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Autore: Aagainst    19/09/2013    3 recensioni
Due strani omicidi apparentemente senza alcuna spiegazione. Tre ragazzini rimasti orfani. Una di loro potrebbe sapere, ma non parla.
Un passato che ritorna, un presente da vivere e un futuro da scoprire.
Curiosi? Leggete e scoprirete!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 20
Ziva aveva guidato Gibbs, McGee e Tony al capannone. –Come potete vedere, è totalmente circondato! E’ impossibile entrare senza essere scoperti.- spiegò. –Già, da soli sarà difficile.- mormorò Gibbs. –Capo, che cosa hai in mente?- domandò McGee. Jethro scrutò i suoi uomini, uno a uno. Non avrebbe mai pensato di poterlo dire. Non avrebbe mai creduto di non poter fare altro. –Chiederemo aiuto al Mossad. E’ l’unica occasione che ci resta. Ziva, tu verrai con me da tuo padre. DiNozzo e McGee rimarranno qua, a sorvegliare la zona. Mi raccomando, ogni minima mossa sospetta dovrà essere segnalata. Non fatevi scoprire. Assolutamente.-. I tre agenti sospirarono. Il piano non piaceva a nessuno di loro, ma sapevano che era l’unica occasione che avevano per salvare Rachel e Alex.

Il quartier generale del Mossad era cambiato molto da quando Ziva si era trasferita definitivamente negli Stati Uniti. Era molto più grande, molto più nuovo e molto più moderno. –Ziva, a cosa pensi?- chiese Gibbs. Erano in ascensore: si stavano arecando all’ufficio di Eli David, il direttore dei servizi segreti israeliani. -Solo a quanto è tutto cambiato in questi ultimi otto anni. A volte mi manca il Mossad, sai?- rispose l’israeliana. –E allora perché non sei tornata indietro?- domando Gibbs. Ziva si morse il labbro, accennando un sorriso imbarazzato. –Perché, se al Mossad ho imparato a combattere, all’NCIS ho imparato a legarmi alle persone. E non sto parlando solo di Tony.- affermò. Gibbs sorrise. –Bene, quarto piano. Direi che siamo arrivati.- osservò l’israeliana. Percorsero un lungo corridoio, alla fine del quale trovarono la porta dell’ufficio di Eli. L’agente che li aveva accompagnati li annunciò al suo capo e li fece entrare. Ziva esitò. Ma poi si ricordò del dialogo che avevano avuto la mattina lei e il suo capo. Doveva vivere, non scappare. Si ritrovò, così, faccia a faccia con Eli David. Faccia a faccia con il suo ex capo. Faccia a faccia con il suo ex mentore. Faccia a faccia con suo padre. –Direttore David, non penso servano presentazioni.- esordì Gibbs. –No, agente Gibbs. Non lo credo nemmeno io. Allora, per telefono mi avete accennato qualcosa riguardo ad Aaron Issel, se non sbaglio.-. Jethro annuì. Eli si alzò e si avvicinò ai due agenti dell’NCIS. Ziva deglutì. –Papà, ha detto che lo hai cacciato via perché aveva segnalato la presenza di una talpa. Poi ha affermato di essere andato in America in cerca di una banda di guerriglieri armati chiamati “I Maledetti”.- dichiarò. –Non è andata così. Non l’ho cacciato io, ma è sparito lui. Pensavamo fosse stato rapito da degli agenti nemici. Mi sono messo personalmente sulle sue tracce e scoprii io stesso che era lui il capo della banda- spiegò Eli. –E perché non ha informato anche noi, maledizione?- sbraitò Gibbs, infuriato. –Perché non sono affari che riguardano il vostro governo, caro il mio agente Gibbs!- ribatté l’israeliano, senza scomporsi minimamente. Ziva strattonò Jethro, invitandolo a calmarsi. –Papà, tu lo sapevi che Ari aveva avuto una figlia?- domandò la donna. –U-u-una figlia?- balbettò Eli. –Sì. Si chiama Rachel. Sua madre era Helen, te la ricordi?-. Il direttore del Mossad sbiancò. –Se non ricordo male, partì per gli Stati Uniti.- mormorò. –Rachel la seguì. Poi Helen si risposò. Si portarono con loro i codici dei missili nucleari scomparsi qualche tempo prima. Aron la uccise, ma non trovò i codici. Così ha fatto rapire Rachel e la sua sorellastra dopo aver fatto uccidere il suo patrigno e suo zio. Sono qui, ora. Devi aiutarci!-. Eli guardò la figlia. Non l’aveva mai vista così determinata in vita sua. –E va bene. Quanti uomini vi servono?-.

-Tony, guarda!- esclamò McGee. –Che succede, McBurger?- domandò. –McBurger?- fece Tim. –Nuovo nome! Ti piace?-. McGee alzò gli occhi al cielo. –Guarda, stanno portando delle casse.- disse, porgendogli il binocolo. –Scommetto che dentro ci sono le testate nucleari rubate al Mossad.- ragionò DiNozzo. –Chiamo subito Gibbs.-.

Rachel fissava Alex. La quindicenne era stesa a terra, immobile. Fortunatamente Rachel l’aveva fasciata abbastanza bene e il sangue si era fermato. Ma il fianco le faceva malissimo. Inoltre, aveva comunque perso molto sangue. Era pallida e debole. –R-Rachel…- mormorò a fatica. –Shh… Che cosa c’è?- chiese la diciassettenne, con dolcezza. –Non voglio morire.- piagnucolò Alexandra. Rachel sentì le lacrime bagnarle il viso. Le accarezzò i capelli. –Non morirai.- affermò, cercando di sembrare il più sicura possibile.  –Ora chiudi gli occhi e prova a dormire.- le bisbigliò. Mai, come in quel momento, aveva avuto così tanta paura. Aveva il terrore di perdere la sua sorellastra. Ripensò a come l’aveva trattata per tutto quel tempo e scoppiò a piangere. Non le aveva mai detto nemmeno “ti voglio bene”; con lei si era sempre comportata malissimo. Ma, in quel momento, capì quanto lei era stata importante. No, non poteva morire. Non poteva andarsene. –Tu non te ne vai. Tu resti qui.- mormorò. Sentì Alex gemere dal dolore. –Shh.- la tranquillizzò. Pensò a Mitch. Quanto le mancava.  “Ziva, dove sei?” supplicò tra sé e sé.

-Capo, finalmente!- esclamò McGee vedendo arrivare Gibbs e Ziva. –Ormai il sole sta tramontando. Avete risolto qualcosa?- chiese Tony. –Sì. Abbiamo ottenuto dei rinforzi. Arriveranno tra poco. Qua com’è la situazione?- chiese Jethro. –Oltre all’arrivo delle casse non è successo nulla di rilevante.- spiegò Timothy. –Avete visto Aaron?- domandò Ziva. –No, non è  mai uscito.- rispose Tony. Ziva e Gibbs si sedettero per terra. La squadra del Mossad arrivò poco dopo. Erano una quindicina di uomini, capeggiati dall’agente Abadi. –Siamo abbastanza, direi.- osservò Tony. –Sì. Attaccheremo stanotte. Il buio ci coprirà.-.

Angolo dell'Autrice

Eccomi! Scusate il ritardo, ma ho avuto un blocco. Sapevo cosa scrivere, ma non come scriverlo. Mi dispiace, è stato brutto. Questo capitolo non è lunghissimo, ma è di passaggio. 
Grazie a:
  • AleTiva95
  • Meggie90
  • Scrittrice in canna
  • TinaTiva99
  • Alex995
per le recensioni e per la pazienza!
Alla prossima!
   
 
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