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Autore: Bacchikoi    24/03/2008    3 recensioni
Lui vuole concludere piacevolmente la serata. Per lei la "giornata" di lavoro è appena cominciata.Lui è venuto a New York per affari e non se ne andrà finche non li avrà conclusi. Lei fa "affari" a New York e comunque se ne andrebbe volentieri anche senza concludere alcunchè.Lui è un magnate della finanza. Lei fa il mestiere più vecchio del mondo.Sembrano non avere in comune nulla, ma Beverly Hills li farà incontrare... e allora scopriranno che in fondo non sono così diversi: necessitano di felicità, di vivere, di amore...La storia del film Pretty Woman in versione Naruto! Coppia principale: SasuSaku
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Ciao a tutti! Innanzitutto vorrei ringraziare i miei 25 lettori (Manzoni rulez!XD) che hanno avuto la santa pazienza di leggere di leggere questo mio sottospecie di abbozzo di fiction, tutti quelle/i che hanno messo "Quella cosa" nei preferiti, quelle/i che hanno messo questa fiction nei preferiti e soprattutto quelle (siete tutte e 3 femmine, vero? No, perché non vorrei cambiare di sesso qualcuno!XD) 3 autrici che, armate di altrettanto santissima pazienza hanno commentato! Ovviamente l'avviso di commentare-are-are è rinnovato anche per stavolta: questo aggiornamento arriva in fretta perché le 3 vittime sacrificali (armate di altrettanto santissima bla bla bla... XD) mi hanno reso extra felice e perché (in particolar modo perché) ci sono le vacanze di pasqua e ho un nanosecondo di tempo libero in più, ma per i prossimi, ahimè, dovrete aspettare molto, molto di più temo...

Note sulla fiction
: la 1 è sul capitolo 1... chi di voi ha colto la citazione nel titolo (che apparentemente non ci stava niente a dì?XD)? È tratta dal film Vanilla Sky (con Tom Cruise, Cameron Diaz, Penelope Cruz... bellissimo!Se vi capita guardatelo!): quando David Eames (Tom Cruise) parla di suo padre, un importante magnate della finanza indifferente nei confronti del figlio e interessato unicamente al proprio lavoro, cita l'autobiografia che egli ha scritto e che è intitolata per l'appunto "difendendo il regno"... ecco, mi sembrava che questa situazione rispecchiasse alla perfezione lo stato d'animo e le finzioni che si celano nel comportamento di Sasuke e Itachi, almeno per ora!
La 2 nota invece è di tutt'altro genere! Ho appena postato un disegno riguardante questa fiction nel mio Live Space... l'indirizzo è http://unastellinaxsempre.spaces.live.com so di non essere per niente brava, ma mi farebbe molto piacere se lo guardaste e mi deste il vostro parere (così capisco dove sbaglio e miglioro un pochino!)!
La 3 (lettrici:-uffi...-) è che ho deciso all'ultimo di usare per una certa parte un personaggio al posto di un altro, perché per il suo carattere e per ciò che voglio accada (XD) mi sembra molto più calzante, per cui vi saranno spoiler per chi segue solo la serie animata su Italia 1... spero solo che a causa si questo non ci sia qualcuno che smetta di leggere la mia fiction!
E ora il capitolo!

***

Capitolo 2: real wild child

Luci sfavillanti, colori sgargianti che ingannavano l'occhio in ogni direzione, insegne luminose che promuovevano ogni sorta di locale per il divertimento: questo era l'ambiente che si presentava a qualsiasi visitatore curioso si aggirasse per quel quartiere di New York. Un ambiente in festa, che faceva ben intendere perché quel luogo fosse denominato "La città dei sogni", dove tutto poteva realizzarsi e qualsiasi ambizione, anche la più folle, poteva trovare una speranza di esistere, dove tutti erano felici ed ogni problema andava nel dimenticatoio al calare del sole.
-Benvenuti a Hollywood! Chiunque viene a Hollywood ha un sogno, il vostro qual'è? Che sogno avete? Ehi, signore, qual'è il tuo sogno?...-
Le parole accattivanti che quell'uomo di colore lanciava camminando spensieratamente per la strada rispecchiavano alla perfezione il realizzarsi del sogno. Ma sotto le luci, sotto le apparenze, si celava un mondo completamente diverso. La droga, la prostituzione, la malavita... perché quando la luce calava, quando "il sogno" diventava visibile, si delineava un mondo totalmente diverso da quello che ogni spettatore si sarebbe aspettato, quasi uno squallore irritante invano coperto da tutto quello sfavillio, reso da esso ancor più prorompente e fastidioso.
Perché i sogni che la gente inseguiva recandosi a Hollywood non erano altro che miraggi e si sa, i miraggi non possono mai essere raggiunti... le persone ci credevano all'inizio, ma poi capivano e si rassegnavano all'evidenza dei fatti, alla dura realtà della vita.
Quella era la vita che lui non aveva mai conosciuto. Lui no, ma lei sì.


