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Autore: MZakhar    18/09/2013    2 recensioni
Tutti i miei amici erano morti, i loro corpi erano stati spostati dal mio assassino dentro le rispettive tende, qui, dove avevamo campeggiato. Non ci saremmo mai dovuti ritrovare su questo spiazzo, ma le nostre macchine avevano misteriosamente bucato le gomme lungo il sentiero e così ci accontentammo di questa radura nel bel mezzo del nulla. Come si vede, non era stata poi una grande idea.
Genere: Dark, Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi con una nuova One Shot tutta fuori di testa! xD Non sarà come al solito al massimo delle mie potenzialità, ma ci tenevo a pubblicare qualcosa dopo mesi e mesi... (: Non siate troppo severi, è solo uno sfogo emotivo (come sempre del resto xD) che spero vi inquieti anche solo un pochino-pochetto e che, soprattutto, vi piaccia! ;D
-M.Z.-



ALBA



Avevo un mare di emozioni che mi brulicavano dentro come farfalle indomabili, ma non avevo mai saputo come esprimerle.
Adesso, guardando negli occhi il mio assassino con la consapevolezza di chi sta per morire, quelle emozioni sembravano essersi assopite, andate, evaporate come una nuvola di fumo lasciata al vento. Era come se tutto ciò che avevo provato negli ultimi anni non fosse mai esistito, non fosse mai stato importante. Forse era la tensione a giocarmi questo brutto tiro o forse ero semplicemente felice di potermi finalmente lasciar andare alla deriva e abbandonare questo mondo in maniera serena, senza troppe preoccupazioni.
Qualsiasi cosa fosse, ad ogni modo, non sembrava intaccare minimamente l’allegro umore dell’uomo che mi stava davanti. I suoi occhi vitrei erano puntati sulle sue mani ruvide, strette attorno al mio fragile collo, la sua bocca sottile si piegava in un sorriso di aperta soddisfazione. Non emettevo alcun suono, solo l’aria che i miei polmoni cercavano d’istinto rompeva quell'idilliaco silenzio. Tutto intorno ci circondava il bosco nella sua spettrale bellezza.
Alzai lo sguardo sul ramo sospeso sopra di noi. C’era un pipistrello là sopra, immobile a testa in giù ad osservare la scena. Mi chiesi che cosa potesse vedere quel piccoletto dal suo nascondiglio; una ragazza di appena un metro e sessanta, non particolarmente carina né particolarmente assennata che strusciava la schiena contro il massiccio tronco dell’albero a qualche centimetro da terra, senza lottare. Chissà se poteva comprenderne il perché?
Bè, nel caso se lo stesse domandando, non ne avevo alcuna voglia. Tutti i miei amici erano morti, i loro corpi erano stati spostati dal mio assassino dentro le rispettive tende, qui, dove avevamo campeggiato. Non ci saremmo mai dovuti ritrovare su questo spiazzo, ma le nostre macchine avevano misteriosamente bucato le gomme lungo il sentiero e così ci accontentammo di questa radura nel bel mezzo del nulla. Come si vede, non era stata poi una grande idea. Riuscivo ancora a scorgere il braccio paonazzo di Tom sbucare fuori dalla cerniera. Gli era stata fracassata la testa con un masso. Più in là c’era Jenna, era finita dentro una fossa che poi era stata riempita di fango, il suo ragazzo, Heim, aveva avuto più fortuna ed era morto sul colpo quando era corso a cercare i soccorsi ed era finito per infilzarsi sopra un vecchio tubo arrugginito. Sempre meglio che morire di tetano. Mentre mio cugino Peter era stato impiccato e lasciato a penzolare come monito vicino al nostro accampamento. Era stato il primo a morire, e a dare l’inizio alla fine.
Portai una mano sopra quelle del mio assassino e la strinsi sopra le sue, sorprendendolo non poco. Si vedeva che nessuno aveva mai cercato di accelerare il processo prima d’ora. Ma non aveva neanche mai cercato di uccidere qualcuno con così tanti problemi come me.
In realtà, la mia poca voglia di vivere e quell'ammasso di emozioni di cui ho parlato prima derivavano da un’unica ragione. E quella ragione portava il nome di Meredith, la mia compagna di corso di Inglese morta due anni prima. Era stata una ragazza simpatica tutto sommato, bellissima e con un sesto senso molto sviluppato. Il giorno in cui, ubriaca come un marinaio, ero entrata di soppiatto in casa sua, sembrava quasi che avesse percepito l’odore della morte prima ancora che mi venisse in mente di afferrare delle lunghe forbici da sarta e infilzarla come uno spiedino più e più volte. Al mattino, quando mi risvegliai accanto al suo corpo esanime steso sul divano ormai fradicio di sangue, avevo avuto il buonsenso di non vomitare e di cancellare le mie tracce. Sapevo che i suoi non sarebbero tornati prima dell’ora di cena; avrebbero avuto una bella sorpresa.
Lungo il tragitto verso casa nascosi l’arma del delitto nel giardino di Christian Hamilton. Dopotutto, se non fosse stato per lui non avrei mai dovuto fare una cosa simile. Non doveva innamorarsi di Meredith, così come Meredith non avrebbe dovuto spifferarlo ai quattro venti, vantandosene di fronte all’intera scuola.
Ripensandoci, non era stata poi così simpatica...
In seguito la polizia avrebbe scavato il suo prato e i giornali avrebbero accusato Christian di un delitto passionale. La versione ufficiale era che lui ci avesse provato e Meredith lo avesse respinto dopo averci giocato per qualche settimana.
Ne fui felice, così come ero felice di potermi finalmente lasciar andare tra le mani dell’omone che mi sovrastava di un mezzo metro buono e sorrideva nel vedermi perdere i sensi.
Prima di abbandonarmi del tutto, però, decisi che dovevo lasciare un segno del mio passaggio. Non potevo morire semplicemente così, da sconosciuta qualunque. Infilai nella tasca della felpa la mano che era rimasta a penzolare inerme e ne tirai fuori un sassolino appuntito che avevo raccolto quella mattina dal ruscello, qui vicino. Con un ultimo sforzo lo strinsi tra le dita pallide e iniziai a incidere sul braccio scoperto del mio assassino il mio nome. Sempre più sorpreso, l’uomo mi lasciò fare senza mollare la presa sul mio collo e con un’occhiata furtiva lesse le quattro lettere scarabocchiate in rosso. Mi chiamavo Alba – come quella che ora sorgeva all’orizzonte e che non avrei mai più rivisto...
   
 
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