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Autore: BuryIt    23/03/2008    11 recensioni
Una misteriosa ragazza, ricercata dall'impero, che per un brutto scherzo del destino (e a lei ne capitano davvero tanti!) si ritrova nella tana del lupo... e non si tratta del castello di Galbatorix! Una piccola ff, per favore recensite in tanti!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Immagini contrastanti mi vorticavano in testa. Bianco, nero, chiaro, scuro, luce ombra...
Aprii gli occhi di scatto. Mi ritrovai a guardare la cupola di pelle di una tenda, l’aria calda era satura di fumi carichi di spezie e aromi che mi fecero girare la testa. Dal soffitto pendevano molte erbe messe a essiccare, belladonna, sabina, rododendro, cicuta. Piante che conoscevo fin troppo bene, pensai con un brivido.
Mi sentivo i capelli bagnati di sudore appiccicati alla fronte febbricitante e le bambe intrappolate sotto una ruvida coperta di lino.
I ricordi di quanto successo in riva al piccolo ruscello mi travolsero, istintivamente portai una mano alla spalla e mi sorpresi di non sentire il tessuto di una fasciatura. La mia palle nuda era intatta e liscia, rosea come sempre.
Qualcuno mi aveva curata, e non intendo con il classico panno bollente.
No, per favore, anche la mia sfortuna doveva avere un limite.
Mi alzai in fretta, forse anche troppo in fretta, con un orribile presentimento, ignorando la sranza che continuava a girare.
Naturalmente mi avevano tolto tutte le armi.Imprecai a denti stretti, adesso mi sarebbe toccato cercarle. Lanciai una rapida occhiata intorno pur sapendo che era inutile, trovai i miei vestiti piegati su una sedia ma nessuna traccia della mia spada o del mio pugnale.
Raccolsi i miei vestiti e raggiunsi a passi rapidi ma calcolati l’entrata della tenda, ma mi ritrovai la strada bloccata da una donna dai folti capelli ricci con un cestino di funghi in mano.
Alzò lo sguardo da uno strano fungo dal cappello verde a macchie arancioni che stava esaminando.
-Dove pensi di andare tu? Fila a letto!- lo disse in modo talmente autoritario che l’idea di disubbidirle non mi passò nemmeno per l’anticamera del cervello.
Mi infilai a letto mentre la donna appoggiava il cestino su un tavolino basso e si avvicinava al calderone che, in angolo, sobbolliva sommessamente. Si scostò un ricciolo ribelle dalla fronte e con un mestolo versò una brodaglia scura in un bicchiere e me lo porse.
-Bevi-
La guardai con sospetto scoccando un’occhiata alle erbe velenose appese al soffitto.
Lei sorrise. Immerse nuovamente il mestolo nel calderone e bevve una lunga sorsata facendo poi scocchiare le labbra.
-E’ una pozione ricostituente, nessun veleno.-
Lentamente portai la tazza alle labbra e bevvi un piccolo sorso. Sentii il liquido bollente scorrermi in gola e repressi un attacco di tosse.
Appena recuperai l’uso delle corde vocali diedi voce ai miei timori.
-Dove sono?-
-In un accampamento Varden, nei pressi di Aberon-
Uccidetemi. Ora.
Sprofondai la testa nel cuscino soffocando un gemito. Dovevo andarmene di là.
Voltai lo sguardo verso la donna intenta a fissarmi con curiosità.
-Quando potrò andarmene?-
La donna sembrò sorpresa dalla mia domanda.
-Temo che questo non sia possibile, per adesso.-
Cosa?!
-Non prima di esserti fatta esaminare la mente, almeno- No! Sentii la troppo familiare senzazione di panico attanagliarmi le viscere. Dovevo andarmene. Subito!
Accortasi della mia agitazione la donna mi guardò con sospetto.
-Tu resta qui, io andrò ad avvertire il Cavaliere che ti sei svegliata-
Il Cavaliere?! Mi erano giunte delle voci su di lui e sulle recenti vittorie dei Varden sull’Impero. Pare che siano dovute per gran parte a lui. Rabbrividii. La situazione stava rapidamente degenerando. Mi sentivo in trappola.
Osservai la donna uscire dalla tenda e la sentii parlottare sottovoce con qualcuno fuori.
