Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: virgily    18/09/2013    3 recensioni
Una bambina salvata dalla benevolenza di Odino. Una figlia e una nuova speranza di unificare Asgard con Midgard...
"-Perché odi cosí tanto Thor?- gli domandó timidamente, guardandolo di sottecchi
-Io non provo alcun odio nei suoi confronti mia cara- rispose beffardo
-Stai mentendo-
-Perché mi dici questo mia dolce sorellina?- Loki portó le mani al viso pallido della giovane, carezzandogli le guance con tenerezza. Solo sfiorandole la pelle, ardenti brividi tentarono l'animo del dio. Lei lo guardava con quei pudici occhi profondi come due buchi neri, troppo sinceri e docili per sostenere lo sguardo con il dio dell'inganno
-Perché é piú forte di te Loki. Tu menti. Sempre-"
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
So, should I stay? should I tremble and remain? Or run away leaving nothing more to say?

Con uno scatto improvviso, le tende della sua camera da letto si spalancarono di colpo, lasciando che la luce invadesse la stanza, puntandosi con i suoi calorosi raggi sulle gote pallide della fanciulla ancora dormiente. A quella vista, i suoi occhi si erano aperti e immediatamente richiusi, fortemente provati da quell'improvviso cambio di luminositá che le irritó lo sguardo. Portandosi le mani al viso, si sollevó pesantemente dal morbido guanciale, lasciando scivolare le lenzuola al suo grembo
-Suvvia mia diletta! Alzatevi é tardi!- la voce della signora del cielo giunse morbida alle sue orecchie, stupendola. Sbattendo velocemente le palpebre, vide Frigga sostare innanzi la grande finestra, irradiata dalle prime luci del sole. Aveva lo sguardo vispo, euforico, a differenza della principessa che dal canto suo esponeva due iridi cupe e ancora addormentate. Dopo tutto non aveva chiuso occhio per tutto il resto della nottata, e onestamente si sentiva pesante, priva di energie. Tuttavia era la prima volta che la regina si presentava personalmente nei suoi appartamenti per destarla dal suo risposo, e a giudicare dal magnifico sorriso impresso sulle sue labbra, intuiva che c’era qualcosa che aveva a che fare con le sue future nozze
-Perdonatemi ma non sono riuscita a dormire molto...- si giustificó lasciando scivolare i suoi piedi dalle coperte, lasciandole a ciondoloni sul suo giaciglio. Rimase immobile, seduta con lo sguardo che guardava un punto indefinito del pavimento, dove i raggi solari baciavano il freddo marmo
-Lo credo bene mia cara! Devi avere il cuore a mille!- ridacchió divertita la regina, avvicinandosi al suo giaciglio, sedendosi al suo fianco. Con la punta delle belle dita affusolate, le carezzó il viso, scostandole con delicatezza uno dei suoi riccioli ribelli del primo mattino, sollevando l’angolo destro delle labbra in un timido sorriso
-Oggi si effettuerá la promessa davanti a Odino. Poi ti sará vietato di vedere il tuo futuro sposo fino al prossimo venerdí di luna piena- affermó la donna scrutandola in viso. Era seria, probabilmente ancora stordita. Ma Klithilde si fece coraggio, e sollevando lo sguardo annuí con un sorriso piccolo e genuino. Annuì, sospirando silenziosamente, arrancando verso il grande guardaroba scavato nella lucida parete. Con la punta delle dita sfiorava con delicatezza le vesti colorate e pregiate, fissando quei piccoli gioielli di sartoria con uno sguardo malinconico, confuso…
-Dovrei indossare qualcosa in particolare?- cominciò la giovane, chiedendo consiglio alla nobile madre dei cieli
-Non sei obbligata ad indossare una veste da cerimonia, se è questo quello che mi stai chiedendo…-
-Forse- disse la principessa –Dovrei mettere qualcosa che attiri l’attenzione di mio frat…- Klithilde si morse prontamente la lingua, sussultando appena:
-Di Thor…- era agitata, si carezzava freneticamente le mani tremanti, e oltretutto teneva i suoi magnifici occhi color nocciola puntati contro il freddo pavimento, camminando aventi e indietro dal suo giaciglio all’armadio come un’ossessa. Stava per cadere in un grosso errore. Thor non era suo fratello, non lo era mai stato; e presto sarebbe diventato suo marito. Non fu affatto difficile per Frigga leggere lo sconforto e il disagio che velavano le pallide gote della fanciulla, e di certo non poteva biasimarla. Con un dolce sorriso allora, la madre degli dei spalancò le sue esili e sinuose braccia, esponendo un dolce sorriso.
