Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: Ema Penniman    22/09/2013    5 recensioni
Tutto ciò che la Clare potrebbe o meno aver omesso scrivendo The Mortal Instrument
Dalla storia:
Si scostò leggermente da Jace e Izzy quando qualcuno gli mise un braccio intorno alle spalle “Hey, Nephilim, cosa ci fa un ragazzino come te con una compagnia come quella?” chiese Magnus indicando con la testa Clary che cercava Simon sotto i tavoli.
“Io… no. In verità non sono con loro. Cioè, si sono con loro ma non perché lo voglio ma perché Jace e Isabelle hanno…” iniziò a balbettare una serie di frasi sconnesse finchè Magnus non rise forte facendolo ammutolire.
“Sei davvero adorabile, piccolo Nephilim, lo sai?” domandò divertito.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: City of Forbidden Loves
Autrice: Ema Penniman
RatingArancione
Capitoli: 7/?
Avvertimenti: Spoiler di The Mortal Instrument
Genere: Introspettivo

Pairing: Malec. 
Disclaimer: Non possiedo nè i personaggi nè le ambientazione perchè entrambi appartengono a Cassandra Clare. Se sto copiando la storia di qualcuno sono veramente dispiaciuta ma di storie su shadowhunters non nè ho letta nemmeno una :/


Il telefono squillò di nuovo, e di nuovo schioccò le dita per disattivare la suoneria.

Non voleva rifiutare la chiamata, perché, secondo lui, avrebbe significato, dare troppa importanza alla cosa e, sempre secondo lui, la faccenda non gli importava affatto.

Lui era, e non dimenticava mai di sottolinearlo, il Sommo Stregone di Brooklyn (tutta maiuscolo per essere evidenziato in maniera corretta) e tutto ciò bastava semplicemente a renderlo totalmente insensibile all'amore. Perché sì, ci aveva pensato, e anche tanto. Si era messo, seduto sul letto fissando una crepa nel soffitto, per un giorno intero, a pensare, ed era giunto alla conclusione di essere innamorato di Alec. Cosa che non gli stava piacendo per niente. L'ultima persona di cui credeva di essere stato innamorato era stata Camille, ma, visti e considerati i recenti sviluppi dei suoi sentimenti per quello scemo, non era più sicuro che quello provato per la vampira fosse vero amore. Quello che provava per Alec era una cosa totalmente differente. Si sentiva leggero, ma allo stesso tempo aveva un macigno grande quanto una montagna nel petto. Non riusciva a spostare i suoi pensieri su nient'altro che non fosse quello scemo di un Nephilim.

E poi, con tutte quelle razze che c'erano, proprio di uno Shadowhunter doveva innamorarsi?! Ovvio! Perchè a lui le cose semplici non piacevano e molto probabilmente provava una sorta di piacere perverso nel complicarsi le cose agli estremi immaginabili.

Prese il Presidente Miao in braccio ed iniziò ad accarezzargli le orecchie, cosa che il gatto apprezzò particolarmente, visto che cominciò a fare le fusa.

Mancava poco più di un'ora all'incontro con la famiglia Lightwood + 1. L'uno era riservato al Nephilim che più detestava. Ovvero Jace. Non gli andava esattamente a genio un po' per via del suo carattere, così sicuro di sé da renderlo spesso insopportabile, un po' per il legame che condividevano lui ed Alec.

Il suo Nephilim... -no! Non doveva più pensare a lui in questi termini- Alec era palesemente innamorato di Jace e questa cosa non era molto gradita a Magnus. Perché, sì, doveva ammetterlo. Era geloso di Jace al limite dell'immaginabile.

“Su, Presidente Miao, ora devo andare” disse al gatto adagiandolo dolcemente sul pavimento e dirigendosi verso la porta con una postura più rassegnata del solito.

~*~~*~

Alec stava letteralmente sclerando. Aveva cercato di incrociare lo sguardo di Magnus più volte da quando era entrato nel suo raggio visivo, ma non c'era stato verso che lo Stregone incrociasse il suo. Forse era troppo impegnato a creare il portale per Idris, ma Alec era convinto che continuasse ad evitare il suo sguardo. L'aveva chiamato un centinaio di volte solo negli ultimi due giorni, senza mai ricevere risposta.

Si stava mangiucchiando le unghie perché la presenza dell'altro lo metteva in soggezione. No, la presenza di Magnus insieme a sua madre, lo metteva davvero in soggezione. Jace si allontanò raggiungendo Simon, che era lì da almeno dieci minuti ad osservarli, cosa che risultava leggermente inquietante agli occhi di Alec, ma la cosa non poteva fregargliene di meno, infatti tornò a distruggere quanto rimaneva delle sue unghie.