Sospirai accasciandomi sul cuscino.
I miei pensieri corsero a Iris, forse avevano preso anche lei. Probabilmente si trovava nella mia stessa situazione.
In quel momento non aveva importanza. Dovevo scappare. L’avevo accompagnata fino a quando avevo potuto ma adesso in gioco non c’era più la vita di uno sconosciuto, c’era la mia.
Senza perdere tempo raccolsi nuovamente i miei abiti e mi vestii velocemente gettando a terra senza tante cerimonie la camicia che mi aveva coperto fino a quel momento.
Mi avvicinai al tavolo da lavoro accanto al calderone e afferrai veloce il coltellaccio usato per tagliuzzare le erbe.
Se non potevo avere le mie armi, mi sarei fatta bastare questo, pensai con amarezza.
Me lo infilai nello stivale e mi diressi per la seconda volta verso l’entrata della tenda. Guardinga misi appena fuori il naso.
Un improvviso giramento di testa mi mozzò il fiato ma non vi badai, non mi feci distrarre. Il paesaggio disseminato di tende sembrava deserto. Uscii lentamente della tenda.
Un soldato armato di tutto punto mi passò a fianco, la mia mano corse immediatamente a dove di solito tenevo la spada. Questo stupido gesto mi tolse il tempo di nascondermi.
Sicura che ormai mi avesse visto mi preparai a scappare, sperando che le mie gambe ancora intorpidite non mi tradissero proprio nel momento del bisogno, ma il soldato sembrava andare troppo di fretta per notarmi.
Mi lasciai sfuggire un sorrisetto soddisfatto. Sarà più facile per me uscire da qui.
Ritornai alla mia ricerca di una via di fuga. Lontano, lungo una lunga, interminabile fila di tende c’era quella che sembrava l’uscita dell’accampamento. Quasi non credendo alla mia fortuna, mossi veloce qualche passo in quella direzione.
Non andrei da quella parte se fossi in te.
Sobbalzai, voltandomi di scatto cercando la fonte di quella voce.
A meno che tu non stia cercando guai, ovviamente. Ma c'è uno squadrone di soldati che controlla l'uscita dell'accampamento.
Continuai a voltare la testa, sempre più nervosa.
-Chi sei?-
Quaggiù.
Abbassai lo sguardo e vidi un gatto dall’aspetto selvatico intento a leccarsi una zampa.
Ok, è uno scherzo.
Il gatto alzò lo sguardo e mi scrutò con i suoi intelligenti occhi gialli.
No.
No cosa?
No, non è uno scherzo.
Sbarrai gli occhi, sempre più incredula, mentre la voce di mio padre mi ritornava alle orecchie attraverso ricordi dimenticati, in cui io lo ascoltavo raccontarmi le vecchie leggende seduta sulle sue ginocchia.
“Ma non ti avevo detto di rimanere nella tenda?” disse una voce seccata alle mie spalle.
Alzai gli occhi. La donna ora intenta a guardare il gatto era tornata in compagnia di un ragazzo che presumevo dovesse essere il Cavaliere di Draghi. Per un attimo incrociai il suo sguardo azzurro.
Adesso ero davvero in trappola.


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X Stefy_81: Steee! sai che mi viene strano chiamarti così? XD sono trp abituata con artemisia! XD cmq vedi alla fine ce la sto facendo a continuare, ce la farò!! *O* contenta che continui a piacerti!! ^_^

X solembum: caVa, ecco qui il new cappy, completo di nuovo pezzo!! eheh lo so, noi di cervelli fusi non dobbiamo proprio parlarne... il fatto che io riesca a scrivere anche con il mio unico neurone è già tutto un programma poi! (infatti i risultati si vedono...) un bacio! tivibi!

X BAbyDany: grazie per il tuo commento gentilissimo! *__* adesso mi mento la testa!! nooo dai, scherzo! grazie anche x averla messa in preferiti!

X Sesshy94: cara sesshy! penso che adesso tu abbia capito di chi sono i nostri misteriosi occhi azzurri... e non dico altro che già mi stava scappando uno spoiler! XD grazie per recensire sempre!! *__* un bacio!

X Marty23: tesora!! che dire? i tuoi commenti sono sempre molto belli, grazie! un bacio!

   
 
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