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Autore: fannye    21/09/2013    0 recensioni
Jane ha un fidanzato adorabile Louis Tomlinson che dice di amarla eppure passa poco tempo con lei, colpa del suo lavoro dice lui. Loro vivono in nuovo mondo, per la precisione in un mondo futuro, anno 3015. Quel mondo che vive circondato da così tanta tecnologia da non accorgersi di un imminente attacco alieno. Riusciranno dei giovani ragazzi, conosciuti come super'eroi a salvare l'umanità? E Louis permetterà a Jane di accompagnarla in quella strana avventura per evitare di perderla?
Un mondo nuovo, dove il futuro forse non ha più speranze ma sono dei 5 ragazzi il futuro per continuare a sperare in una salvezza.
Questa è una fan fiction diversa, leggetela non ve ne pentirete!
Genere: Fluff, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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-Tutto ciò è fantastico! – Esclamai felicemente mentre ammiravo le stelle attorno a noi.
Era da due settimane che non vedevo il mio ragazzo e ora per farsi perdonare mi stava facendo fare un giro nella sua nuova navicella spaziale GT2479. Non era proprio l’ultimo modello appena uscito, ma era straordinaria lo stesso. Eravamo riusciti a volare oltre le nuvole e ora dal vetro della navicella potevo ammirare le stelle. L’universo attorno a noi era oscuro ma le stelle illuminavano fino al punto in cui ci trovavamo ed io potevo ammirare anche la terra da lontano.
 
-Mi piace vederti sorridere. – mi disse il mio ragazzo con tono dolce afferrandomi una mano.
-E a me piace averti accanto a me, Louis. –
 
Lui abbassò lo sguardo sconsolato. – mi dispiace essere poco presente, è per il lavoro. –
Mi bastò guardarlo negli occhi per capire che era sincero.
-Dimmi almeno che tipo di lavoro è. – quasi sussurrai.
 
Avevo osato domandarglielo di nuovo. Avevamo litigato tante volte perché io volevo sapere che tipo di lavoro facesse e ogni volta lui rispondeva sempre uguale.
 
-Non posso dirtelo, non voglio metterti in mezzo a questa storia perché se ti succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai. –
 
Anche questa volta mi rispose allo stesso modo ed io per non rovinare il momento che stavamo passando insieme decisi di stare zitta. Dovevo fidarmi di lui, non trovavo altra alternativa.
 
-Ti amo Jane e farò di tutto per proteggerti. –
 
Distolsi il mio sguardo dalle stelle e mi concentrai sul bel volto del mio ragazzo. Accarezzai quei capelli castani spettinati e mi immersi in quegli occhi di un azzurro intenso e splendido.
Con l’indice sfiorai le sue labbra sottili e molto dolci ma non resistetti e un attimo dopo mi fiondai tra le sue braccia e le mie labbra sostituirono il mio dito per un lungo bacio.
 
Louis ricambiò il mio bacio con tutta la dolcezza che possedeva e per farmi sentire sua mi tenne la nuca con una mano mentre con l’altra cominciò ad accarezzarmi una coscia. Mi ritrovai sotto il suo petto e sentì la sua mano muoversi agilmente sulla zip dei miei jeans.
 
-Non ora Louis. Sai si sta un po’ stretti qua dentro. – dissi con voce affannata tra le labbra di Louis.
-Meglio almeno non puoi scappare e poi ormai mi hai provocato, sai bene che io non resisto. –
 
Sorrisi sulle labbra di Louis. Continuava ancora a baciarmi e non aveva nessuna intenzione di staccarsi da me.
Quando eravamo a casa da soli mi piaceva sempre stuzzicarlo e quando eravamo sempre sul punto di farlo, prima di concedermi a lui mi divertivo a scappare, perché mi piaceva vedere l’espressione del suo viso desideroso di me e solo dopo che era riuscito ad acchiapparmi gli permettevo di farmi sua.
 
-Hai sentito? – domandò Louis d’un tratto.
Mi misi all’ascolto e sentii dei tonfi. – meteoriti? – azzardai.
Louis si alzò di scatto e poggiò mani e volto a ridosso del vetro-finestra della navicella cercando di vedere cosa accadeva di fuori.
All’improvviso si sentii un tonfo più forte e la navicella si spostò di scatto come urtata da qualcosa.
-Ci è venuto addosso qualcosa. – esclamai terrorizzata.
-Stai tranquilla e ricordati di mantenere la calma qualsiasi cosa accada, Jane. – Mi disse Louis risolutivo.
 
Annuì cercando di nascondere l’ansia che mi stava divorando ma un attimo dopo gridai con quanto fiato avevo in gola quando la navicella subì un fortissimo urto. Louis che era ancora in piedi sbatté la testa a ridosso del vetro e cadde a terra svenuto.
 
