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Autore: La Dame Blanche    23/09/2013    1 recensioni
Un'altra storia vera: il resoconto delle mie vacanze estive anno per anno; ovviamente non ricordo benissimo i particolari di ciò che successe anni fa, ma TUTTO ciò che ho scritto è la pura verità. Il campeggio esiste, i miei amici sono reali, veramente ci conosciamo da una vita, anche se per la maggior parte di loro ho usato i soprannomi che uso quando ci parlo. La dedico a tutti loro, e al nostro amato campeggio La Vecchia Torre di Gallipoli.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Me, myself and I'
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Questo capitolo è dedicato a Rosarosa, la mia lettrice più fedele, che non vedeva l'ora di sapere come andava a finire con Renato.



Memories_        ANNO 2005
 
Se l'estate 2005 iniziava con grandi aspettative, finì col rivelarsi un tantino movimentata, ben al di sopra dell'immaginazione di ognuno di noi. Partii con molto entusiasmo: mi aspettava non solo Elsa, che mi aveva preceduto di due settimane stavolta, ma anche tutto il gruppo che l'anno prima aveva iniziato a formarsi.
Arrivai in campeggio, e subito trovai quello che sulle prime sembrava un vero e proprio tradimento: Elsa, sola nel campeggio da metà luglio, aveva fatto amicizia con Julin, che io conoscevo da anni e con cui però ci eravamo sempre press'a poco ignorate. Sulle prime rimasi spiazzata, sentendomi sostituita, ma tempo un paio di giorni la questione si sistemò, io riacquistai il mio posto e il nostro duo diventò un terzetto, anche se il gruppo, o almeno una sua parte, non accolse granché bene il nuovo acquisto: soprannominata Principessa, Julin non riscosse da subito molto favore.
Il resto delle dinamiche non era mutato: Miki continuava ad andare dietro a Elsa che continuava a respingerlo, mentre io, Fiore e chissà quante altre continuavamo a sbavare addosso a Renato; ancora adesso, da qualche parte, ho le perline di legno della collanina di Renato che si ruppe un pomeriggio in spiaggia, come conservo ancora, rotto, un braccialetto che trovò in spiaggia e che mi diede, probabilmente perché non aveva voglia di arrivare fino al cestino, ma che consideravo pari a una reliquia. Ricordo ancora con quale sentimento d'importanza gli riposi gli occhiali da sole nel mio carrello-tenda, una mattina che il nostro idolo doveva fare il bagno e non sapeva dove poggiarli: dato che ero quella che abitava più vicino alla spiaggia, ebbi l'onore di questa missione.
Quello che trasformò la nostra classica estate distogliendola da questi tranquilli e abitudinari binari fu l'arrivo di due persone, con cui, malauguratamente, facemmo amicizia: Rosalba e Lucia. Penso che nessuno sia mai stato tanto odiato quanto loro.

Parlerò prima di Rosalba, che creò un vero e proprio putiferio, anche se non mi riguardava proprio in prima persona. Successe che arrivò questa Rosalba, ragazzina molto molto carina, che non so come fece conoscenza con noi; il problema nacque quando sia Miki, sia Mauri, sia Edo, e anche Thias, il fratello più grande di Miki, si invaghirono di questa ragazzina. Ma Miki ne fece una vera e propria malattia. E se sulle prime il nostro scontento poteva considerarsi a una normalissima gelosia femminile, divenne preoccupazione e vera antipatia quando i ragazzi iniziarono a litigare per questa qui, che sembrava godersi questo scompiglio e non si decideva a scegliere colui a cui concedere le proprie grazie. Tutti i ragazzi non si parlavano tra loro, si evitavano e se non ci riuscivano si ignoravano; ma Miki lo fece diventare un caso familiare: incredulo di fronte al comportamento del fratello, che dall'alto dei suoi 16 anni non voleva lasciargli campo libero, a lui che avendone 13 aveva molto più diritto di lui di lottare per una dodicenne, decise di mettere in moto la famiglia. Dato che Franco, il padre, pretese di starne fuori, ricorse a uno zio rimasto a Novara, a cui telefonò pregandolo di cercare di convincere Thias a mollare l'osso; dopo essersi quasi sicuramente fatto una grassa risata, questo zio contattò Thias, cercando di far ragionare almeno lui che era il più grande, anche se con scarsi risultati: Thias si arrabbiò ancora di più e sputtanò Miki in tutto il campeggio, raccontando in giro che il fratellino "corre dalla mamma a farsi difendere". In tutto questo Fiorella e le altre erano sempre più inviperite, mentre io, sebbene preoccupata per il gruppo, mi divertivo per bene nel vedere il casino che si era creato.
Comunque, il tutto poi si sgonfiò, perché questa Rosalba partì (per fortuna), e sparita la causa, sparì anche tutto ciò che ne era derivato. L'aspetto positivo di tutto questo, comunque, fu che almeno Miki guarì dalla sua ossessione quinquennale per Elsa, rendendola finalmente territorio libero, fatto di cui un certo Alessandro approfittò subito. Inoltre, questa faccenda divenne la chiacchera principale per vari giorni, e io mi divertii con Elsa a psicanalizzare Miki, cercando di capire come avesse potuto dimenticarla e come la disputa con il fratello avrebbe finito con l'influenzare i loro rapporti.