“Smettila di metterti le mani in bocca, Alexander. Mi dai sui nervi” lo rimproverò sua madre, lanciandogli un'occhiata fulminante. Alec abbassò immediatamente le mani, alzando lo sguardo e scorgendo un guizzo di giallo dorato che lo osservava, ma fu troppo veloce per essere sicuro che fosse davvero Magnus, che lo aveva guardato o se l'era solo immaginato.

Un grido, dal nulla, si abbatté su di loro e un'orda di Dimenticati gli si scagliò contro cogliendoli completamente di sorpresa.

Tutti i cacciatori sguainarono le spade angeliche in dei bagliori iniziando a fendere l'aria, cercando di colpire i Dimenticati.

L'unica cosa che Alec fu in grado di registrare era la Dimenticata che stava correndo contro Magnus che, con gli occhi spalancati e pieni di terrore, si era ritrovato con il muro dell'Istituto alle spalle. Non ci pensò un secondo di più e si scagliò verso la Dimenticata, brandendo la spada. Purtroppo però non aveva calcolato che anche lui si trovava in mezzo alla ressa. Un dolore lancinante lo colpì al braccio, ma non se ne curò finché la testa della Dimenticata, che ormai aveva raggiunto lo Stregone, non rotolò per terra. Magnus lo guardò con gli occhi spalancati e pietrificati dal terrore per un tempo che sembrò infinito.

“Stai bene?” domandò Alec velocemente. Il Nascosto annuì e lo Shadowhunter si voltò e tornò a combattere contro gli altri Dimenticati, finché sua madre non trascinò Isabelle e lui dentro il portale. L'ultima cosa che vide fu Magnus che, appiattito contro il muro dell'Istituto, teneva le mani in alto e scagliava scintille azzurre a tutta forza.

Cadde sul morbido, sbattendo la testa su un prato.

Magnus.

Magnus era lì, solo. Contro tutti quei Dimenticati.

Istintivamente si alzò, brandendo la lama angelica, sperando nel poter fare qualcosa, ma una luce ed un profumo familiare lo avvolsero, facendolo crollare sulle ginocchia.

“Sta bene” disse una voce mettendogli una mano sulla spalla. Istintivamente si voltò verso di questa e vide Isabelle che lo guardava con la fronte sporca di fango. “I Dimenticati cercavano noi. Se ne saranno già andati” tutto quello che fu in grado di fare fu annuire. Poi improvvisamente un dolore gli fece emettere un gemito. Aveva perso parecchio sangue dal braccio. Si lasciò svenire sul prato con ancora in testa l'immagine di Magnus prima che cadesse nel portale.

~*~~*~

Magnus.
Mi dispiace.
Volevo scusarmi con te.

Ho fatto davvero un casino! Spero che tu possa perdonarmi. Non so cosa mi sia preso, ma ho avuto paura. Okay, lo so che sembra stupido che io abbia paura visto che sono uno Shadowhunter e combatto contro la paura stessa, ma la sera del Rocky Horror , non ho voluto che Jace ci vedesse insieme, perché ho avuto paura di essere giudicato. Soprattutto da lui che è il mio parabatai. Probabilmente mi odierai, perché questa è l'ennesima richiesta di aiuto che ti faccio, ma questa volta sono io che ho bisogno di te. Non Jace, non il Conclave, ma io ho davvero bisogno di te. Qui, con me. E non del tuo aiuto, ma vorrei davvero che tu fossi qui. Oggi, quando ti ho visto lì, senza difese ho avuto davvero paura che potesse succederti qualcosa, perché anche se sei immortale, chiunque potrebbe farti del male. E non voglio che accada per colpa mia. Non me lo perdonerei mai. E quando mi hanno trascinato dentro il portale, mi sono sentito morire al pensiero che eri lì, solo. Senza protezione. E ho realizzato che forse sono innamorato di te, ed è un cazzo di casino, perché se i miei genitori lo scoprissero, mi toglierebbero le rune e oltre ad essere un cacciatore, seppur mediocre, non sono nient'altro. Ma la cosa che ho capito immediatamente dopo è che non mi importa se mi esiliano. Avrei sempre te.
Per favore, raggiungimi il prima possibile.
Alec

Alec rilesse la lettera che aveva scritto e chiuse gli occhi. No. Non andava bene.

La strappò il più velocemente possibile incenerendola con lo stilo e ne scrisse un'altra.