Mi aggrappai al bracciolo del sedile per evitare di cadere e riuscii nel mio intento ma quando vidi Louis a terra non riuscì a trattenere delle lacrime.
 
-Lou, svegliati, forza alzati! – urlai con un grido isterico.
 
Merda e ora cosa faccio? Io non ho una navicella, non la so proprio guidare, se i miei me l’avessero comprata magari a quest’ora forse sapevo come si ritornava a casa. E Lou? Cosa faccio con lui? Non posso lasciarlo a terra.
 
Cercai di farmi forza e a malincuore lasciai il mio sedile. Mi accucciai per terra e raggiunsi Louis. Lo guardavo immobile, non avevo il coraggio di toccarlo, avevo paura di sentire la pelle fredda sotto il mio tocco. Chiusi gli occhi e appoggiai la mia mano destra sulla sua guancia. Aprii gli occhi sollevata quando scoprii che la sua pelle era normalmente calda. E quando sentii il suo battito regolare sospirai di sollievo. Probabilmente era solo svenuto.
 
Non faticai molto a tirarlo su e metterlo sul sedile dove prima mi trovavo io dato che la forza di gravità era quasi inesistente. Gli allacciai per bene tutte le cinte di sicurezza e mi misi a sedere al posto del pilota.
 
Osservai il radar e notai che nei dintorni non c’era nessun meteorite.
Cosa ci aveva colpiti allora?
 
-Hey, la dentro, qualcuno riesce a sentirmi? Come state? –
 
Sobbalzai di botto, chi aveva appena parlato?
Mi girai in direzione di Louis che era ancora privo di sensi. In una situazione del genere non mi avrebbe fatto un simile scherzo.
Puntai lo sguardo dritto davanti a me e per la prima volta da quando Louis ci aveva sbattuto addosso guardai oltre il vetro.
 
Urlai terrorizzata quando mi accorsi che un tipo strambo era sospeso per aria in mezzo all’universo e stava con una mano appoggiato al vetro della navicella di Louis guardando all’interno cosa o chi ci fosse.
 
-Tu ragazza, so che tu puoi sentirmi ma io non posso sentire te, quindi ascolta bene ciò che sto per dirti. Primo; so che stai urlando, lo vedo da come tieni spalancata la bocca, è inutile che sprechi fiato. Secondo, vedi questo filo grigio che tengo in mano? Lo vedi? –
Smisi di urlare ed annuì in direzione del ragazzo biondo.
-Mi serve per parlare con te, tra i comandi di guida ce ne è uno uguale, prendilo anche tu così possiamo comunicare. – continuò quello.
Trovai il filo comunicante e lo presi in mano ma rimasi comunque immobile.
-Forza di qualcosa, vediamo se riesco a sentirti. Non mi dire che quell’urlo ti ha fatto perdere tutta la voce. –
-Ciao. – riuscii solo a dire.
Il ragazzo mi guardò incitandomi a proseguire ma io non volevo dire niente per quanto ero tesa.
Poi però risentii l’ansia nello stomaco e quasi ebbi un attacco di isteria.
-Mi chiamo Jane e questo è Louis il mio ragazzo. Stavamo vedendo le stelle, poi un bacio ma un tonfo e poi lui è caduto. Non so che fare. ma cosa è successo? Cosa ci è venuto addosso? Non penso sia stato un meteorite, oddio non ci sto più capendo niente. Aiuto! Ma tu chi sei? –
-Ok calma, come hai detto che ti chiami? Jane? –
Annuì cercando di tacere.
-Io sono SuperNiall e sono qui per aiutarti. Adesso caricherò te e il tuo ragazzo nella mia navicella e trainerò la vostra. Prima però dovete indossare le tute aerospaziali, quelle con più ossigeno, d’accordo? –
Annui nuovamente poi raccolsi un po’ di coraggio e domandai: - ma cosa è successo? Cosa ci è venuto addosso? –
-Se prometti di non urlare te lo dico, anche perché questa volta posso sentirti. –
-Prometto. –
-È stato un attacco alieno. –
Guardai SuperNiall sconvolta che a sua volta mi guardava tranquillo perché non avevo urlato ma non riuscii a trattenermi e urlai poco dopo quando le sue parole assunsero un significato concreto.
-Diamine Jane ti avevo detto di non urlare. Quest’urlo si che l’ho sentito! Ma è anche colpa mia che mi fido delle donne. –
 
In effetti era da un po’ di giorni che in televisione i telegiornali accennavano ad un imminente attacco alieno ma quelli della NASA avevano sempre detto di non preoccuparsi dato che l’epoca in cui ci troviamo è all’avanguardia. In fondo siamo nel 3015 quindi disponiamo di tutti i mezzi necessari per far fronte ad una guerra aliena.
 
