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Autore: Jale Morrison    23/09/2013    10 recensioni
Come vi sentireste se tutto nella vostra vita andasse a rotoli?
Se anche l'ultima persona rimasta se ne andasse?
E se voi non foste in grado di reagire?
Bene,questa è la storia di Ares. Diciassette anni e un incubo da affrontare: la vita!
Ma,se proprio quando è più buio,arrivasse la luce?
E se questa luce fosse l'amore?
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ma chi l’ha detto che con il tempo tutto passa?
Con il tempo passano, forse, le cose ma le persone, quelle importanti,quelle che hanno toccato il nostro cuore non passano mai;perché restano ancorate nelle pieghe dell’anima e da lì,credetemi,non c’è male che possa portarle via.
 
-Debora Di Finizio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Capitolo 5 .
 
Fulmino Dylan con lo sguardo.
<< La conosci? >> gli si avvicina una ragazza alquanto curiosa.
<< No, non mi conosce! >> Sbotto io nell’angolo della stanza.
<< Dai,ti sto davvero così antipatico?  >> I suoi occhi da cucciolo mi fissano e sperano tanto che io dica di no.
<< Non ti conosco >>
<< Okay ragazzi, vi lascio. Cominciate pure. >>
Per un attimo mi ero dimenticata di Alessia.
Che figura, abbiamo allestito quella scenetta davanti a tutti.Brava Ares, hai battuto il record di figuracce in una giornata.
Mi guardano tutti,ho sempre odiato essere quella nuova.
Le cose sono cambiate molto dall’ultima volta.
Sarà perché abbiamo cambiato città prima che frequentassi qui il liceo.
Il vecchio centro era completamente diverso.
Sia chiaro, non che mi piaccia stare qui, è solo più piacevole.
Addirittura sopportabile.
<< Tu devi essere Ares >>una ragazza non molto alta mi si avvicina << Tira pugni e calci se qualcuno non ti fa spazio. Non ti creare problemi, cerca di sederti okay? >> sorride e prende posto anche lei.
Pugni e calci? Non mi sarei creata problemi . Se solo conoscessi qualcuno.
<< Tesoro puoi sederti qui. >> Occhioni verdi mi fa cenno di sedermi vicino a lui.
Non so perché, forse per ripicca, chiedo alla ragazza bionda se può farmi spazio.
<< Sono Emma. Si, certo che puoi. >>
<< Io sono Ares >> spiccico queste tre parole mentre mi siedo.
Dylan da lontano sorride divertito scuotendo la testa.
E’ un tipo impossibile.
Passo ancora in rassegna il viso di tutti i ragazzi.
A uno degli estremi del cerchio c’è una coppia con un block notes, una dei due è la ragazza bassina che mi ha chiesto di trovarmi un posto. Facendo due più due non mi è difficile capire che sono i capi di questa setta.
<< Allora ragazzi, come avete potuto notare, abbiamo una nuova preda. >>
Ecco lo sapevo, ora tirano forchetta e coltello dalle tasche e mi mangiano viva.
<< Sul serio? Tra tutti i nomignoli che potevi scegliere, proprio “nuova preda”? Mi chiedo ancora perché ho accettato di sposarti ! >>
Tutto questo suscita una risata generale.
Mi sento davvero a disagio. Non partecipo al divertimento generale, non faccio parte di questo posto. Prima impiegheranno a capirlo, prima andrò a casa.
<< Ares, mi dispiace. Ti starai facendo un’idea completamente sbagliata su di noi. Io sono Francesca e lui è Luigi. >> mi sorride ammiccante e assesta un colpo dietro alla testa a quello che doveva essere Luigi. Il tizio della “nuova preda”.
Non so proprio cosa dire, mi limito a sorridere e annuire.
Faccio un gesto con la mano per farle capire che va tutto bene.
Francesca mi guarda un po’ sconcertata << non ti preoccupare, la prima volta è così per tutti >>.
Così come? Sembra di stare in una gabbia di matti. No aspetta, ci sono!
Respiro profondamente e lei continua a parlare.
<< Benvenuta nel cerchio, per quello che può sembrare siamo tutti normali, ma non è così. Usiamo questo ritrovo come una sorta di sfogo. Qui non si giudica ma si ascolta, ci si consiglia, alcune volte si piange, ma lo facciamo tutti insieme. Quando sarai pronta, solo se lo vorrai potrai partecipare anche tu. Per il momento ascolta. Quando e se vuoi aggiungere qualcosa fallo solo alla fine. >> con tono molto gentile mi guarda e si rivolge poi a tutti << Chi comincia oggi ? >>