La sveglia suonava sempre troppo presto per i suoi gusti. Sakura aprì distrattamente un occhio e constatò che erano le 9... niente da fare, le toccava veramente alzarsi. Era dura per chi faceva IL SUO MESTIERE adattarsi alla routine della vita quotidiana e contemporaneamente svolgere le loro "attività", ma non c'era alternativa, era questo l'unico modo di andare avanti in quella città, lei, meglio di chiunque, lo aveva appreso sulla propria pelle.
Senza nemmeno preoccuparsi di rassettare il letto si alzò e constatò che il giaciglio di Ino, la sua coinquilina, era messo anche peggio del suo, segno che la ragazza era uscita prima di lei e come al solito aveva lasciato tutti i suoi effetti personali nel caos più totale dopo essersi preparata. Sakura non ci fece troppo caso, ancora insonnolita com'era ed abituata ormai a quel genere di situazioni e, incamerato un sonoro respiro e auguratasi mentalmente buona fortuna per cominciare al meglio la giornata, si apprestò a fare un primo passo verso il bagno... per inciampare poi in quelli che, ad una rapida occhiata, si rivelarono essere un paio di succinti slip in pizzo violetto di Ino, lasciati per chissà quale motivo sul pavimento della camera. Sakura sospirò rumorosamente per l'incuria che l'amica dimostrava nel trattare i suoi indumenti personali (ma sorrise pensando le avrebbe perdonato anche questa, era la sua migliore amica e le voleva molto bene), notando però con un esame più accurato che la stanza versava in condizioni ancora peggiori del solito (ammettendo ovviamente che potesse esistere qualcosa di pggiore alle solite condizioni) , come se la coinquilina fosse uscita di fretta.
Avrebbe dato più peso alla cosa, se non avesse avuto così poco tempo per prepararsi e così tante cosa da fare... lasciato quindi da parte ogni proposito di indagine sulle stranezze di quella giornata, cominciò a vestirsi, benchè non avesse la minima voglia di andare là, tra le strade di New York, la città che da piccola aveva tanto amato e desiderato visitare e che invece ora, per le circostanze della vita, odiava con tutta sé stessa.


Dio, quanto odiava quella maledetta città! Guidava ormai da due ore e, tra incroci e inversioni di marcia, aveva la tremenda sensazione di girare in tondo senza riuscire a trovare una strada, un indicazione, un qualsiasi modo per raggiungere il luogo che aveva prefissato come meta, Beverly Hills. Malgrado la situazione si facesse di minuto in minuto sempre più disperata e malgrado fosse perfettamente conscio del fatto che all'albergo lo aspettavano ormai da diverso tempo (non che gli importasse di fare aspettare quella gente) tuttavia, Sasuke Uchiha non si dava per vinto, rifiutandosi di ammettere a sè stesso quel concetto, semplice e coinciso, che la testardaggine tanto ironicamente rimproveratagli di frequente da suo fratello Itachi, caratteristica comune di tutti i membri dell sua famiglia, gli impediva di focalizzare, ossia che si era CHIARAMENTE, INEQUIVOCABILMENTE PERSO. Inutile, ritrattare era un atteggiamento totalmente contrario alla sua indole fiera e indomabile, che egli vantava lo avesse portato così in alto nella vita ad una così giovane età. Ed in effetti era proprio così, tuttavia non considerava il fatto che questa sua peculiarità caratteriale non gli giovasse a nulla in quella situazione, anzi... ma a questo lui non pensò. Avvistato in quel momento al ciglio della strada un uomo, pensò bene di fermarsi e chiedergli informazioni, incurante dell'insignificante particolare che un uomo circondato di mosche, moscerini ed ogni altro tipo di insetto esistente, che indossa un paio di piccoli occhialetti tondi da sole IN PIENA NOTTE e un lungo giubbotto a collo alto che gli nasconde la quasi totalità del volto (come se nascondesse qualcosa di losco) e che rovista IN UN CASSONETTO DELLA SPAZZATURA fregandosene delle occhiate orripilate dei pochi passanti, non sia esattamente quello che la maggior parte della popolazione modiale riterrebbe una persona perfetta a cui chiedere indicazioni stradali o anche solo una persona adatta a cui rivolgere la parola. Non si sarebbe quindi dovuto meravigliare quando alla domanda:
-Sa dirmi la strada per Beverly Hills?- che aveva fatto uscire con nonchalance dal finestrino abbassato della macchina sportiva,
quello si era fermato di botto dal compiere l'attività in cui era tanto impegnato e concentrato, si era girato lentamente con un'espressione seccata dipinta sul volto (per quel poco che si poteva scorgere del suo volto, coperto dall'alto collo del giaccone beige) e gli aveva risposto ironicamente:
-Già c'è. vede, quella è la casa di Sylvester Stallone.- indicando una catapecchia che per uno strano miracolo del fato era ancora in piedi nonostante il suo aspetto malridotto.
Per un attimo, Sasuke rimase interdetto, abituato com'era ad essere trattato col massimo rispetto e perciò totalmente impreparato ad una risposta di quel tipo. Superato però il primo attimo di lieve smarrimento e squadrato l'individuo che aveva di fronte, finalmente accortosi che non si trattava di altro che di un povero, insofferente barbone, appartenente alla fetida feccia che lui tanto disprezzava, per il quale l'unico svago era quello di sbeffeggiare di tanto in tanto sottovoce un ricco signore passato davanti a lui, si calmò e, compatendo mentalmente quell'individuo di una così bassa estrazione sociale, decise di lasciar correre, ignorando come se nulla fosse la risposta dell'uomo e commentando con un secco: -Grazie.- di pura cortesia (per rispettare le convenzioni sociali a cui si era abituato e non certo sentendo nell'animo una sola briciola di un qualche moto di ringraziamento) mentre rialzava il finestrino. Ma quello, felice di essersi liberato del seccatore e di essere tornato alla sua iniziale occupazione nel cassonetto, non fece caso all'intonazione atona dell'ultima frase dell'Uchiha e rispose con un altrettanto meccanico: -Non c'è di che.-
Dimentico ormai del breve dialogo con il barbone, Sasuke prese la decisione di affidarsi totalmente al suo istinto, che mai lo aveva tradito negli affari. Mentre ingranava la prima, facendo grattare per l'ennesima volta la frizione, imboccò la prima strada che gli ispirò fiducia, non considerando il fatto che, date le sue scarse abilità nel campo automobilistico, anche il suo istinto in quel campo doveva essere ben esiguo. Per questo motivo, per un breve tratto di strada viaggiò sicuro verso la meta che ben presto avrebbe raggiunto, poi, giunto ad un bivio, svoltò a destra per raggiungere Beverly Hills... imboccando regolarmente la strada sbagliata.


