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Autore: Sheerio30STM_    23/09/2013    1 recensioni
Un giorno potrebbe succedere a tutti voi, quello che succederà ad Hinata.
Camminando, facendo compere, prendendo l'autobus, in qualunque contesto potreste trovare la persona che vorreste accanto a voi, a cui tenete di più al mondo.
In questo caso è una persona già conosciuta, un vecchio amico della nostra ragazza, ovvero: Kiba.
Ma non sarà l'unico ragazzo che avrà dei risvolti sentimentali con la ragazza in questione. Vero, Gaara?
Spero che la mia storia vi colpisca.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Un po' tutti | Coppie: Kiba/Hinata
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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NUOVO LAVORO
 
Erano ormai passati alcuni giorni da quella mattina al parco, ma Hinata non sembrò farci caso. Passò la mattina a fare le faccende di casa, diciamo che erano necessarie. Spolverò le mensole poste sopra il suo letto, la scrivania e i davanzali, lavò i pavimenti, i vestiti, stese i panni, insomma: si diede da fare.
Verso le due pranzò e infine si sdraiò sul letto, era stanca, voleva riposare.
[…]
Suonò il campanello. Una… due… tre volte ma solo alla quarta Hinata decise di svegliarsi e svogliatamente rispondere al campanello.
Visita decisamente inaspettata, ma aprì la porta.
Era un corriere, aveva un pacco in mano e il taccuino per le firme nell’altra:
-È lei la signorina Hyuga Hinata?-
-Sì, ma cos’è?- Chiese titubante.
Nessuna risposta alla sua domanda, solo un “Se non lo vuoi, vai a riportarlo alla posta.” Imitò la ragazza in falsetto la risposta dell’uomo, nella sua mente.
Poi lei firmò, recapitò il pacco e guardò il corriere andar via.
Chiuse la porta e poggiò il pacco sul tavolo, quello dietro il divano, si sedette di fronte all’oggetto e lo scrutò. Era per suo padre.
“Oggi lo riporterò alla posta e glielo farò rispedire” Pensò tra sé e sé.
Erano ancora le 15:50, la posta avrebbe aperto alle 16:30. Decise, a quel punto, di darsi una sistemata dirigendosi verso il bagno al piano di sopra. Mentre saliva le scale, guardava le foto attaccate al muro, che l’accompagnavano fino in cima, ma una delle tante l’aveva colpita. L’aveva rimandata al tempo della foto. Esattamente otto anni fa, quando anche il bambino ritratto con lei aveva sei anni.
Non ci volle molto a capire o ricordarsi che quel bambino era Kiba, sì è vero, erano molto amici, addirittura da avere una loro foto in casa sua.
Poi ricordò.
Era un regalo, la cornice era lillà e aveva delle api che svolazzavano lungo il lato destro che arrivavano fino ad una scritta azzurra “Resterai con me? Sempre.” era davvero carina per dei bambini di sei anni.
Quel ricordo, quel regalo, l’affetto con cui era stato fatto, portò Hinata a commuoversi:
“Come ci siamo potuti allontanare così tanto?” Sussurrò con la voce roca per il pianto. Ma si fermò subito, doveva uscire a riconsegnare il pacco, ormai era tutto finito e non voleva rimpiangere i vecchi tempi, no.
Quella non era lei.
 