-Jane! Hai sentito cosa ho detto poco fa? – mi girai in direzione di SuperNiall, un ragazzo poco più grande di me, biondo dagli occhi blu color mare. – devi indossare la tuta spaziale! Forza non c’è tempo da perdere. –
 
Annuì in direzione del biondo e sottrassi da sotto i sedili due tute bianche.
Ne indossai subito una e poi l’altra rimanente la misi a Louis.
 
-Bene ora va ad aprire lo sportello della navicella, prima prenderò il tuo ragazzo e poi te, ok? –
 
Annuì e mi misi subito all’opera. Trascinai Louis per un braccio e lo condussi fin davanti lo sportello. Nel frattempo Niall era andato ad attaccare la nostra navicella alla sua per trainarsela dietro.
 
Poggiai una mano sulla maniglia dello sportello e sospirai poi l’aprii di scatto. Mi immaginavo che una forte ondata mi avrebbe travolsa invece non fu così. Sentii l’aria attorno a me più pesante ed io provai una sensazione di leggerezza sul mio corpo.
Mi voltai e notai che Louis stava volando via, era ancora svenuto ma l’assenza di gravità lo staccò dal suolo della navicella e mi accorsi che anche ero sospesa in aria. Allungai un braccio e riuscii appena in tempo ad afferrare lo sportello rimasto aperto.
 
-Ma cosa stai facendo? – mi domandò il biondo quando fu di ritorno.
-Io… non lo so! Non riesco a stare ferma! – esclamai esasperata.
-Dove il tuo ragazzo? –
-La! – indicai poco più lontano un Louis che svenuto si stava allontanando. Mi fece una strana impressione vedere una persona senza sensi riuscire a volare nello spazio.
-Vado a recuperarlo. Tu non muoverti da qui, intesi? –
 
Annuì e poi lo vidi allontanarsi. Rimasi da sola e l’ansia si rimpossessò di me. Quanto ci avrebbe rimesso a tornare? Ripensai ai tonfi sentiti all’inizio con Louis. Perché sembravano così reali in quel momento? Mi sembrava di sentirli di nuovo. Stavo forse impazzendo? Non non ero matta i tonfi c’erano sul serio, adesso potevo sentirli chiaramente. Mi girai di scatto e alle mie spalle trovai una sgradevole sorpresa: un’enorme navicella aliena. Sapevo cos’era perché in televisione trasmettevano spesso immagini di navicelle aliene dicendo di starne alla larga. Ma come potevo io ora allontanarmi da ciò?
 
Successe tutto in un attimo. Quasi non me ne accorsi. Uno di quei cosi mostruosi si lanciò fuori dalla navicella e mi fu addosso. Sentii il suo odore ripugnante e i suoi otto tentacoli su di me, un istante dopo ero completamente immobilizzata e un altro attimo dopo ero sopra la loro navicella.
 
NIALL POV
 
Avevo appena scoperto che quel ragazzo svenuto era Louis, il mio amico.
Una volta che lo trascinai sulla mia navicella Zayn gli tolse la muta e gli spruzzò un detergente che lo fece rinvenire.
-Come ti senti? – gli domandai appena aprì gli occhi.
-Dove sono? – mi rispose con un'altra domanda.
-Sulla mia navicella, amico. Ti ho trovato svenuto e con te c’era un’altra ragazza di nome Jane. –
-Jane! Dove sta adesso? Ma cosa è successo? –
-Sta aspettando alla navicella che la vado a prendere. Degli alieni si aggiravano nei dintorni, probabilmente vi hanno attaccati. –
-Merda. – esclamò Louis sovrappensiero.
-Vado. – annunciai.
-Vengo con te. – disse Louis.
-No amico, tu resti qui. Non ti sei ancora ripreso completamente, potresti essermi d’intralcio. –
-È la mia ragazza, devo venire. –
 
Alzai le mani sconfitto. Louis era testardo e di certo non avrebbe ubbidito a me.
Solo dopo aver indossato le tute ed aver controllato che l’ossigeno era apposto ci lanciammo in volo nell’universo. Louis si affrettò a raggiungere la sua navicella ed io lo seguii. Si fermò poco dopo e quando vidi che non si muoveva ebbi la sensazione che fosse successo qualcosa.
Mi avvicinai a lui e mi accorsi che Jane non era più dove l’avevo lasciata.
 
-Un attimo fa era proprio qua. – dissi incredulo.
-L’hanno rapita gli alieni. – affermò Louis.
 
Lo guardai e notai che aveva lo sguardo lontano. Seguii il suo sguardo e raggiunsi con gli occhi la navicella aliena che si muoveva lentamente.
 
-Amico, ho bisogno del tuo aiuto per salvarla. – mi disse Louis fissandomi negli occhi.
-Hai la mia parola. – gli risposi.
 
Jane già mi stava simpatica. Non avrei permesso agli alieni di farle del male e Louis era della mia stessa opinione.


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