Era quasi pronta: il suo look ora le dava un'aria decisa (quasi aggressiva, da predatrice)...
[I'm a real wild one...]
Gli stivali lucidi in pelle nera aderirono perfettamente alle sue gambe lisce e magre, dandole improvvisamente più sensuale e fuori dall'ordinario...
[...Well I'm just outa school...]
Un trucco leggero, ma efficace bastava bastava: lei era già di per sè una bellissima ragazza...
[...Like I'm real real cool...]
Sistemò al punto giusto la cerniera della parte superiore del suo vestito aderente e scollato (facile da sfilare)...
[...Gotta dance like a fool...]
Allacciò l'anello che congiungeva la parte superiore del vestito con quella inferiore, il pantaloncino cortissimo che esaltava le sue cosce e creava un messaggio che non poteva non essere compreso da un qualsiasi uomo...
[...Got the message that I gotta be...]
Indossò il suo ciondolo preferito e un paio di braccialetti di bigiotteria tintinnanti, come quelli che indossavano le zingare nei loro balli selvaggi...
[...A wild one...]
Un'ultima occhiata al piccolo specchio che si intravedeva dalla porta del bagno e via, verso la sua meta...
[...Ooh yeah I'm a wild one...]
Appena uscita dalla porta, notò che al piano di sotto Ebisu, un giovane uomo molto puntiglioso e intransigente proprietario dell'albergo, rimproverava aspramente gli inquilini del piccolo appartamento in angolo, a destra, minacciando seriamente di sfrattarli se non gli avessero pagato subito l'affitto di fine mese che gli dovevano. Tranquilla e sicura rientrò quindi nel suo locale, pronta per sbrigare anche questa faccenda con il soldi che lei e Ino mettevano appositamente da parte per quello scopo e che per precauzione nascondevano in bagno. La sua certezza si mutò tuttavia presto in stupore quando si accorse che l'intero importo dell'affitto era sparito. Presa dal panico, controllò ovunque, senza però ottenere risultati... chi poteva avere preso quei soldi? Quell'hotel non era certo dei migliori ed il posto in sé era alquanto malfamato, ma lei e Ino li avevano nascosti bene, nessuno avrebbe mai pensato che fossero... improvvisamente ebbe un'intuizione: i soldi trafugati, l'uscita frettolosa di Ino, come se la ragazza se ne fosse voluta andare prima che lei si svegliasse, tutte quegli eventi parvero tessere tra di loro una connessione logica e causale che fece nascere nella mente di Sakura un atroce sospetto, divenuto poi una avvalorata e dolorosa ipotesi mentre pensava a quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che si era verificato ciò che stava ricordando. Forte di questa certezza, si rese conto di quanto fosse fondamentale in quel momento non incrociare Ebisu, che a quanto pare stava facendo il giro di tutti gli appartamenti per la riscossione dell'affitto. Aperta la finestra, uscì e scese decisa lungo la scala antincendio. Giunta all'ultima rampa, sì attaccò alla scalinata e con un piccolo slancio ben calibrato fece in modo che essa scivolasse lungo le guide apposite, producendo un lieve scricchiolio metallico ed attirando l'attenzione di alcuni passanti, increduli nel vedere una giovane sensuale che improvvisamente sbucava da un palazzo utilizzando un'uscita di emergenza creata per ben altri tipi di emergenze.
[...Gotta break it loose
Gonna keep 'em movin' wild
Gonna keep a swingin' baby
I'm a real wild child...]