Avvicinò il braccio a sé, asciugandosi le poche lacrime sfuggenti e proseguì verso il piano superiore.
Passò un po’ ma non era tardi, quindi la ragazza se la prese comoda. In seguito riscese, ignorando la foto che sembrava la seguisse, prese il pacco, la ricevuta e uscì di casa.
Fuori, l’aria era più fredda rispetto a quella di casa, l’azzurro del cielo stava come rivoltandosi in un grigio cupo. Si avviò per le strade del villaggio, anche se perse la via una volta, era un bel po’ che non andava alla posta. Esattamente da quando suo padre partì per un viaggio.
Non era molto vicina la posta da casa sua e impiegò un quarto d’ora per arrivare. Erano le 16:40 circa, infatti gli sportelli della posta erano aperti e c’era già fila. Hinata scelse la fila con meno persone ovviamente, ne aveva quattro davanti. Aspettò quasi un’ora prima che venne informata che quello era lo sportello dei prelievi. Dovette spostarsi e aspettare nuovamente la fila, ma fortunatamente c’era solo un signore sulla mezza età prima di lei e aspettò pressappoco una decina di minuti. Finalmente era arrivato il suo turno, “Che sollievo!” Pensò la ragazza.
Fece un passo in avanti e… dietro lo sportello c’era la persona più inaspettata e inadatta a quel lavoro. Perché c’era Kiba.
All’impatto ci fu silenzio, poi a Hinata scappò una piccola e leggera risata.
-Che c’è?- Chiese Kiba con l’aria confusa.
-No, niente. È che…- La ragazza si soffermò su cosa dire. - Bè, credo che non…È strano vederti qui, ecco.- Sorrise.
-Ah, non mi ci vedi per niente a fare questo lavoro, eh? Gli altri hanno detto la stessa cosa.- Disse con voce afflitta.
-Ma no, è solo un po’ strano, tutto qua. Ci abitueremo.- Lo rassicurò.
-Oh, grazie. Almeno tu credi in me.- Risero.
Poi Kiba spostò lo sguardo, c’era un’anziana coppia che iniziava ad essere impaziente.
-Giovanotto, allora?- Disse il signore.
-Ehm, sì. Mi scusi…- Rispose il ragazzo, imbarazzato.
-Ma lasciali, Ikaaru.- Intervenne la moglie, con aria premurosa.
Sembrava comprensiva.
-Allora, signorina, mi dica.- Si rivolse ad Hinata con tono autoritario. Voleva essere preso sul serio.
Hinata spiegò l’accaduto e l’errore d’indirizzo, Kiba sistemò tutto e infine le disse:
-Ehi, io finisco qua alle sei, mi aspetteresti? Solo cinque minuti.- Le sorrise, sembrava aver ritrovato il suo carattere spontaneo. I ragazzi dicevano, che era cambiato molto, era più… timido.
Hinata, ancora un po’ incredula, accettò e aspettò fuori.
Trascorsero cinque minuti.
Ed ecco Kiba che spuntava da dietro la posta e si avvicinava alla ragazza, che non lo notò subito.
-Oh, eccoti!-
-Pensavi me ne fossi andata?-
-No, no.- Smentì immediatamente.
-Che… Volevi compagnia per tornare a casa?-
-In realtà pensavo di fare un giro, se non ti annoiavi.-
-Ok, ci sto. Andiamo…
Ci fu un forte tuono.
-…Cosa? Chiese Kiba.
-Ma no! Si sta mettendo a piovere!-
Kiba imprecò.
-Dai corri o ci bagneremo!- Urlò il ragazzo tra i tuoni prendendo Hinata dal polso e costringendola a seguirlo.
Arrivarono sotto casa di Kiba ma era tutto chiuso e lui non aveva chiavi, dicevano che non era ancora così ‘responsabile’. Ma non potendo stare fuori, sotto la pioggia, questa volta fu Hinata a spingerlo per il polso e in meno di cinque minuti si ritrovarono dentro casa di Hinata, entrambi bagnati fradici ormai.
Erano con il fiatone grosso per la corsa, ma nessuno sembrava avere la gola secca, con tutta quella pioggia e quel freddo avevano potuto solo prendere il raffreddore. La ragazza diede un asciugamano al ragazzo e lo fece sedere sulla sedia, di legno, in cucina.
-Che bella passeggiata.- Commentò Kiba, arrabbiato.
-Già, va bene, sarà per la prossima volta…- Rispose ottimista Hinata, mentre dava le spalle al ragazzo, farfugliando qualcosa sul piano cucina.
-No?- Chiese conferma, girando con in mano due tazze di camomilla.
Kiba confermò con un sorriso, prese la tazza e soffiò. Era ancora troppo calda.
-Non è cambiata molto.- Commentò lui, guardando la casa.
-No, affatto. Forse solo la mia camera, ora è arancione.-
-Peccato per quel rosa confetto…- Ci tenne a sottolineare. -… che ti piaceva tanto.- Sorrise maliziosamente verso Hinata.
-Ah-ah. Molto divertente, davvero.- Rispose indispettita lei. –Uhm, vorresti vederla?-
Si affrettò di finire la camomilla e accettò. Posarono le tazze nel lavandino e iniziarono a salire le scale.
A quel punto la mente di Hinata si ricordò della foto appesa al muro e sperò con tutta se stessa che non la notasse, non voleva parlare di quei tempi. Specialmente con lui, sarebbe scoppiata a piangere. Ma la fortuna si separò dalla ragazza.
-Ehi, ma… È la nostra foto. La mia cornice…- Kiba restò imbambolato per poco, guardò Hinata, il cui volto era triste e vuoto, capì che non era il momento e se ne uscì solo dicendo:
-Mi fa piacere che tu ce l’abbia ancora.-
Hinata sorrise, rasserenandosi, come se si fosse appena levata un peso.
Kiba tirò un sospiro di sollievo.
I due proseguirono, guardarono la camera arancione della ragazza e stettero un po’ di sopra.
Ormai erano le sette, non pioveva più e Kiba non insistette a restare. Ridiede l’asciugamano alla ragazza, ringraziandola dell’ospitalità, lei lo accompagnò alla porta.
Il ragazzo diede un ultimo sguardo sfuggente alla foto e alla cornice, salutò Hinata e si avviò verso casa, sperando di trovare qualcuno che gli aprisse.
 
“Giornata strana, è sempre così con lui, ma.” Riflettè Hinata.


Angolo Autrice:
Eccoci qua, con un nuovo capitolo. Spero che vi piaccia. Non avevo idee ma ce l'ho fatta comunque ahahah e bè, recensite c:
Aggiornerò ogni lunedì, ma i disegni non riesco a metterli, mi dispiace tantissimo :c.
  
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