~*~~*~

Un miagolio spaventato fece sobbalzare improvvisamente lo Stregone, che di malumore si alzò dal letto, dove avrebbe volentieri passato il resto della sua eternità, e si diresse verso chi o cosa potesse aver spaventato il povero gattino.

Un filo di fumo si levava dal pavimento. Si chinò e prese la fonte della paura del micio. Una lettera.

Quando la lesse, gli venne fuori un risolino nervoso “Allo stregone Bane? Certo, perché non scrivere ‘al Sommo Signor Stregone Bane.’ Già che ci siamo me lo avrebbe dovuto consegnare un maggiordomo in frac” disse lo stregone visibilmente adirato.

Subito dopo averla letta, Magnus accartocciò immediatamente il foglio di carta, gettandolo sul pavimento, per poi tornarsene in camera e buttarsi sul letto, alzandosi dopo nemmeno due secondi e andando ad aprire le ante dell’armadio. “Io odio i Nephilim. A morte” borbottò aprendo un portale e scomparendovi dentro.

Che cosa aveva fatto di male lui per meritarsi quei tipi lì?!

Appena arrivato sulla terra di Idris, Magnus sapeva che ci sarebbero state delle complicazioni, ma non aveva idea che sarebbero state così fastidiose. Si era dovuto ricredere vedendo uno dei suoi più cari amici morti. E la cattiva sorte gli aveva mandato anche la cacciatrice più rompiscatole di tutti, Clary Fairchild/Morgenstern o come cavolo voleva farsi chiamare, che lo aveva tediato e non poco.

Poi, come se non bastasse, si era pure dovuto addentrare nella città dei Nephilim. Lui odiava quel posto. A causa del suo sangue misto non riusciva a sentirsi completamente a suo agio lì.

~*~~*~

“Non mi hai mai richiamato. Io ti ho chiamato un sacco di volte, ma tu non mi hai mai richiamato” la scarica di adrenalina gli aveva mandato in pappa i filtri cervello-bocca. Alec né era sicuro. Nello stesso momento in cui aveva visto Magnus, qualche cellula neuronale gli si era bruciata.

“La tua città è sotto assedio e tu vuoi sapere perché non ti ho chiamato?” domandò lo Stregone interdetto.

Alec scosse la testa “Io voglio sapere perché tu non mi hai richiamato” il Nephilim si distrasse a guardare Magnus, mentre alzava le braccia in aria rilasciando involontariamente alcune scintille azzurre. Se non ci fosse stata quella tensione, Alec, probabilmente avrebbe riso per quella scena. Magnus, che solitamente era calmo, in quel momento sembrava davvero una specie di checca isterica.

“Sei un idiota”

“E’ per questo che non mi hai richiamato?” la mascella del cacciatore per poco non rotolò per terra. Non poteva uscirsene con una frase del genere.

“No. Non ti ho chiamato perché sono stanco di vederti innamorato di qualcun altro. Di uno che, tra parentesi, non ricambierà mai il tuo amore. Non come me” e Alec non capì più nulla. Completamente andato. Non seppe nemmeno come pronunciò la frase seguente, ma sentì la sua voce. Anche se non aveva mosso le labbra. O almeno non lo aveva fatto coscientemente “Tu mi ami?”

“Stupido Nephilim! Perché mai sarei qui?” sbottò Magnus. E Alec si trovò costretto a rivedere tutti i suoi ragionamenti precedenti sulla sua pseudo, perché in quel momento poteva chiamarsi solo così, relazione con il Nascosto. Lui credeva davvero di essersi innamorato dello Stregone. Anzi, né era quasi del tutto sicuro. Perché, a differenza di Jace, la sola presenza di Magnus gli faceva sentire qualcosa. Qualcosa alla bocca dello stomaco. E non aveva mai provato una sensazione del genere prima.

Magnus stava continuando a parlare, ma il Nephilim aveva perso la concezione della realtà.

“Io ho settecento anni, Alexander” ed ecco che sganciava un’altra bomba. Cos’è? Oggi era il giorno riveliamo-tutti-delle-cose-fantastiche-e-facciamo-impazzire-Alec? e nessuno gliel’aveva detto?!

“Tu. Hai. Settecento. Anni?”

Magnus assottigliò gli occhi come a dire ‘è davvero questo, quello che t’interessa di tutta la discussione?’ “Bè, sarebbero ottocento, ma non li dimostro. Comunque –disse ritrovando il filo del discorso- non è questo il punto. Il punto è che…” purtroppo il punto della discussione non venne fuori, perché in quel momento dei demoni li accerchiarono.

