Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: ehikidrauhl    22/09/2013    0 recensioni
-eih piccola, un giorno sarai mia.- mi girai -uh, mi sente anche quando è in coma profondo.- continuava ad accarezzarmi dolcemente, sentivo il suo respiro sulle mie labbra, cercai di non sorridere, di restare ferma -vorrei sapere se tu mi vuoi come ti voglio io. Mi sto rendendo conto che è inutile parlarti se tu dormi, quanto sono stupido...-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attesi con ansia l'inizio della scuola, che arrivò presto e silenziosamente. 
-Aravis Lauren Fletcher!- disse la preside della scuola al microfono, mi avvicinai camminando lentamente e lei mi diede una coccinella come spilla. -Buona fortuna!- disse. Salii sul palchetto e pochi secondi dopo mi accorsi di essere nella stessa classe di quei famosi cinque ragazzi. Entrammo tutti nella classe e la nostra professoressa iniziò noiosamente a parlare, dei misteri delle scuole medie, e di tutto quello che una persona al primo giorno di scuola non si vuol sentir dire. 
-Fratellanza, voglio che qui collaboriate, insieme... tutti.- mi girai verso Justin che era affianco a me, e che si girò nello stesso momento nella quale mi girai io. -Bene ora vi porto agli armadietti, su.- ci mettemmo in fila indiana e andammo a quei dannati armadietti. -Vi chiamo per ordine di fila okay? Justin, vieni.- disse, lui andò senza esitare prese la chiave -ecco il tuo armadietto è questo verde. Fletcher Aravis.- andai presi la chiave. -Il tuo è quello affianco a quello di Justin.- sorrisi senza un minimo di convinzione e misi la chiave in tasca. Suonò la campana della ricreazione e entrammo in classe perché fuori pioveva. 
-Okay, Aravis, abbiamo iniziato col piede sbagliato.- annuii -Ecco, iniziamo di nuovo, piacere Justin Bieber.- mi porse la mano. 
-Piacere mio Aravis Fletcher.- la strinsi. 
-Eccellente, ora hai due scelte o passi questi duri e lunghi tre anni da sola, oppure li passi con noi cinque e credo sarebbe meglio la seconda.- 
-Potrei pensarci.- mi alzai per andare in bagno, anche se non sapevo minimamente dove fosse. Si mise davanti alla porta. 
-Ora.- disse. 
-Mi stai costringendo.- 
-Mh, non esattamente.- 
-Alla fine delle lezioni ti do una risposta.- 
-Alle cinque davanti a casa mia, puntuale.- 
-Sta piovendo.- 
-Non ti ho mica detto che devi uscire sotto la pioggia. Ragazzi venite qui.- si avvicinarono i suoi amici. -ecco lei è Aravis ed è felice di stare con noi per la sua intera vita adolescenziale a meno che uno di noi non diventi una popstar.- la parola popstar le usciva dalla bocca come un desiderio. La sera andai davanti a casa sua, bussai e Pattie mi aprì la porta. 
-Eih tesoro ciao! Entra sei qui per Justin?- chiese. 
-Sì.- chiusi l'ombrello e entrai assalita da un cane. 
-Eih Sam scendi giù!- disse Pattie prendendolo in braccio. 
-Non si preoccupi.- dissi accarezzandolo. 
-Dammi del tu, sono troppo giovane per darmi del lei.- disse ridendo. 
-Okay.- dissi sorridendo. 
-Ricordami il tuo nome, Aravis vero?- 
-Sì esatto.- 
-Justin scendi c'è Aravis.- urlò Pattie. 
-Arrivooo.- scese i gradini talmente tanto velocemente da far paura. Mi prese il braccio e mi portò in camera sua. 
-Justin fai pianooo.- urlò ancora Pattie. 
-Quella è tua sorella?- disse. 
-Sì, è sta toccando la mia bacchetta.- mandai un messaggio a Genesis "giù, le mani dalla mia bacchetta." lei si guardò intorno e poi mi vide alla finestra, la salutai, lei mise la bacchetta sullo scaffale e uscì dalla mia camera, Justin scese la tendina. 
