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Autore: Emiko92    24/03/2008    6 recensioni
Kagome è una ragazza cagionevole di salute, con un sistema immunitario molto debole, fin da quand'era piccola. Per questo è sempre stata costretta a vivere chiusa in casa senza mai poter vivere come una normale ragazza della sua età. Un giorno, stanca della propria vita vuota,scappa di casa e cerca rifugio da un hanyou dai lunghi capelli argentati e dagli occhi del colore del miele... [Storia in revisione]
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Oddio,ragazzi!6 recensioni solo per il prologo...sono commossa;_;sigh...Vi adoro!Grazie...sigh...ok...mi riprendo...allora...Questo capitolo mi ha fatto penare perchè non sapevo bene come farlo...rispetto al prologo c'è un piccolo salto indietro nel tempo...Spero di essere riuscita a farlo abbastanza bene perchè,come ho già detto,non ero sicurissima di come farlo...Sono contenta che a Maryku sia piaciuta la prima persona,ma era solo per il prologo e(credo)per l'epilogo perchè alcune scene non potrei proprio farle in prima persona...Comunque mi fa davvero piacere che per il prologo l'idea sia piaciuta! Ancora grazie a tutti voi(Intery,Daygum,Only_a_Illusion,Maryku e Cri_91)siete fantastici!^^ E un grazie speciale alla mia amichetta Aryuna(il tuo commento è quello che mi ha commossa di più!^^) Se continuerete tutti a seguire la mia storia ne sarò felicissima e continuerò a commuovermi^^
Ora giuro che vi lascio leggere...Scusate questo poema^^



Capitolo 1-La fuga-





Kagome sospirò, incrociando le braccia sulla scrivania per poi appoggiarvi la testa. Kaede, la sua anziana insegnate privata, se n’era appena andata, dopo una noiosissima lezione di geomoetria. La donna le insegnava tutte le materie scolastiche a casa fin da quando Kagome aveva compiuto sei anni dato che lei non aveva mai potuto frequentare la scuola, come invece facevano tutti i suoi coetanei.
Avrebbe dato qualunque cosa per poterci andare: frequentare le lezioni con il resto della classe, mangiare a mensa, poter indossare la divisa, ma soprattutto farsi degli amici. Lei non ne aveva mai avuti non essendo praticamente mai uscita di casa, tranne qualche volta per andare a fare delle visite mediche, con sua madre e suo nonno che le stavano intorno ansiosi.
Avrebbe voluto avere delle compagne di classe con cui chiaccherare, con cui tornare a casa, e fare i compiti. Si sollevò piano, mettendosi a sfogliare distrattamente un libro. Kagome amava leggere. Era un modo per evadere dalla realtà ed entrare in altri mondi, per provare emozioni ed immedesimarsi in altre persone. Leggeva continuamente decine e decine di libri, di ogni genere, e desiderava vivere avventure simili a quelle dei suoi personaggi preferiti.
Ma la verità era che non aveva mai nenanche conosciuto il mondo esterno, se non attraverso la rappresentazione cartacea.
Kagome era di costituzione molto debole fin dalla nascita, ma inizialmente la situazione non era così grave.
Poco dopo il suo quarto compleanno, però, aveva cominciato ad ammalarsi continuamente, fino ad avere un attacco di convulsioni conseguente ad una febbre molto alta. Era stata ricoverata in ospedale per tre giorni ed il medico le aveva diagnosticato un deficit nel sistema immunitario.
La madre aveva così deciso di tenerla dentro casa, senza mai farla uscire, per proteggerla dalle malattie che avrebbero potuto colpirla. Kagome sapeva che lo faceva per il suo bene, ma sapeva anche che tenerla rinchiusa in quel modo era esagerato. La sua situazione non le permetteva di vivere normalmente, ma non era neanche necessario non farle mai mettere piede fuori di casa!
La madre però non voleva sentire ragioni, e tanto meno il nonno.