-Vieni qui, mia diletta…- e senza fiatare Klithilde era affondata nel petto di quella donna che per lei era più di una madre, abbandonandosi completamente in un pianto soffocato da piccoli singhiozzi strozzati e tremolanti. Con morbide carezze, la regina affondava le labbra nella folta chioma scura della figlia, cullandola e rassicurandola con parole gentili, di conforto:
-So che sei spaventata piccola mia. Ti senti disorientata, e questo posso capirlo. Ma sappi che il padre degli dei non ti avrebbe mai affidato questo compito se non fosse stato certo che tu sei in grado di affrontare tutto questo…-
-Questo lo so, madre. È solo che mi sembra tutto così… Affrettato-  sussurrò piano, asciugandosi sgraziatamente le lacrime con le mani, cercando gli occhi limpidi della regina. Questa, di rimando, sospirò a sua volta, sommessa.
-Lo so, piccina. Purtroppo,non sempre possiamo essere noi gli artefici del nostro destino. Avvolte, occorre solo lasciarsi andare, seguire il corso delle cose…- Frigga sciolse quel caldo e tenero abbraccio, prendendo un piccolo fagotto di stoffa che teneva già da prima sulle sue ginocchia, porgendolo elegantemente tra le mani della principessa. Klithilde sapeva di cosa di trattasse, ma sciolse ugualmente il piccolo nodo per potersi accertare che non si sbagliava. L’angolo destro delle sue labbra si sollevò piano, dipingendo un timido sorriso sulle sua labbra fine: una tiara d’oro. Semplice, senza adorni eccessivi o diamanti incastonati, soltanto un cerchietto finemente lavorato. Il simbolo della sua purezza.
-Questi saranno i tuoi ultimi giorni con addosso il tuo kransen.- affermò con un tenero accenno di malinconia nella sua voce, sollevando l’elegante coroncina. Aveva sempre desiderato una figlia a cui tramandare l’antico gioiello, e adesso che la sua Klithilde era diventata grande, Frigga attendeva con altrettanta gioia e curiosità la nascita di una nipotina, di una nuova principessa che avrebbe indossato con fierezza e orgoglio il kransen reale.   
-Già…- con due dita, la regina sfiorò delicatamente il volto della giovane, attirando su di sé l’attenzione di quei due grandi pozzi scuri e magnetici.
-È ora…- disse, cercando nello sguardo della figlia il suo assenso. Klithilde prese un respiro profondo, calmando i nervi, mordendosi ansiosamente il labbro inferiore. E senza dire nulla annuì.

***

I reali avevano predisposto il fidanzamento ufficiale con una cerimonia più intima e semplice. Odino stesso comprendeva bene che la folla accalcata sugli spalti non avrebbero fatto altro che gravare, con i propri sguardi, sulla futura sposa; e certamente mettere in soggezione la sua amata Klithilde era l’ultimo dei suoi desideri, soprattutto in un’occasione importante come questa. In quel momento, il tempo sembrava essersi fermato, perdendo senso oltre che la misura. Klithilde sostava innanzi al padre degli dei, con le mani strette appena contro il petto e gli occhi fissi sul dio inginocchiato al suo cospetto, e che di rimando la fissava con uno sguardo altrettanto folgorante e carico di passione. Frigga e Loki, silenti alle spalle della futura sposa, osservavano la scena con solenne austerità, sebbene la regina dei cieli fosse ebbra di felicità e suo figlio, al contrario, si stava lasciando corrodere dal veleno del suo stesso animo geloso e maligno. La fissava mantenendo un’inespressività disarmante, sebbene la mascella contrita e i lineamenti affilati lasciassero dedurre più che bene una leggera nota di disappunto sul suo volto. Era lì la sua Klithilde, ad un passo da lui. Ma non era sua, non poteva essere sua. Ed era proprio questa consapevolezza a tormentarlo, rendendo così anche la sua sola vista la più straziante delle torture, e sebbene in quel momento la fanciulla gli stesse dando le spalle, mostrandogli i soffici capelli bruni ornati dal kransen dorato, e la curva dell’elegante schiena sinuosa, Loki ormai conosceva a memoria il disegno sottile del suo bel viso. Così la immaginò come sempre l’aveva vista: spaventata ma pronta a combattere la sua paura. Perché era coraggiosa la sua amata, lo era sempre stata.
