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Autore: MisaDirectioner    22/09/2013    0 recensioni
Ella aveva una missione della sua vita, far innamorare le persone di lei, lei era una viaggiatrice, cosa insolita per gli esseri umani, certo lei lo era ma aveva questo dono, che lo tramandavano di padre in figlio, in questo caso di madre in figlia.
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Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Threesome
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Secondo.

Quella sera mi consegnarono i libri della mia futura classe e dopo che il preside se ne fu andato la zia mi spiegò varie cose, fra le quali: 1.Non attirare l’attenzione; 2. Non farti passare per quella ‘strana’, altrimenti si accorgeranno di qualcosa; 3.Devi dire che sei innamorata di lui solo se lui lo è, ma non devi provarlo. Io annuii e mi immaginai il mio eventuale ragazzo della mia testa, sicuramente uno di quelli che cerca rogna, bello da morire ma pronto a spezzarti il cuore da un momento all’altro, con un carattere che cambia umore più lui che la zia per cambiarsi la dentiera, pensai. Andai al letto pensando al mio futuro innamorato, ebbi un capogiro, e poi buio. “Ecco ci risiamo” pensai scrollandomi un po’ di polvere da dosso per poi alzarmi, ero saltata di nuovo. Però era strano stavolta non mi sembrava un epoca diversa dalla nostra anzi, mi sembrava proprio l’epoca che stavo vivendo. Ero invisibile all’occhio umano se no chiunque mi potrebbe riconoscere, notai subito un gruppo di ragazzi poco distanti da me e curiosa, mi avvicinai. Notai due che facevano da palo, e gli altri due che si scambiavano una polvere bianca “Di certo non era zucchero quello”, pensai. Erano una banda: il primo quello che faceva da palo aveva una lunga cresta color corvino ed occhi color caramello; il secondo aveva una matassa al posto dei capelli da quando erano riccioluti, scompigliati, tra di essi vi era messa una bandana ed occhi color prato di quel verde che non si spegne neanche con il freddo; il terzo, era quello che mi aveva colpito di più capelli quasi del tutto rasati color castano con un capellino della NY rosso con tesa nera ed i suoi occhi erano del medesimo colore ma erano talmente allegri che mi mettevano una forte agitazione, in senso buono ovviamente; il quarto invece, aveva le somiglianze ad un principe azzurro però biondo tinto, con degli occhi che avrebbero fatto a concorrenza con quelli di Louis quasi. Il moro quello con la cresta disse “Certo Hazza, domani però” non sapevo a cosa si riferisse ovviamente, l’altro quello con il capello della NY disse “Cazzo Niall, se non ti sbrighi ci scoprono, dai!”. Stavano rimontando in macchina, quando quello rasato si girò verso la mia direzione, era come se mi potesse vedere, ma era impossibile questo. Spaventata mi ritrovai nel mio letto, e di lì mi addormentai. Quella mattina mi sarei dovuta alzare per il mio primo giorno di scuola e adesso capivo tutti quei film dove il rientro era stressante, oppure ansioso. Io ero un tipo ansioso e stavo mettendo a soqquadro tutto l’armadio per mettermi qualcosa di decente addosso però decisi di mettere un semplice maglione con le renne bianche e blu e un jeans skinny blu scuro, ai piedi le mie amatissime converse bianche. Spazzolai i miei lunghi capelli color caramello e misi una passata di mascara e lip gloss alla pesca, il mio preferito. Ero accettabile. Nonostante avessi tanti ‘ammiratori’, non mi sentivo mai abbastanza e certe volte neanche il trucco era la mia àncora di salvezza. Ero di carnagione chiara tanto che l’estate dovevo mettermi ogni ora la crema solare se no divenivo peggio di un peperone, alta il giusto, ne grassa ne magra ed i miei banalissimo occhi azzurri. Scesi dove presi la mia tracolla e uscii dicendo “Ciao, io vado.” quando lo dissi mi sembrava di essere una ragazza normale che ha 18 va a scuola. La scuola come mi avevano spiegato la sera prima era poco distante dalla mia casa, in tale modo potevo arrivarci anche a piedi. Avrei frequentato la James E. Bennett, scuola molto rinomata a Londra, forse la più famosa. Arrivai correndo erano le otto meno dieci ed ero in ritardo, dovevo prendere il mio piano orario in segreteria, e cercare il mio armadietto, dato