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Autore: Neverlethimgo    19/09/2013    10 recensioni
Tutte le ragazze sognano il ballo scolastico, giusto?
Sbagliato, non Holly. Non la ragazza che odia le cheerleader e i trucchi spastici sul visto, non lei.
Ma cambierà presto idea quando si tratterà di incontrare il suo amore impossibile...
Tratto dai capitoli:
“Guarda il lato positivo: ora sei proprio come Cenerentola! Spera solo che non ti chieda di rincasare a mezzanotte!”
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.'
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chaz, Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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59.
 

Così com’era entrato,  Justin se ne andò, uscendo sul balcone e calandosi poi dalla ringhiera di esso. Helen, fortunatamente, non si trovava più in giardino, Justin non avrebbe retto l’ennesima discussione con quella ragazza, ultimamente la riteneva inopportuna e non aveva fatto altro che imporre a Holly pensieri che sarebbero dovuti rimanere al di fuori della sua mente.
Non riusciva a compiere più di due passi senza voltarsi e guardare la casa della ragazza, per pochi metri camminò persino all’indietro ed avvertì una morsa stringere al centro del suo petto. Portò una mano su di esso e strinse parte della stoffa della maglietta tra le dita.
Sentì gli occhi pizzicare, ma non divennero lucidi; iniziò a correre verso casa prima che la vista gli si annebbiasse.
Sbatté violentemente la porta d’ingresso, lasciando sua madre basita da quella scena, stava per dirigersi in salotto, ma si era bloccata nell’istante in cui il figlio aveva varcato la soglia di casa.
Non la guardò nemmeno, camminò a passo deciso verso la sua stanza e vi si chiuse dentro, guardandosi attorno e notando come fosse ancora così spoglia. Erano notevolmente diminuiti gli oggetti che la occupavano.
 
Più scrutava ogni centimetro di quella stanza, più avvertiva un senso di vuoto impadronirsi di lui. Quando aveva messo nuovamente piede ad Atlanta, era certo che non se ne sarebbe più andato, ma a confermare il contrario furono alcuni scatoloni vuoti accanto al letto. Nell’armadio vi erano ancora alcuni suoi vestiti e non notò subito la valigia posta accanto ad esso.
Preso dalla rabbia, l’aprì sbattendola al suolo e, senza nemmeno preoccuparsi di sfruttare al meglio lo spazio, gettò i vestiti alla rinfusa dentro di essa. Sapeva che non si sarebbe potuto permettere il lusso di dimenticare qualcosa, suo padre non gli avrebbe mai permesso di ritornare a riprenderlo, nemmeno se questo qualcosa fosse stato Holly.
Holly era tutto ciò che avrebbe voluto tenere con sé, ma di lei gli rimaneva soltanto una vecchia foto ormai.
Era lì, posata sul comodino e si accorse di aver perso troppo tempo a fissarla solo quando non riuscì più a vederla così nitidamente. I suoi occhi color nocciola erano completamente offuscati dalle lacrime, così lasciò cadere l’ultima maglietta nella valigia e, lentamente, si avvicinò alla foto.
Allungò la mano, ma la ritrasse subito dopo, quasi come se avesse avuto paura di avere un contatto con lei. La cornice bianca che l’avvolgeva era sbeccata e sorrise al ricordo di come s’era formata quella piccola imperfezione.
 
