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Autore: Nana_Hale    18/09/2013    1 recensioni
I ricordi sono una parte molto pericolosa di noi con cui avere a che fare, ma soprattutto molto dolorosa se non si porta rispetto per l'importanza che hanno.
Dimenticare è un lusso che non possiamo concedersi con facilità, solo per evitare di soffrire, perchè sono proprio i ricordi a fare di noi le persone che siamo e a cambiarci fin dentro l'anima.
David e Killian alla fine capiranno tutto questo proprio nel luogo che più si addice ai loro sentimenti: L'isola che non c'è.
Genere: Avventura, Erotico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 6

Just a Gaze

Aprì gli occhi con infinita lentezza, sentendo la testa pulsare dolorosamente ad ogni striscia di luce che penetrava del suo campo visivo e avvertendo uno strano formicolio ai polsi; sbattè le papebre un paio di volte prima di far riattivare il cervello e rendersi conto che si trovava sdraiato in groppa ad un cavallo, senza uncino, con i polsi legati e le gambe a penzoloni dalla parte opposta dell'animale.
Alzò lo sguardo, sconvolto, e vide, accanto alla testa del destriero bianco, la nuca di David che conduceva per le briglie la creatura.
"Che... cosa... diavolo... "
"Buongiorno, Killian."

La voce del Principe era solare come il suo divertito sorriso, che Hook riuscì ad intravedere quando l'uomo voltò di appena un poco la testa per salutarlo.
"Buongiorno un accidenti! Perchè sono legato? Cosa ci faccio sul tuo maledetto cavallo? E dove stiamo andando???"
Sbraitò dimenandosi e facendo lamentare l'animale che sbuffò sonoramente scuotendo la criniera.
"Sto seguendo il mio piano. Giriamo dietro la foresta."
David era tranquillissimo ed estremamente soddisfatto di quel che era riuscito a fare; Dopo aver steso Hook, lo aveva spostato e si era nascosto, coricandosi contro un albero. Alle prime luci dell'alba si era svegliato, gli aveva tolto il cappotto e lo aveva legato come un salame con una spessa corda che aveva nella bisaccia del cavallo. Poi, lo aveva caricato sulla bestia senza molta fatica, data la leggerezza del corpo in confronto alla sua forza.
"MALEDIZIONE! AVEVO DETTO DI NO! NO!"
Il Pirata continuò a gridare, agitandosi sul dorso del povero destriero che sembrava sempre più irritato dalla sua presenza.
"Stai calmo! Altrimenti ti farai del male!"
"IO NON STO CALMO!"