Per quanto riguarda Lucia, invece, il caso mi riguarda più da vicino. Questa Lucia entrò nel gruppo perché, mi sembra, era vicina di tenda con Julin; non fece scalpore, si insinuò nel gruppo senza drammi di sorta, e legò soprattutto con me, Julin ed Elsa; una sera mangiammo perfino tutte insieme a casa mia. Il patatrac accadde un pomeriggio in cui Elsa andò a Gallipoli con la madre; ricorderò sempre quello che mi rispose dopo: "Manco un paio d'ore dal campeggio, e succede il finimondo!"
Eravamo tutti in spiaggia, quando io, Fiore, Erika, Lucia e Renato decidemmo di fare il bagno; inutile dire che fare il bagno all'epoca voleva dire venire spruzzate e affogate ripetutamente. Stavo sguazzando incurante sia di Fiore e Erika che parlottavano, sia di Lucia che si avvicinava sempre più a Renato, quando sentii il principio di un grido subito soffocato. Mi girai, vidi Erika con le mani sulla bocca, sconvolta, e Fiore con uno sguardo assassino, che fissavano qualcosa alle mie spalle; mi voltai di scatto, e vidi la causa di quelle reazioni: Renato si teneva Lucia sulle ginocchia, e la stava baciando!!!
Mi voltai di nuovo a cercare con lo sguardo la mia eterna rivale che ora diventava la mia principale alleata, e uscimmo tutte e tre dall'acqua, correndo, sconvolte dalla faccia tosta di Renato e dall'oltraggio che Lucia ci stava facendo. In spiaggia, io mi precipitai da Julin, Miki e gli altri urlando: "La sta baciando! La sta baciando!" mentre Fiore veniva affiancata da Fra e Kikka. Noi ragazze facemmo gruppetto, cercando di decidere il miglior modo per assassinare Lucia, quando Renato se ne uscì dall'acqua tutto tranquillo e un po’ gongolante, e venne raggiunto da Miki e gli altri che andavano a congratularsi; probabilmente lo ragguagliarono anche sulle nostre reazioni, perché si mise in faccia un'espressione che sarebbe stata appropriata al capezzale di un caro amico e ci avvicinò, pensando che la nostra ossessione per lui lo avrebbe protetto dal nostro orgoglio ferito e dalla nostra ira. Per quanto mi riguardava era così, non avrei mai avuto il coraggio di rinfacciargli quello che era un oltraggio bello e buono; ma Fiore non la pensava come me: lo lasciò avvicinare impassibile, ma appena fu a portata di mano..... CIAFF!!, gli stampò una cinquina sulla guancia talmente forte da lasciargli le cinque dita per un'ora. Restammo tutti basiti, anche se Renato più di tutti.
Proprio in quel momento d'imbarazzo Lucia decise di venire a vedere che succedeva: noi ragazze la ignorammo del tutto; si avvicinò a Renato che, un po’ per indole, un po’ per paura di Fiore, le comunicò che la cosa nasceva e si concludeva lì; allora lei, piangente e ignorante la nostra disposizione d'animo, venne verso di noi forse per farsi consolare; solo Julin, che stava dalla nostra parte unicamente per partecipazione al nostro dolore in quanto amica mia, si degnò di informarla che, nel nostro campeggio, baciare Renato equivaleva alla morte sociale.
Comunque, quando anche Elsa tornò e venne informata, si decretò l'espulsione ufficiale di Lucia, che da quel pomeriggio in poi venne emarginata. Intorno al 5 o 6 di agosto Renato partì, accompagnato dal solito corteo funebre con pianti e lamentazioni annessi, dimenticando però un asciugamano. Pregando Miki di recuperarlo, Renato scatenò involontariamente una vera e proprio caccia al tesoro; l'asciugamano lo trovai io, e me lo tenni con le unghie e con i denti, con la promessa mai mantenuta di girarcelo tra di noi, un mese ciascuna, via posta.                                                                                                   Ce l'ho ancora adesso. Per ricordo, ovviamente.

Le mie due settimane si conclusero tranquillamente, tra pomeriggi all'ombra dei pini marittimi stesi in dieci su tre asciugamani pieni di sabbia, pizze mangiate tutti insieme sui tavoli della birreria e serate in sala giochi.
  
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