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Autore: Emiko92    23/03/2008    9 recensioni
Kagome è una ragazza cagionevole di salute, con un sistema immunitario molto debole, fin da quand'era piccola. Per questo è sempre stata costretta a vivere chiusa in casa senza mai poter vivere come una normale ragazza della sua età. Un giorno, stanca della propria vita vuota,scappa di casa e cerca rifugio da un hanyou dai lunghi capelli argentati e dagli occhi del colore del miele... [Storia in revisione]
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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30/04/2010- Ho deciso di revisionare la fanfiction, comincio dunque a modificare i capitoli uno per uno. Al termine della revisione scriverò ed inserirò normalmente il capitolo successivo. Sarà una revisione molto semplice, più che altro utile a me dato che è passato davvero molto tempo da quando ho deciso di tenere ferma la storia per un po', cosa di cui ne aprofitto per scusarmi con tutti i lettori >_< Detto questo, la fic la vedrete aggiornata quando avrò inserito il nuovo capitolo (è probabile che sarà proprio a quel punto che leggerete questo avviso XD) Per il resto i commenti e saluti che avevo scritto allora, come quello subito qua sotto, li lascerò invariati. Grazie a tutti ^^



Salve!^^ So che ho appena iniziato a pubblicare "Kurasa to Hikari" ma ieri sera mi è venuta l'ispirazione per scrivere il prologo di questa storia che mi frullava nella testa già da un po' ed ho deciso di pubblicarlo.^^ è la prima fanfiction AU che scrivo...spero di esserne in grado!^^ Cercherò di aggiornare abbastanza velocemente entrambe le mie storie,anche perchè di Kurasa to Hikari i primi 6 cap. sono già pronti,quindi posso concentrarmi su questa^^ Dopo di che comincerà ad essere faticoso^^ Ma non importa...spero solo che voi mi sosterrete e che le mie storie vi possano piacere almeno un po'...ok,dopo questo poema vi lascio leggere^^

