Libri > Twilight
Segui la storia  |      
Autore: Moira__03    22/09/2013    2 recensioni
[..]Per chi il tempo non è un nemico, bensì il proprio monotono compagno di vita, per chi non teme l’arrivo di una fine, ma invero rende la fine d’altri il fulcro della propria nutrizione, per chi riesce a star in piedi anche senza un cuore che batte, freddo, congelato da una morte che non ha ucciso, allora la vita si trasforma in una lenta ed agonizzante esistenza.
Una verità ripugnante, per chi la conduceva.
Un desiderio irresponsabilmente attraente, per chi ne avesse mai sentito parlare.
L’immortalità.

D’improvviso era come se le fiamme che ardevano nella sua gola si fossero spostate all’altezza del petto, generando una rabbia convulsa tanto forte da poter riuscire a far riprendere il suo cuore a battere.
Per la prima volta si ritrovò a desiderare fortemente qualcosa che non fosse il sangue.
Voleva vendetta.
I ruoli si erano capovolti, e non riuscì a trovare la lucidità per pensare che esistesse qualcosa in se stesso che fosse una bestia più brutale di quell’uomo, colui che aveva abusato di lei. Della sua lei.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clan Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La vita.
Un disegno dipinto dal più onnipotente dei pittori, che ne raffigura l’avvilupparsi di sentimenti concatenati, discordanti, contraddittori, forti, deboli o perfettamente in sintonia tra loro.
E’ uno schizzo d’arte incomprensibile e meravigliosamente indescrivibile, così come indescrivibili sono le emozioni di una persona che abbia vissuto davvero, che abbia avuto un cuore vivo e pulsante, che  frenetico rende l’astratto pensiero del sentimento, un concreto e tangibile brivido.
E’ un dipinto che ha un inizio preciso, ma va delineandosi in una maniera bizzarra grazie all’intervento di un ignoto destino, che ne decreta, con una misura temporale, quando esso arriverà al suo epilogo.
Ma per chi il tempo non è un nemico, bensì il proprio monotono compagno di vita, per chi non teme l’arrivo di una fine, ma invero rende la fine d’altri il fulcro della propria nutrizione, per chi riesce a star in piedi anche senza un cuore che batte, freddo, congelato da una morte che non ha ucciso, allora la vita si trasforma in una lenta ed agonizzante esistenza.
Una verità ripugnante, per chi la conduceva.
Un desiderio irresponsabilmente attraente, per chi ne avesse mai sentito parlare.
L’immortalità.
 