La crudeltà che mostrava la vita nei confronti di quelli come loro si era palesata l'ennesima volta: durante il suo tragitto, Sakura aveva infatti notato la polizia affacendarsi attorno a quello che sembrava il cadavere di una poveretta, nella quale aveva forse riconosciuto una collega, mentre frotte di curiosi si affollavano attorno alla scena, incuranti della drammaticità della situazione. Proseguendo per la sua strada, era finalmente giunta a destinazione: davanti a lei si stagliava un'insegna luminosa raffigurante la figura di un kunai stilizzato in grigio, non molto diversa dalle altre presenti nel quartiere, che indicava l'entrata di un locale dalla cui porta socchiusa si vedevano lampeggiare le luci colorate dell'interno. Il pub-discoteca si chiamava Black Ninja e Sakura vi entrò con uno stato d'animo misto di preoccupazione e irritazione, sentimenti contrastanti ma indirizzati in ugual misura all'amica.
Genma, il barista, la notò immediatamente e, richiamatala con un cenno della testa, le offrì da bere per rompere il ghiaccio e farla distendere un po', visto che dai primi passi, frettolosi e tesi, che ella aveva mosso nel locale, aveva capito che era assai nervosa. Conosceva Sakura da molto e sapeva che non era un tipo da sprecare tante parole inutilmente, perciò non si stupì affatto quando lei, avvicinatasi al bancone, aveva liquidato con un sorso l'aperitivo analcolico che le aveva preparato senza neanche sedersi e gli aveva chiesto a bruciapelo:
-Dov'e Ino?-
-È di sopra, sta parlando con Sai.- le aveva risposto lui. Sai era il proprietario del locale, un giovane enigmatico e cinico con un falso sorriso sempre stampato sulle labbra, appassionato disegnatore, che curava molto le sue opere e che grazie alla sua bellezza eterea e al suo aspetto elegante aveva sempre frotte di donne disposte a fare qualsiasi cosa per lui, specie delle appartenenti alle schiere di donne che giravano nel suo ambiente. Peccato però che con il sesso femminile (come del resto con qualsiasi altro essere umano) non nutrisse tanto rispetto quanto nei confronti dei suoi disegni... Sakura l'aveva detestato fin da subito, quel ragazzo perfettino e falso e malgrado avesse provato a lungo a sopportarlo, in virtù dell'amicizia (e forse non solo quella) di lunga data che lo univa a Ino, non era riuscita nel suo intento. Tutta la sua buona fede era infatti andata a farsi friggere una sera, quando, proprio in quel locale, il ragazzo le aveva fatto delle proposte ad avviso della giovane alquanto indecenti e inapropriate alla situazione e, vistosele rifiutate, le aveva appioppato con il suo solito sorrisino di scherno il nomignolo "racchia", soprannome non molto carino e gentile da dare ad una fanciulla che egli avrebbe immediatamente coronato con gli aggettivi "frigida, bigotta e testarda", se la ragazza non lo avesse fulminato irata con un gancio destro, che lo aveva fatto volare dritto sul bancone e in seguito lo aveva mandato all'ospedale con il setto nasale rotto. Si poteva quindi benissimo comprendere come i rapporti tra Sakura ed il proprietario di quel locale non fossero propriamente rosei ed il fatto che lui fosse un rinomato spacciatore, nonché l'ex pusher di Ino, certo non aiutava la riappacificazione tra i due.
Vedendo perciò confermato dalle parole di Genma ciò che tanto temeva, la ragazza sentì venirle meno parte della decisione che aveva portato le sue gambe fin lì, ciononostante la forza dell'apprensione provata per l'amica la portò ad imboccare di corsa la scala a chiocciola che portava al piano di sopra, dove era ubicato quello che Sai chiamava il suo ufficio ma che in realtà era costituito unicamente da una sala abbastanza spaziosa con un tavolo da biliardo, un cavalletto per dipingere, un piccolo tavolo da barman utile per le feste private che di tanto in tanto il ragazzo vi teneva e diverse poltroncine con cuscino. Fu proprio su una di quelle poltroncine che Sakura trovò Ino, intenta a passarsi svogliatamente il suo pettine blu sulla lunga frangia bionda, accompagnando ogni passaggio con un movimento affermativo della testa con l'aria di una persa nel suo mondo. Accorgendosi della presenza dell'amica, la bionda parve riscuotersi un po' e, dopo essersi alzata con un movimento fluido, le andò incontro abbracciandola ed esclamando come se nulla fosse successo un:
