Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: sophyakarenina    21/09/2013    2 recensioni
Fu il suo turno di inarcare il sopracciglio, chiedendosi se avesse realmente capito bene quanto appena ascoltato o fosse stato soltanto uno scherzo del suo cervello.
“Mi pareva che avessi detto che accettavi il patto per come era.”
Schernirlo ora, proprio quando aveva dimostrato un lato vulnerabile di sé.
“Touché.”
Raccolse la giacca della divisa e se la gettò negligentemente sulla spalla, senza aggiungere altro. La sorpassò con paio di falcate, facendola rabbrividire per lo spostamento repentino d’aria. Imboccò le scale svanendo velocemente dalla sua vista.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Whispers.
 
Sospeso sul fiume nero, il treno sfrecciava sull’alto ponte di legno, sobbalzando nervosamente sui raccordi delle rotaie. Questo significava che erano quasi arrivati a destinazione e si sentì sollevata. Voleva scendere. Doveva scendere.

Continuò a camminare rapida nello stretto corridoio, sballottata di qua e di là, ignorando i colpi ricevuti a ciascuna oscillazione. Stringeva ancora saldamente tra le dita l’esile polso di Luna, trascinandola dietro di sé e facendole male. Tuttavia, non un gemito di dolore o di protesta abbandonò le sue labbra da bambina.

Lo aveva colpito. Come una povera sciocca aveva nuovamente perso il controllo: lui se ne era approfittato ancora, facendola abbassare al suo livello.
Sentiva il tarlo del senso di colpa cominciare a tormentarla, anche se non avrebbe dovuto affatto sentirsi colpevole. Lo aveva già colpito in passato, anzi, era stata persino capace di tirargli un pugno sul naso una volta. All’epoca quel gesto l’aveva fatta sentire potente e sicura, come se potesse finalmente liberarsi di un fardello fin troppo pesante. Ma, in quel momento, era tutto completamente diverso.

Lui l’aveva guardata in modo insolito, proprio come se il suo sguardo freddo e distaccato riuscisse a scavarle nel profondo, privandola di ogni difesa. Per quello e per la paura di essere troppo vulnerabile in quelle mani pallide, aveva desiderato punirlo. Eppure, mai avrebbe pensato di arrivare a farlo sanguinare.

Le tornavano in mente scene confuse e dettagli che non si ricordava nemmeno di aver colto: un curvarsi insolente di labbra, sottili ciocche bionde che seguivano il movimento del capo, piccole perle cremisi precipitare giù e venir inghiottite da un mare di tessuto nero, l’espressione sorpresa di un paio d’occhi grigi.

“Hermione, abbiamo sorpassato il mio vagone. Forse, dovrei tornare al mio posto.” 

Quelle parole ebbero l’effetto di un getto d’acqua gelida contro la pelle; si fermò di scatto, espirando lentamente per evitare che la voce uscisse rauca e malferma. E così quando si voltò verso Luna, era già tornata l’irreprensibile e disciplinata caposcuola della casa Griffyndor.  

La lasciò andare ignorando l’alone rossastro rimasto impresso sulla pelle diafana.

“Si Luna, ormai manca poco. Torna pure dai tuoi compagni di casata e dì loro di indossare la divisa se non lo hanno già fatto.”
 
Si attardò ancora un momento nell’osservare la figura minuta della ragazza più stramba della scuola, saltellare via in punta di piedi, come se questo potesse giustificare il fatto che non era ancora pronta a tornarne al suo vagone.

Rimasta completamente sola nel corridoio, sospirò. L’espressione stravolta del suo riflesso nel finestrino le confermò chiaramente che sarebbe stato un anno complicato e che aveva un assoluto bisogno di sistemarsi i capelli. Imprecando mentalmente, ravviò i lunghi riccioli dietro alle spalle, senza ottenere alcun risultato.

Quando si decise a far ritorno al suo vagone, lo trovò inspiegabilmente vuoto.

Ricontrollò i bauli e le due gabbiette degli animali, fece evanescere carte di cioccorane dal pavimento, cercando di concentrarsi su attività pratiche per evitare di rimuginare.

