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Autore: MadLucy    18/09/2013    3 recensioni
[Percy/Nico.]
Percy ti cerca, Percy ti vuole. Percy ti ama. Forse sarà capace di amarti anche dopo -dopo che te ne sarai andato, portando con te il suo cuore negli Inferi; dopo che l'avrai abbandonato lì, di notte, circondato di buio, mentre un'ultima supplica che scintilla negli occhi gli bagnerà la guancia. Forse ti amerà ancora.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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NP

Le regole del re.









D'un tratto lo sai: lui è dietro di te.
Ti guardi indietro, verso l'arco d'ingresso del Campo Mezzosangue, arrogandoti il piacere di credere di stare facendo ciò che va fatto. Giusto un'impronta di nostalgia ti preme il petto, con le dita distese e il palmo teso; la realtà torna a bussare alla porta: i sorrisi sanno di pece, la felicità non la vuoi più, perchè chi tradisce una volta lo farà ancora.
Tu non vuoi essere felice con lui. Vuoi soffrire, sanguinare per lui, nutrirti del dolore finchè diverrà tuo unico sostentamento, drappeggiartelo sulle spalle finchè diverrà conforto. Perchè la crisalide che ti sei tessuto attorno per proteggerti è diventata sudario; perchè hai guardato la debolezza in faccia e l'hai chiamata nemica, perchè hai preso la debolezza e l'hai rinnegata nel fuoco -ma nel tuo petto c'è ancora cenere. L'amore non dev'essere il sollievo, ma il castigo; il desiderio non dev'essere la tentazione, ma il timore. Niente dev'essere com'è per farti credere d'essere morto davvero. La notte frinisce attorno a te, complice; le tenebre bisbigliano arruffandosi fra i rami frondosi, giurando di mantenere il tuo segreto.
-Nico, dove stai andando?!- Egli si fa sempre più vicino, divora la distanza che vi separa. Ti sta per raggiungere.
Guardali, quegli occhi: lui è stato l'inizio di tutti i tuoi guai, ma è sua la mano che si allunga per trarti in salvo. Chi ti tradisce una volta lo farà ancora, Nico Di Angelo, quante volte devi sbattere la testa contro i tuoi errori, per capirlo?
Il dolore esiste perchè pulsa, la frustrazione esiste perchè t'insegue, la solitudine esiste perchè t'accompagna: lui non esiste. Bello, eroico e grande come la serenità a cui tutti anelano. Non esisti, vorresti urlargli, non esisti. Ma non riesci a respirare; le tenebre ti stringono da tutte le parti. Ti hanno sepolto vivo.
La fiducia è una promessa infranta. Sei stanco di giocare a sperare: meglio scherzare con il fuoco. Sotto la cenere c'è una verità rifiutata che chiama aiuto.
Tua sorella per farti addormentare ti cantava canzoni che sapevano di casa -ti cantava menzogne che vorresti ancora essere là ad ascoltare. No, non dev'essere vero, no.
-Nico, ti prego, fermati. Aspetta. Aspetta!-
La ragione è un calcolo, la riesci ad accettare: ma contro quel verde perderesti lo scontro. Non c'è abisso che ti faccia così paura.
Non c'è ragione, non c'è rabbia, non c'è rimpianto in quel verde, e no, quello non è il verde delle speranze, ma quello delle certezze. Ti fermi, le sue parole le ascolterai, e soffrirai, e sarà l'ennesima prova della tua risoluzione. Perchè ce la farai.
Perchè lo dovresti ferire, e invece lo vuoi baciare.
La tua voce è diversa, raschiante come un rasoio, nemmeno alle tue stesse orecchie suona familiare; in fondo cresci sempre più in fretta.
-Stammi lontano, Percy. Non chiedo altro.- Ti prego.
Ti prego, non ascoltarmi.
Lo guardi, lui -Percy, si chiama Percy, persino il suo nome ti fa male?- e il suo viso bianco di spuma, fresco come scogli ghermiti dalle onde, occhi verdi come la tenerezza della rugiada sui prati. E' bello nell'aria netta e limpida della notte, con quell'espressione intaccata e sgomenta, quasi tradita; è bello sempre. Bello, eroico e grande. Non esiste.
Eppure può essere tuo. Lo sai.
Lui ti cerca, lui ti vuole. Lui ti ama. Forse sarà capace di amarti anche dopo -dopo che te ne sarai andato, portando con te il suo cuore negli Inferi; dopo che l'avrai abbandonato lì, di notte, circondato di buio, mentre un'ultima supplica che scintilla negli occhi gli bagnerà la guancia. Forse ti amerà ancora.
Siete a non più di due metri di distanza l'uno dall'altro. Poi lui comincia, affranto, allarmato, concitato, lottando freneticamente con le parole.