-Ciao Sakura! Come mai sei qui?-
Ma con la rosa questo ignorare volutamente il problema non attaccava, perciò andò subito al sodo e con una faccia seccata la freddò dicendo:
-Li hai spesi tutti, vero Ino?-
Per un momento l'espressione della diretta interessata cambiò, mutandosi in stupore velato da una vena di panico, quasi fosse una bambina appena accortasi della madre che l'aveva scoperta con le mani nella marmellata. La sua bocca rimase aperta, le parole che stava per dire morte prima di uscire, il suo sguardo, guizzante attraverso gli occhi chiari coronati da lunghe ciglia nere per il mascara, si posò rapidamente sul volto di ognuno dei presenti tranne che su quello di Sakura, poi, risvegliatasi dopo un frazione di secondo, pensò bene di ignorare volutamente la questiione prorompendo con un:
-Conosci le ragazze, Sakura? Te le volevo proprio presentare! Vedi, lei è...-
Il suo piano si rivelò inutile: l'amica infatti non badò ai suoi giri di parole e l'interruppe bruscamente senza nemmeno posare l'occhio sulle figure che la giovane le indicava:
-Conosco, conosco... Li hai presi tutti, eh Ino?-
Vanificato ogni suo sforzo, essendole stata preclusa ogni possibile scappatoia e di conseguenza vistasi perduta, la colpevole decise quindi di confessare il misfatto e davanti alla occhiataccia inquisitrice di Sakura rinnovò il suo sorriso smagliante spiegandole:
-Sai mi ha dato della roba favolosa, ho offerto io!-
sperando che il suo giudice fosse perlomeno colpito dalla sua generosità, cosa che tuttavia non avvenne:
-Ha comprato la roba con i soldi dell'affitto?! Ma mi dico, dove cavolo hai la testa?!...-
E avrebbe continuato così ancora a lungo, se Ino non l'avesse interrotta sbuffando con espressione ora seccata:
-Senti, l'appartamento è mio, quindi decido io...-
-Sì, però devo viverci anch'io Ino! Ti rendi conto che...-
Fu stoppata dalla mano di Sai posatasi con fermezza sulla sua spalla dopo che il proprietario, avendo per tutto il tempo assistito alla scenetta seduto su una delle poltrone con un ragazza appollaiata sulle ginocchia, aveva deciso di intervenire per non far degenerare la questione ed evitare che Sakura, furia vivente quando furiosa (e lui lo sapeva bene, ma soprattutto lo sapeva bene il suo naso), gli demolisse il locale.
-Calma Sakura, me ne deve solo altri 200...- rassicurò, come se quella modica cifra potesse costituire una sorta di calmante per la ragazza
-...ma se vuoi puoi scontarli tu lavorando per me. Che ne dici?- aggiunse poi, trovando finalmente l'occasione buona per fare alla giovane quella proposta che da tanto gli premeva. Perché Sakura, nonostante il suo innegabile caratteraccio, sarebbe stata una vera e propria miniera d'oro se sfruttata a dovere.
Senza contare che era proprio per quel carattere forte che tanto lo affascinava.
Ma lei non sembrò sentire le sue ultime parole, presa com'era dal focalizzare mentalmente quella cifra per lei così alta, con un'espressione agghiacciata sul bel viso. Continuava a ripetere in un sussurro:
-200... 200...-
con gli occhi fissi sull'amica, mentre essa la trascinava fuori dalla stanza, per le strade di Hollywood, spingendola con gesti eloquenti per farla riprendere e decidersi a lavorare per riparare al danno che, evidentemente, era già bell' e fatto.
Sai guardò sconsolato la porta vuota, tornò sulla poltrona a far compagnia alla ragazza che aveva fatto precedentemente scendere dalle sue gambe, parendo incurante del mondo che lo circondava. Riprese il suo cocktail tra le mani candide, lo sorseggiò e disse lapidario:
-Evidentemente era un no.-


