Silenzio…
..singhiozzi
e poi…
silenzio…
Quella
stanza buia e segreta sembrava essere stata creata solo per l’assordante
silenzio.
-non
può… non può essere così, non può essere la verità-
Il
silenzio tacque dinnanzi a parole tanto forti che lo ruppero bruscamente.
Era
ancora giorno li fuori, la luce filtrava da quelle
serrande abbassate, quasi semichiuse per via del caldo torrido che arroventava
tutta la città. Città che era diventata enormemente stretta per Usagi adesso.
Piccola
e fragile Usagi, che un tempo amava sorridere e
scherzare, gioire di tutto, e rendere serene le persone circostanti, ora triste
e fredda, in quell’angolino
di divano in pelle scura, quasi raggomitolata su di esso. Era seduta dinnanzi
al suo confessore, al caro amico che si era preso la briga di prenderla con se, e raccontarle tutta la verità. Pensare che
tempo fa nessuno dei due avrebbe fatto un gesto del
genere per l’altro, lui troppo presuntuoso, lei troppo bambina.
-Credo
di doverti delle scuse-
-No Yaten, non mi devi alcuna scusa, tu non centri..-
Disse la
piccola bambina alzando lo sguardo, arrossendo, e posandolo su di lui.
- Si invece, me la sono presa anche con te, quando sei stato
l’unica persona che ha avuto il coraggio di dirmi la verità.
-vedi-
disse Yaten guardandola supplichevolmente –le tue
amiche, ti vogliono bene, hanno voluto solo proteggerti, ma io non potevo
capisci, Seiya ormai è diventato troppo debole,
troppo grave per attendere ancora, ho dovuto forzare le cose-
Sapeva
di farle del male, ma era l’unica persona che avrebbe potuto aiutarla, lei e
quel sentimento che la legava a suo fratello ormai da troppo tempo
-Usa tu ora
sei qui, e che ci sei per lui. Lo aiuterai vero?-
Lo
sguardo di Yaten era speranzoso, pieno di fiducia in
quella principessa che aveva salvato suo fratello già milioni di volte.
-non
posso..-
Non ci
credeva
-come
non puoi, che significa non puoi, tu devi aiutarci, tu fai parte della sua
vita, o te lo sei dimenticata? Seiya
tiene tantissimo a te!-
-anche
io tengo a lui, più di qualunque altra cosa, ma purtroppo io non posso
aiutarvi, non so come fare, non ho i mezzi per farlo..-
Lo
guardava con quei suoi occhi lucidi, talmente tanto che la figura che se ne
specchiava dentro era deformata. Yaten non si vedeva
più.
L’afferrò,
con quanta più forza che aveva in corpo e la scosse, la scosse cosi tanto da
lasciarle i segno sulle braccia, così leggere ed
esili, gridando – tu non puoi capito, non puoi lasciarlo morire! Tu non ti stai
rendendo conto della gravità della situazione, solo tu puoi salvarlo.. io non lo so come, non lo so assolutamente. So solo che
puoi farlo, perché il sentimento che vi ha legato in passato era molto forte, e
che non può svanire così-
Lei era
scossa, ‘questo grande sentimento’
quando mai? O meglio, quando mai tutti intorno a loro se ne erano
accorti? Si è vero, erano legati profondamente, anche
troppo, ma credeva che fosse una cosa loro e non così palese.
Yaten
dopo quella sfuriatà abbassò gli occhi, quasi si
vergognò di quelle parole e si voltò dalla parte opposta ad Usagi,
dandole le spalle, piangendo in silenzio.
-Yaten
io, si io gli voglio molto bene. E ci sono..ma vorrei, posso parlargli?
Ho bisogno di…-
Le
parole le morirono in gola, questione di un attimo che il
fratello Kou, accorgendosi, l’abbracciò.
Forte. La strinse cercando di infonderle coraggio. Conosceva bene quella
principessa, tanto fragile, tanto bisognosa dell’affetto delle persone che ama.
- Se
potessi darei la vita. Tu lo sai-
No. Yaten non lo sapeva. Si bloccò al suono di quelle parole,
conosceva il loro affetto, ma mai avrebbe pensato
fosse così forte. La staccò dal suo corpo, la guardò.
Quegli occhi così blu, così uguali a quelli della sua Minako. Per un attimo si
perse.
Poi
tornò a pensare a suo fratello, e ricordò improvvisamente la vita qui sulla
terra. Davanti a lui passarono immagini di Seiya al
telefono ridente con Usa, di Seiya che usciva di corsa in piena notte per andare da lei, e di lei che
quasi perse la sua vita per salvarlo. No forse si sbagliava Yaten.
Il loro rapporto era davvero forte, e lei, avrebbe davvero dato
la sua vita per lui.
Eh lo so, purtroppo non si può proprio far affidamento su questa
scrittrice, che aggiorna se tutto va bene una volta ogni 6 mesi. Ma l’ispirazione era finita, la mia storia non mi
appassionava più, non la sentivo. E quindi mi sono
bloccata. Questo capitolo diciamo che l’ho scritto
soprattutto per spezzare, e allo stesso tempo per dare una continuità alla mia
storia. Sperando che recensiate, vi auguro una buona Pasquetta.
A presto!