“Sai che ti dico?- proruppe Alec sorridendo –se usciamo vivi di qui, giuro che ti presento a tutta la famiglia” e gli occhi di Magnus si accesero di una luce meravigliosa, che rifletteva anche le scintille azzurre scaturite dalle mani. “Ci sto” disse con una sorta di felicità febbrile.

Alec impugnò la spada e in pochi minuti fece fuori più demoni di quanti né aveva mai uccisi in vita sua, e senza nemmeno un minimo di esitazione.

Quando, finalmente, i demoni vicini a loro scomparvero nella solita nube di fumo che li riportava nella loro dimensione, si accorse che Magnus, che in pratica si era riparato dietro di lui, lo stava guardando con gli occhi sgranati.

“Che c’è?” chiese arrossendo. Fortunatamente con il favore del sole non poteva vederlo. Anche con quei suoi occhi da gatto.

“Avevo visto dei cacciatori combattere, ma mai così da vicino. Devo dire che è woah. Forte!” disse lo Stregone sorridente, carezzando la guancia del più piccolo. Alec smise di pensare e istintivamente azzerò la distanza che li divideva e lo baciò.

Magnus rimase basito per qualche istante, per poi ricambiare quel bacio. Il Nephilim riprese aria, guardandolo negli occhi. “Ripetilo”

Il Nascosto aggrottò le sopracciglia per poi sorridere “Ti amo” disse baciandolo nuovamente.

“Ripetilo ancora” insistette Alec, sorridendo a sua volta non smettendo di fissare i suoi occhi azzurri in quelli da gatto dell’altro “Ti amo, Alexander Lightwood” e il cacciatore gli buttò le braccia al collo ridendo e baciandolo.

~*~~*~

Magnus si materializzò esattamente davanti casa dei Lightwood. Era stato via nemmeno un giorno intero, ma gli sembrava un’eternità.

“Non fare nulla di quello che farebbe Jace” gli aveva detto prima di aprire un portale per New York e andare a riprendere la madre di Clary.

Doveva bussare? Far scomparire Alec? Entrare e annunciare a tutti la sua presenza in modo parecchio plateale?

Si bloccò esattamente un secondo prima di sfiorare la porta. Ma cosa diamine gli stava prendendo? Si era totalmente rintronato o cosa? Quel piccolo Nephilim gli stava dando alla testa.

Probabilmente, con tutta la fortuna che aveva sarebbero venuti ad aprirgli i genitori di Alec, ma per puro caso, quella volta la fortuna era dalla sua, infatti non appena bussò gli venne ad aprire niente meno che Jace dal-cognome-sconosciuto.

Non appena lo vide però qualcosa smorzò la sua felicità. Scrutò per bene il biondo alla ricerca di qualcosa che non andava, ma proprio non riusciva a trovare nulla.

Poi i suoi occhi si abituarono all’oscurità della casa e comprese. Il vestito bianco.

“Dov’è Alec?” chiese terrorizzato.

Jace sospirò “Fuori. Tra gli alberi” lo Stregone inarcò un sopracciglio e il cacciatore roteò gli occhi “Non riusciva a sopportare la pressione che c’era qui ed è uscito” disse indicando il bosco appena dietro la tenuta.

Magnus annuì e fece per andarsene per poi fermarsi indeciso “Chi…”

“Max” disse Jace con la voce più triste che il Nascosto gli avesse mai sentito “è stato quando Alec si è allontanato da casa per cercare Aline. Sebastian ha preso Isabelle alla sprovvista e poi ha colpito il bambino” lo Stregone annuì comprendendo appieno le parole del Nephilim.

“Dì ad Alec che non è colpa sua” terminò Jace, chiudendogli poi la porta in faccia.

Magnus rimase per più di qualche secondo davanti alla porta di casa Lightwood con un’espressione esterrefatta. Il bambino. Quel bambino. Lo ricordava bene. Una versione più piccola e felice di Alec. Stessi lineamenti e stesso sguardo. L’aveva visto una volta sola, appena pochi giorni prima e dopo quasi 800 anni la morte non avrebbe dovuto fargli più così impressione, ma evidentemente non era affatto così.

Si avviò verso il bosco dietro la proprietà dei cacciatori alla ricerca del suo piccolo Nephilim.

Vagò per un quarto d’ora tra gli alberi, finchè un movimento proveniente dalla chioma di un alberonon attirò la sua attenzione. Aggrottò le sopracciglia,osservando meglio, per vedere una scarpa bianca che penzolava da un ramo. Si avvicinò e attaccata alla scarpa, c’era anche una gamba. Sospirò schioccando le dita e ritrovandosi vicino ad Alec al quale per poco non venne un attacco di cuore.

