Fanfic su artisti musicali > Sleeping with Sirens
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Autore: perrysplugs    20/09/2013    2 recensioni
[Pierce The Veil, Sleeping With Sirens]«Sto per entrare, devo stare calmo, salire su quel maledetto palco e cantare. Nessuno se la prenderà con me e saremo tutti felici.» si ripetè Kellin. Stava per sfiorare un attacco di panico e lo sapeva, l’idea di scappare si insinuò nella sua mente un paio di volte, ma non poteva, era scappato per troppo tempo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Ehi amico, sei stato una forza. Non ti vedevo così da tempo, cos’è? Vic ti ha dato una bella botta?» chiese Jesse in modo molto indelicato al cantante appena scesero dal palco. Evidentemente non aveva capito; informarlo sarebbe stata la scelta giusta? Si domandò tra sé e sé Kellin, ma alla fine optò per una risatina nervosa e si allontonò per andarsi a lavarsi. Sudavano da far schifo durante quei concerti, non era una novità, perciò si diresse verso la doccia, regolò il getto su ustionante, si spogliò e vi entrò. Fu una doccia rilassante, del tipo che ti schiarisce i pensieri, riordina le idee, di quel tipo che serve più per la mente che per il corpo. Infatti una volta finito sapeva perfettamente catalogare le proprie emozioni, al pari di un robot: quello che provava per Victor era ancora forte, non avrebbe mai avuto il coraggio di mandarlo a fanculo dopo un giorno solo, e neanche dopo due, una setttimana o un mese o una vita se continuava a pensarci così frequentemente. Di certo era deluso, svuotato dei suoi pensieri positivi, di quelli che gli avevano fatto scrivere canzoni come The Best There Ever Was, You Kill Me o Let’s Cheers To This, ma era uno di quelli che si riprendeva in fretta, gliel’aveva insegnato Katelynne come fare.
Quando si erano conosciuti lui era ancora un fragile ragazzino che aveva appena intrapreso la carriera di cantante in una band dandola a bere a tutti facendo finta di essere il figo che se ne fotte di tutto, mentre lei ne aveva già passate di tutti i colori, aveva una famiglia, una carriera nella moda avviata, e usava ripetergli «Avanti Kell, quando ti capita qualcosa di brutto pensa solo ai prossimi cinque anni. Vedili nel modo più roseo possibile, e vedi che questo ti darà la forza di affrontare tutto di nuovo e mandare a fanculo ciò che ti fa stare male. Io lo faccio sempre.»
Doveva proprio chiamarla, è tanto che non la sentiva. Anzi, un giorno di questi sarebbe andato lì, la sua famiglia gli mancava da morire. Chissà come starà Copeland … sì, sarebbe partito il prima possibile.
 