Quattro anni prima…
 
Guarda che cos’hai fatto!” sbottò arrabbiata la bambina, reggendo tra le mani alcuni petali di rosa, mentre altri erano sparsi sul marciapiede, assieme al resto del fiore e al vaso in vetro che lo conteneva.
Era soltanto un fiore e per di più è anche appassito, ce ne sono tanti altri nel tuo giardino” ribatté il biondino, ma Holly non ne voleva sapere di cogliere altri fiori. Lei voleva quel fiore.
Questo era speciale” mormorò abbassando la testa, mentre il suo tono di voce andava via via diminuendo a causa dei singhiozzi.
Cos’aveva di tanto speciale?” domandò Justin senza capire.
Non te lo ricordi più?!” Holly sembrava completamente scossa da quella domanda. Per lei quella rosa rossa era importante e lui ne aveva rimosso il motivo.
Il biondo scosse la testa, prendendo tra le mani il suo skateboard e sollevando le spalle.
Me lo avevi regalato il giorno del mio compleanno…” rispose lei, asciugandosi alcune lacrime che ora le stavano bagnando il viso.
Se era così importante avresti dovuto tenerlo in casa. E poi il tuo compleanno è stato un mese fa, te ne porterò un altro. Non fare la bambina!” la rimproverò lui, ma lei non voleva sentire ragioni.
Era speciale!” ripeté convinta e, in un batter d’occhio, strappò lo skateboard dalle mani di Justin, sbattendolo violentemente a terra.
Ora sai come ci si sente!” gridò ancora tra le lacrime.
Sul volto del biondo comparve un’espressione di stupore, mista ad una leggera ira. Holly non avrebbe mai immaginato di poter riuscire a compiere un gesto simile e, prima ancora di vedere la reazione di Justin, corse a perdifiato verso casa, sparendo poi al suo interno.
Quello skateboard aveva pochi giorni di vita e, sbattendolo al suolo, si era sbeccato, rovinando una parte del disegno che lo ricopriva. Rosso di rabbia, Justin entrò in casa, rifugiandosi in camera sua prima ancora che sua madre potesse vederlo, vide la foto poggiata sul comodino e la sbatté sul pavimento, provocando una sbeccatura abbastanza evidente sulla cornice.
 
 
Era successo così tanti anni fa che ancora si stupì di come potesse ricordarselo proprio in quel momento. Era così convinto che la loro amicizia potesse terminare in quell’istante, ma fortunatamente non era successo.
Sorrise al solo ricordo di quella scena, Holly si era arrabbiata così tanto per quel fiore e tutto perché era stato lui a regalarglielo e lo considerava speciale.
Era da diversi istanti che Justin sentiva gli occhi pizzicare e ora alcune lacrime gli stavano rigando il viso. Se le asciugò immediatamente, ma altre fluirono fuori dai suoi occhi, rendendo quel gesto inutile.
Prese tra le mani quella fotografia e la studiò attentamente. Erano trascorsi solo quattro anni, ma entrambi erano cambiati, specialmente lui. In quella foto i suoi lineamenti erano più dolci e meno marcati, ma il suo sorriso era rimasto lo stesso ed era vero. Lei, invece, bambina di appena dieci anni, aveva mantenuto gli stessi caratteri di adesso, solo un po’ meno accentuati. Un grande sorriso le fasciava il volto e dai suoi occhi verdi sprizzava gioia ed allegria. Sebbene la foto inquadrasse soltanto il viso ed una piccola parte del busto, era facile immaginare che fossero abbracciati, stretti l’uno tra le braccia dell’altra. I loro visi erano vicini, guancia a guancia, illuminati da un sole splendente di un pomeriggio estivo.
Il biondo strinse maggiormente la presa sulla cornice e la gettò con violenza al suolo, facendo andare in frantumi il vetro sovrastante la foto. Cocci di vetro erano sparsi sul pavimento e la cornice si era divisa a metà, lasciando libera la fotografia.
Udendo quel rumore, Pattie accorse con velocità nella stanza del biondo, fece per domandare cosa fosse successo, ma rimase in silenzio, intuendo da sé la risposta.
Perché l’hai fatto?” gli chiese poi, appoggiandosi rassegnata allo stipite della porta.
Lui, lentamente, sollevò il capo ed incrociò lo sguardo della donna, senza preoccuparsi del fatto che dai suoi occhi trapelassero soltanto emozioni tristi.
Perché era speciale” rispose lui, come se fosse stata la spiegazione più semplice.
Proprio per questo non capisco perché tu l’abbia gettata a terra” commentò lei, rimanendo parecchio perplessa dalla risposta del figlio.
Tempo fa ho rotto una cosa molto importante per Holly e lei, per ripicca, aveva tentato di rompermi lo skateboard, senza però riuscirci. Vedi, quello skateboard era davvero importante per me e tu lo sapevi bene, ti ricordi per quanto tempo ti ho pregato di regalarmelo?
La donna annuì e lo lasciò continuare.
Con il tempo ho capito che l’unica cosa importante che avevo era lei e questa foto che ci ritrae insieme. Non avrò più lei con me, le ho spezzato il cuore e lei lo ha fatto con me. Se avessi mantenuto intatta questa fotografia mi sarei portato dietro il suo ricordo e mi avrebbe fatto male. Non voglio più tenere sul comodino la nostra foto se lei non sarà con me. Papà ha ottenuto ciò che voleva e, anche se ho lottato tanto, non potrò evitare di andarmene da qui. Non voglio portarmi nulla di quello che ho, tanto non servirebbe.
Pattie scosse il capo e compì qualche parso verso il biondo, stando attenta a non calpestare quei frammenti di vetro.
Sbagli a pensarla così” gli disse, sospirando e passando una mano tra i suoi capelli biondi. “Hai distrutto la cornice che conteneva quella foto, ma non la foto stessa. Tu e Holly vi siete fatti del male a vicenda, ma non siete mai riusciti a spezzare ciò che vi lega. Avete soltanto abbattuto la parte più debole che ricopriva il vostro cuore, proprio come quella cornice che ricopriva la foto. Anche se dovessi stracciare a metà quella foto rimarranno comunque i frammenti e basterebbe davvero così poco per riformare il puzzle. Non voglio renderti le cose difficili, Justin, ma non potrai mai cancellare il suo ricordo. Holly è stata il tuo primo vero amore ed il primo amore, come tale, non si scorda mai.
Credimi, mi dispiace doverti far affrontare tutto questo, perché non lo meriti, ma non abbiamo scelta. Non commettere l’errore di cancellarla dalla tua vita, non ci riusciresti nemmeno se lo volessi e te ne pentiresti.
 
