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Autore: adetiolina    20/09/2013    1 recensioni
Ziva nasconde un segreto da molto tempo, un segreto che è pronta a rivelare soltanto alla persona più importante della sua vita, che la dovrà aiutare a recuperare un rapporto che si è deteriorato con il tempo.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Eli David, Un po' tutti, Ziva David
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5
Ecco il nuovo capitolo, sto già pensando a quello nuovo… spero che vi piaccia, commentate numerosi!!!!
 
 
 
Avevano da poco identificato la bomba e Abby aveva chiamato Gibbs per informarlo delle novità.
 
-Gibbs, Gibbs, Gibbs, è peggio di quanto potessimo immaginare!-
 
-Dimmi tutto!- rispose lui porgendole il CafPow
 
-attaccheranno la scuola sulla ventiseiesima, è una bomba chimica, rilascerà il napalm- rispose prontamente Annaelle.
 
-Il composto utilizzato anche in Vietnam?- chiese Gibbs curioso e spaventato.
 
-Esatto- rispose la ragazza seria – ne parleremo durante il viaggio degli effetti, ora dobbiamo andare-
 
-Va bene, io chiamo rinforzi e faccio evacuare la zona, tu, McGee e DiNozzo preparatevi- dice Gibbs salendo in ascensore con la ragazza ed uscendone appena arrivati al piano.
 
Annaelle corre verso i colleghi- preparatevi, bomba chimica sulla ventiseiesima, alla scuola!-
 
-Gibbs?- chiede Tony non fidandosi della ragazza
 
-Arriva! Sta facendo evacuare la zona- risponde piuttosto infastidita –Ti conviene salutare la tua ragazza, se esplode la bomba, non penso che riuscirai a rivederla- afferma indicando Lidianne che la fissa
 
-Esagerata! Che bomba è?- risponde Tony infastidito dal consiglio della ragazza
 
-Al napalm.- risponde lei secca
 
-Al napalm????- esclamano in coro Tony e McGee che a quella rivelazione si bloccano a fissarla.
 
-Brell, aggiornaci in macchina, guido io!- dice Gibbs prendendo le chiavi dell’auto e dirigendosi verso il garage.
 
Salgono tutti in macchina, Gibbs va a duecento all’ora zigzagando tra le auto che congestionano la città nell’ora di punta, intanto la nuova agente spiega agli altri gli effetti
 
-è un’arma di morte, una spaventosa arma di morte; rimbalza come gomma aumentando il raggio d’azione dell’esplosione, la presenza di fosforo bianco amplifica gli effetti ustionanti e rende il composto idrofobo, si appiccica sul corpo e raggiunge una temperatura di 1200 gradi.-
 
-si può fermare?- chiede Gibbs guardandola dallo specchietto retrovisore
 
-NO- risponde lei senza accennare alcuna emozione, mentre i colleghi la fissano silenziosamente, sperando nell’aggiunta di una qualche speranza –potremmo provare ad isolare l’esplosione, ma dipende dalle quantità in cui sono stati miscelati i composti, se hanno aggiunto troppo fosforo bianco neanche l’acqua può aiutare, è stata creata durate la seconda guerra mondiale dagli americani per sconfiggere il Giappone.
L’hanno reso appiccicoso in modo da non poterlo grattare via, nemmeno le tute antigas riescono a resistere.-
 
-Quindi non scherzavi prima…- bisbiglia Tony preoccupato
 
-Io non scherzo mai su queste cose- risponde lei tassativa.
 
Arrivati sulla scena Gibbs scende dove la bomba è posizionata e Annaelle fa per seguirlo
 
-No! Tu resti qui! Dinozzo fai in modo che non si avvicini!- la sgrida
 
-ma sono più brava di voi con le bombe!-risponde lei
 
-sono io il capo! Decido io!- risponde girandole le spalle
 
Dinozzo la prende per un braccio e le dice –Sei troppo giovane per morire, hai la vita davanti-
 
-Tutti lo sono, anche Gibbs, soltanto che io so cosa significa l’esplosione di una bomba di quelle, ho visto persone morire bruciate vive a causa di una di quelle,e io avevo aiutato a costruirla… ora devo riscattarmi- risponde lei guardandolo negli occhi con lo stesso sguardo di Ziva quando vuole qualcosa, Tony sa che non riuscirà a fermarla. Così la lascia andare.
 
-Fai in modo di uscirne viva, o Gibbs e tua madre me la faranno pagare!- le dice lasciandole il braccio e sorridendole.
 
