Corse, corse a perdifiato. E lo vide, nelle braccia di Choji, cullato dallo sguardo rassegnato di Ino, con un sorriso stupido sul volto. I mormorii che avevano raggiunto le sue orecchie non erano poi così infondati. Si chinò a terra, mentre la bionda alzava gli occhi vacui su di lui e faceva debolmente cenno a Choji di lasciare andare il corpo del ragazzo. Così fece egli, lasciando che l’altro lo prendesse e se lo stringesse al petto. Non gli importava che fosse freddo, non gli importava che ormai non potesse fare più nulla per lui, non gli importava che la vita era dolcemente scivolata via dalla sua carne fanciullesca, quello rimaneva sempre il suo Shikamaru.
Il suo Shikamaru.
Suo figlio.
«Gomen nasai gozaimasu, Shikaku-san.»

ladie’s a gentleman! (author’s corner):
...preceduta da You wont take care of me anymore.
AUGURI SHIKAMARU! E, con due mesi di ritardo, auguri anche a lei, Shikaku-san.
Devo dire la verità, questa era la double drabble che volevo scrivere da una vita, il capitolo 647 mi ha solamente dato un pretesto. Shikaku-san, Shikaku-san, Shikaku-san! ç^ç
Ah, questo è il primo ed ultimo What if? della serie. Signori, credo che sia abbastanza comprensibile anche da solo, non ha bisogno di tante spiegazioni: il dolore di un genitore è il dolore di un genitore.
Ed a proposito di genitore, cosa dirà la nostra Yocchan della morte di suoi figlio?
Scopriamolo insieme nel capitolo conclusivo di 647, Blind and blank, per cui mi metto subito a lavoro!
Ci vediamo stanotte per il vero regalo della White Midnight (LADIE CHE PUBBLICA TRE LAVORI NELLO STESSO GIORNO? E’ IMPAZZITA?! sì.) [L]
Amore imperituro ai lettori e venerazione per i recensori!
Kiss,
la vostra libera da impegni Ladie.