >> fece notare il ragazzo.

<< Non si direbbe, considerando il tuo senso dell’umorismo >> rispose lei lasciandogli le orecchie.

<< E va bene! Prometto che non ucciderò te, tuo fratello, la tua famiglia e l’intero quartiere, ti sta bene? >> sbraitò lui seccato. Kagome poteva dirsi soddisfatta. In quelle condizioni non poteva fare nulla, e appena arrivati a casa avrebbe provveduto a mettergli un rosario anti-demone per non rischiare.

<< Bene. Sota, dammi una mano! >> chiamò, prendendo un braccio di Inuyasha e passandolo dietro al collo. Il fratello alzò gli occhi al cielo, ma alla fine la aiutò. Tanto se lo sarebbe portato a casa anche senza il suo aiuto.

Si avviarono verso casa, più veloce possibile. Ormai il coprifuoco era vicino, e non dovevano farsi trovare in giro con Inuyasha.

<< Tu? >> domandò improvvisamente il ragazzo, attirando l’attenzione di Kagome.

<< Come, scusa? >> chiese lei confusa.

<< Il tuo nome >> spiegò lui, sospirando. Come se fosse ovvio!

<< Kagome >> rispose la ragazza sorridendo. Lui la osservò per un attimo, prima di concentrarsi sulla strada. Stavano lasciando una scia di sangue, ma la ragazza aveva detto di non preoccuparsi.

L’hanyou sospirò, lanciando un’occhiata a Sota. Che strana famiglia.

  
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