-Io il tuo sorriso lo ricordo ancora, Nico. Non è troppo tardi. Non è mai troppo tardi.-
Non è mai troppo tardi. No, non lo è: però adesso sei tu a disdegnare la felicità, a rifiutarla con disgusto, a liberartene con disprezzo. Essa ha una consistenza ruvida sulla pelle, una gravità faticosa sulle spalle, un sapore putrido sulla lingua, come di cadavere. Il tuo sorriso... magari un tempo era bello. Adesso duole come una ferita aperta: sulle tue labbra trema, una foglia in autunno. Ridere ti fa male alla bocca. I tuoi occhi sono colmi, un frastornante grido di protesta è eternato in quelle pupille d'antracite: v'è tutta l'attonita sofferenza d'un animo soffice, catturata nella sua estrema tensione. E' ferma, silente, pietrificata, morta eppure immortale, come una cicatrice che non fa più male ma rimane lì, a ghignare sulla pelle un avvertimento.
Perchè deriso il rifiuto, padroneggiato il dolore, sfogliata la rabbia, rimane soltanto una resa polverosa come vecchie ossa. I tuoi occhi sono torbidi ed inesorabili. Occhi di morte.
Con voce aspra e tagliente rispondi, sperando che finisca al più presto. -Non fingere di essere qui per offrirmi ciò che mi hai portato via.- Troppo tardi.
Percy tentenna, una colpa di cui non è responsabile gli vela gli occhi, e la sua sofferenza ti fa sentire soltanto più inadeguato di quanto tu non sia.
-Io non posso restituirti la tua vita, Nico, ma... posso dartene una nuova. Se tu lo vuoi.-
Cosa voglio io? Ricordamelo, Percy, perchè non lo so più.
Se promettere fosse appena un poco più difficile, nessuno lo farebbe. Nemmeno lui. Soprattutto lui.
Sei arrivato tardi, Percy, la mia collezione di illusioni l'ho sacrificata alla cenere. Tardi.
-Non capisci... io non appartengo più a tutto questo.- Le parole incespicano fra le labbra, rotolano incerte e graffianti, sfumate di vaga ostilità. Percy sorride senza allegria. Non succede spesso.
-Alla normalità, intendi? Agli amici, i compiti per casa, le vacanze al mare? Ci sono passati tutti i mezzosangue, all'inizio. D'un tratto il tuo mondo si capovolge e tu non sai più chi sei, dove sei, cosa è davvero importante. Ma ad un certo punto tutto torna ad avere senso. Si trova un equilibrio, per così dire, si accetta di cambiare ma in fondo di rimanere se stessi. Comprendi che sei diverso dagli altri, però non sei solo, e questo è un conforto. E' questione d'abitudine...-
Il nodo alla gola ti stringe sempre di più, come se ti volesse impiccare. Gli scherzi, le spiritosaggini, i falò intorno al fuoco, e tutti con quel sorriso, lieti d'essere al mondo. La luce del sole, le risate vacue, gli svaghi scanzonati; e tu, a vedere le scene come dietro ad un velo di lutto, accanto a loro eppure tremendamente distante. A questo non appartieni più. Il mondo adesso è distorto, riflesso nelle iridi d'occhi diversi -occhi di morte- ed appare stupido, inutile, una specie di gioco puerile, non di molto più rilevante delle carte che osservasti annerire fra le fiamme -osservasti morire ogni giorno della tua infanzia, uno per uno, e mai distogliesti lo sguardo.
-Non è la stessa cosa. Non è di questo che sto parlando.- Esiti un secondo, prima di aggiungere: -Io sento le persone morire. Lo sento nel petto, ogni volta che un cuore si ferma... come un brivido.- Perchè la morte ti ha dato alla vita. -Nessun altro sa cosa significa, ed è giusto così. La gente percepisce a pelle che c'è qualcosa che non va in me, prova l'istinto di starmi lontano.- Chi vorrebbe mai banchettare con il re degli spettri? -Non mi dà fastidio, sono contento che lo facciano. D'altronde, in confronto alla morte... davanti all'irrevocabile immensità, all'imponenza maestosa della morte... quel che c'è quassù, ora, mi sembra privo di qualsiasi importanza.- Tutto. Tutto.
Tranne lui. Tranne lui, maledetto, maledetto Jackson.
Sei riuscito a congedarti da qualsiasi cosa, persino dall'amore fanciullesco di Bianca. Allora perchè, quando cerchi di dire addio a Percy, ti manca la forza? -Non deve importarmi. Infatti non me ne importa niente.- Lo ripeti a voce più alta, così magari finirà per diventare vero.
-Il problema è che a te di Nico di Angelo non importa niente.- mormora Percy. C'è un'amarezza attanagliante nelle sue parole, qualcosa di stonato che ti scuote le fibre della pelle, come un soffio cruento di brezza salmastra. Ci sono tante cose che potresti ribattere.