 
Quella notte Justin non chiuse occhio, rimase sdraiato sul letto a fissare il soffitto e ripensando a quanto gli aveva detto qualche ora prima sua madre. Detestava ammettere che aveva ragione, ma cos’altro poteva fare?
Nell’arco di tre ore avrebbe lasciato definitivamente quella casa e nulla gli avrebbe permesso di ritornarci. Uscì sul balcone, il cielo era ancora scuro, ma di lì a poco si sarebbe schiarito, rivelando l’alba del mattino. Tastò con la mano l’esterno della tasca e realizzò di avere ancora con sé un pacchetto di sigarette, lo estrasse e lo aprì: vi erano soltanto due sigarette, una delle quali leggermente rovinata. Afferrò quella rovinata e l’accese, stringendola tra le labbra. Inspirò a pieni polmoni quanto più fumo gli fu possibile e gli ritornò alla mente l’espressione dipinta sul viso di Holly quando lo aveva visto fumare per la prima volta. Lei non era mai stata d’accordo con tutto questo, ma ora non aveva importanza. La storia con Holly era un capitolo chiuso e, anche se non sarebbe mai riuscito a dimenticarla, non avrebbe potuto continuare a vivere come se niente fosse mutato.
Non appena raggiunse la metà di quella sigaretta, la gettò oltre la ringhiera e rimase a fissare quel piccolo spiraglio di luce tra i fili d’erba, finché qualche istante dopo non si spense.
Guardò l’orologio, segnava le quattro del mattino e nell’aria si udiva soltanto il suono del vento, ma nemmeno quello riusciva a coprire il rumore dei suoi pensieri. Non faceva altro che immaginarsi la figura di Holly, domandandosi se stesse dormendo o se, magari, stesse pensando a lui. Ma, più di tutto, si domandava se la mattina seguente si sarebbe presentata in aeroporto per salutarlo definitivamente.
Più ci pensava, più si sentì combattuto tra l’idea di non volerla vedere e la voglia di abbracciarla un’ultima volta.
Se davvero era intenzionato a dimenticarla, sarebbe stato meglio non vederla più.
 
Quasi tre ore più tardi, la voce di suo padre lo distrasse dai suoi pensieri, costringendolo a lasciare immediatamente la stanza. Afferrò la valigia e se la trascinò dietro, facendola passare volutamente su quel che ne rimaneva della fotografia, la guardò un’ultima volta e si chiuse la porta della stanza alle spalle.
Sua madre aveva lo sguardo fisso sul figlio e non poté fare a meno di sentirsi completamente dispiaciuta per tutto ciò, suo padre era indifferente, ma Justin se lo aspettava.
Raggiunsero l’aeroporto e, mentre tutti e tre erano in fila per il check-in, Justin continuava a voltarsi verso l’entrata.
Vedrai che verrà” gli sussurrò sua madre ad un orecchio. “Non credo, sai?” mormorò lui, avanzando qualche passo verso la sala d’attesa. Prese posto il più lontano possibile da suo padre, dando le spalle all’entrata dell’edificio.
 