Il rumore improvviso della porta scorrevole la fece sobbalzare. Blaise Zabini, chinando lievemente il capo per entrare nello scompartimento, richiuse la porta dietro di sé.

“Sarebbe il caso che nulla di quanto successo nel vagone trapelasse all’esterno. Sono consapevole di quanto possa essere gratificante per te gloriarti di una simile vittoria con il resto della scuola, ma sono altrettanto certo che seguirai il mio buon consiglio.”

Nemmeno un preambolo, dritto al punto.

“Ti ha mandato Malfoy? Un gesto proprio degno di lui…in effetti, prenderle da una ragazza, scusami, da una mezzosangue, deve essere un affronto troppo grande da digerire persino per uno avvezzo come lui.”

Zabini sorrise, illuminando con la chiostra regolare dei suoi denti bianchissimi il volto scuro come l’ebano. Non vi era traccia di scherno, soltanto un sano divertimento. Si ritrovò a considerare che, malgrado fosse uno Slytherin, niente nel suo atteggiamento lo faceva apparire malvagio o calcolatore. E questo, probabilmente, lo rendeva ancor più temibile: non doveva fidarsi di lui.

“Ti sbagli. Sebbene credo sia impossibile dissuaderti dal contrario, anche perché in fondo hai perfettamente ragione: sarebbe proprio un’azione da Draco Malfoy. Comunque, per dovere di cronaca, sono venuto di mia spontanea volontà. E te lo ripeto ancora una volta, credo sia nel bene di tutti che questo episodio non diventi di dominio pubblico.”

Hermione si lasciò cadere pigramente su un sedile, accavallando le gambe ed incrociando le braccia. Non le era affatto sfuggita la solerzia con cui aveva ribadito il concetto e poteva anche comprendere che il ragazzo di fronte a lei stesse cercando di proteggere un amico da quello che poteva essere l’ennesimo scandalo della giornata, ciononostante, le sembrava quasi incredibile che Blaise Zabini arrivasse così vicino al supplicarla di fare la brava mezzosangue superiore e non farne parola con nessuno, soltanto per il bene di quella serpe di Draco Malfoy.

Un subdolo sentimento di potere e di rivincita sembrò, allora, far capolino nella sua testa, come una leggera vertigine inebriante di dolce trionfo. Aveva senso, dopo tutto quello che aveva passato, aver tanta premura nei confronti di un vile codardo come Malfoy?

“Non lo so, Zabini. Hai visto anche tu in quanti modi sono stata ripetutamente insultata oggi. Quanto valore credi che abbia per me una tua richiesta, seppur formulata in modo gentile, per difendere l’onore e la reputazione di chi mi ha ridicolizzata?” Lo guardò negli occhi, riducendoli a due fessure. “Per di più, non mi risulta che il nostro signor Malfoy si stia logorando nel pentimento né, tantomeno, che abbia avuto la decenza di presentarmi le sue scuse – che per inciso, non avrei comunque accettato – perciò, alla luce dei fatti, penso che non ci sia proprio nient’altro da aggiungere.”  

Il lungo fischio del treno e il progressivo rallentamento sentenziarono in modo inequivocabile la fine di quella conversazione. Blaise le rivolse nuovamente il suo sorriso aperto e si accomiatò con un cenno sbrigativo del capo.

L’aveva avuta vinta. Malgrado ciò, non appena se ne fu andato, la sensazione di veemenza di poco prima scemò via da lei bruscamente, lasciandola con un retrogusto amaro e la certezza di aver appena fatto l’ennesima scelta sbagliata.

Harry e Ron sbucarono dal corridoio giusto in tempo per vedere la larga schiena di Blaise Zabini uscire dallo scompartimento e defilarsi nella direzione opposta, verso il fondo del convoglio.

“Non era Blaise Zabini quello che è appena uscito dal nostro scompartimento?”

“Si, era proprio lui, Harry.” Hermione rispose senza dare troppa importanza all’argomento, si rialzò stirandosi pigramente ed iniziò ad allungarsi verso la cappelliera cercando di tirare giù il suo baule.

“E che diavolo voleva? Ti ha forse dato fastidio?” Il riguardo di Ron nei suoi confronti le scaldò il cuore. Quando gli rispose, si voltò verso di lui rivolgendogli un sorriso carico di affetto.