che le dimensioni della scuola non mi aiutavano per niente. Quando mi accorsi di quanta gente c’era fuori dal cancello già aperto abbi un po’ di paura. Paura di essere giudicata. Andai diretta verso la porta d’ingresso guardando in terra, “Non alzare lo sguardo.” mi ripetevo nella mia testa, nonostante questo sentivo lo guardo delle persone su di me d’altronde ero la nuova arrivata era normale, perché era normale, vero? Non volevo sorbirmi tutto l’anno i pressanti guardi “assassini” degli studenti. Varcato il cancello tirai un sospiro di sollievo e mi diressi vero la segreteria per ritirare il mio piano orario, continuavo a guardare in terra senza badare a chi era intorno a me, tanto da non accorgermi che ero stata travolta da una spallata da parte di un ragazzo, lui era andato a dritto, allora urlai “Ehi tu, almeno chiedi scusa!” alcuni amici con un sorrisetto mi indicarono al ragazzo che mi aveva appena travolta, lui si girò e solo allora mi ricordai che era un viso conosciuto, era il ragazzo della notte scorsa, lui tornò verso di me e disse “Ehi scusami dolcezza.” deglutii “dolcezza? Ma è rincoglionito?” pensai. Sbuffai, e mi voltai ma mi sentii tirare per una mano, era sempre lui “Comunque sono Liam James Payne, piacere.” io risposi “Io sono Ella” mi voltai indifferente e me ne andai per la mia strada verso la segreteria. Giunta a destinazione recuperai gli orari dei vari corsi di tutto il semestre, e proseguii verso l’aula A10 dove mi aspettava con mia grande gioia, la materia più amata dai ragazzi, la filosofia; c’è chi la ama, e chi come la sottoscritta la disprezza. Ero incapace in quella materia anche se mi mettevo a studiarla ad ore, non riuscivo a scamparla quasi mai. Entrai nella famosissima aula A10, era del tutto piena. Persone che si tiravano le palline di carta, chi si rifaceva il trucco, chi studiava all’ultimo minuto e c’era chi come me si metteva in un angolo lontana da tutti, isolata dal mondo. La professoressa Cowman fece il suo ingresso, e dopo avermi annunciata alla classe, spiegò la famosissima lezione su un filosofo, Kent, pensai “Almeno Louis, si limitava a spiegarmi Freud, Marx ma questo qui non l’ho mai sentito, mah.”. Mi mancava immensamente il mio professore.
Erano passate circa tre ore di lezione, e la testa mi esplodeva, così decisi di andare in bagno, così se dovevo saltare nel passato, presente o futuro ero coperta e nessuno mi avrebbe vista. Ero nel corridoio vuoto dato che la quarta ora era iniziata del tutto quando, sentii un urlo di dolore proveniente da un’aula vicino, curiosa mi avvicinai notai che la porta era leggermente aperta. E li dentro vidi lui, il ragazzo di stanotte, il ragazzo di prima. Era accasciato a terra, con il sangue che gli usciva dal naso, e davanti a lui c’era quel riccio. Sussultai quando il riccio prese il ragazzo per il colletto e lo portò più in alto di sé, lo avvicinò ancora di più al suo orecchio e disse facendo un piccolo ghigno: “Voglio quello che mi spetta, senza se e senza ma. Lo pretendo. D’altronde sono è merito mio se sei entrato nel giro,no?” il ragazzo sospirò e disse: “Certo come no, mi hai rovinato la vita e mi fatto spezzare il cuore dall’unica ragazza a cui ho realmente amato in tutta la vita, ma tanto arriverà il giorno in cui Styles, soffrirai. Ma quel giorno io sarò felice, e ti lascerò solo.” il riccio si incupii e lo ributtò in terra e gli dette un forte calcio nello sterno, il ragazzo dolorante si piegò in due, nonostante il dolore incessante emise una lieve risata. Il riccio se ne andò, ed io mi catapultai dietro la porta sperando che non mi vedesse. E fu così. Sospirai e tornai su i miei passi, però un forte senso di colpa si impadronì di me. E correndo tornai in quella maledettissima aula vuota. E notai che era realmente vuota, il ragazzo era sparito.

Hola chicas(?)
SCUSATEEEEEEEEEE IL RITARDOOOOOOO!

Avevo promesso di aggiornare prima dell’inizio della scuola, ma non ce l’ho fatta. Ma eccomi, vorrei ringraziare le 35 visualizzazioni. Vi chiedo solo di fare una piccola RECENSIONE, non costa niente, per favore. Altrimenti sono costretta a eliminare anche questa Fan Fiction, cosa che vorrei evitare perché ci tengo davvero tanto.
Ciao, x! -Misaa
  
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