Le macchine passavano veloci davanti alle due ragazze. Alcune si fermavano più avanti, ma per il resto tutto era tranquillo. Nessun passante per strada, poco vociare...:
-Serata fiacca, eh?-
-Già-
In quel clima di relativa tranquillità, Sakura ne approfittò per riprendere il discorso interrotto, partendo però dal punto focale e finale del tutto:
-Ho visto una collega morta per strada prima, mentre venivo al locale. La polizia diceva che era per via della droga...-
-Ah, sì, Ten Ten la Secca. Ma quella era una crackata, una sbandata, si dava via per un po' di roba e alla fine guarda come si è ridotta. Un po' però mi fa pena: non era antipatica, per quanto la conoscessi.-
Ma non era quello ciò che interessava veramente a Sakura. Interessava altro. Con lo sguardo perso nel vuoto, la giovane fece una panoramica del paesaggio che la circondava. Poi, dopo un pausa, si voltò finalmente verso l'amica e con un'espressione intristita disse:
-Tu non ti stanchi mai di tutto questo? non vorresti cambiare vita e fare qualcosa di onesto?-
Capendo dove la ragazza volesse andare a parare, Ino sbottò:
-Ma dove cazzo vuoi andare? Cosa cazzo vuoi fare? A me questa vita non fa poi così schifo... perché, credi forse che alla fine mi ridurrò come lei?-
Non ottenendo come risposta altro che quello sguardo così malinconico ed apprensivo, che tuttavia era più eloquente di mille parole, Ino abbandonò il suo atteggiamento seccato e si lasciò andare ad un sorriso sincero e accattivante indirizzato all'amica che, lei lo comprendeva bene, era solo preoccupata per il suo futuro, apprezzando quindi la sincerità e la decisione di quella giovane donna che quando era giunta in città aveva accudito come una madre amorosa e che invece ora stava proteggendo con affetto lei stessa.
-Io non sarò mai così, io sono forte!- La rassicurò. A Sakura logicamente non bastavano quelle poche parole per far scomparire del tutto la tensione che l'aveva attanagliata, benché nutrisse una grande fiducia nell'amica, ma se le fece bastare e le sorrise.
In quel momento tuttavia l'attenzione di Ino sembrò essere stata attratta da qualcos'altro. La ragazza infatti si girò infuriata e si diresse con passo spedito verso una bella bionda appoggiata ad un palo, che dall'abbigliamento seducente pareva proprio essere una collega. L'intrusa, poco più alta di Ino, portava i capelli legati in quattro codini sbarazzini e indossava un corto tubino verde scuro, dello stesso colore degli occhi affilati, che accarezzava di tanto in tanto per lisciare pieghe inesistenti, mentre nel frattempo fumava una sigaretta, incurante del fatto che si trovasse proprio nel posto sbagliato al momento sbagliato e che la furia omicida di Ino si stesse per abbattere su di lei. Sakura la conosceva di vista: si chiamava Temari ed era rinomata nel loro ambiente in quanto praticava il mestiere ormai da molto tempo, benché avesse solo un anno in più di lei, e perché era riuscita ad imporsi in zona grazie al suo carattere forte e dominatore. Proprio per questo non parve per nulla intimorita dalla minaccia imminente rappresentata dall'irata ragazza bionda, anzi si preparò a fronteggiarla con atteggiamento incurante, quasi fosse per lei pari ad una mosca fastidiosa pronta ad essere scacciata con un brusco gesto della mano.
-Ehi Tem? Guarda: le vedi le stelle sul marciapiede?-
-Certo.-
-Beh, Sakura e io facciamo il primo hokage, facciamo il terzo mizukage, facciamo il secondo tsuchikage, facciamo fino al terzo hokage... è la nostra zona, abbiamo l'anzianità, perciò togliti dal nostro posto!-
Temari arricciò il naso e si guardò svogliatamente attorno, prima di replicare tranquillamente:
-Scusate, stavo qui per riposarmi un po'.-
Spense la sigaretta con il tacco della scarpa e accennò ad andarsene, ma l'avversaria continuò imperterrita:
-Allora va a riposarti verso il primo rikage...-
-Il primo RAIkage- la corresse Sakura.
-Il primo raikage, è il posto tuo!-
Fu una mossa falsa da parte di Ino: Temari infatti si girò e, dopo averle lanciato un'occhiata sprezzante, sibilò:
-Piantala Ino, stai proprio diventando un'arpia!-
E si allontanò tranquillamente, fiera della propria vittoria, lasciando dietro di sé una ragazza sconvolta nel profondo dell'animo.
-È vero che sto diventando un'arpia?-