-Come lo sai…?- gli chiede lei stupita dal fatto che sappia
 
-Magari non te lo ricordi, ma a Natale ero venuto a casa vostra…Ora muoviti! Salva il mondo!-
 
Lei inizia a correre scende nel seminterrato della scuola dove trova Gibbs.
 
-Testarda come Ziva eh!? Ti ho detto di uscire!-
 
-ci serve del metallo!- risponde senza farci caso lei
 
-Esci! A cosa serve del metallo?- forse era meglio ascoltarla
 
-dobbiamo creare una cassa di metallo attorno alla bomba, velocemente e poi riempirla d’acqua, la faremo brillare quando la porta del seminterrato sarà chiusa!- risponde lei guardandosi in torno in cerca di qualcosa che potesse esserle utile
 
-e dove troviamo il metallo?- chiede Gibbs fiducioso
 
-gli armadietti della scuola, potremmo saldare le ante tra di loro- risponde lei con un lampo di genio
 
-Buona idea piccola!-le dice baciandola sulla fronte
 
 
 
2 ore dopo casa David
 
Ero sul divano da un’ora avevo sentito la notizia della bomba fatta brillare e sapevo che era il caso su cui la mia squadra lavorava, e in quella squadra c’era mia figlia!
Nessuno mi aveva chiamato neanche uno squillo.
Grazie al cielo sento le chiavi girare nella toppa…
 
-AN!! Grazie al cielo!! Come stai?- le urlo correndole in contro e abbracciandola
 
-Sì mamma sto bene! Stanno tutti bene!- mi dice lei con un sorriso stampato in faccia –Vado a farmi una doccia per rilassarmi-
 
-Va bene- la lascio dirigersi verso camera sua felice di poter rivedere il suo bellissimo viso e di sentire la sua voce e il suo calore vicino al mio corpo.
 
Appena mi giro sicura che lei sia entrata in stanza, chiedo a Sonia – Devo parlargliene ora?- lei si limita ad annuire. –ok…- rispondo poco convinta.
 
-vedrai che andrà bene, e poi prima lo fai meglio è… io esco allora, vi lascio sole per un po’… ho lasciato della pizza nel forno, mangiate mi raccomando- mi dice uscendo e chiudendosi la porta alle spalle
 
Dopo circa venti minuti Annaelle esce dal bagno –dov’è Sonia?- chiede guardandosi attorno
 
-è uscita con il suo fidanzato, vieni, ho scaldato la pizza-
 
Ci sediamo a tavola, lei mi racconta della sua giornata, di Abby, di Gibbs e di Tony. Li devo ringraziare, soprattutto Tony, lui sa il mio segreto ed è riuscito a tenerlo. Ora però tocca a me…
 
-An… ti devo dire una cosa- lei smette di guardare e mi fissa – sai di me e di Tony vero?- lei annuisce e mi guarda – beh… insomma… sono incinta, aspetto un figlio da lui- aspetto una sua risposta che non arriva, vedo che abbassa gli occhi –Ti prego rispondimi…-
 
-Cosa vuoi che ti dica? È la tua vita…-
 
Cavolo! Sento il muro tra di noi che si ricostruisce mattone su mattone, in confronto a quello che è appena tornato tra di noi, il muro di Berlino non è nulla…
 
-Sono stanca, vado a dormire…- ripone il piatto, ancora pulito, e va in camera sua…
 
Io finisco di mangiare e vado in camera mia… invio un messaggio a Tony, è da tanto che non leggo questo numero… mi manca…
 
Grazie
 
La sua risposta mi arriva dopo pochi secondi
 
Anche se tra noi non ha funzionato, non significa che non possiamo essere amici!
 
E ora che gli rispondo? Come faccio ad essere amica sua se da lui aspetto un figlio? Che tra l’altro sta rovinando il rapporto che ero appena riuscita a creare con Annaelle.
 
Ok
Ora i pensieri si affollano nella mia mente, ho permesso a mia figlia di sedici anni di avvicinarsi ad una bomba mentre io ero comodamente seduta sul divano… ma che madre sono?
… non sono in grado di crescere un figlio, se non fosse stato per mio marito e mio padre probabilmente loro sarebbero già morte! Come posso pensare di crescere un bambino completamente sola… vengo distratta da Sonia che parla faccio fatica a decifrare ciò che dice… ma appena riesco a capirlo mi precipito nell’altra stanza…
 
- נא לנשום
(ti prego respira)
 
