Anime & Manga > Lupin III
Segui la storia  |       
Autore: Fujikofran    21/09/2013    1 recensioni
Franca, storica dell'arte finita a fare sorveglianza alla Galleria Borghese di Roma, è amica di Fujiko, che poi la coinvolgerà in un piano per il furto del noto quadro "Le déjeuner sur l'herbe" di Manet, insieme a Lupin e co. Non può sfuggire alle loro grinfie e dovrà seguire ogni loro dettame. Ma nel colpo ci saranno dei cambi di programma, perché uno dei tre uomini della banda si innamora perdutamente di Franca. Chi?
Questa è la mia prima storia più o meno AU, in quanto c'è un protagonista che non è Lupin o gli altri e il contesto è più insolito. E poi la storia si svolge ai tempi di oggi. I capitoli sono brevi.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Irruzione in una vita'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3 – Non amici

Franca stava svolgendo il turno di mattina e, appena passava a guardare il famoso dipinto di Manet, tirava fuori un sospiro, l’unico gesto liberatorio che sentiva di potersi concedere, dato che, tutto quello a cui aveva assistito la sera precedente e ciò che le era stato detto erano segreti che doveva tenersi tutti per sé. Ogni tanto le tornava in mente la scena in cui i quattro “amici” le avevano puntato le armi addosso e veniva colta da un senso di angoscia, che solo l’osservare altri dipinti e il guardare i visitatori del museo potevano esserle di conforto. Poi, quando lo sguardo le tornava su quel quadro, i pensieri la cominciavano a tormentare. “Dunque, se io non faccio in modo di disattivare l’allarme senza che nessuno mi scopra allora tre di loro mi ridurranno un colabrodo e il quarto mi farà a cubetti”. Durante la pausa pranzo, che avrebbe potuto evitare, data l’assenza di fame che l’aveva colta, osservava la sua insalata, ma non riusciva nemmeno a infilzarla con la forchetta. Teneva i gomiti appoggiati al tavolo del bar dove andava spesso e si manteneva il mento con entrambe le mani. “Mangia ‘sto schifo di insalata, la tua pausa pranzo è preziosa, Franca”, pensò tra sé e sé, così decise di cibarsi, una volta per tutte. Mentre masticava svogliatamente notò che il suo smartphone vibrava sul tavolo: era un sms di Goemon, che le chiedeva di andare al cinema nel pomeriggio. C’era un film che poteva interessare a entrambi, così lei accettò e, non appena inviò il messaggio, lui la chiamò per mettersi d’accordo su dove incontrarsi. Da quando si era lasciata con il suo ultimo ragazzo, un millantatore di qualità che non aveva affatto, era uscita con alcuni individui, anche per una semplice passeggiata. Sebbene fosse molto corteggiata, Franca non si sentiva affatto lusingata di avere così tanti uomini intorno, la maggior parte dei quali le sembravano poco interessanti. Forse era il suo mood recente, ma preferiva di gran lunga uscire con gli amici piuttosto che con potenziali partner.  Però l’invito al cinema da parte di Goemon le era parso come qualcosa di insolito, come insolito sembrava essere proprio Goemon. Così nel pomeriggio si incontrarono e, come stabilito, andarono al cinema. Durante la proiezione, ogni tanto Franca buttava un occhio a colui che le era accanto e che era intento a guardare il film come ipnotizzato e pensava a quando le aveva puntato quella spada la sera prima. Una spada? Davvero quel tizio andava in giro con una spada? Come faceva a nasconderla? Ce l’aveva anche in quel momento? Le veniva da ridere, anche se c’era ben poco da ridere. Usciti dal cinema, i due, commentando il film, andarono a bere qualcosa; voleva offrire Franca, questa volta. Seduti in un locale piuttosto silenzioso, continuavano a parlare del film, anche se lei iniziava a stancarsi, desiderosa di cambiare argomento. Aveva tante domande da porre a quell’uomo, ma non sapeva da dove iniziare. Sorprendentemente fu lui a cambiare discorso, pur rimanendo nell’ambito del cinema.

-Lo so che ti sembrerà strano, ma di solito non vado mai al cinema in compagnia, soprattutto con una donna-

-Posso quindi considerarmi una privilegiata?-

-Direi di sì… Per il mio modo di concepire la vita non dovrei nemmeno parlare, con le donne-

-Con me però parli…forse non sono così tanto donna?-

-Per carità, non ho mica detto questo-

-Beh, ogni tanto dovresti staccare dalle tue cose ascetiche-

-Le cose ascetiche, come dici tu, fanno parte del mio stile di vita. Però non ti nascondo che ogni tanto le eccezioni si possono fare, no? E ti assicuro che me ne concedo, di eccezioni; a volte anche a malincuore, ma non potrei fare diversamente–

-Uscire con me allora è un’eccezione che conferma la regola-

-Esatto. Ogni tanto posso anche io uscire con una donna. Ovviamente una distrazione non è un impegno, sia chiaro-

-Che cosa intendi dire?-

-Che avrei bisogno di distrarmi-

-E tu stai cercando di distrarti con me, giusto?-

 
Goemon arrossì e non proseguì il discorso. Quando il cameriere portò il conto, Franca non era più intenzionata a offrire e trovò la scusa di essere uscita coi soldi contati. Così ognuno pagò la sua bevanda.
 