-Sì...- disse a bruciapelo Sakura -... cioè, no, solo qualche volta!- chiarì poi, vedendo l'occhiata disperata lanciatale dall'amica.
Le scappò un sorriso guardandola: la corta minigonna viola, abbinata ad un'elegante camicetta del medesimo colore lasciata volutamente aperta sul davanti in modo che si intravedesse il decoltè, abbigliamento sexi ma allo stesso raffinato, non lasciavano per nulla trasparire quanto la giovane fosse in realtà disordinata e casinista in ambito casalingo.
-Cosa c'è da ridere?-
-Niente, niente, non ti preoccupare... ehi, guarda, guarda, sta passando Shikamaru!-
Shikamaru era uno dei clienti più assidui di Ino. Un giovane di buone possibilità economiche, coi capelli sempre legati in una coda alta, intelligente ma estremamente pigro, abbastanza bello, per questo tutti si chiedevano come mai spendesse in donne che facevano il loro mestiere fior di quattrini quando avrebbe potuto avere una qualsiasi fanciulla gratis.
-Ehi, Ino!- le gridò mentre sfrecciava con la sua spider rossa.
-Ehi, sì, bambino!- rispose lei, ancheggiando sinuosa, il sorriso increspato sulle labbra.
-Oggi è la mia festa, me la dai gratis?-
L'espressione della ragazza mutò radicalmente prima in stupore e poi in rabbia.
-Sognatela!- esclamò lei.
-Roba da non credere: solo perché è uno dei miei clienti migliori crede di potersi prendere anche certi privilegi! Ma il lavoro è lavoro e non si transige!- proseguì poi parlando tra sè e sè.
In verità Sakura non riteneva che l'amica la pensasse esattamente così: benché fosse una perfetta sostenitrice del "vietato relazionare troppo col cliente" infatti, teneva sempre un atteggiamento di riguardo nei confronti del ragazzo, a volte gli faceva persino degli sconti e nonostante non lo avesse mai baciato (regola numero uno per mantenere freddo il rapporto con l'uomo che pagava) si vedeva chiaramente che era troppo coinvolta per ritenere il suo un qualsiasi legame ragazza-cliente.
-Speriamo arrivi presto qualche cliente, altrimenti...- sospirò sconsolata, mentre la bionda guardava ancora nella direzione da cui era scomparsa alla vista la macchina da Shikamaru, lasciando poi una pausa di silenzio.
-Credo che dovremmo farci un protettore....- Proruppe poi all'improvviso l'altra
-...tu a Sai interessi!- spiegò, notando il sopracciglio rosa alzato in un chiaro segnale di scettica indifferenza.
-Per lavorare senza sosta e farci prendere le marchette? No.-
-Hai ragione- ragionò allora Ino -decidiamo noi come, dove e quando.-
-Così sembro una svampita?- Cambiò discorso l'amica, indicando la parrucca a caschetto mora che indossava.
-No, mi piace questo look, è fascinoso!- disse convinta la ragazza
-...di alta classe!- esclamò poi per enfatizzare le parole precedentemente dette.
E per uno strano scherzo del destino, quasi fosse stata richiamata dale ultime due parole di Ino, apparve da dietro la curva la sagoma di una splendida automobile sportiva grigio metallizzata, non decappottabile, che attirò su di sé gli sguardi di tutti i passanti. Elegante, superba, faceva invidia a tutte le persone lì intorno. Chi era il fortunato guidatore? Forse che a bordo ci fosse un famoso pilota? Le aspettative si smorzarono di botto quando la macchina emise un gracchiare assordante, chiaro sintomo del fatto che l'individuo al volante, chiunque egli fosse, aveva palesemente sbagliato nell'ingranare una marcia. Un altro stridio. La trasmissione era andata.
Le due giovani stettero immobili ad osservare l'auto accostare a lato del marciapiede, poco distante da loro.
Sakura era letteralmente a bocca aperta. Stava lì a rimirare quel gran pezzo di macchina (aveva sempre avuto una passione per i metalli veloci) fermo, in attesa si chissà quale misterioso evento. L'uomo che la guidava doveva proprio essere fortunato... l'unica cosa strana era che non si capiva perchè se ne stesse lì, fermo senza un'apparente motivo.
-Hai visto? È una Lotus Esprit!- Esclamò diretta all'amica.
Ma quella non era interessata al lato meccanico della cosa. Era anzi da ritenersi l'unica in quella via ad avere perfettamente chiaro ogni punto della situazione ed ad aver capito al volo COSA ci fosse su quel mezzo. Non c'era il minimo dubbio, per Ino:
-No...- disse a colpo sicuro -...è il nostro affitto.-