-Allora, avevamo un patto noi due.- disse, mi sedetti sul suo letto. 
-Seriamente vuoi imparare quella roba lì.- lui annuì, le insegnai quel passo che facevamo io e mia sorella mentre pulivamo il pavimento a casa. 
-Tu sei brava.- disse. 
-Tu in cosa sei bravo?- 
-Seguimi.-mi portò nello scantinato dove c'era una batteria e iniziò a suonare. -Prova.- 
-No, dico io? No.- 
-Fammi felicee.- le spettinai i capelli e lui fece lo stesso. 
-Io provo se mi dici il segreto dei tuoi capelli lisci.- 
-No, mai.- 
-Daiiii.- dissi. 
-Non posso. Farò fortuna muovendoli.- 
-Ow certo.- mi sedetti sullo sgabellino della batteria. 
-Metti i piedi qui e prendi le bacchette così.- mi venne dietro e tenendomi per i polsi mi fece suonare. -Batti sulla gran cassa.- facevo quello che mi diceva, sembrando terribilmente stupida. -E' stato divertente vero?- 
-Abbastanza. Non ci credo che sai solo suonare la batteria.- 
-Anche la chitarra e il piano, poi scrivo canzoni se sono motivato, e so cantare come un usignolo.- disse sbattendo velocemente le palpebre con lo stesso sorriso ironico che aveva la mattina precedente. 
-Canta per meee.- 
-Se divento ricco ti dedico una canzone. Accontentati di un abbraccio ora.- disse abbracciandomi. 
-Tutta questa confidenza.- dissi. 
-Pft, non c'è la confidenza tra i bambini.- 
-Pensa, noi non siamo tanto...bambini.- 
-Considerando che parli come una ventottenne, sei alta come me, e sei al primo banco, quindi tu no, io un pò ancora.- disse. 
-Non parlo come una ventottenne, solo con un linguaggio cresciuto per una di...- mi mise una mano sulla bocca. 
-Stai zitta.- disse ridendo -Tu parli troppo, faresti saltare i nervi a un sordo.- 
-So come uccidere una persona in cinquanta modi diversi e farlo sembrare un suicidio o un incidente.- amavo queste frasi fatte.
-CSI?- 
-Sì.- 
-Un giorno farò una puntata di quella serie, ne sono certo, sono un ottimo attore io.- disse. 
-Sì, certo, fammelo sapere quando.- 
-Non credi nel mio talento?- 
-Io non conosco nessun tuo talento a parte che sai suonare benissimo la batteria.-
-Vabbè, andiamo a fare un giro su youtube dai.- 
-Guidami.- dissi ridendo. Arrivammo al soggiorno dove Sam ci fece le feste e poi ci sedemmo al pc davanti a Pattie che cambiava canale. 
-Aravis, ti va di restare a cena?- chiese Pattie. 
-Dovrei chiedere a mia madre...- dissi. 
-Ho già parlato io con tua madre, non preoccuparti.- disse Pattie. 
-Ow, fantastico! Grazie.- Justin accese il pc e come sfondo c'era lui da piccolo che rideva. -Oh mio Dio.- dissi mettendomi le mani sul viso. -Che dooolceeeee.- era il suo sorriso, i suoi occhi si vedeva che era lui. 
-Mamma, dovevi cambiare sfondo ieri.- 
-Non ho resistito adoro quella foto.-
-Ma guarda conquisteresti un miliardo di ragazze con questa foto.- dissi. 
-Anche con un miliardo di dollari le conquisterebbe.- disse Pattie. 
-Esatto.- dissi io. 
-Che non abbiamo.- disse Justin. 
-Eih, non sei tu quello che voleva fare la superstar, la puntata di CSI, tutte quelle cose lì?- 
-Sì, ma non significa che avrò solo un miliardo forse anche cinque.- 
-Magari figlio mio, magari.- disse Pattie. 
