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Autore: Checie    25/03/2008    3 recensioni
Elettra è annoiata dalla vita, Livio ha una ragazza con cui non riesce a vivere. La ama troppo, o troppo poco, chi lo sa. Elettra entra nella vita di Livio in sordina, ma è come un piccolo miracolo, anche se lui non lo sa. Livio accetterà di amare, o lascerà andare Elettra, così come lascia andare tutto il resto???
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Occhiblu4 Livio sta pontificando su quanto il laboratorio di informatica sia tecnologicamente all’avanguardia, servendosi di termini desueti, paroloni incomprensibili che impressionano gli ascoltatori. Osserva la stanza: sulla destra un gruppetto di ragazzette truccatissime sussurrano commenti su di lui, dei maschi annoiati si passano una pallina di carta stagnola e una bambina minuscola lo fissa apertamente con gli occhi sgranati. Livio le sorride. Avverte al suo fianco la presenza dei due rappresentanti del Classico e, alla sua sinistra, quella di Elettra, attenta e vivace, e di Mara, persa a pensarlo.
Quando ha finito di parlare si risiede e passa il microfono ad Elettra, che si erge in tutta la sua altezza e comincia a parlare con voce squillante dell’importanza dello studio delle lingue straniere. Livio si ritrova ad osservarla con interesse, apprezzando i suoi gesti ampi, il suo dondolarsi mentre parla, gli occhi che guizzano da una parte all’altra della stanza, attratti da particolari sempre nuovi. Elettra è da sempre una grande oratrice, parla con convinzione e determinazione, trasuda sicurezza da ogni poro, fissa i suoi ascoltatori uno per uno come se volesse perforarli. Mara non spiccica quasi parola, si inserisce nel discorso solo per fare piccole precisazioni. La sua amica è come un fiume in piena: parla di argomenti tutto sommato poco interessanti, ma in qualche modo affascina. A Livio non sono mai piaciute le ragazze che parlano tanto, potrebbero essere più argute di lui e non vuole rischiare di essere in svantaggio. Ecco perché con Claudia è stato spesso un disastro, perché lei è acuta, decisa e non ha paura di dire ciò che pensa. Oltre ad essere bella è anche straordinariamente intelligente, e Livio è disorientato da tutto ciò. Più vede Elettra, più si convince che anche lei abbia un cervello assurdamente capace e questo lo fa sorridere. È vero, le ragazze stupide sono facili di trattare e lo fanno sentire superiore, ma non c’è possibilità di scambio, non c’è confronto. E il confronto lo attira e lo spaventa in egual misura. Quando Elettra tace anche i suoi pensieri si fermano. Lei fa un piccolo inchino con la testa e passa la parola ad un ragazzo altissimo e brufoloso che mastica un chewing-gum. Si accorge che Livio la sta guardando e arrossisce un po’. Sprofonda nel suo maglione blu e si mordicchia il colletto, pensierosa. I suoi occhi fissano il ragazzo che sta parlando, ma in realtà la sua mente non potrebbe essere più lontana.