-Io sono Thor, figlio di Odino, Dio del tuono. Vengo a prostrarmi innanzi a voi, Klithilde, luce di Asgard, e al padre degli dei stesso per reclamare la vostra mano…- le parole del dio erano fluide, sentite, sincere. E più le sue labbra si muovevano più quegli occhi blu sembravano assumere la stessa brillantezza e forza di una pioggia di fulmini. Klithilde sentì il cuore batterle fortissimo nel petto, le gambe tremare. Sapeva che cosa doveva dire, ma non ci riusciva. Era terrorizzata e non riusciva a non darlo a vedere, ma lo aveva promesso a Odino, il suo re, il suo salvatore. Forse Frigga aveva ragione, magari doveva soltanto lasciarsi andare, permettere al destino di scorrere, fluire senza che potesse far qualcosa che impedire il suo giusto corso. Eppure, sentiva il peso di quei due grandi occhi roventi alle sue spalle, e non riusciva ad interpretare quel brivido che la percosse tutta da capo a piedi quando facendo un respiro profondo le sue labbra pronunciarono quelle parole:
-Salute a te, mio signore…- le labbra del valente dio del tuono si distesero in un dolce sorriso, e senza neanche rendersene conto anche la principessa sorrideva timidamente, lasciando che un caldo rossore colorisse le sue gote rotonde.

***

Era finita, la cerimonia ormai era giunta al suo termine, e gli sposi si concessero un ultimo saluto in vista del lungo periodo che avrebbero trascorso separati l’uno dall’altra. Con forza, Thor aveva preso a sé la sua piccola Klithilde, stringendola al petto e baciandola con vigore, mentre Loki con ampie falcate gli dava le spalle. Non avrebbe assistito a quel pietoso amoreggiare, non più. Con lo sguardo basso e i pugni serrati, il dio delle malefatte si chiuse il portale d’accesso alla sala del trono alle spalle. Poi continuò dritto per i lunghi corridoi dorati del palazzo, solo come lo era sempre stato. Sentiva il cuore bussare freneticamente nel petto, una tachicardia ansiosa e difficile da tenere sotto controllo, proprio come l’urlo che tentava di soffocare nel profondo della sua gola. Era un grido di disperazione, un lamento silenzioso che nessuno avrebbe percepito, perché nessuno doveva scorgere il suo dolore. Un suono lontano gli ricordò quella grande porta che si era lasciato alle spalle, uno scudo intarsiato che gli aveva concesso di non vedere ciò che probabilmente lo avrebbe ferito a morte: le labbra di Klithilde premute su quelle di suo fratello.
-Loki!- una voce dolce, un richiamo timido. Immediatamente gli si strinse lo stomaco. Rallentò il passo, ma non si fermò. Continuò a camminare, consapevole che lei era alle sue spalle. Doveva lasciarla andare. Era giusto così. Come al solito.
-Loki ti prego!- la sua voce era più chiara sebbene affannata. Forse lo stava rincorrendo. Il dio si morse con forza il labbro inferiore, maledicendosi. Ma non si fermò.
-Loki, ti ordino di fermarti!- un brivido gelido si arrampicò lungo la sua colonna vertebrale, e in men che non si dica, il giovane si fermò. La sua voce era cambiata, alta e ben impostata era stata fredda e diretta come la lama di un pugnale, e lo aveva trafitto. Il moro si voltò allora con l’espressione più beffarda e cinica che conoscesse, incrociandosi finalmente con quella donna che avrebbe dovuto lasciar stare. Immobile, a pochi metri da lui, Klithilde sostava impettita e seriosa, fissandolo ardentemente negli occhi, come se tutta la sua timidezza fosse svanita, o meglio si fosse assopita, concedendole un fascino audace e per niente fanciullesco che per Loki fu difficile non notare. Ma lui era il dio degli inganni, e certo non avrebbe lasciato che tutto questo potesse renderlo vulnerabile:
-È curioso che tu dia ordini a me, Klithilde- affermò con stizza avvicinandosi alla donna, esponendo uno spietato sguardo di sfida. La fanciulla deglutì silenziosamente, titubando appena poco prima di ricambiare quell’occhiataccia con un ghigno divertito e altrettanto provocatorio.