-Il cappellino era LA?- 
-Sì, ma costa troppo, te ne regalo uno io.- dissi pensando al mio cappellino viola. -E' viola ti va bene?- 
-Scherzi? Il mio colore preferito è il viola.- 
-Wo, perfetto. Io non lo uso mai, sembra appena uscito dal negozio.- dissi, quella sera fu abbastanza carina, come le altre sere che passai con gli altri ragazzi, era divertente, divertente come il Natale che passai a casa di mia cugina, ricevetti tanti di quei regali che potevo affogare tra i pacchetti, e per quanto fosse strano ricevere una macchina da scrivere, presi seriamente quel regalo e scrissi una lettera emozionante a mia sorella, dove speravo fossimo rimaste così in buoni rapporti per sempre. Poi arrivò l'Epifania e tutta la magica magia del Natale, delle feste, della felicità, delle caramelle, della nuova casa, della famiglia, del nuovo telefono e della macchina da scrivere svanirono in un soffio, lasciando sempre meno lentamente a una Pasqua con gli amici, anche se andare in Chiesa e vedere che uno dei tuoi più cari amici si addormenta sulla tua spalla è abbastanza triste. Ormai era molto facile distinguere gli amici dai conoscenti, i conoscenti erano i compagni di scuola, gli amici erano Justin, Ryan, Mitch, Nolan e Chaz. Avevo solo amici maschi e senza loro non potevo fare molto, a parte i compiti e essere da tutor per matematica, e forse avevo un migliore amico, e a quel migliore amico decisi di dire tutto quello che doveva sapere su come vedevo la sua presenza nella mia vita, entrai in classe, con il suo cappellino viola che stava sul banco lo guardai per qualche secondo. -Justin?- chiesi pensando dormisse o piangesse, ma sollevò la testa sorridendo. 
-Fletchi.- disse, mi sedetti vicino. 
-Tutto okay?- 
-Sìsì. Tu?- 
-Dovrei dirti una cosa.- le presi il cappellino e lo misi. -Hai presente che io ho solo voi cinque? I miei fantastici cinque con la quale condivido la mia vita? Ecco di quei cinque in uno riconosco tutte quelle cose che vorrei nel mio migliore amico, solo che non so se lui vuole esserlo...-
-Certo, che vuole esserlo.- disse. -Solo se le prometti di sostenere la sua scelta.- 
-Lo sosterrò, sempre anche dopo che sarà la star di CSI e dominerà il mondo.- dissi. 
-Bene, vieni andiamo a casa mia per parlarne.- annuii e andammo a casa sua. 
-Ciao ragazzi.- disse Pattie aprendoci, presi Sam in braccio e ci giocai mentre Justin cercava di prendere l'attenzione di Pattie. 
-Mamma, senti possiamo parlare? Pensavo a una cosa...- disse. 
-Certo.- disse Pattie. 
-Ecco, sai che noi non abbiamo molti soldi, e tutte quelle cose lì e tu sai qual'è il mio sogno... Voglio... voglio andare a cantare sulle scale dell'Avon.- disse, Pattie sgranò gli occhi. 
-Emh, okay, ma stai attento.- disse Pattie. 
-Justin sei sicuro?- chiesi io. 
-Sì, sono sicuro, devo farlo.- da quel giorno lo accompagnai nelle scale dell'Avon, di quel teatro che tremava a sentire la sua voce. E nella custodia della chitarra vibravano come foglie, i suoi soldi, i soldi che lui meritava, potevano essere i soldi di un futuro cantante o i soldi di un futuro ragazzo con un sogno. Ogni pomeriggio le finestre delle case davanti si aprivano per sentire la sua voce melodiosa che riscaldava il cuore più di una parola dolce, che in un attimo ti faceva capire che era l'unica cosa che avevi sempre desiderato sentire nella vita, e sono parole vere, parole sentite, perché non c'è persona in tutta Stratford, che non abbia mai sentito la sua bellissima voce, risuonare davanti al teatro per quell'anno e quello dopo.
  
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