“Cosa ci fai qui?” chiese acidamente il cacciatore, risistemandosi nella biforcazione che aveva trovato. Magnus gli rivolse uno sguardo triste “Sono venuto a cercarti a casa tua. Jace mi ha detto che ti avrei trovato qui”

“Te l’ha detto?” sussurrò l’altro con lo sguardo basso. Lo Stregone annuì e tra loro scese un silenzio cupo.

Magnus dopo averlo osservato a lungo gli prese una mano portandosela alle labbra “Qualsiasi cosa tu stia pensando in questo momento sappi che non potevi fare nulla”.

Alec tirò via la mano da quella di Magnus “Te l’ha detto Jace. Lo so. L’ha detto anche a me” disse senza incontrare mai lo sguardo del Nascosto.

“Guardami Alec”ordinò il più grande. Ma il cacciatore non si mosse minimamente “per favore, Alec, guardami” ed il ragazzo alzò lo sguardo e per poco Magnus non pianse. Dopo tutti quegli anni non aveva mai visto degli occhi carichi di dolore come quelli del ragazzo davanti a lui. Gli venne istintivo. Gli circondò le spalle con le braccia avvicinandolo a sé in una stretta. Come se, con quel suo abbraccio, potesse spazzare via tutta la tristezza dal cacciatore.

Alec non ricambiò la stretta ma poco dopo, Magnus sentì la camicia bagnarglisi. Il Nephilim piangeva. Silenziosamente e senza singulti. Lacrime calde gli scendevano dagli occhi, bagnando i vestiti del suo compagno.

“Non è colpa tua, tesoro” sussurrò lo Stregone, accarezzando i capelli del ragazzo. Alec gli si aggrappò addosso “Dovevo rimanere con lui. Avrei potuto proteggerlo. Non sarei dovuto uscire. Sono un pessimo cacciatore e fratello” continuò a ripetere il Nephilim con voce rotta.

“Allora in questo caso, sarei morto io” mormorò il Nascosto. Alec alzò gli occhi pieni di lacrime verso l’altro, con un’espressione esterrefatta “Io…”.

“Si, non ci avevi pensato. Lo so. Non dico che avresti dovuto scegliere me al posto suo, però voglio farti capire che non è stata colpa tua. Si è trattato di uno stupido scherzo del destino- disse asciugandogli le lacrime dagli occhi blu –e poi Sebastian non è chi dice di essere. È il figlio di Valentine. È una specie di mostro e non ci avrebbe pensato un secondo ad ucciderti”

Alec affondò nuovamente il viso nella sua spalla, stringendogli le braccia intorno al collo, lasciandosi finalmente andare ad un pianto liberatorio.

“Va meglio?” gli chiese lo Stregone quando i singhiozzi del Nephilim iniziarono ad affievolirsi. Alec annuì e si staccò dall’altro, asciugandosi gli occhi. Magnus gli sorrise. Un sorriso triste che però scaldò il cuore del cacciatore “Grazie” disse con gli occhi blu puntati in quelli gialli dell’altro.

“Per cosa?”

Alec si strinse nelle spalle “Non lo so. Per essere qui. Per non avermi lasciato perdere a causa delle mie insicurezze. Per essere venuto a cercarmi oggi. Per un mucchio di cose che non so” Magnus sorrise a quella specie di confessione, perché per il Nephilim tutto ciò era fare un grande passo avanti. Gli poggiò una mano sulla guancia e si sporse per far combaciare le loro labbra.

“Ti amo” sussurrò Alec sulle sue labbra.

E, se non fosse stato per tutta quella tristezza, quello sarebbe sicuramente stato il giorno più bello di tutta la sua vita.








Spazietto di Ema :)

Bene, ormai non mi scuso nemmeno più per il ritardo, perchè faccio schifo. Coooomunque... questo capitolo mi ha portato via un sacco di tempo per scriverlo e come sempre ringrazio la mia amatissima Doe, che prima era occhidacerbiatta, ma ora ha cambiato nome e ciò mi ha confuso parecchio (grazie milla, Lii, davvero -.-), che mi ha corretto tutte le virgole assenti nel capitolo perchè lo ammetto... non le so usare... userei i tre puntini al posto loro se potessi... bene.. dopo questa inutile sclerata da parte mia vi saluto e vi ringrazio di leggere questa storia leggermente nonsense e orribile <3 grazie mille :D
Ema :)

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Ema Penniman