Prologo-Water-


Pioggia. Davanti a me non vedevo altro,soltanto acqua che cadeva incessantemente. Le strade della città erano bagnate e scivolose,ed ogni cosa sembrava avvolta da un alone chiaro.
Io correvo, zigzagando tra i vari edifici e negozi, senza una meta. Non sapevo neanche perché stavo correndo, non c’era un vero motivo. Forse per non rischiare di dover tornare indietro, per lasciarmi tutto alle spalle, o semplicemente perché in tutta la mia vita non avevo mai potuto correre così. Forse un po’ da bambina, ma non lo ricordavo.
Ero bagnata fradicia. Il pigiama, così leggero e sottile, mi si era appiccicato addosso. Anche i calzini erano zuppi d’acqua, soprattutto perché avevo calpestato molte piccole pozzanghere.
Il mio respiro era sempre più affannato, e la vista annebbiata. Per forza, pensai, la pioggia mi era entrata perfino negli occhi!
Ma nonostante tutto questo, mi sentivo bene come mai prima di allora: potevo assaporare la libertà che mai avevo avuto. La mia mente era sgombra da ogni pensiero e l’acqua che mi scivolava sul corpo mi dava una piacevole sensazione di freschezza.
Continuai a correre per non so quanto tempo, senza mai incontrare nessuno. D’altronde con quel diluvio chi sarebbe uscito di casa? A quell’ora della notte, poi.
Pian piano cominciai ad avvertire la stanchezza e rallentai gradualmente. Per un po’ continuai a camminare per poi fermarmi del tutto. Intorno a me non vedevo più negozi, c’era soltanto una piccola serra. Di palazzi ve n'erano solo in lontananza: dovevo essere in un piccolo quartiere di periferia.
Davanti a me, sulla sinistra e un po' scostato dalla serra, c’era un edificio in costruzione,composto solo dalle ferramenta e dai pavimenti. Sembrava piuttosto vecchio, sicuramente i lavori erano fermi da parecchio tempo.
Improvvisamente sentii una scossa che mi percorse tutto il corpo. Le sensazioni che erano state coperte dalla gioia di sentirmi così libera, mi colpirono tutte insieme con una forza tale da paralizzarmi, lì al centro della strada. Sentivo tremendamente freddo ed affannavo sempre più forte , con il cuore che sembrava esplodermi nel petto. La testa mi girava e mi sentivo debole. Provai ad avanzare, ad una lentezza estenuante, mentre forti tremori scuotevano il mio corpo. Arrivai più vicino al palazzo in costruzione e vidi qualcosa, o meglio qualcuno. Un’ombra all’inizio,poi divenne sempre più chiara: era un ragazzo. Mi guardava, sembrava sorpreso ma allo stesso tempo indifferente.
Poi lo vidi meglio: aveva lunghi capelli argentati e… due piccole orecchiette bianche sulla testa! Fu così che capì: quello di fronte a me era uno youkai. Anzi no, a giudicare dalle orecchie doveva essere un hanyou. Lo sapevo perché avevo letto molti libri a riguardo oltre ad averne sentito parlare. In effetti, avevo visto youkai ed hanyou soltanto su libri o in tv. Desideravo da sempre poterne vedere uno di persona. Del resto, erano davvero tante le cose che volevo vedere e conoscere.
Un nuovo tremore mi riscosse dai miei pensieri. Cercai di avvicinarmi a quell’hanyou: stava fermo, immobile di fronte a me.
Quando fui più vicina cercai di parlare, ma la voce non mi uscì. Dopo avermi guardato un attimo, l’hanyou fece per andarsene. Non so cosa mi prese in quel momento, ma non volevo che si allontanasse. Afferrai un lembo della larga manica destra del suo vestito, le mie mani tremavano sempre più forte. Lo vidi voltarsi verso di me con uno scatto, l’espressione sorpresa,quasi incredula, per il mio gesto.
Io scossi la testa per dirgli di non andarsene: ancora non riuscivo a parlare. Lui cercò di sottrarre il braccio con uno strattone, ma prima che potesse riuscirci, lo precedetti stringendo la stoffa con tutta la forza che mi era rimasta.
“T-ti prego, non andare!” Dissi. Finalmente riuscii a parlare. “I-io non so dove sono, e non posso tornare a casa. Potrei stare con te solo per un po’?” Non so perché feci una domanda del genere ad uno sconosciuto, un hanyou per giunta. Anche se comunque non avevo mai capito perché alcune persone avessero paura di loro. Certo però, non credevo che avrei potuto dare confidenza ad uno di loro in maniera tanto naturale. Chiedendogli di tenermi con lui, per giunta. Non avevo neanche idea chi fosse, poteva essere un delinquente per quel che ne sapevo. Ma qualcosa dentro di me mi diceva che di quell’essere potevo fidarmi.
Lui non sembrava intenzionato ad accettare la mia richiesta. Anzi,era piuttosto infastidito. Provò nuovamente ad andarsene e questa volta il suo strattone mi fece mollare la presa. D’istinto cercai di afferrargli il braccio nuovamente, ma mi mossi troppo velocemente per le mie condizioni: la testa mi girò più forte, persi l’equilibrio e vidi ogni cosa intorno a me muoversi. Finchè tutto si fermò di nuovo.
Avevo gli occhi chiusi, pronta alla caduta, ma sentii invece qulcosa di morbido contro di me.
Alzai lo sguardo, accorgendomi con sorpresa d'essere caduta contro l’hanyou. La testa girò ancora, gli occhi mi si annebbiarono di più. L’ultima cosa che vidi furono due occhi ambrati, dalla pupilla allungata, fissi su di me. Li trovai incredibilmente belli e capì perché mi ero fidata subito di quell’hanyou: il suo sguardo era ipnotizzante, ma allo stesso tempo sembrava spento, quasi perso. Era simile al mio.
Ed i suoi occhi così profondi, in cui mi vidi riflessa, mi parvero quasi liquidi, come di oro fuso. Liquidi come l’acqua che ancora cadeva dal cielo. Li vidi per una frazione di secondo,eppure ne memorizzai ogni singolo particolare. Poi tutto divenne buio.

Per ora alcune cose forse non sono chiare, ma è ancora solo il prologo^^ Forse alcuni di voi si chiederanno perchè ci siano proprio una serra ed un palazzo in costruzione...vi assicuro che non è un caso,un motivo c'è ma si saprà più avanti!^^ Spero che l'inizio vi abbia incuriosito almeno un po'...un bacio a tutti,un grazie a chi commenterà e a chi leggerà soltanto...E Buona Pasqua!^^
  
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