 
Sei davvero sicura di voler andare?” domandò Helen a Holly, la quale non aveva ancora distolto lo sguardo dal finestrino accanto a sé. “Te l’ho già detto due volte: sì, sono sicura di voler andare. Potresti accelerare invece di fare domande?
Helen non si permise di proferire una sola altra parola e fece ciò che la cugina le aveva chiesto.
Nell’arco di pochi minuti raggiunsero finalmente l’aeroporto e Holly scese dall’auto, ma rimase come pietrificata a fissare l’entrata.
Ti aspetterò qui” le disse Helen, come ad incitarla a proseguire.
Sì, non ci metterò molto.” Finalmente Holly si decise ad entrare e si guardò attorno, cercando di evitare lo scontro con altre persone mentre avanzava a passo deciso.
Di Justin non c’era traccia, guardò l’orario e realizzò che non era arrivata in ritardo, ma non riuscì a spiegarsi per quale strana ragione non ci fosse.
Avanzò ancora un po’, ma oltre il metal detector non poteva proseguire. Si sporse oltre quelle macchine ed inquadrò la sala d’attesa, dove riconobbe il suo ciuffo color del grano.
Hai perso qualcosa?” le domandò un uomo della sicurezza.
La ragazza scosse il capo e rispose: “non ho perso niente, vorrei solo salutare una persona.
Se non hai nessun aereo da prendere, non posso farti passare.
La prego, è importante” insistette Holly, congiungendo inconsciamente le mani avanti a sé.
L’uomo scosse il capo. “Mi spiace, ma non puoi andare oltre.
Holly si sentì totalmente delusa, come se arrivare fin lì fosse stato del tutto inutile. Pochi metri la separavano da Justin, ma non poteva sconfiggere quella breve distanza.
Rimase a fissarlo per interi secondi, consapevole che, essendo girato di spalle, non l’avrebbe notata.
Justin!
Iniziò a chiamarlo diverse volte, ma lui non si voltò, il vociferare delle altre persone copriva la sua voce. Gridò ancora più forte e l’uomo della sicurezza le si avvicinò spazientito.
Non hai intenzione di demordere, eh?
Lei lo guardò per un attimo con le lacrime agli occhi e non rispose.
L’uomo sospirò sonoramente e le porse un cartellino. “Mostralo se per caso dovessero farti domande, ma non impiegarci troppo tempo. L’aereo decollerà nell’arco di una mezzora.
Gli occhi di lei s’illuminarono di colpo, mostrandogli gratitudine. “D’accordo, grazie!” esclamò, lasciando che un grande sorriso si facesse spazio sul suo volto.
Oltrepassò i divisori ed iniziò a correre a perdifiato verso il biondo, le sue gote erano rigate pesantemente dalle lacrime, sotto agli occhi vi erano dei leggeri aloni scuri, segno che aveva passato la notte in bianco, ma poco le importava. Le risultava difficile vedere nitidamente ora, ma continuò a correre fino a che il biondo non si accorse del rumore dei suoi passi. Si voltò verso di lei e, quando la riconobbe, ne rimase completamente stupito.
Credevo che non volessi venire” le disse alzandosi in piedi e mantenendo una certa distanza da lei.
Lo so e inizialmente non sarei dovuta venire, ma è anche vero che non potevo lasciarti andare via senza salutarti.
Il biondo annuì quasi impercettibilmente, senza lasciar trapelare la minima emozione, rimase impassibile e ciò fece rimanere Holly parecchio delusa.
Beh? Non dici niente?” insistette lei, avvicinandosi di poco a lui e, nello stesso istante, Justin indietreggiò.
Che cosa dovrei dire? O meglio, che cosa dovrei fare? Mi pare di aver capito che tutto è finito, sei stata molto chiara ieri.
Justin, non ti sto chiedendo di far tornare tutto come prima, ormai non si può più fare niente, ti sto soltanto chiedendo di salutarmi ed abbracciarmi per un ultima volta!
Justin rimase in silenzio, abbassò lo sguardo, per poi rivolgerlo oltre le grandi finestre che davano sulla pista di decollo ed atterraggio.
Holly lo fissava, aspettando impazientemente che lui annullasse quella poca distanza che li separava per poi abbracciarla.
Che cosa succederà quando io chiederò a te un abbraccio e tu sarai troppo lontana per potermelo dare?” le domandò lui, riportando lo sguardo su di lei.
