19/09/2013
1 recensioniWe Can’t Stop
Che di povera non aveva proprio niente, pensò Isa.
Anche a lei sarebbe piaciuto avere delle attenzioni del genere, nell’insieme Drew non era male.
Alto con un fisico da paura, degli occhi che sembravano il mare e i capelli biondi alzati in una bassa cresta.
Carino, si. . Ma non era questo il suo obbiettivo.
Doveva avvicinarlo.
Finito di bere il mio tè alla pesca decisi che il piano doveva iniziare.
Mi alzai e con passo sicuro mi diressi verso il loro tavolo.
-Potrei avere un tuo autografo? – domandai sfoggiando un sorriso che di vero non aveva proprio niente.
-Certo bellezza! – esclamò per prendere un ultimo sorso della sua coca-cola.
-Ecco, Drew – firmò il piccolo pezzo di carta che gli avevo porto.
-Oh grazie mille! Sei stato molto gentile! – sbattei più volte le palpebre con fare seducente.
-Questo ed altro per le mie fans – una smorfia di disgusto si fece spazio tra le mie labbra.
-E dimmi, qual’ è la tua canzone preferita? – continuò mentre i suoi occhi chiari mi scrutavano in cerca di risposta.
Deglutì rumorosamente, non sapevo che cavolo di canzoni scrivevano. E il panico s’ impossessò di me.
Non avevo via di scampo. Ero fregata.
-A me piace molto 3000 miles! – se ne uscì la ragazza castana seduta di fianco.
-Anche a me! – risposi prontamente.
-Ottima scelta ragazze – si complimentò Drew.
Fiuuu, ero salva per questa volta.
Il silenzio calò su quel tavolino di ferro dove le persone si vedevano per un caffè.
-Stasera c’è una festa sulla spiaggia. . Ehm, Drew? Tu ci vieni? – domandò timidamente la castana.
-Ovvio, bebe, io non manco mai ad una festa – dichiarò Drew passandosi una mano tra i capelli.
Perfetto, stasera sarei andata anche io, solo così lo avrei tenuto d’occhio.
-E tu? Babe, non so il tuo nome – continuò voltandosi verso di me e sorridendomi.
-Io sono Poya – risposi con sicurezza. Era una sorta di nome in codice. Così non avrebbe mai scoperto la mia identità.
Delle risatine provenienti mi fecero innervosire.
-Cosa ridi? – sbottai furiosa verso quella sottospecie di oca.
Ma la sua risata si fece sempre più forte e la rabbia si impossessò di me.
Feci per saltarle addosso ma la mano possente di Drew si poggiò sulla mia spalla.
-Non prendertela, per me è un bel nome – cercò di distrarmi.
-Certo, come noooo – lo presi in giro – fai così con tutte, no? – ribattei guardandolo negli occhi, che a quella domanda si spalancarono. Potevo vedere la tristezza e la delusione.
-No. . Insomma, no! – protestò alzandosi.
Ora mi sentivo una formica, era davvero alto. Confronto a lui ero una pulce.
Indietreggia e con uno sbuffò mi voltai per andarmene.
Stavo uscendo dal bar quando la sua voce mi chiamò.
-Stasera alle nove, qui! – sorrisi dentro di me, e quel sorriso si allargò ancora di più quando sul foglietto per la firma c’era scarabocchiato il suo numero.
La serata passò in fretta e le nove si avvicinavano.
Ero indecisa, andare o non andare?
Se andavo era come fargli capire che era abboccata alla sua trappola, ma non andare era come perdere un’occasione d’oro.
Mi fiondai nell’armadio in cerca di qualcosa per la serata.
E dopo varie osservazioni decisi che il vestito smeraldo sarebbe stato perfetto.
Misi un po’ di mascara e come tocco finale un bel rossetto rosso.
Mi guardai un’ ultima volta allo specchio e dopo aver messo dei sandali bianchi presi la borsa, pronta per andare in spiaggia.
C’era gente già ubriaca, che faticava a stare in posizione retta e c’era che si strusciava contro gli sconosciuti.
Io d’altro canto stava cercando Drew, ma di lui nessuna traccia.
Eppure non sarebbe stato difficile non vederlo. Insomma, un ragazzo cosi era impossibile non notarlo.
E dopo un’ora passata a cercarlo inutilmente mi diressi verso il chiosco abbellito per l’occasione.
-Una vodka alla fragola – ordinai e mentre stavo per pagare una mano si poggiò sulla mia.
-Anche io, però alla menta - ecco il pollo. Mi voltai e notai il suo viso tutto sorridente.
-Pago io – mi fece l’occhiolino per poi porgere i soldi al barista.
-Grazie – sussurrai per poi bere tutto d’un colpo il bicchierino colorato di rosa.
-Wow! Ci vai giù pesante, eh? – ridacchiò Drew bevendo a piccoli sorsi l’alcolico.
-Lo faccio per svagarmi – risposi per poi sistemarmi meglio sulla sedia.
-Problemi amorosi? – domandò sporgendosi verso di me. Potevo sentire il suo alito alla menta.
-No, non sono il tipo di ragazza che si prende giù per un ragazzo – ridacchiai.
Non ricevetti risposta, Drew infatti fissava il piccolo bicchiere contenente ancora della vodka.
-E allora perché bevi? – domandò all’improvviso.
Scossi la testa indispettita – Mi fa rilassare, credo. . La mia vita non è tutta rosa e fiori –
Poi tutto d’un tratto mi prese per mano e mi trascinò in pista, facendomi volteggiare a ritmo di musica.
Ridemmo come dei deficienti per i passi di danza improvvisati d’ entrambi.
Poi quando intrecciò le sue dita con le mie, mi sentì pesante.
Le mie gambe cominciarono a tremare e i miei occhi si incatenarono con i suoi.
Mandai giù a fatica la saliva quando si passò la lingua sulle labbra.
Era così sexy, e provavo un senso di vittoria a vedere le altre ragazze guardarci con gelosia.
Dopo un tempo interminabile Drew ruppe i miei pensieri.
-Mi piacerebbe rivederti – sussurrò al mio orecchio.
-Anche a me – ora ero avvantaggiata.
Non vedevo l’ora di scrivere qualcosa su di lui.