-
 
-che cosa succede?- entro nella stanza di Annaelle con il cuore in gola, al vedo stesa a terra, con la sorella sopra di lei, senza accorgermene le lacrime iniziano a rigarmi il viso chiamo il 911 mentre An diventa sempre più blu…
 
 
 
 
ospedale Ore 2:00
 
 
erano cinque ore che eravamo lì, i medici erano riusciti a rianimare Annaelle ma non sapevano se si sarebbe svegliata, intanto le tenevo la mano sperando fosse solo un incubo.
Era tutta colpa mia, del mio essere irresponsabile, del mio essere una cattiva madre, come potevo pretendere che lei non se la sarebbe presa dicendole che ero incinta.
È ancora una bambina,  dovrei proteggerla non mandarla a disinnescare bombe, a lavorare per il Mossad o cose simili!
Non dovrei dirle di aspettare un figlio con la gioia negli occhi dopo che lei l’ho sempre trattata come un’estranea… come posso pretendere che non sia gelosa?!
Ho bisogno di qualcuno che mi aiuti, che mi dica che va tutto bene, che non è colpa mia anche se so che non è vero, ho bisogno di qualcuno che mi dica che abortire è la scelta giusta se significa salvare quel poco di rapporto che ancora è rimasto tra me e mia figlia.
Ma so che non accadrà, so che tutte le responsabilità ricadranno su di me, con tutte le conseguenze.
Se decido di non avere questo bambino riuscirò di nuovo a guardarmi allo specchio, a guardare Tony negli occhi dopo non avergli detto di aspettare un figlio da lui e non avergli lasciato scegliere il suo futuro, riuscirò a parlare di nuovo con Annaelle sapendo che questo bambino sarebbe stato la mia vita e per salvare il mio rapporto con lei l’ho dovuto sacrificare?
E le mie figlie riuscirebbero a guardarmi in faccia dopo una simile decisione? Dovrei essere quella che dà loro l’esempio e che esempio impartisco a due giovani donne non prendendomi la responsabilità delle mie azioni.
Ora capisco il senso della regola numero dodici di Gibbs. Voleva proteggerci, soltanto proteggerci.
 
Sento la sua mano che stringe la mia, forse si sta svegliando, forse le mie preghiere sono state ascoltate…
 
-Ciao- bisbiglia piano aprendo gli occhi
 
-hei, come stai?- le chiedo sedendomi affianco a lei e accarezzandole la fronte
 
-abbastanza bene, per essere quasi morta- quella parola mi fa venire i brividi, ma era la realtà tutto sommato, era quasi morta…
 
-senti ci ho pensato e credo di doverti delle scuse, non avevo il diritto di sconvolgerti così senza sapere nemmeno io cosa voglio fare, ma credo che ti devo la possibilità di scegliere per il tuo futuro. Quindi lo vuoi questo fratellino o no?- le chiesi, sapevo di sbagliare ma volevo sottrarmi dalle mie responsabilità, in fondo non era cambiato molto, del risentimento verso di lei lo provavo ancora e non so perché… ma volevo incolparla di qualcosa per allontanarla. Forse avevo soltanto paura che lei riuscisse ad entrare nel mio cuore e a ferirmi come prima avevano fatto mai madre, Tali, mio marito, Ari, mio padre ed infine Tony.
 
-Questo è il tuo futuro, non il mio. Per il mio ho già deciso per il mio, torno nel Mossad in Israele.
So che non lo ammetterai mai ma è la cosa migliore per entrambe, separate siamo riuscite a realizzare i nostri sogni, insieme riusciamo soltanto a farci soffrire reciprocamente, a questo punto è meglio dirsi addio.-
 
Aveva ragione e lo sapevo benissimo, ero d’accordo con lei, ma non volevo perderla, sarebbe stato come perdere una sfida con me stessa –non possiamo riprovarci?- chiesi io tra le lacrime.
 
-e soffrire di nuovo? Non ce la faccio, mi hai già abbandonata una volta e per colpa di questo bambino, sia che lo tieni sia che decidi di abortire, lo farai di nuovo.
È meglio lasciarci così, ora, senza nessun rimpianto che farlo tra sette mesi, quando soffriremo di più.- sembrava essere sicura- ho chiamato Adam prima di addormentarmi, sarà qui tra poche ore, fino ad allora me la caverò da sola, ora vai a casa e riposati, vedrai che domani saprai che fare e mi darai ragione. Buona notte Ziva, addio.-
 
Mi alzai dal letto le stampai un bacio in fronte e la salutai per un periodo che per quanto ne sapevo sarebbe potuto durare una vita.
 
 
 
  
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