Kagome fece vagare lo sguardo per la propria stanza. Ormai ne conosceva a memoria ogni singolo centimetro. Era sicuramente bella, arredata bene e secondo i suoi gusti. Tutto era sul rosa, il suo colore preferito. Le piaceva, rispecchiava se stessa ed era stata il teatro di tutta la sua vita. Ma allo stesso tempo la odiava perché era divenata una prigione dalla quale lei avrebbe solo voluto fuggire.
Passarono pochi secondi e Kagome venne distratta dai propri pensieri da un rumore improvviso.
Si alzò dalla sedia imbottita della scrivania e si affacciò alla finestra, scostando la tenda. Come pensava, aveva cominciato a piovere. Era una pioggerella leggera ma il cielo era incredibilmente grigio, ricoperto da moltissime nuvole.
In quel momento kagome ebbe un’idea. Sua madre, suo nonno e persino il suo fratellino erano usciti e nessuno avrebbe potuto impedirglielo.
Uscì dalla camera in tutta fretta, attraversò la sala da pranzo e l’ingresso fino a raggiungere la porta che dava sul cortile, dove si trovava il tempio che apparteneva alla sua famiglia da generazioni.
S'infilò le scarpe ed uscì. Sentì le piccole gocce di pioggia sfiorarla, bagnarle prima i capelli, poi tutto il resto del corpo. Era la prima volta che stava sotto la pioggia: era incredibilmente rilassante. Kagome chiuse gli occhi, alzando il viso e lasciandosi accarezzare dall’acqua.
Il vento le scompigliò i lunghi capelli neri che, bagnati com’erano, le si appiccicarono sulle guance.
Era così rapita dalla pioggia, dall’atmosfera che essa creava e dalle proprie sensazioni, così nuove, che non si rese conto di alcuni passi che si avvicinavano.
“Kagome!” Ma appena sentì chiamare, quasi urlare il proprio nome, spalancò gli occhi di scatto e si ritrovò davanti sua madre e suo nonno.
“Cosa diavolo stai facendo qui fuori?” Era stato il nonno a parlare, andandole incontro. “Lo sai che non devi uscire senza permesso! E sotto la pioggia, poi! Come ti è venuto in mente?” Era davvero furioso.
“Io…” Kagome provò a dire qualcosa, ma questa volta fu la madre a parlare, interrompendola.
“Tesoro, lo sai che è pericoloso, te l’ho ripetuto mille volte!” Almeno lei era calma, ma in fondo lo era praticamente sempre. Faceva parte del suo carattere.
“Rientra immediatamente!” Continuò il nonno spingendola dentro casa. Kagome non oppose resistenza. Sota, il suo fratellino,li seguì silenziosamente per poi dirigersi verso la propria stanza. Non amava le discussioni e sapeva bene quanto la sorella soffrisse di quella situazione. Lui era l’unico con cui si confidava.
Appena furono rientrati il nonno continuò la sua ramanzina, Kagome non l’aveva mai visto così nervoso.
“Da oggi in poi non ti lasceremo più sola in casa, così tutto questo non potrà ripetersi! E ti vieto di uscire ancora nel cortile, anche quando c’è bel tempo!”
“Cosa?” Domandò la ragazza incredula. Fu a quel punto che si arrabbiò sul serio. “Non è giusto! Quel cortile è l’unico luogo che mi avvicini un po’ al mondo esterno!”
La madre la guardava sorpresa, era la prima volta che si ribellava ad una loro decisione e gli rispondeva a tono.
Ma il nonno, invece, non vi fece troppo caso.
“Non m’interessa!” Continuò. “Lo sai che lo dico per te, quindi non discutere! E adesso vai nella tua stanza! E asciugati!”
Kagome sentì una rabbia incredibile crescerle dentro, era la prima volta che le succedeva. Tutta la tensione accumulata in anni ed anni di reclusione stava esplodendo dentro di lei. Ma invece di urlare e rispondere al nonno, gli diede le spalle, dirigendosi verso la camera come lui le aveva detto ed una volta entrata si chiuese la porta alle spalle, girando la chiave.
Aveva preso la sua decisione,sapeva cosa avrebbe fatto. Doveva solo aspettare che la mamma e il nonno si fossero addormentati.

Quando arrivò la notte, uscì dalla stanza e , come aveva fatto nel pomeriggio, andò fino alla porta di casa. Ma questa volta, nonostante la pioggerella di prima fosse diventata un vero acquazzone, non si fermò nel cortile.
Corse più veloce che poteva, scendendo la lunga rampa di scale, passando sotto il torii e continuando la corsa, finchè si trovò sulla strada. Andò avanti, senza fermarsi. Non si era neanche preoccupata di vestirsi. Indossava solo un leggero pigiama ed i calzini, ma non importava. Non sapeva dove stava andando, non sapeva cosa avrebbe trovato, ma continuò a correre, sempre più veloce, senza pensare a nulla.
Senza sapere che la sua corsa l'avrebbe portata verso due occhi ambrati che tanto avrebbero significato per lei.

Fiuuuuu...che fatica questo cap.Ma lo dedico a tutti coloro che hanno commenatato e mi hanno espresso la loro fiducia^^ Vi prometto che i prossimi cap. non saranno tutti così tristi...questo era necessario che un po' lo fosse^^...spero che vi piacerà almeno un po'...ho il terrore di deludervi...Fatemi sapere,miraccomando^^ Un bacione! Ancora grazie e ancora buona Pasqua!^^ A presto!^^
  
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