Questa domanda rimane in sospeso per un po’ e aleggia molto imbarazzante nella stanza.
Si guardano tutti tra di loro fino a che una ragazza si schiarisce la voce.
<< Comincio io oggi >> dice con voce tremante.
Poso lo sguardo su di lei e non posso fare a meno di non indugiare sul suo davanzale. Caspita fa effetto, anche se sono una ragazza. Sarà una sesta o forse oltre.
Indossa una magliettina rosa alquanto provocante e dei jeans. Ha i capelli corti che le arrivano fino al viso, neri e ondulati. Un nasino alla francese. Non posso fermarmi sugli occhi perché non riesco a percepirne il colore,sono velati da una strana malinconia, all’improvviso sento freddo.
<< Questa notte l’ho risognato. >> di colpo tutta l’attenzione è rivolta a lei. La guardano tutti ma questo non sembra metterla a disagio. Continua senza fermarsi e più ascolto la sua voce, più il mio cuore si stringe in una morsa dolorosa.
<< Ogni volta che chiudo gli occhi quella sensazione non mi abbandona. Penso costantemente a come sarebbe stato se quella notte non mi fossi trovata in quella pozza di sangue, se non mi fossi lasciata andare e se un giorno smetterò di soffrire. Avevo pianificato la mia vita, sono andata contro tutti, i miei mi hanno cacciata via di casa e quando credevo che lui mi avrebbe protetta,appena ha saputo,ha preso a farmi del male. Non ce l’ho fatta e sono scappata ma è successo. Per colpa sua è successo … >> qualche volta la voce le moriva in gola.
Sono praticamente affogata nelle sue lacrime, tutti intorno annuiscono e io ancora una volta mi sento fuori posto. Non so di cosa sta parlando ma anche lei ha una storia triste.
Prende un lungo sospiro e parla ancora.
<< Ogni singolo giorno della mia vita è tormentato dalle tante domande,ma quella che più di tutte mi uccide è: “Se il mio bambino fosse nato,come sarebbe? E la mia vita? “ >>
Sussulto.
Bambino… Questa ragazza ha perso il suo bambino!
Rimango ad ascoltare immobile,quasi curiosa di quello che racconterà.
<< So di certo che sarebbe stato il più bel bambino del mondo e che la mia vita sarebbe stata migliore grazie a lui… o lei. Ma questo non lo saprò mai >> fa spallucce,mentre le lacrime le solcano il viso.
Wow,non mi aspettavo nulla del genere… Avevo pensato più a dei criminali drogati.
Nella stanza regna il silenzio, solo i singhiozzi della ragazza rimbombano intorno.
Emma si alza e arriva in un lampo dietro le sue spalle. La abbraccia e le sussurra di calmarsi.
Non so proprio cosa fare, non immaginavo lontanamente una situazione del genere.
Sembra che tutti abbiano paura di parlare.
La voce di Luigi improvvisamente riempie quell’oblio in cui eravamo caduti.
<< Grazie Mafalda >> le sorride << qualcuno vuole aggiungere qualcosa o vuole parlare di se? >>
Secondo round?
Come prima,nessuno si fa avanti subito. Inconsciamente spero che sia il tipo dagli occhi verdi a parlare.
Chi sa perché è qui… Cosa avrai mai potuto fare bel tipetto?
Mentre formulo questi pensiero lo guardo,anzi lo fisso.
È perso con gli occhi nel vuoto e si morde leggermente il labbro inferiore.
Mmmmmh,però un pensierino ce lo farei. Sarà anche antipatico,ma è sexy!
Si volta,probabilmente perché si sente osservato, e i suoi occhi incontrano i miei.
Rimaniamo a fissarci per un po’, poi lui inarca un sopracciglio e un ghigno si dipinge sul suo volto.
Perché mi guarda in quel modo,non… Oh merda! Perché io lo guardo in questo modo?
Scuoto la testa per riprendermi e abbasso lo sguardo.
Probabilmente avrà pensato che lo stessi divorando con gli occhi.
Perché cara Ares,non era così?
Cosa? No,non era affatto così!
Diamine! Mannaggia a me e ai miei pensieri! Vi odio!
Guardo ovunque,tranne che nella sua direzione.
Fa che non mi stia guardando
Fa che non mi stia guardando
Fa che non mi stia guardando

