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Autore: Horrorealumna    17/09/2013    2 recensioni
Perse concentrazione per un secondo e si ritrovò a correre incontro ad un'altra mostruosa creatura, urtandola e poi finire per terra. Una violenta tosse gli tolse il respiro e la sua mascella prese a muoversi da sola, quasi a tremare, suscitando in lui un leggerissimo fastidio, come dopo un’anestesia dal dentista. Era veleno. Quei mostri rigettavano veleno nell’aria. Ma non avevano bocca.
Genere: Dark, Horror, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sunderland, Laura, Maria, Mary Sheperd Sunderland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fear of ...'
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Bambini e Lettere

 
- Sembra latte...
Il visino di Laura si rilassò in un placido sorriso. Cominciò a ridere, mostrando i piccoli dentini bianchi dietro le labbra rosee. La città era avvolta da un denso strato di nebbia che aveva reso tutto più bianco, come in una sorta di terra incantata. A volte, Laura credeva che fosse stata colpa di qualche angelo troppo maldestro che, di prima mattina, aveva fatto cadere la propria tazza da colazione e riversato il candido latte sulla Terra. O forse, la strana e misteriosa atmosfera era dovuta alla presenza della fate. Questo pensiero suscitò in Laura un leggero tuffo al cuore.
La bambina di otto anni prese a saltellare allegramente lungo la strada, muovendo elegantemente la gonna che svolazzava piano, dietro di lei. Piano e mellifluamente, la nebbia prese a scomporsi e ad alzarsi in aria.
 
- Forza! Sbrigati, o ti lascerò indietro! - gridò Laura più e più volte, chiamando il suo compagno
 
I due stavano cercando i propri amici...
Ma lui era grasso e cocciuto e tutto quello che faceva era borbottare e accigliarsi. Ma a Laura non importava molto. Avrebbe litigato con lui, se fosse stato necessario, se significava rivederla presto. La persona che le aveva dato quella lettera...
 
 

 
Dall’altra parte delle sporche nubi, c’era lui. Riflesso sullo specchio, c’era il suo viso, freddo e immobile come quello di un cadavere.
Dopotutto, credo di essere morto”  pensò James Sunderland “O almeno... so che lo è il mio cuore”.
Non si sentiva perduto: capiva che non c’era altro da vivere per lui. Era cambiato. Lavoro, tempo libero - non importava più niente oramai. Persino il persistente odore di ammoniaca nell’aria non riusciva a catturare minimamente i suoi pensieri.
I sudici orinatoi erano coperti da una schifosa patina giallastra, simile alla gelatina, e il pavimento era così sporco che sentiva le sue scarpe quasi “incollarsi” sulle piastrelle - sensazione, senza emozioni o reazioni. Piuttosto, l’unico sostituto adatto a lui sarebbe stato un vero zombie.
 
“Mary... sei davvero in questa città?” pensò James, senza finirla di specchiarsi. Non aveva idea di cosa gli era successo prima di quei secondi. Cosa era davvero successo?
 
Con le mani ancorate al lavandino, mosse leggermente la testa, sospirando. Nonostante tutto, quel respiro sembrò ridargli un briciolo di vita; scosse il capo più forte e poi si sfiorò la frangia sulla fronte, come svegliandosi da un momento di delirio. Sapeva che tutto quello era vero, a causa di una lettera.
Uscì dal sudicio posto, sotto il cielo grigio. I bagni pubblici non avevano niente a che vedere con la luminosità del giorno che lo attendeva all’esterno. Un leggero soffio di venti scompigliò un ciuffo di capelli di James; la superficie del lago Toluca era piatta e calma, mentre una strana nebbia vi ci danzava sopra, misteriosa e silenziosa.
 
Nei miei sogni tormentati
Vedo ancora quella città... Silent Hill.
Mi promettesti di portarmi ancora là, un giorno. Ma non l’ha mai più fatto.
Bene, ora sono lì, da sola...
Nel nostro “posto speciale”...
Ad aspettarti...

 
Non c’erano dubbi: Mary aveva scritto e mandato quella lettera. La sua calligrafia era inconfondibile.
Tre anni prima, James passò una bellissima vacanza con lei, in quella città; ora ci era tornato.
Solo.
La sua automobile giaceva, spenta, al lato della strada, in un piccolo parcheggio. Non aveva niente di rotto, ma il tunnel che conduceva al cuore della città di Silent Hill era bloccato per un piccolo lavoro di ristrutturazione. In più, in grosso cancello in ferro bloccava il passaggio ed era impossibile varcarlo senza ferirsi o scavalcarlo. L’unica via di accesso per la città era una scomoda discesa che costeggiava un boschetto e il Toluca.
Dopo aver preso dalla macchina una mappa tascabile di Silent Hill, James cominciò ad incamminarsi, cullato dal dolce infrangersi dell’acqua dolce sulla riva; ad ogni passo che compieva, la nebbia si addensava sempre di più, e quando raggiunse la riva del lago James dovette ammettere di non riuscire più a vedere niente. In ogni caso, i suoi pensieri erano rivolti a Mary e alla lettera, e non all’ambiente. Da qualche parte, lontano, un cane abbaiava come un pazzo, ma lui lo ignorò.
 
Sulla lettera c’era scritto “Mary”.
Ma che idea stupida era?!
Scosse la testa, incredulo e sorpreso da quell’idea impossibile. Non poteva essere vero.
 
Sua moglie, Mary, era morta tre anni prima, per una malattia.



Angolo Autrice:
Ok, lo ammetto, "Fear of Love" non doveva vedere la luce per una serie di motivi; la raccolta è principalmente incentrata sulla cara Alessa e le sue reincarnazioni, e molti di voi lettori, recensori e anche semplici frequentatori del fandom lo sanno. In effetti, sto lavorando sul capitolo di Heather, ma... è come scattato qualcosa, dopo aver passato un'assurda oretta (troppo... e dico troppo misera) a giocare a SH2 e a ripensare a quando mi facevo in quattro per cercare di tradurre l'official novel di questo capolavoro anni fa. 
Sono tornata a Silent Hill, dopo un bel po'... e anche qui su EFP. Mi era mancato, devo dirlo; e sebbene non straveda per James e compagnia bella, adoro la sua tragedia, la sua ricerca interiore e il viaggio per rivedere l'amata Mary, con mostri annessi e connessi.
Fear of Love.
Non ci sono spiegazioni per i più immersi nella saga :3 me compresa. Ma non voglio spoilerare altro xD
La fic è finita. Non è qualcosa campata in aria, così, dal nulla; saranno almeno 4-5 mesi che giace nel mio computer. E ora sono fiera di mostrarvela. Naturalmente, il prossimo Fear of... che riprenderà la trama dei precedenti, arriverà una volta conclusa questa fic.
Grazie a tutti quelli che leggeranno e recensiranno :) Aggiornerò ogni settimana, scuola e impegni permettendo.
Perciò... alla prossima.
Stay Tuned!


PS: so che la storia si discosta tantissimo dai capitoli precedenti. E ho voluto farlo notare anche con la scrittura, che non è in prima persona, ma in terza, puntata sui pensieri e sui movimenti del nostro sfigato protagonista :)
   
 
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