I- io non lo  so. Perché mi fai questa domanda? Credi davvero di essere l’unico che sentirà la mancanza di tutto questo?
Tutto questo?” ripeté lui senza capire o, meglio, facendo finta di non capire. “Tutto questo, come lo definisci tu, c’era tanto tempo fa.
Non ti sopporto quando riesumi il passato solo per creare l’ennesima discussione. Non c’è tempo per litigare, lo capisci? Non voglio passare questi ultimi minuti a litigare con te. In tutti questi mesi non abbiamo fatto altro che discutere, facendoci male a vicenda e-
Spezzandoci il cuore…” la interruppe lui.
Holly chiuse gli occhi per un momento, sentendo crescere dentro di sé quella che credette fosse rabbia, ma che in realtà era solo tristezza.
Vaffanculo, Justin” sbottò, poco prima di avvicinarsi del tutto a lui e gettargli le braccia attorno al collo. Affondò il viso nell’incavo del suo collo ed avvertì immediatamente la stretta delle braccia di lui attorno alla sua schiena.
Pochi istanti dopo, Justin fece concludere quell’abbraccio e, guardandola negli occhi, le disse: “bene, hai ottenuto ciò che volevi. Io ora devo andare.
Mi stai dicendo che mi hai abbracciato solo perché te l’ho chiesto e non perché lo volevi?
Holly gli stava dedicando un’occhiata torva, ma non voleva farsi vedere debole, né tanto meno delusa.
Ho fatto quello che mi hai chiesto, perché devi farne una polemica?
Da qualcuno avrò preso” lo stuzzicò lei, indietreggiando di qualche passo ed incrociando le braccia al petto.
Bene, addio Holly” le disse lui, poco prima di allontanarsi definitivamente da lei.
Non appena lui si voltò, la ragazza lo richiamò di nuovo.
Aspetta” disse.
D’accordo, ma fai in fretta” tagliò corto lui e, sebbene fosse abbastanza bravo da volersi fingere scocciato, Holly riuscì a leggere nei suoi occhi che mentiva.
Se potessi fare qualcosa, una sola cosa, prima di andar via, cosa faresti?
Il biondo rimase parecchio perplesso sentendo quella domanda, ma non ebbe nemmeno bisogno di tempo per rispondere, perché sapeva già che cosa desiderava più di tutto.
Se potessi non andrei via, tutto qui. Tu, invece?
Holly sorrise a quell’affermazione e disse: “se io potessi fare qualcosa, ti bacerei un’ultima volta.
Fallo, se ne hai il coraggio” la sfidò lui, mascherando a pieno il suo stupore. Non si aspettava quella risposta, non dopo ciò che si erano detti la sera prima, non dopo ciò che era successo.
“Vattene” gli aveva detto la sera prima, ora lo stava per fare e lei aveva intenzione di baciarlo di nuovo, rischiando di scatenare un subbuglio nella sua testa.
Holly non se lo fece ripetere due volte, compì un paio di passi, annullando la distanza che li separava e posò le labbra su quelle di lui. Il bacio fu semplice e casto e durò soltanto alcuni attimi.
Ora puoi andare” le disse lei controvoglia.
Se la signorina Evans ha deciso così…” la prese in giro lui, “posso solo sapere il perché di questo gesto?
Holly sembrò pensarci su e sorrise: “Perché così sarò certa che non ti dimenticherai di me e non ci starò male solo io, ma anche tu. Ciao Justin.
Ciao Holly” la salutò lui con un sorriso, poco prima di imbarcarsi sul velivolo. 



 

Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Avete tutto il diritto di prendermi a pugni, ho tardato veramente troppo.
Non so cosa mi sta succedendo, non l'ho capito nemmeno io, ma sono intenzionata a dedicarmi a questa storia fino a che non sarà terminata.
Ne ho altre in corso e ho commesso l'errore di cominciarne troppe tutte insieme,il che mi confonde parecchio. Questa volta voglio dedicarmi su questa, così non vi farò aspettare troppo, sperando con tutto il cuore che ritorni ad essere tra le popolari. Ci tengo veramente tantissimo, prego che i preferiti e le recensioni aumentino :')
Non vi abbandonerò, questa volta ve lo prometto.
Ci terrei tanto a vedere che ci siete e che non avete abbandonato questa storia ♥

Alla prossima!
Much Love,
Giulia

@Belieber4choice
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