Ma come sempre le mie speranze sono vane, è ancora lì che mi fissa con il suo ghigno stampato in faccia.
<< Allora ragazzi? Nessuno vuole continuare? >> Luigi ripete la domanda.
Dylan non toglie gli occhi dai me.
<< Dylan? Dylan? Hey Dylan? >>
Francesca richiama la sua attenzione.
<< Ehm si? >> Si volta a guardarla.
Finalmente,stavo per prendere fuoco!
Sventolo piano una mano per evitare che qualcuno mi veda.
Francesca sposta il suo sguardo da lui a me. Per poi sorridere.
<< Che ne dici,caro Dylan, di dirci cose pensi di Ares,la “nuova preda” >> mima le virgolette con le dita << Non dovresti avere problemi, dato che la stai fissando da un bel po’. Cos’è ti sei preso una cottarella? >> finisce per poi inarcare un sopracciglio.
Oh mio dio,ma che sta blaterando questa tizia? Avrà fumato prima di venire qui!
Tutti in sala fissano divertiti Dylan,per poi spostarsi su di me per un po’.
Penso di essere diventata del colore della maglia di Emma,rosso acceso!
Dylan ride sommesso.
Ma cosa ci trova di divertente questo stupido?  È imbarazzante!
<< Cosa dovrei dire? Gli occhi ce li avete tutti no? >> chiede riprendendo il suo ghigno.
Tutti ridono. Tutti tranne me,che probabilmente sembrerò un vulcano in eruzione.
Dio,che vergogna!
Occhi verdi riprende a guardarmi e una volta vista la mia faccia ride ancora di più.
Un giorno ti ucciderò! Si,che lo farò!
La tristezza di prima sembra essere sparita, Emma è ritornata vicino a me e Mafalda sembra essersi calmata , anche se il suo sguardo è ancora perso chi sa dove.
Mi dispiace, ma non posso fare niente per impedire alla vita di essere crudele, sono la prima a cui ha tolto tanto.
I miei pensieri stanno per aprire una porta chiusa da tempo, li fermo prima che  possano scatenare il peggio.
<< Allora Ares, che ne dici invece di illuminarci tu? Che ne dici di parlarci di te, ovviamente solo se vuoi. >>
Cavolo e ora? No.. assolutamente no. Cosa dovrei dire?
Mi perdo e non riesco più a ritrovare la voce, fortunatamente Francesca prende in mano la situazione .
Un attimo prima l’avrei uccisa per l’imbarazzante episodio, ora invece non so come ringraziarla.
<< Non devi sentirti obbligata, se non vuoi, non fa niente. >> mi sorride e improvvisamente mi rilasso, non mi ero accorta di aver trattenuto il respiro fino a quel momento.
<< Va bene, allora se nessuno vuole parlare,possiamo ritenere questa seduta chiusa. Ci rivediamo domani allo stesso orario. Speriamo di rivederti Ares >> Luigi mi sorride e lentamente si alza,seguito dagli altri.
Lo stesso faccio io,per poi camminare in direzione della porta per andare via.
O almeno questo era il mio intento.
Qualcuno afferra  il mio polso per trattenermi, ed io,capendo chi fosse,sono già pronta a sferrare un bel pugno su quel dolce faccino.
Dolce faccino? Una faccia da schiaffi forse.
Mi volto e,diversamente dalle aspettative,a trattenermi è stata Mafalda,la ragazza di prima,insieme ad Emma ed altre due del cerchio.
Le sorrido amichevole.
Non mi va proprio di sembrare sgarbata con lei.
<< Hey >> mi limito semplicemente al solito clichè.
<< Ares giusto? >> ridacchia Emma alle sue spalle.
<< Si >> sussurro, oggi è stato ripetuto così tante volte il mio nome che non lo dimenticherò nemmeno con un attacco di Alzheimer.
<< Volevamo presentarci. Io sono Mafalda >>si indica << Lei è Emma,ma ho visto che vi siete già conosciute. Lei è Charlotte >> indica una ragazza bionda.
Si avvicina con il busto e sussurra complice << Viene dall’Inghilterra >>
Perché sussurra? Sembra uscita dal film The Ring!
<< Lei,infine, è Chiara >> una ragazza bruna e slanciata mi sorride.
Ricambio il saluto di tutte con un altro sorriso.
<< Che ne dici di andare a prendere un caffè per conoscerci tutti? >>
Altri ragazzi si sono aggiunti al gruppo.
Anche il tipo snervante è con loro!
Stringo gli occhi a fessura.
Giuro che se si permette di parlare lo azzanno.
<< Mi dispiace, ma per oggi passo. Devo ritornare a casa, domani ho scuola >>
Mi stringo nelle spalle per scusarmi ulteriormente.
<< Ok … >> Mafalda sta per aggiungere qualcosa ma viene interrotta da una voce molto sexy e familiare, appena alzo lo sguardo e mi ricordo a chi appartiene ritiro tutto quello che ho pensato.
<< Quindi ci snobbi per un paio di cazzate scolastiche , tesoro? >>
Dylan inclina la testa di lato e mi guarda.
Brutto…..
<< Ma allora, voi vi conoscete? >> dice entusiasta Mafalda.
<< No , ho avuto il piacere di assistere allo scontro Ares VS Macchinetta del caffè. >> risponde con il suo solito ghigno.
<< Ah. Tanto avrete l’opportunità di conoscervi qui,no? Sareste davvero carini insieme! >> Mafalda mi guarda maliziosa.
Coooosa? Anche tu contro di me?
Una risatina generale mi circonda ed io divento rossa fuoco.
<< Ok, ehm,io vado. Ci vediamo domani >>
Velocemente e a testa bassa esco dalla stanza.
<< Hey…Hey Ares >>
Mi giro e Mafalda mi corre incontro.
<< Non te la sei presa,vero? Stavamo solo scherzando >> dice con voce dispiaciuta.
<< No >> rispondo scuotendo,forse,troppo energeticamente la testa << Certo che no >> e sbuffo emettendo un ‘pff’ e muovendo nervosamente le mani.
Chi io? Ma anche no! Perché dovrei prenderla? Stavate solo programmando il mio matrimonio con quel tipo,che sarà mai!
<< Ah,bene. Sembri simpatica,non vorrei rovinare tutto sul nascere. Se cambi idea… >> estrae il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans << Questo è il mio numero >> me lo detta.
Lo salvo.
<< Va bene,a domani allora >> la saluto e mi avvio all’uscita.
Lì trovo mia madre che mi aspetta in auto.