Elettra non è abituata ad essere guardata. Non è il tipo che attira gli sguardi, crede lei, anche se la verità è leggermente diversa. Gli occhi blu-verdi di Livio la trapassano da parte a parte, la scavano dentro e lei si sente bene. Un po’ intimidita, lo deve ammettere, ma felice. Afferra un bicchiere di plastica e una bottiglia d’acqua dal tavolo di fronte a lei. Manda giù la caramella all’orzo che ha in bocca e beve tre bicchieri d’acqua di fila, senza capire se lo fa perché ha blaterato per mezz’ora o perché è nervosa e ha bisogno di darsi uno scopo, di una scusa per muoversi un po’.
Poco dopo il tipo smette di parlare, una professoressa li ringrazia e loro escono in cortile. Ferma davanti al portone c’è una ragazza con due meravigliosi occhi color nocciola da cerbiatta, i lunghi capelli mossi raccolti in un morbido nodo alla base della testa.  Elettra non ha dubbi: quella è Claudia. Scorge il viso di Livio illuminarsi mentre si avvicina a lei. I due si scambiano un bacio veloce. Claudia fa per andare, ma Livio la ferma dicendo
-Credo che dovresti conoscere Elettra-
La ragazza in questione impietrisce, mentre Mara la guarda incuriosita. Claudia alza gli occhi su Elettra e le rivolge un ampio sorriso. Livio fa le presentazioni del caso, senza smettere di guardare la sua ragazza, completamente rapito da lei. Elettra, involontariamente, stringe in mano il ciondolo che tiene sempre in tasca, sentendosi fastidiosamente sconfortata. Ma che ci fa lei lì? Che legame ha con loro? Perché mai a Claudia dovrebbe interessare di lei? Si rende conto che sta lentamente retrocedendo. Quello che non vede è che il suo viso sta assumendo un’espressione sofferente piuttosto palese. Con una scusa banale Livio e Claudia si allontanano, anche se lui continua a lanciare ad Elettra sguardi confusi e dubbiosi. Mara sale in macchina con suo padre ed Elettra si ritrova completamente sola. È un tema piuttosto ricorrente nella sua vita. È sempre stata leggermente agorafobica, spietata con i difetti suoi ed altrui, a tratti intollerante. Misantropa. Va al cinema da sola, alle feste da sola, al ristorante da sola, a fare spese da sola. Mara e Manuela sono un simpatico diversivo, ma non le hanno mai dato quello di cui ha davvero bisogno. Quello che le serve sta negli occhi di Livio, o almeno questo le è sembrato, e per una volta non sente la solitudine come una mancanza, ma come uno stato in cui lei, vile, ha scelto di vivere per non dover soffrire troppo. Così, però, si sta perdendo tutto. Tutto quanto. Decide che non ne può più. Così, d’impulso, abbandona tutto e comincia a correre lungo la strada, oltre la scuola. Brucia uno stop, manca due semafori e inciampa su un quadretto di porfido divelto, ma non si ferma. Lascia che le gambe vadano, lei non le fermerà di certo. In mezzo alle macchine, fra i passanti, Elettra corre. Corre come se non sapesse fare altro. Corre perché quello è il suo scopo. Corre per non sentire il rumore del suo cuore. Corre perché non è sicura di voler amare. Corre perché, però, stavolta si è innamorata. Non di Livio, no, ma di sé stessa. Quella sé stessa che teneva nascosta con cura perigliosa. Correndo si è liberata. Con la corsa ha compiuto un miracolo. Un piccolo miracolo personale. L’unico che sentiva davvero suo.

Claudia parla, parla, parla. Ecco perché non gli piacciono le ragazze che aprono troppo la bocca. Dopo un quarto d’ora è già stufo, va oltre la sua sopportazione. Claudia non sta zitta un attimo, gli fa milioni di domande su Elettra, sul perché si è comportata così. Come se Livio lo sapesse. Continua a pensarci, a pensarla, e non trova una risposta. Vorrebbe chiamarla, ma non sa il suo numero. L’unica cosa che sa è il suo indirizzo. Liquida Claudia il più rapidamente possibile, irritandola all’inverosimile, sale su un tram ed arriva sotto casa di Elettra. Ci sono tre campanelli e Livio non sa quale suonare, così decide di provarli tutti. Al primo non risponde nessuno, al secondo una voce conosciuta fa
-Chi è?-
-Ciao Andrea, sono Livio…sai, quello che tua sorella ha fatto salire un paio di giorni fa…c’è Elettra?-
-Sì, vieni-
Livio corre per le scale. Quando Andrea gli apre la porta comincia a sentirsi un tantino nervoso. In salotto c’è una signora sulla cinquantina che compila dei moduli con aria svagata, la stessa della figlia. La donna non si accorge nemmeno che Livio è entrato ed Andrea non fa piega. Attraversano un lungo corridoio, il fratello apre l’ultima porta in fondo senza bussare e se ne va subito. Livio entra. Lei è seduta dentro la cabina armadio che smista i vestiti. Lo saluta con la mano e gli fa vedere una gonna gialla di seta lucida
-La tengo questa?- e poi aggiunge senza aspettare risposta –No, è proprio brutta…saresti così gentile da passarmi quel sacchetto blu?-
Livio esegue l’ordine leggermente sconcertato.
-Volevo accertarmi che tu stessi bene. Stamattina, insomma…-
Elettra appoggia delicatamente il sacchetto per terra
-Mi sentivo un po’ a disagio- ammette con sincerità
-Per Claudia?-
Elettra cerca lo sguardo di Livio
-Non era un posto per me-
Lui non risponde, al che lei gli fa segno di sedersi al suo fianco. Livio toglie di mezzo una pila di magliette e prende posto. Elettra gli da un timido bacio sulla guancia
-Non è poi così male il mondo, se sei dentro una cabina armadio-






SPAZIO MIO:
posto alla velocità della luce questo capitolo, devo uscire e non ho assolutamente il tempo di ringraziarvi tutti, ma consideratelo fatto!
Bacioni,
Checie
  
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