“Certo che no! Lui è…è soltanto venuto per informarmi della riunione di domani mattina. Per la borsa di studio. Essendo uno dei candidati, il professor Vitious lo ha mandato a fare il giro del treno ed avvisare gli altri.”

Bugie su bugie. Le uscivano dalla bocca senza sforzo e i suoi migliori amici non avrebbero mai messo in discussione la sua sincerità. Perché avrebbero dovuto? Detestava quello che stava facendo, ma pareva come se non potesse farne a meno.

Senza nemmeno parlare Harry e Ron la scansarono e presero il suo posto nel tirare giù i bagagli. Dalle facce che avevano, dovevano star faticando parecchio.

“Miseriaccia, Harry, ma perché soltanto il suo baule diventa sempre più pensante di anno in anno?”

Facendo una smorfia, tra uno sforzo e l’altro, Harry provò a rispondere.

“I libri, Ron, devono essere senza dubbio…”

Un allarmante scricchiolio preannunciò l’apertura delle fibbie usurate del baule, rovesciando tutto il proprio contenuto sulle teste dei due ragazzi. I tomi caddero tutto intorno con numerosi tonfi sordi e un forte odore di polvere e pergamena saturò l’ambiente circostante. 

“…i libri.” Concluse Ron, togliendosi un rotolo di pergamena aperto dalla testa quando ci fu finalmente silenzio.

Hermione roteò gli occhi al cielo, ma scoppiarono a ridere tutti e tre. 

 
Quando finalmente riuscirono a disporre i tre bauli sulla pensilina della stazione di Hogsmead, stavano ancora ridendo tra loro. Lentamente, si unirono alla coda formata dagli altri studenti per prendere una carrozza che li avrebbe portarti all’entrata della scuola.

Dean Thomas, passò svelto accanto al trio e dando una pacca sulla spalla ad Hermione le disse con tono fiero “Davvero ben fatto, Hermione.”

Hermione inarcò un sopracciglio facendo del proprio meglio nell’ignorare le occhiate curiose dei suoi migliori amici. Fu un compito piuttosto arduo: al loro passaggio si levavano mormorii e bisbigli, gli studenti più giovani e sfacciati continuavano a fissarli ed indicare verso la loro direzione prima di essere ripresi da quelli più grandi. Confusi, i tre ragazzi continuarono a camminare piano nella folla.

Anche Ernie Macmillan si fermò vicino ad Hermione per stringerle la mano e a lui si aggregarono anche alcuni studenti più piccoli di Ravenclaw e Hufflepuff.

“Complimenti, sei stata grandissima!”

“Davvero brava!”

“Gliene hai cantate quattro!”

“Vorrei così tanto essere coraggiosa come te!!”

Nel giro di pochi istanti, erano ormai circondati da un gremito gruppo di ragazzi, finché Padma e Calì Patil si aprirono un varco spintonando da parte due bambine e reclamando l’attenzione di Hermione con un tocco alla spalla.

“Hermione hai tutta la nostra stima ed il nostro supporto incondizionato.”

“Ragazze, sinceramente non ho la più pallida idea di cosa stiate parlando.”

Le due ragazze spalancarono gli occhi leggermente per la sorpresa.

“Abbiamo saputo TUTTO su come hai trattato Malfoy, questo pomeriggio. Non credo che nessuno mai abbia osato tanto nei suoi confronti. E comunque, se lo meritava davvero. Sei stata fantastica!”

Sorridendole ancora una volta e facendole l’occhiolino, si dileguarono così come erano apparse lasciando Harry e Ron ancora più disorientati ed attoniti che mai. Hermione, al contrario, sapeva perfettamente la ragione di tutta quella confusione ed il terribile presentimento che l’aveva afflitta tutta la giornata tornò prepotentemente alla carica.

Rimasero nuovamente soli e a quel punto Harry, che non sopportava l’idea di non essere stato messo al corrente di quello che stava accadendo proprio davanti ai suoi occhi, afferrò Hermione per un braccio.

“Hermione Granger, vuoi farci la grazia di spiegarci che diavolo sta succedendo qui?”

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: sophyakarenina