<< Allora,com’è andata? >> mi guarda preoccupata,come se si aspettasse una sfuriata del tipo: ‘Io la dentro non ci torno più!’
<< Bene >> rispondo serena.
Mi guarda per un po’ incredula.
Si volta verso l’edificio e sussurra << Cosa avete fatto a mia figlia? >>
Forse dovrei offendermi,ma non riesco a trattenere qualche risatina.
<< Ah-ah,simpatica >> dico sarcastica.
<< No,sul serio,non è stato così male. Non come mi aspettassi almeno. >>
<< Quindi, ci ritornerai ? >>
<< Può darsi >> mi allaccio la cintura con un sorrisino perfido stampato sulle labbra.
Non vorrai mica perderti il belloccio dagli occhi verdi?
Cosa?
Zitta Ares!


Durante il viaggio mia madre non fa che bombardarmi di domande,a cui rispondo con molta superficialità.
Spero solo che le sedute psicologo-paziente siano private come si dice!
<< Allora,fatto nuove amicizie ? >> chiede mentre entriamo in casa.
 Salgo di corsa le scale per rintanarmi nella mia camera e rispondo urlando << Uhm, qualcuna >>


Mi butto stanca sul letto, non so perché ma uno strano sorriso mi aleggia in volto.
Mi aggiusto distratta i capelli, allungo un braccio per prendere le cuffie.
Qualcosa di cartaceo sfiora le mie dita.
Forse dovrei leggerla.
Mi alzo di scatto e mi siedo sul letto.
Indugio con lo sguardo,  ma alla fine decido di aprirla .