Poco lontano, qualche giorno dopo
 
«Ehi ragazzi, avete sentito la performance degli Sleeping al Warped l’altro giorno? Fenomenale, tutti ne parlano, i video su Youtube sono triplicati. Quei figli di puttana sanno come essere epici.» esclamò Mike saltando sul divano e stappandosi una lattina di birra contento.
«Uhm si, ne ho sentito parlare un po’ in giro … » rispose vago Vic.
«Ehi fratello, c’è qualcosa che vuoi dirmi? Non ti sei perso una singola performance di Kellin da tipo 5 mesi e ora mi dici che “ne hai sentito parlare”. Per favore non ricadiamoci, l’ultima volta che mi hai nascosto qualcosa non ho reagito bene e non vorrei ripetermi.»
«No tranquillo, ne parliamo più in là magari.» fu la risposta del maggiore.
«Cosa sta succedendo qui?» chiese Jaime arrivando all’improvviso, sorridente come al solito. Quel ragazzo era capace di mettergli il buon umore solo fissandoti, era incredibile.
«Uh, discutevamo degli Sleeping With Sirens e il signorino si è rabbuiato.» fu Mike a prendere la parola prima del fratello. Sentendo questo anche l’espressione di Preciado cambiò radicalmente, tant’è che afferrò il maggiore per un braccio e lo trascinò via fuori dal bus.
«Cosa ti prende? Mi sembra che fossimo d’accordo. E’ per Kellin che stai così, lo so.» lo scosse.
«Come posso mai stare? Sai che è stato importante, e poi quanti giorni sono passati dai?» rispose Vic, chiaramente infastidito, per poi continuare ironicamente: «Non è mica che sei geloso?»
«No, scherzi? Di quel piccoletto? Eppure non voglio vederti così.»
«Lui sta bene e io no, e l’ho lasciato io. Non posso fare a meno di pensarci.»
«Dai, vieni qui, hai me ora, più di prima.» disse Jaime prima di stringerlo fra le sue braccia muscolose in un abbraccio che se fosse stato una loro canzone sarebbe stato Hold on Till May.
Dopo averlo stretto e aver cercato di trattenere le lacrime per qualche minuto Vic finalmente si separò dall’altro, come per respingerlo. Non voleva che lo vedesse così, era il suo dolore, la sua parte debole, non di Jaime, Mike, Tony o chi altro. Kellin stava bene e questo lo faceva sentire feccia giusto un poco di meno.
La voce bassa di Jaime avvolse Vic in un caldo abbraccio: «Ehi nano, non respingermi, non voglio farti del male, non lo vorrei mai. Ti fidi di me? Fidati per una buona volta, le persone non sono tutte cattive, e nemmeno tu lo sei, ricordalo.»
«Sai, cose del genere mi ricordano perché tra tanti, proprio tu.»
«Dovresti ricordarlo sempre, non solo ora.»
«Lo faccio.» chiuse il discorso il cantante cingendolo.
 
 
Panico.
Ecco cosa avrebbero trovato se avessero malauguratamente aperto la testa di Victor Vincent Fuentes, magari con una sega senza anestesia, così sarebbe morto lì, tra atroci sofferenze, e avrebbe per una volta capito il modo in cui faceva sentire la gente. Ma che diceva, la gente? No, a lui della gente come entità era sempre fregato poco, non riusciva a comprenderli, ma se parlavamo della gente che amava e che lo amava, allora il discorso cambiava. Se si parlava di Kellin… Si pentiva di tutto a momenti alterni, Jaime era perfetto per lui, per la causa, per quel momento, perfetto era la parola giusta, ma a nessuno piace la perfezione, dopo un po’ non c’è più gusto. Ci aveva pensato a lui in quel modo, spesso, avevano realizzato tutto ciò che erano sempre stati, ma era amore? Vic credeva di non essere destinato a ricevere amore. Non più, aveva bruciato le sue occasioni. Le canzoni che scrivevano erano false, lui mentiva da anni, ma ora sapeva che le sue emozioni erano aride, non ci sarebbe più riuscito. Avrebbe scritto di foglie appassite che si staccavano da alberi morti. “Vic cazzo ma fai pena anche a te stesso, spero che quella idea delle foglie ingiallite sia una cover di qualche squallida canzone da centro commerciale canadese. Fai un favore a tutti e scopa di più.”.
“Basta cervello per favore, mi farai impazzire. Ok ho capito, ho fatto tutte le stronzate possibili nella mia vita, ora ne pago le conseguenze. Basta ok?”
E ancora blaterando da solo in preda a veloci ma lo stesso preoccupanti raptus di schizofrenia si diresse verso la branda di Jaime.
 
 
allora, parliamo di quanto faccia schifo questo capitolo. No, parliamone. Anzi no, non parliamone. Oh, parlate di ciò che volete. 
In ogni caso era da un po' che si parlava solo di Kellin ed ecco un capitolo quasi tutto su Vic, ma sapete che ho un debole per quella principessina di Kellin, non ci possiamo fare niente, sono fatta così (?) 
comunque oggi parlo poco perché ho anche un po' sonno e una puntata di Sherlock che mi aspetta, oltre alla totale assenza di fantasia per le mie note.  Mi scuso per la lunghezza imbarazzante del capitolo perché è davvero corto, perdonatemi ragazze, ily c:
- Vì **

 
  
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