-Dove ti riaccompagno, visto che non posso sapere dove abiti?- domandò la giovane donna, azionando il telecomando della sua auto.

-Ah, ma vuoi tornartene per conto tuo? Cioè, scusami, voglio dire…la serata è finita?-

-Mi spiace, Goemon, ma la tua distrazione con me non può proseguire. E poi, domattina dobbiamo tutti vederci a Villa Pamphili, come ha stabilito Arsene. Per fortuna ho il giorno libero, ma mi dovrò alzare presto lo stesso-

 
La mattina seguente, tutti e cinque si ritrovarono sul prato di Villa Pamphili, Lupin aveva organizzato una colazione sull’erba, per rendere omaggio al futuro colpo.

-Ma questo è un pranzo!- affermò Jigen –quanta roba abbiamo portato?-

-Avete chiamato un catering, per caso? Io ho portato poche cose, che figuraccia sto facendo- asserì Franca.

-Ma tu sei nostra ospite, cara!- le rispose Fujiko, abbracciandola.

Goemon, parlando, non menzionò l’uscita del giorno prima con Franca, sembrava come se nulla fosse accaduto e tutti i discorsi furono concentrati su come preparare il colpo.

-Mi raccomando, Franca –disse Lupin, sempre al centro dell’attenzione –segui tutte le nostre indicazioni. Se provi a sgarrare non te la faremo passare liscia... Ragazzi, sono riuscito a sapere dell’arrivo di Zenigata a Roma, se ci trova è la fine-

-Zeni chi?- chiese Franca.

-L’ispettore Zenigata, dell’Interpol. Hai mai sentito parlare di lui? Ci dà la caccia da una vita-

-No, non lo conosco-

-Non importa, se dovessi incontrarlo, di sicuro si presenterà lui a te. Perciò, amici, per breve tempo dovrò assentarmi da Roma, così se paparino mi dovesse inseguire, voi nel frattempo potrete organizzarvi tranquillamente-

Durante tutta la colazione, Franca si sentiva come in una gabbia di vetro: ormai era stata tirata in mezzo a una faccenda da cui non poteva uscire. Era come se fosse un quinto membro della banda e avvertiva dei sensi di colpa, anche quando si rendeva conto di apprezzare la compagnia di quelle persone, specie di Jigen, che, inaspettatamente, era quello che, dopo Fujiko, sembrava metterla più a suo agio, col suo modo di fare discreto e allo stesso tempo coinvolto. A un certo punto Lupin salutò tutti e andò via. Poco dopo anche Fujiko decise di andarsene e Goemon la seguì.

-Vuole distrarsi con lei, ora?- ragionò a voce alta Franca.

-Sai quante volte si è distratto con Fujiko…- commentò Jigen – Ci ha provato con te, ieri, vero?-

-Ah, ma hai saputo che siamo usciti insieme?-

-Me lo ha detto lui, mi era parso strano, così gli ho chiesto il perché e mi ha risposto che doveva uscire con te-

-Fa tanto il prezioso, ma mi sa che è il più porco di tutti, tra voi…altro che quel cascamorto di Arsene!-

Jigen non commentò e, accendendosi una sigaretta, si abbassò il cappello sugli occhi. Franca si rese conto di essere stata indelicata, mettendolo probabilmente in imbarazzo e si scusò.

-Goemon è fatto così – intervenne poi lui –fa passi in avanti, poi indietro, se qualcuna ci prova con lui allora si stranisce, se ci prova lui poi, però, si pente…Dimmi un po’: per caso ti piace Goemon?-

-Voglio essere sincera: è bello, molto bello, non c’è nulla di male a dirlo, la sua bellezza è sotto gli occhi di tutti, solo che è il classico uomo col mestruo e non differisce da tanti che ho incontrato nella mia vita-

-Uomo col mestruo? Spiegami che cosa intendi, scusa…-

-Il tipo complicato, peggio di una donna durante il ciclo mestruale…credimi, Goemon è l’esempio perfetto che ti spiega tutto. Sono anche stata fidanzata con uomini col mestruo, quindi conosco bene questi spiacevoli esemplari-

Jigen sorrise con un leggero imbarazzo.