Ehi cucciola,
Se stai leggendo questo pezzo di carta, vuol dire che me ne sono andato. Per sempre.
La debolezza  ha avuto la meglio su di me, non ce la facevo più.
Era troppo per me.
Tutti i giorni la stessa storia…


Alcune lacrime scappano dai miei occhi.
Basta. Quella che non ce la fa a sopportare tutto questo sono io!
Non hai minimamente pensato cosa lasciavi? Chi lasciavi?!
Accartoccio violentemente quel foglio tra le mani, lo getto contro il muro.
Stringo le ginocchia al petto.
Brucia, i miei occhi bruciano.
Afferro forte i miei capelli e comincio a tirare.
Un dolore che non serve a farmi dimenticare quello che provo.
Non riesco a fermare le lacrime.
Adesso basta.
Prendo a camminare avanti e indietro per la stanza.
Affondo i piedi nel pavimento, un dolore lancinante che parte dalla caviglia mi arriva alle ginocchia. Mi accascio.
Le lacrime bagnano il tappeto. Sferro un pugno, nemmeno il sangue che scivola via dalle nocche distoglie i miei pensieri da LUI!
Ero tranquilla un attimo prima. E’ colpa tua. Tu mi fai stare male.
Poggio la testa contro il muro, lo schermo del mio cellulare attira la mia attenzione.
Lo afferro con rabbia e digito in fretta.

A: Mafalda
E’ ancora valido l’invito per il caffè?


Pochi minuti dopo arriva la risposta.

Da: Mafalda
Certo, andiamo tutti in discoteca  Ti aggiungi a noi?



Discoteca? Non sono mai stata in discoteca! Non conosco nessuno!
Ci penso un po’e rispondo.


A: Mafalda
Ok  Dove ci vediamo?

Da: Mafalda
In piazza alle 10 p.m ;)

Non vale la pena di rimanere chiusa in casa a soffrire. Non per qualcuno che ha deciso di andare via.

A: Mafalda
A dopo :D


Ci metto un po’ a convincere mia madre, ma appena sente le parole “ nuovi amici” mi lascia andare.
E ora? Cosa dovrei mettermi?
Svuoto tutto l’armadio nel tentativo di trovare qualcosa di decente.
Alla fine opto per un paio di pantaloncini in pelle nera alti in vita ed una maglietta a giro bianca dei Nirvana.
Sgattaiolo nella camera di mia madre e le frego i suoi stivaletti neri con il tacco.
Mi trucco leggermente ma riempio di mascara le mie ciglia.
Lascio sciolti in capelli in morbide onde.
Prendo la borsa e mi avvio in piazza.
Sono pronta!
 
