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Autore: Sheloveslife    21/09/2013    5 recensioni
Selena è un'orfana, attraente e indipendente studentessa.
La notte si trasforma in una sexy e atletica Robin Hood per conto della Tribù, associazione finanziata dal ricchissimo Luke con lo scopo di rubare ai ricchi, soprattutto a quelli legati all'organizzazione criminale dei M.A.N., per dare ai bisognosi.
E Sel è l'arma migliore della Tribù; nessun legame e tutta efficienza, è stata addestrata fin da piccola: armi, combattimento corpo a corpo, una buona dose di sarcasmo e determinazione.
Nikolai è un brillante e affascinante studente con interessanti attività extra curricolari: la notte si trasforma in un efficiente agente dei M.A.N., l'organizzazione che ha ucciso i genitori e rapito Elyse, la sua piccola sorellina.
La sua invincibilità nei combattimenti viene messa a dura prova quando la sua strada si scontra con quella di Selena, durante quello che sembrava un insignificante incarico.
Lei combatte per i buoni perchè crede nella giustizia, lui per i cattivi per salvare Elyse.
Entrambi vicini ad ottenere quello che vogliono, combattono sul campo, tra le lenzuola e anche nei loro cuori, perchè niente è come sembra e tra colpi di scena, rivelazioni, dolore, ironia e passione faranno la scoperta più grande: l'amore non ha schieramenti.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ci sono, il riposo è finalmente terminato e stasera ho una nuova missione.

Alle tre, dopo le lezioni, rientro nel lussuoso appartamento che Luke mi ha gentilmente fornito per cambiarmi. È il momento di una stancante corsetta e un caffè nel locale all’angolo di Baconty Street, ormai la routine prima di ogni incarico.
Mi vesto in fretta e furia: pantaloncini, maglietta dei Lakers, coda alta, sneakers. Odio chi corre con l’I-pod, è una bufala, un modo per barare. Ascoltando musica il corpo non percepisce lo sforzo, invece io ne ho bisogno, DEVO sentirmi stanca per spingermi fino al massimo e ancora più in la.

Esco camminando, inserendomi nel flusso di persone della città, faccio lo slalom e riesco ad arrivare correndo per il parco. Amo Hilk Park, è grande, verde e profumato. Migliaia di profumi che assalgono l’olfatto tutti insieme. E poi le persone. Mi fermo a guardare ogni uomo, donna, bambino che passa, i gruppetti di adolescenti, le ragazze in costume, i ragazzi emo, i nonni che fanno giocare i nipoti. Ognuno ha amici, parenti, persone vicine.

Correndo in mezzo a tutto questo, mi sento un po’ parte di questo tipo di mondo, per un attimo normale e non un’agente segreto orfano che va all’università, con una relazione prettamente sessuale con un medico sexy che ogni donna vorrebbe avere, un attaccamento da sociopatica al capo-mentore e una dipendenza da occhi blu.
Sorrido, la fredda verità è questa ma non mi lamento. Di sicuro c’è gente che sta peggio di me!

Il mio posto preferito nel parco è nascosto. Passando per il grande prato c’è un vialetto in ombra, tra gli alberi alti. Sette, otto, nove, dieci e..
Scatto a sinistra, saltando tra le radici dei due alberi vicini. C’è una rete con un buco in basso. Sono minuta, riesco a sgusciarci in mezzo e con una
capriola sono dentro il mio giardino segreto.

Sono rannicchiata e, sorridendo, alzo lo sguardo. Un fantasma. Un ragazzo con pantaloncini larghi e felpa nera si muove con impressionante velocità al ritmo di una danza nascosta, proibita.
Il cappuccio è tirato su ma io, nel profondo, so a chi appartiene quel corpo. È aggraziato ma contenuto, sa come muoversi e ogni movimento è perfetto e controllato. È lui.

Il tempo sembra fermarsi per un attimo quando entrambi ci guardiamo. So che ha percepito la mia presenza fin dall’inizio quando il suo sguardo non è sorpreso. È curioso, piuttosto.
Ci osserviamo, apparentemente rilassati. In realtà, siamo come due leoni, calmi a studiare l’altro, ad aspettare una mossa e pronti a scattare. Di sicuro non aspetto altro, ho bisogno di un allenamento pomeridiano, ho bisogno di una vittoria soprattutto.

All’improvviso scattiamo insieme, avventandoci sull’altro con violenza. Dopo anni di allenamento, i nostri corpi si muovono elegantemente perché l’arte del combattere è ben nota ad entrambi.

-Micetta, che ci fai qui?- chiede, come se, invece di tentare di sgozzarci a vicenda, ci fossimo incontrati in un bar. La sua voce è normale, nessuna nota di sforzo.
Non parlo, aumento la velocità dei miei movimenti. Ho una muscolatura potente ma non ho possibilità di vincerlo con la forza. “Bene, bestione. Vediamo se riesci a prendermi!”

Inizio a muovermi in maniera esplosiva, colpendo tutti i punti più dolorosi velocemente, senza mai restare ferma.
Sembra in difficoltà, ma solo per un attimo, perché fa scattare un pugno sul costato. Vengo sbalzato via. Sembra di essere appena passata sotto un tir e non riesco a respirare. Spalanco gli occhi e digrigno i denti dalla rabbia. Mi ha atterrato. Di nuovo. “Mr Muscolo 2-Selena 0”. Così non va.

