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Autore: Macbeth nella Nebbia    17/09/2013    6 recensioni
“Sono così da spavento al mattino?” le chiedo spostandomi da dietro al divano e mettendomi al suo fianco.
Sorride, rimettendosi gli occhiali e incrociando le gambe all’indiana.
“Sono io che tengo bassa la guardia e mi spavento facilmente. E’ diverso.”
La vedo cercare qualcosa tra i fogli. Sicuramente starà cercando le sigarette, e i fiammiferi per accendersene una.
“Permetti?” le dico cercando con lei tra i fogli e trovandole dietro la sua schiena, mentre assaporo le sue labbra.
“Però al mattino non mi lasciare più solo nel letto. Per favore.”
Lei per risposta posa lo sguardo sui tendoni in velluto. Si chiude nelle sue spalle e accende la sigaretta con il fiammifero.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IMPORTANTE: Questa Flash-Fic partecipa al concorso indetto da Picturesque ϟ "A Glimpse of Time", concorso tra scrittura e fotografia come prompt.

Autore: rainsofcastamere
Fandom: Tom Hiddleston
Titolo: Tired of liying in the sunshine, staying home to watch the rain.
Personaggi: Tom Hiddleston
Rating: Verde
Generi: Introspettivo, Sentimentale.
Note: Per mia sfortuna il personaggio di Tom Hiddleston non mi appartiene, non so nulla sulla sua vita privata quindi tutto ciò che sarà scritto sarà frutto della mia fantasia.
Beta: Nessuno.

(immagine prompt scelta)






Tired of liying in the sunshine, staying home to watch the rain.







 













 
Letto freddo, lenzuola disfatte, stropicciate, lasciate a se stesse sul fondo del materasso.
Tasto alla cieca quest’ultimo in direzione del mio fianco per cercare il suo corpo caldo, con le sue linee meravigliose, per abbracciarla a riscaldarla, per riscaldarmi, o semplicemente per riscaldarci entrambi.
Ma c’è solo stoffa, e c’è freddo.
Mi passo una mano sul volto per aprire gli occhi. La finestra da dietro la mia testa che fa da spalliera del letto lascia entrare un lieve fascio di luce. Una giornata nuvolosa. Sicuramente pioverà.
Mi alzo, posando i piedi nudi sul pavimento in parquet scuro di legno. Freddo anch’esso.
Prendo la felpa poggiata sulla sedia al fondo della stanza. Noto che non c’è la sua vestaglia e nemmeno l’intimo della sera precedente, lasciato per terra nella foga del desiderio di amarci.
Infilo il tessuto dalla testa, poi rimetto a posto quei pochi capelli che ci sono, dandogli un senso.
“Sei ancora qui?” chiedo affacciandomi sul corridoio immerso nella penombra.
Parole buttate al vento.
Avanzo in silenzio nel corridoio finendo poi nel salotto, ancora avvolto nel buio dei pesanti tendoni in velluto scuri. Una candela, sul tavolino davanti al divano nel centro della stanza e finalmente lei.
Lì, chiusa nella sua vestaglia nera con l’intimo di ieri, anch’esso nero, ma di pizzo.
I capelli corti, ribelli, la schiena ricurva sui fogli in disordine. Lei, con la matita sempre tra le labbra.
Gli occhiali in mano, mentre si stropiccia gli occhi con pollice ed indice.
Mi avvicino felino al divano, posando le mani sulla sua nuca e lasciandole un bacio sui capelli color castagna.
La sento sussultare, la matita che cade gli occhiali che rimbalzano sul materasso in pelle del divano.
“Sono così da spavento al mattino?” le chiedo spostandomi da dietro al divano e mettendomi al suo fianco.
Sorride, rimettendosi gli occhiali e incrociando le gambe all’indiana.
“Sono io che tengo bassa la guardia e mi spavento facilmente. E’ diverso.”
La vedo cercare qualcosa tra i fogli. Sicuramente starà cercando le sigarette, e i fiammiferi per accendersene una.
“Permetti?” le dico cercando con lei tra i fogli e trovandole dietro la sua schiena, mentre assaporo le sue labbra.
“Però al mattino non mi lasciare più solo nel letto. Per favore.”
Lei per risposta posa lo sguardo sui tendoni in velluto. Si chiude nelle sue spalle e accende la sigaretta con il fiammifero.
Faccio la stessa cosa, aspiriamo entrambi il fumo. In silenzio.
“Hai ritrovato l’ispirazione?” le chiedo dopo alcuni istanti.
“Sì, ho trovato una via diversa per far continuare il romanzo. Quella versione sarebbe diventata complicata e noiosa per il lettore.”
“Già...Mangiamo pranzo fuori oggi?”
“E’ uguale...”
“Pub qui sotto?”
“Vada per il pub qui sotto.”
Allargo le braccia, posizionandomi più comodo sul divano, lei lascia andare le gambe all’indiana e si abbandona con la schiena al mio petto, cercando di non gravare sul mio corpo con il suo.
Le accarezzo un braccio.
Lei guarda il soffitto, fumando.
Ho tra le braccia una Dea.




 
 
UPDATE: la flash-fic che avete appena finito di leggere si è classificata prima al concorso a cui partecipava. :3

quando l'autrice fa ciao ciao con la manina e poi scrive messali al posto di note:
nulla di nuovo. sono sempre io, e sono sempre qui.
con le mie cacchette di storie.
questa flashfic come scritto sopra partecipa ad un concorso.
se mi seguite su facebook (potete chiedermi l'amicizia al profilo Rainsofcastamere Efp) vi aggiornerò con tutte le modalità per votare la mia storia e per farmi "vincere"
sempre se si può considerare una storia da vittoria questa. hahahah
in ogni caso, per questo scricciolo immaginatevi Tom come Adam, il vampiro sexy e introverso di Only Lovers Left Alive.
e lei immaginatevela come vi pare, dato che ha i capelli castani e corti no, non può essere Tilda Swinton. lol
il titolo della storia è tratto da Time-Breathe dei Pink Floyd. la adoro. :)
se volete lasciarmi una recensione, le porte del Signore sono spalancate, entrate pure. (?)
un bacio,
rainsofcastamere
   
 
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