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Autore: Nana_Hale    18/09/2013    1 recensioni
I ricordi sono una parte molto pericolosa di noi con cui avere a che fare, ma soprattutto molto dolorosa se non si porta rispetto per l'importanza che hanno.
Dimenticare è un lusso che non possiamo concedersi con facilità, solo per evitare di soffrire, perchè sono proprio i ricordi a fare di noi le persone che siamo e a cambiarci fin dentro l'anima.
David e Killian alla fine capiranno tutto questo proprio nel luogo che più si addice ai loro sentimenti: L'isola che non c'è.
Genere: Avventura, Erotico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 11

Gold Dust

David si era addormentato da circa un'ora quando Killian si alzò pian piano e, cercando di non fare il minimo rumore, si mise a frugare nella sacca per cercare i suoi vestiti. Trovò i pantaloni e, con molta delicatezza, facendo attenzione alla sua gamba, se li infilò.
"Dove vai?"
La voce del Principe lo fece sobbalzare; Si voltò sfoggiando un'espressione buffa e facendo spallucce.
"La natura chiama."
Il biondo rise e si rimise a dormire, tirandosi il cappotto nero fin sopra le spalle.
Hook sospirò mentre il sorrisetto sul suo viso lentamente si spegneva ed egli continuava a trafficare con le mani nella borsa.
Finalemente, trovò quel che cercava e con una lentezza quasi innaturale lo estrasse dalla bisaccia e lo fissò per qualche istante: il piccolo astuccio di cuoio nero che portava sempre appeso alla cintura. Accarezzò con il pollice la fibbia di metallo poi la spinse indietro, aprendola.
Un piccolo sacchettino di tela era ancora al suo interno, chiuso da un pezzettino di corda grezza; il sacchettino della polvere magica di Neverland.
Quando lo estrasse dall'astuccio gli sembrò che quella bustina fosse dieci volte più pesante del normale, così come più pesanti e affaticati si fecero i suoi respiri.
--E' la cosa giusta da fare.-- Continuava a pensare mentre apriva il sacchettino. --E' la cosa migliore per lui-- Continuava a ripetersi mentre vi infilava dentro le dita.
Si chiuse la camicia e il gilet, poi si voltò di nuovo verso il biondo e, dopo aver recuperato dal dorso del cavallo una delle coperte della sella, gli si avvicinò, inginocchiandosi accanto a lui.
Piano piano sostituì il suo cappotto con la coperta, avvolgendola bene sul corpo semi addormentato del Principe e quando ebbe finito, con voce affettuosa, chiamò il suo nome.
"David... hey, biondone..."
Lo sguardo assonnato dell'uomo si puntò su di lui mentre il suo corpo si girava supino.
Hook non gli diede il tempo di dire nulla; abbassò il viso verso il suo e unì le loro labbra. Fece scivolare la punta della lingua nella bocca del biondo sentendolo rispondere a quell'attenzione. 
David sollevò un braccio e poggiò la mano sulla nuca del Pirata intrecciando le dita fra i suoi capelli scuri e tenendolo contro di sè il più possibile, mentre le loro labbra si assaporavano dolcemente.
Quando si allontanarono con immenso dispiacere, Killian subito riaprì gli occhi trovandosi a fissare le glaciali gemme che erano le iridi del Principe.
"Credevo che la regola fosse 'Niente baci'..."
"Sono un pirata. Infrangere le regole è quasi un obbligo."

David rise, chiudendo un'altra volta gli occhi e dando un nuovo piccolo bacio al moro la cui espressione si fece immediatamente desolata e triste. Portò la mano chiusa a pugno appena sopra il viso del biondo e, delicatamente, aprì le dita, una ad una, lasciando che una finissima polvere dorata cadesse sulle sue palpebre.
"K-Killian...?"
"Addio, Principe..."

Non fece in tempo a proferire parola; per un brevissimo istante, Hook vide le sue iridi tingersi di un giallo luminoso e brillante poi, come se fosse stato trascinato via all'improvviso da una potente corrente, il biondo si addormentò.
Il Pirata posò un altro bacio sulle sue labbra tiepide, che questa volta non risposero; si alzò in piedi e si infilò il cappotto nero, riagganciò la spada alla cintura insieme al suo piccolo astuccio e, senza guardarsi idietro, se ne andò, addentrandosi nella foresta, verso il lago dove aveva lasciato la sua scialuppa.
Più si allontanava dallo spiazzo, più il suo desiderio di tornare indietro si faceva insistente e per questo, il suo passo accelerava insieme ai suoi respiri.
C'era solo un quarto d'ora di cammino, più o meno, dal luogo in cui si erano accampati fino alla riva su cui si erano incontrati, ma un quarto d'ora dovendo camminare con una gamba ferita era quasi un tempo interminabile.
Hook pregò con tutte le sue forze di non trovare guardie lungo la strada e, grazie a qualche celeste miracolo, venne ascoltato.
Continuò a camminare cercando di non pensare a quello che aveva appena fatto, a quello a cui aveva rinunciato e perduto senza nemmeno dargli una possibilità. Ma era la cosa giusta da fare. Per lui e per David.
Quando una piccola lacrima gli sfuggì dalle ciglia, scivolandogli lungo la guancia, non volle interrogarsi sul fatto se era nata dal dolore per la gamba ferita che cominciava a fargli male, oppure per una sofferenza di altro genere. Un dolore non curabile con nessuna medicina o fasciatura.
Arrivò al lago, zoppicando e reggendosi la coscia con la mano e si lasciò cadere seduto sopra il sasso su cui si era appoggiato quando era arrivato lì qualche notte prima.
Cercò di riprendere fiato e di calmare sia i respiri, sia il tremore della sua mano che sembrava non volersi placare mentre i pensieri cominciarono ad affollarsi nella sua testa come un mare in tempesta.
--E' giusto così, è meglio per entrambi.--
Ma non era vero e lui lo sapeva; Se non si fossero separati la sua vita sarebbe cambiata, come era cambiata in quelle poche ore che avevano trascorso insieme. Ma anche la vita del biondo sarebbe cambiata. Forse l'avrebbe trasformato in un pirata, e l'avrebbe portato via a qualcuno che aveva bisogno della sua bontà più di quanto ne avesse lui: il suo regno.
Perchè David era un Principe, e tale doveva restare, dimenticando quella follia di una notte. 
Mentre lui, lui era solo un pirata egoista e troppo debole per sopportare il ricordo di un uomo che non avrebbe mai potuto avere.
Infilò una mano nell'astuccio nero appeso alla cintura e ne estrasse il sacchettino di tela; con due dita lo aprì, tirò fuori un pizzico di polvere, e poi lo rimise a posto.
Trattenne il respito e, portando in alto il braccio, si sparse quella cenere d'oro sulle palpebre.
I suoi occhi brillarono come monete d'oro colpite dal sole mentre un sorriso di David, l'ultimo, si manifestava come una lontana memoria nella sua mente. E in un attimo, quel sorriso si dissolse completamente e Killian cadde a terra, privo di sensi.
  
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