-Sono la tua futura regina. Posso concedermi il lusso di darti ordini d’ora in poi…- Loki immediatamente rise, ma con sua sorpresa era spaventosamente eccitato dal modo in cui si stava rivolgendo a lui. Klithilde stava crescendo di tutta fretta, non le restava altra scelta dopotutto. Fregandosi di quel briciolo di buon senso che aveva, il dio accorciò sempre più le distanze tra loro, incurvandosi spaventosamente sulla giovane, torreggiandola, sfidandola per osservare fino a che punto la sua piccola amata si sarebbe spinta in quel botta e risposta che preannunciava un gioco più grande e pericoloso di quanto potesse immaginare.
-Questo è un colpo basso da parte tua, mia cara…-
-Forse, ma dopotutto sto parlando con il dio dei colpi bassi.- disse, afferrandogli impulsivamente la mano accentuando quella scossa elettrica che il moro tentava di affievolire invano dentro di sé. Subito Loki tentò di fulminarla con lo sguardo, spaventarla e ripudiarla crudele come aveva fatto la sera prima, proteggendola da sé stesso. Ma non ci riuscì. I suoi occhi scuri e gentili catturarono la sua attenzione, disarmandolo.
-Klithilde che cosa vuoi da me?- Silenzio. Le dita sottili e morbide della donna si strinsero forti alla mano dell’uomo.
-Resta con me, Loki.- un sussurro che parve una carezza, e una lacrima che solcò le guance della principessa. Per il dio, quella visione fu come morire. E così, pur ripetendosi che era sbagliato, che doveva smetterla di logorarsi e annientare ogni minima traccia di affetto nei suoi confronti se ci teneva a rimanere integro nell’animo, già di per sé travagliato, Loki con uno scatto repentino prese la giovane per i fianchi, portandola al suo petto, stringendola come mai l’aveva stretta prima.
-N-Non posso affrontare tutto questo senza di te al mio fianco-sentiva le sue manine piccole aggrappate all’altezza dei suoi pettorali, e i singhiozzi soffocarsi tra le sue braccia. Accarezzò i suoi boccoli color ebano, lasciandovi impressa l’impronta di un bacio.
-Non temere- disse, immergendo il viso nella folta chioma della dea
-Non ti lascerò- sussurrò piano, ghignando –Mai-
Quella fu la solenne promessa del dio del caos
.  


*Angolino di Virgy*
Dopo quasi un anno, credo, sono tornata ad aggiornare questa fic. Lo so, probabilmente adesso sarò linciata ma sappiate che non era mia intenzione lasciare così tanto indietro questa storia. Confesso che è una delle mie preferite, ma disgraziatamente sono una di quelle scrittrici che scrive molte cose contemporaneamente, senza sosta, continuando ad elaborare a oltranza finchè non ti sfugge il controllo. A me, ed è proprio di questo che vi chiedo scusa, è sfuggito il controllo. In molti in realtà si sono fatti sentire, spronandomi a continuare a scrivere, anche quando ero in un periodo di vuoto, in cui fissavo la pagina e mi dicevo " e adesso?". Ed è a loro che forse devo questo ritorno <3 .Sfortunatamente ho il vizio di essere imprevedibile, perciò non mi sento di promettervi che d'ora inanzi scriverò solo questa fic, ma mi impegnerò per pubblicare con più frequenza (blocco dello scrittore permettendo) perchè ci tengo a questa storia e merita di trovare un finale. Tornando al capitolo, beh che dire? Spero vi piaccia, che vi incuriosisca e sopratutto che vi convinca a perdonarmi per tutto questo casino, insomma XD.
Un Bacio
-V-      
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: virgily