***

Note sulla fiction: perché sia all'inizio che alla fine? Semplice: Perchè d'ora in poi ho deciso che le spiegazioni sui vari capitoli le farò alla fine del capitolo interessato! Se dovrò mettere note di importanza fondamentale, le metterò all'inizio!
Il capitolo è più lungo dell'altro, per questo ci ho messo così tanto a scriverlo... è anche un po' fiacco e meno introspettivo perché mi serviva per mandare avanti la storia! Da qui però partono le prime differenze rispetto alla storia originale: sono infatti comparsi i primi personaggi che non hanno grande rilevanza nel plot autentico, ma che al contrario torneranno nella mia fiction, come Temari, Shika e Sai.
Sasuke ha poi lasciato più spazio a Sakura di quanto ne lascerebbe nel film, visto che nel primo capitolo era stato la voce indiscussa di tutta la storia, ma poi è tornato alla fine e a fatto la sua solita PORCA (e non in senso positivo XD) figura... per chi si chiedesse se ho una vera e propria ossessione per la frizione e l'incapacità di Sasuke al volante, ebbene SÌ, CE L'HO (XD)! C'è una specie di rapporto "odi et amo" tra me e questo personaggio, non perdo mai occasione di metterlo in cattiva luce ma allo stesso tempo lo inserisco in ogni mia fiction e faccio su di lui molta più introspezine di quanta non ne faccia con gli altri personaggi...
Chi ha riconosciuto il barbone che rovistava nel cassonetto? XD Sì, sì, è proprio un personaggio di Naruto, se leggete con attenzione non ci mettete molto a capire chi egli sia (e chissà, magari prima o poi farò tornare anche lui! XD)
La canzone all'inizio fa parte della colonna sonora originale: è "Real Wild Child" di Iggy Pop da anche il titolo al capitolo) e si sente realmente mentre lei si veste!
A chi interessasse, la macchina di Itachi è una Lotus Esprit 2.2 turbo SE... entrò nella produzione nel 1987 (è quindi sufficientemente nuova per il film, ambientato intorno al 1990) ed è stata usata anche nel film "Basic istinct"!

Risposte alle recensioni

nidaime93 (alias Bigi): Grazie, i tuoi complimenti mi fanno arrossire! ^///^ Anche io non disdegno il pairing NaruSaku (per la verità spazio molto nei pairing), soprattutto perché Sasuke nei confronti di Sakura si comporta sempre così male (cattivo!) e mi piacerebbe che accanto ad una ragazza seria e impegnata come Sakura ci fosse un uomo dolce e comprensivo... d'altronde però SasuSaku ha il suo fascino, si sa, gli opposti si attraggono e credo che anche Sasuke la ami molto (a suo modo)... In sintesi: per quanto aborra dal profondo il comportamento infido di Sasuke (Sasu: -Ehi, vacci piano con le parole!>_<-), non vedo alla fine un futuro concreto per NaruSaku (anche se Naruto è uno dei miei personaggi preferiti!)... Davvero non hai mai visto Pretty Woman? In questo caso starò attenta a non dare nulla per scontato (è un problema che mi sono posta anche nella stesura di questo capitolo)! Guardalo, guardalo, guardalo è meraviglioso, stupendo, sublime! Io l'ho visto tante di quelle volte che alcune citazioni di batutte le so anche senza dover rivedere gli spezzoni del film! Per ultima cosa: certo, ci saranno altre coppie non presenti nella trama originale! Shika e Temari sono già apparsi in questo capitolo... per i pairing estranei a SasuSaku non voglio fare anticipazioni, ma non ti preoccupare, ti dico solo che saprò sorprenderti (o almeno spero)! E mi raccomando, continua a seguirmi!

Toru85: Grazie, grazie! Si dice che chi ben comincia è a metà dell'opera, quindi il tuo commento non piò far altro che farmi piacere! ^_^

Shark Attack: Oh, che bellezza, meno male che il mio stile piace! Ho sempre paura di cadere sul banale o su troppe ripetizioni! ^///^ Per gli aggiornamenti, faccio quel che posso, ma sono davvero tanto impegnata, però ti assicuro che ci lavoro in ogni momento libero che ho! ps: anche io mi dimentico sempre cose che volevo scrivere! ;-)

lilithkyubi: ecco, sorge dalle tenebre il problema che tanto mi assilla: chi è questa Matsuri? Perché avendola vista in un bel gruppetto di fiction, ho subito pensato che fosse un personaggio inventato, ma mi sono ricreduta quando ho scoperto che appartiene agli episodi aggiuntivi della serie televisiva! Non la conosco bene (questo è tutto quel che so di lei), ma mi documenterò (magari se conosci qualche sito che ne parla mi daresti una mano? Pleaseeeee...)! Tuttavia non credo proprio che Gaara apparirà in questa fiction, o almeno non ora e viste le conoscenze che ho su Matsuri ora non riuscirei in ogni modo a metterla con lui! Però cercavo da tempo un personaggio che potesse stare con Gaara, cercherò Matsuri e se vedo che si sposano bene certamente li metterò insieme prima o poi!
  
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