Nico Di Angelo morì quando
Nico di Angelo urla rinchiuso in una bara sottoterra e dice
-Spiacente, Percy.- Non sai esattamente perchè ti stai scusando. Senti soltanto l'esigenza di farlo. Il tuo corpo pesa troppo, d'un tratto. L'acqua sotto di te sembra tremendamente fredda -e tremendamente cattiva. Il dolore diventa una necessità, quando si teme di riabituarsi al sollievo. Cos'è, il sollievo, se non un inganno ben simulato per farti crollare di nuovo, affinchè la sofferenza ferisca più forte?
-Sai cosa penso? Che tu stia soltanto accantonando scuse. Queste sciocchezze, che fra noi non sei a tuo agio, che le persone ti evitano... pretesti.- Percy sputò quella parola, pretesti, ma dietro ve n'era un'altra. Menzogne.
Riuscì nel suo probabile intento: lo guardasti negli occhi. -Pretesti? E quale sarebbe la verità?-
-Che stai scappando. Scappando.- Quella parola ti affondò nello stomaco come nessuna spada sarebbe mai riuscita a fare, e i tuoi sforzi d'evitarla evaporarono, neve debole sotto un sole pestifero. Scappando. Scappando? Scappando. Proprio così.
Ma Percy prosegue, inarrestabile, rovinoso. -Tu non sei un codardo, non ti si addice. E perchè... cioè, tu... stai forse scappando... da me?-
-Vattene.- Lui non dovrebbe essere lì. Non rientrava nel piano. La tua voce è un gemito sordo. -Vattene, vattene.- Troppo tardi.
Bisogna andarsene, adesso. Bisogna farlo adesso. Altrimenti il coraggio -la crudeltà- si disperderà nel vento e non potrai più afferrarla. Inizi a camminare, a farti largo faticosamente fra i cespi, e la mano con cui ti aggrappi al tronco d'un albero pulsa di rosso, come se il tuo cuore sanguinasse. Le sue urla, dietro di te, tagliano il vento e ti colpiscono la nuca con puntualità.
-Non ti lascerò cadere. Mi hai sentito? Dì pure quello che vuoi, dì che non mi sopporti più, che mi vuoi morto. Anche se non mi ami, ciò non cambia in nessun modo il sentimento che provo per te. Io ti salverò sempre. Mi hai sentito, Nico Di Angelo?! In qualsiasi maledetto inferno in cui ti relegherai... io sarò lì per riportarti indietro.-
Quanto avresti desiderato sentire queste parole prima, quand'eri ancora l'inetto speranzoso che fissava l'arco del campo in continuazione, in attesa di vedere sua sorella attraversarlo. 
-Lo so.- Niente più che un bisbiglio sommesso, cullato da una malinconica consapevolezza. -Lo so.-
Allora Percy sorride. Un sorriso piccolo, esitante, come se chiedesse il tuo permesso per fiorire. E quel sorriso sembra uno spiraglio da cui scivola il primo raggio perlato d'un'alba nuova.
-Permettimi di dimostrarti che dico la verità. Non sopporterei di deluderti ancora... Permettimi di prendermi cura di te.-
Percy di giada e sole, Percy nato dal mare, Percy che mai vorresti vedere violato dalle tenebre come le tenebre hanno violato te. Percy e il profumo delle carezze delle onde, che non abbandona mai la sua pelle. Merita di meglio -su questo non hai dubbi. Merita di meglio, e vuole te. Se lo conoscessi di più e l'amassi di meno, potresti voltarti ed andartene. Tu non vuoi essere felice con lui. Vuoi soffrire per lui. No, non suona più vero.
Quella battaglia è ormai perduta quando avverti la mano di Percy sulla spalla, le sue braccia intorno al petto. Pensa che tu abbia freddo. Sorrideresti di scherno, se non facesse male.
D'ora in poi, l'ambrosia per te saprà di sconfitta.
Domani mattina ti odierai e progetterai un'altra fuga, che mai compirai davvero; domani ti sentirai ancora indegno, ricorderai di stare avvelenando chi ami con quegli occhi di morte e il sorriso dei tuoi compagni ti farà venire il mal di testa, e il decesso delle persone ti farà rabbrividire. Domani la realtà ti piomberà sulle spalle.
Domani. Non adesso. Adesso è adesso, e adesso promette di durare ancora a lungo.
Adesso c'è Percy.
-Per sempre,- lo senti sussurrare fra lacrime di paura scampata, -per sempre.-
Adesso e per sempre, ti correggi distrattamente.



































Note dell'Autrice: Buonasera! Era da un pezzo che volevo scrivere una Percy/Nico, ma non mi veniva mai l'idea giusta. ^-^
Che c'è da dire? Sono stupendi. Ci sono delle fan art su di loro da nosebleed. Non è molto famosa come coppia nel fandom italiano, ed è un vero peccato!
Beh, grazie per avere letto! Spero che la storia vi sia piaciuta e sarei molto contenta se mi lasciaste una recensione!
Lucy
  
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