 
L’aveva vista lì, inerme, in preda a delle convulsioni dolorose, in una pozza di sangue.
Tanto coraggiosa quanto fragile, quella piccola umana che aveva sfidato con cotanta pazienza e audacia la vita di un mondo che non le apparteneva.
Aveva sconfitto la paura, il dolore, la sofferenza, il freddo… e ora stava combattendo con la morte.
Per un umano non era mai stato così semplice vivere – o per meglio dire sopravvivere – così come lo era stato per lei, con gente la cui forza media era tale da poter sradicare un albero con due sole dita e senza nemmeno tanto sforzo.
Eppure lei ce l’aveva fatta, era riuscita a restar viva per quasi un anno in un luogo in cui il sangue umano, proprio ciò che la teneva in forze ed in vita, era il nutrimento per eccellenza per quegli esseri dalla pelle color avorio, consistente come il diamante, e dalla temperatura glaciale.
Ma ciò che invece ora la stava uccidendo non era stato quel mistico mondo abitato da vampiri.
Ciò che l’aveva resa protagonista di quell’orrore faceva parte del suo di mondo, il mondo umano, facendo sì che si ritrovasse in bilico sull’orlo dell’oblio eterno.
E sebbene esistesse il modo per farla rimanere perfettamente in equilibrio in quella linea sottile che separa la vita dalla morte, lui non volle metterlo in atto.
Morderla e far entrare in circolo il veleno nelle sue arterie, sarebbe significato stroncarle la vita molto più brutalmente di quanto non avesse mai fatto la morte: le avrebbe strappato via l’anima, costringendola solo ad una orrida ed eterna esistenza.
Il suo sangue aveva spesse volte cantato per lui. Era un richiamo a cui non poteva sottrarsi in nessun modo, potente e letale come il canto di una sirena.
Quante volte si era ritrovato ad ingegnare i modi più assurdi per gustarsi quel suo dolce sangue?
Quante volte aveva messo a repentaglio la tranquillità e l’esistenza della sua famiglia pur di appagare quel desiderio cento volte più forte della gravità che lo teneva ancorato a terra?
Quante volte aveva immaginato di poter mettere le sue fauci nella giugulare di quella ragazza dal colorito candidamente roseo spegnendo così il fuoco che gli bruciava in gola ogni volta che inalava il suo profumo?
Era stato forte, Edward – o meglio erano stati i suoi fratelli a far sì che egli fosse forte - per resistere ad un omicidio volontario che decretava l’esistenza del mostro che era.
Quante volte l’aveva minacciata? Spaventata? Quasi assaporata?
Eppure adesso era lì, gli occhi arsi di rabbia misti al dolore riversi sul corpo quasi privo di vita della ragazza. E stavolta guardava lei, non il suo sangue.
D’improvviso era come se le fiamme che ardevano nella sua gola si fossero spostate all’altezza del petto, generando una rabbia convulsa tanto forte da poter riuscire a far riprendere il suo cuore a battere.
Per la prima volta si ritrovò a desiderare fortemente qualcosa che non fosse il sangue.
Voleva vendetta. La più atroce, lenta ed agonizzante vendetta verso quel maniaco che aveva straziato il corpo fragile di Bella in modo così animalesco.
Non era arrivato in tempo per salvarla, quello stesso tempo che per lui mai aveva contato qualcosa.
Esisteva un arco temporale per chi avrebbe vissuto in eterno?
Il mostro, adesso, non era più lui.
Gli umani, se si mettevano d’impegno, sapevano essere molto più raccapriccianti e ripugnanti di un vampiro affamato.
I ruoli si erano capovolti, e non riuscì a trovare la lucidità per pensare che esistesse qualcosa in se stesso che fosse una bestia più brutale di quell’uomo.
E ciò bastò a neutralizzargli la ragione e a fargli prendere la fatale decisione di saettare, con una velocità inumana, contro di lui.




***

NdA: Salve a tutti! Sono Moira ed è la prima volta che scrivo nella fanficion di Twilight. Sono solita scrivere in Dragon Ball ed ho introdotto una storia in un'originale. Il prologo è forse un po' breve ma non volevo dilungarmi tanto dacché credo e spero di riuscire a finire questa long in una decina di capitoli. Mi sono ispirata leggendo per l'ennesima volta Twilight e, dal momento in cui questo libro è stato molto sminuito dal film e dalle polemiche varie, ho voluto dare una mezza svolta creando una what if. Cercherò di tenere il carattere dei miei personaggi sull'orlo dell'IC, senza cadere nell'OOC. Ma se vi rendete conto che sono troppo lontani dall'essere uguali ai personaggi che la Mayer ha descritto, gradirei da voi saperlo così da poter inserire nelle note anche l'OOC.
Vorrei rendere Edward un po' meno "mieloso" e la nostra cara Bella un po' meno "menefreghista" nei confronti della vera identità del Cullen. Vorrei fosse inizialmente un po' più spaventata (come è normale che sia) e vorrei un po' stravolgere la storia inserendo nuove scene d'azione.
Qualunque critica negativa o positiva sarà per me costruttiva e un modo per migliorarmi. In ogni caso spero vi piaccia l'andamento della storia che scriverò. Un bacio a voi tutti!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Moira__03