-Non è che io sia un tipo così trattabile…vuol dire che dovrai capire tu se anche io sono un uomo col mestruo-

-No, guarda, non preoccuparti, anzi, dovrei chiederti solo scusa per il fatto che tu mi stia gentilmente ascoltando, mentre io mi lamento di un altro…che maleducata che sono, perdonami-

-Vuoi che io ti perdoni? D’accordo, allora smettiamo di farci appiattire il sedere da questo prato e andiamo a farci un giro, che ne dici?-
Franca rimase colpita dal modo di fare di Jigen: era rimasto a farle compagnia, mentre gli altri se ne erano andati; l’aveva ascoltata con attenzione, mentre lei era riuscita a confidarsi un po’ con lui; mostrava di gradire la sua presenza, senza però dare l’impressione di cercare secondi fini.

-Allora, dove ti porto, caro?-

-Non so…sono stato a Roma diverse volte e il centro storico lo conosco bene. Andiamo in qualche luogo meno turistico, dai-

Così Franca decise di portarlo in zona Garbatella, anche se per arrivarci ci stava impiegando più tempo del previsto, dato che il traffico si faceva sentire, in quel tardo pomeriggio. Purtroppo era l’ora di punta. Però quel momento in giro con la Mini aveva una strana atmosfera e la radio accesa rendeva il tutto ancora più speciale, anche se Franca non sapeva spiegarsi il perché o forse lo sapeva, ma non era capace di ammetterlo a se stessa: Jigen le piaceva. Mentre l’auto percorreva il tragitto, i due commentavano il caos di alcune strade e la bellezza di molti palazzi che si affacciavano su di esse, poi lei gli indicava alcuni negozi e locali in cui era stata. Una semplice conversazione come tante le stava sembrando qualcosa di memorabile. Giunti alla Garbatella, parcheggiarono non lontano dalla stazione della metropolitana B e si addentrarono nella parte vecchia del quartiere, edificata sotto il fascismo.

-Forse non è il massimo come posto da visitare, ma tu mi avevi detto di decentrarci un po’- affermò Franca.

-Io lo trovo delizioso, invece. Perché dopo non andiamo a vedere quel ponte moderno che sta sopra la ferrovia e la metro?-

-Ottima idea!-

E così Franca e Jigen si recarono sul ponte che collegava la Garbatella all’Ostiense. Da lì si scorgevano il Gazometro, uno dei simboli della Roma meno centrale, e uno splendido tramonto.

-Sai, trovo quasi più romantico questo ponte di Ponte Milvio; non so se ci sei stato-

-No, mai-

-Allora ti ci devo portare, appena possibile-

-Volentieri! Ti dirò: a volte capita anche a me di contemplare le città dai ponti. Mi piacciono quelli veneziani, in particolare-

-Oh, ci credi che non sono ancora stata a Venezia?-

-Uhm, allora tu mi porti a Ponte Milvio e io porterò te a Venezia. Che ne dici?-

Risero tutti e due, poi ci fu il silenzio e l’unico rumore era quello dei treni che percorrevano i binari non lontani da lì, essendo vicina la stazione Ostiense.

-Sì…questo tramonto è davvero meraviglioso- sostenne Franca, giusto per dire qualcosa.

-Ti ringrazio...quando mi ricapiteranno giornate così belle? Prima la colazione sull’erba, poi il giro in macchina e questo tramonto…con la vita che faccio non mi trovo a vivere spesso momenti così…-

-Non pensarci ora, goditi il paesaggio-

- Tu fai parte di tutto il paesaggio, Franca-

-Io?-

-Sì...-

Jigen si avvicinò alla donna e l’abbracciò da dietro.

-Io non sono un uomo col mestruo come Goemon, non faccio giri di parole per dire a una persona che mi fa star bene. E io sto così da quando Fujiko ci ha presentati-

-E cioè? Ti ho tolto il sonno e la fantasia?- ironizzò Franca

-Proprio così-

- Potevo uscire con te, invece che con Goemon, ieri. Ti pensavo spesso, lo ammetto. Non avrei mai immaginato che…beh…-

Jigen non commentò, ma, continuando a tenerla abbracciata, baciò Franca prima su una guancia, poi sul collo e lei provò un brivido nell’avvertire la sua morbida barba e nel constatare il fatto che lui avesse usato un’ottima colonia. Anche lui ci stava provando, ma il suo approccio era diverso da quello di Goemon. E dopo quei baci ce ne furono altri, sempre più intensi e così coinvolgenti da spingere i due a decidere di andare altrove per rimanere completamente soli, finendo poi direttamente a letto, a casa di Franca.  
 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lupin III / Vai alla pagina dell'autore: Fujikofran