"Non parlavo con te! Cel'avevo con questa povera bestia che stai torturando!"
Hook si zittì all'istante, non sapendo più nemmeno cosa rispondere; il biondo neppure lo ascoltava, si limitava ad ignorarlo, accarezzando la testa morbida del cavallo, e mandando lui su tutte le furie.
Ma, d'un tratto, il Pirata sentì qualcosa di caldo colargli accanto all'occhio destro e sullo zigomo e, distratto da quel pensiero, si dimenticò di urlare contro al Principe.
"Sto... sanguinado?"
Domandò quasi fra sè e sè e, solo a quel punto, David voltò completamente la testa e sgranò immediatamente gli occhi accorgendosi di quel rivolo di sangue che scendeva lungo il viso di Killian partendo dal sopracciglio.
Fermò il cavallo giusto accanto ad un piccolo ruscelletto nasconsto dall'erba alta; si inginocchiò prendendo dalla tasca del giubbino un fazzoletto di stoffa e lo intinse nell'acqua. Lo strizzo bene con entrambe le mani e si rialzò andando davanti al volto di Hook.
Non lo liberò e nemmeno lo fece scendere da cavallo perchè un po' gli piaceva avero così sotto controllo; gli afferrò il mento e lo sollevò per poter vedere bene il viso.
Per una frazione di secondo quegli occhi grigio-azzurri circondati da un filo di eyeliner sbavato, lo fecero immobilizzare ed egli dovette costringersi a deviare l'attenzione sulla ferita.
C'era un taglio abbastanza profondo sul sopracciglio che doveva essersi fatto la notte precedente durante la loro lotta; la tamponò delicatamente con la pezzuola asciugando poi la goccia di sangue che era scivolata lungo la guancia.
Il fresco dell'acqua diede anche leggero sollievo al mal di testa feroce che Killian sentiva da quando si era svegliato. David tenne premuto il taglio sulla sua tempia per qualche secondo saettando ogni tanto con lo sguardo verso i suoi occhi e permettendogli di vederli meglio.
Erano di un azzurro quasi innaturale e il Pirata, nella sua testa, cercò di trovare il paragone più adatto per descriverli. Sembravano fatti di vetro, ma non nel senso di fragili o neutri, anzi, tutt'altro. Erano così limpidi che potevi vederci attraverso. Vedere fin dentro l'anima; un'anima probabilmente tanto limpida quanto lo erano i suoi occhi.
"Fatto..."
Quando la ferita smise di sanguinare, il biondo si allontanò tornando verso il ruscello per sciaquare il fazzoletto. Quasi involontariamente gettò lo sguardo verso il Pirata un'altra volta accorgendosi, con stupore, che anche i suoi occhi erano puntati ancora su di lui.
Si inginocchiò, ma non appena la pezzuola toccò l'acqua, il cavallo nitrì violentemente e si rizzò sulle zampe posteriori, agitando gli zoccoli.
Killian cadde dalla bestia con un tonfo sordo finendo pancia a terra e subito, David, si precipitò ad afferrare le redini e trascinare l'animale più lontano per evitare che iniziasse a scalciare e lo colpisse.
Il Pirata mugugnò sollevandosi con i gomiti, a polsi ancora legati insieme, fino a girarsi su di un fianco; vide il Principe calmare il destriero accarezzandogli e tenendogli fermo il muso fra le mani ma poi, qualcos'altro attirò la sua attenzione.
Accanto al suo ginocchio, qualcosa stava sibilando fra l'erba; qualcosa di nero e viscido che scattò all'improvviso attaccandosi con i suoi denti, appuntiti e velenosi, alla sua coscia facendogli sfuggire dalla bocca un rantolo soffocato.
Strappò quella vipera schifosa dalla sua gamba e la gettò lontano con un urlo di rabbia, tentando poi di premere sul morso con la mano buona.
Allora, David lo notò e, abbandonato il cavallo, si precipitò verso di lui.
"Cos'è successo? Cos'hai?"
"V...vipera... maledizione...ah..."

Rispose a denti stretti mentre il muscolo ancora gli tirava e la botta presa candendo cominciava a farsi sentire facendogli girare la vista.
Il biondo gli spostò la mano per vedere meglio; c'erano solo due piccoli buchi insanguinati sul lato della coscia, appena visibili dal pantalone strappato.
"Ok, ora sta fermo."
David si spostò accanto alle vita di Killian, che non ebbe nemmeno la forza di replicare, lo girò su di un fianco e poggiò entrambe le ginocchia a terra. Con uno strattone deciso riuscì a sfilargli i vestiti fino ad una spanna sotto la ferita, lasciando scoperta la coscia.
Appoggiò delicatamente le mani in modo da circondare i due buchi e si abbassò con il viso.
Hook sentì la bocca del Principe posarsi contro la sua pelle e iniziare a tirargli fuori il veleno, sputandolo via poco per volta.
Girò appena la testa, quanto bastava per vedere, all'altezza della sua gamba, la nuca bionda che ogni tanto si trasformava nel viso concentrato e attento del suo improbabile compare.
Non capì il perchè, ma la vista di David lo tranquillizzò; probabilmente perchè il veleno stava uscendo dal suo corpo, o forse semplicemente perchè, davvero, la presenza di David, le sue mani, le sue labbra a contatto con la sua pelle e tutte le premure che gli stava regalando senza pretendere nulla in cambio, lo facevano sentire sereno.
E per un brevissimo istante, si sorprese immensamente di se stesso quando, mentre perdeva i sensi, si accorse che la sua mano si era sollevata leggermente andando alla ricerca di quella del Principe.
  
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