La mia rabbia accresce quando lo vedo fermo a fissarmi dall’alto, con le sopracciglia corrugate e lo sguardo preoccupato. Oddio, devo essere pietosa.

-Mi dispiace, ok? Possiamo  solo p..- inizia.
Mi dispiace? Gli dispiace?! Ma non sono una ragazzina indifesa, sono una donna e stiamo combattendo e mi hai atterrato e mi dici che ti dispiace? Non siamo nel Medio Evo! Maschilismo delle balle.

L’ira divampa dentro il mio corpo come un fuoco inestinguibile e, incurante delle fitte lancinanti al petto mi scaglio violentemente su di lui. Questa volta lo prendo di sorpresa e riesco a colpirlo dietro il ginocchio e farlo atterrare, per poi sparare un bel calcio in faccia mentre lo spingo indietro premendo sulla spalla sinistra.
Direi che dopo questa siamo pari!

Il mio sorriso soddisfatto scompare quando tutto diventa nero. Ho appena il tempo di cadere sulle ginocchia e mettermi le mani davanti alla faccia.
 

 
Apro gli occhi lentamente e un dolore lancinante mi assale la testa, dietro sulla nuca.
Non ricordo cos’è successo, mi guardo intorno. Sono nel mio giardino segreto, distesa sul prato, di lato e due mani grandi lavorano delicatamente sulla mia nuca. Il tocco è piacevole e ho la tentazione di riaddormentarmi, non voglio più sentir dolore.
“No, Sel. Non farlo. Ho bisogno che tu stia sveglia.” Sento una voce calda dietro di me.

Mi sveglio all’improvviso, come se mi avessero vuotato addosso un secchio di acqua ghiacciata.
Mi muovo e tento di mettermi in piede velocemente, ma i miei movimenti sono fiacchi, senza energia e mi sembra che ogni singolo muscolo pesi un quintale. Una fitta tremenda mi assale il petto e mi ricordo tutto in un momento.

Anche lui è messo male. Piegato per terra sulle ginocchia, è sporco e pieno di piccoli tagli. La spalla sinistra è piegata in fuori in posizione innaturale, il naso e la bocca colano sangue, ma lui incurante si pulisce con il braccio destro. Anche in quel momento, con le mani insanguinate, inginocchiato a terra vicino ad un kit simile a quelli della sala operatoria sembra emanare potenza e coraggio.
Forse sono gli occhi. Più blu del solito.

Una fitta, un’altra. Non so se alla testa o al petto, mi fa male tutto. Balza in piedi e fa un passo in avanti, verso di me, ma mi metto in posizione di difesa e lui sembra essere uno di quei domatori di leoni che si avvicinano al felino cautamente, come per non spaventarlo.
Io non mi spavento, mai. Un’altra prima volta perché ora sono terrorizzata. Non posso difendermi e sono in balia di una spia molto ben addestrata. Ma non mi arrenderò senza combattere, questo no di sicuro.

Deve aver colto il flusso dei miei pensieri, perché mi guarda negli occhi, impedendomi di spezzare il contatto visivo, alza le mani e dice:

-Che ne dici di una tregua?-
Lo scruto attentamente, nonostante ogni piccolo movimento mi costi un immane sforzo. Sembra sincero e in questo momento non sono nella condizione di poter controbattere. In queste situazioni, di norma, noi spie siamo leali.
-Facciamo che per ora questo è il nostro posto neutrale, va bene? Sei ferita, Selena. So come aiutarti.-

Mi accorgo di aver abbandonato la posizione di difesa, stare con i muscoli contratti era troppo doloroso. Oppure il mio corpo traditore si fidava eccessivamente del mio aguzzino.
Non mi fido di lui, è chiaro.

-Micetta, nessuno ti troverà qui perché è un posto nascosto e quasi insonorizzato. Sono la tua opzione migliore, la tua unica opzione a questo punto. Lo so che è incredibile ma giuro che non ti farò del male. Posto neutrale.-
Non so se per lo sguardo sincero nei suoi occhi ghiaccio, o per il tono preoccupato, o perché davvero lui era la mia unica soluzione, in quel momento gli dico:
-Ok.

Una sola parola e ho compiuto uno dei gesti di fiducia, seppur obbligato, più grandi della mia esistenza. In quel momento la mia stessa vita è nelle sue mani e io non posso fare altro perché all’improvviso tutto si oscura di nuovo e sento le sue braccia forti cogliermi prima di cadere a terra.


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Ciao a tutti!
Prima di tutto, prego per il vostro perdono. sono stata molto molto molto impegnata ultimamente e non ho avuto il tempo di pubblicare il capitolo. Spero che vi piaccia e che mi lascerete una recensionina per dirmi cosa ne pensate!
Grazie a tutte quelle fantastiche ragazze che hanno inserito la storia tra preferiti, seguiti e ricordati, o a chi posta recansioni, sempre molto apprezzate!
Cosa succederà nel prossimo capitolo? Selena è in mani sbagliate? Mr Muscolo approfitterà di questa situazione? E con Kory? E le verità sul passato di Sel?

Un bacione a tutte, a presto!

 
  
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