La musica mi rimbomba nelle orecchie.
All’inizio non mi piaceva molto,ma adesso…oh è un paradiso.
Riesco a non pensare a niente.
Mi muovo in pista,una mano tra i capelli accompagna i movimenti e l’altra regge l’ennesimo mojito.
Al primo il barista non era tanto convinto della mia età,ma sono riuscita a raggirarlo.
Un sorrisetto mi aleggia in volto mentre la musica entra nel vivo.
Ballo…ballo…non mi preoccupo dei piedi che si ribellano.
Delle braccia mi circondano la vita,mentre il dj fa partire il nuovo pezzo.
Sento qualcuno che balla contro la mia schiena e inizio a sbattere il sedere verso di lui.
Qualcosa mi fa capire che gli faccia piacere.
Le sue mani salgono lungo la pancia,fino in su. Automaticamente alzo le mani verso l’alto e inizio a scendere con il mio corpo contro il suo.
Continua ad accarezzarmi e inizia a darmi piccoli baci lungo il collo.
Sorrido ancora di più.
Penso di essere un po’ ubriaca!
Scoppio a ridere e annuisco a me stessa.
Si,lo sono e come!
Il tipo mi sussurra qualcosa all’orecchio,ma io non afferro il messaggio,così mi giro verso di lui.
Mi ritrovo vicinissimo al suo viso e senza pensarci mi butto su di lui.
Iniziamo a ballare molto vicini.
<< Che ne dici di uscire a fare un giro,eh bella? >>
Lo guardo ancora in volto.
Mhm,non è male…Non ho nulla da perdere.
<< Perché no? >> sorrido maliziosa
Mi dirigo ancheggiando verso l’uscita tenendolo per mano.
Appena fuori dal locale,mi sbatte al muro e inizia a baciarmi le spalle.
La sua lingua viscida comincia a risalire.
Vorrei scrollarmelo di dosso, ma sono troppo ubriaca, il mio cervello non risponde.
Inizia a strusciarsi contro di me, le sue mani salgono lungo le mie gambe.
Arriva al mio sedere e lo palpa con gusto, poggia le mani sotto i miei glutei e cerca di alzarmi spingendomi sempre più contro il muro.
Insinua le sue dita tra la cintura dei miei pantaloncini, la slaccia velocemente…
<< No… >> in un secondo ritorno sobria.
<< Levati!! >> Tento di spingerlo via mettendogli le mani sul petto, ma è inutile.
<< Dai piccola, non fare la timida. Ci divertiremo. >>
Il suo alito puzza d’alcol ed è sudato come una spugna. Non appare tanto bello come prima.
<< No. Sul serio, spostati >> la mia voce è flebile.
<< Levati dalle palle bastardo! >> delle mani sottili si poggiano sulle spalle del mostro che ho davanti.  Lui si gira e le sorride divertito.
<< Che c’è moretta, vuoi giocare anche tu? >>  mi lascia andare e si avvicina a lei.
Mafalda arretra di qualche passo, ma non fa che suscitare altro interesse in quel pervertito.
<< Hey bello, che ne dici di cercartene altre due? >> un ragazzo dai capelli rossicci si interpone tra i due.
Mi sembra di averlo già visto.
Al suo fianco  in poco tempo appare anche Dylan.
Alzando lo sguardo mi rendo conto che tutti sono lì.
Perché sono tutti fuori?
Mafalda mi si avvicina << Ares, tutto bene? >> mi poggia una mano sotto il mento per guardarmi negli occhi.
Annuisco scuotendo un po’ troppo la testa, che comincia a girare.
Nel frattempo i ragazzi hanno cacciato via il bastardo, che cammina veloce verso l’entrata.
Tutti mi fissano. Mi sento tremendamente in imbarazzo.
<< Perché siete tutti qui fuori? State andando via? >>
Mafalda mi guarda come se fossi impazzita.
<< No … >>
<< In realtà, eravamo venuti a cercarti, ci stavamo preoccupando >>  il ragazzo dai capelli rossi si intromette nella conversazione.
Lo guardo interrogativa.
Ma dove l’ho già visto?
Mi sforzo di ricordare quando lui, quasi leggendomi nel pensiero, chiarisce i miei dubbi.
<< Sono Giacomo, oggi  al centro non abbiamo avuto l’opportunità di presentarci. >>
sorride sincero.
<< Ehm, si, io sono Ares >> sorrido anch’io.
Ride << Si,lo so >> continua guardandomi negli occhi.
Mi rilasso un po’,  ma appena mi volto incrocio lo sguardo di Dylan. Sembra tutto tranne che divertito, anzi è piuttosto truce.
Improvvisamente sento un groppo in gola che cerco di mandare giù, ma ingoio a vuoto.
<< Forse sarebbe meglio andare >> afferma, osservando la zip sbottonata dei mie pantaloncini.
Annuisco, rapita come sono dal suo sguardo.
Aspetta un attimo…ho la zip dei pantaloncini aperta? Oh,porco cacchio!
Mi volto e armeggio per chiuderla.
Quando sono pronta, vedo che si sta dirigendo verso la sua moto ,con un casco tra le mani.
<< Dai,vai con lui. >> Mafalda mi accarezza un braccio << Sembrava alquanto preoccupato prima. >> sorride e mi spinge verso di lui.
Lentamente lo raggiungo << Aspetta ..>>
Infila il casco e fa per salire sulla moto.
<< Hey, vengo con te! >>
Si ferma e mi fa cenno con la testa di salire.
Prima di partire, toglie il casco e me lo porge.
<< Mettilo, non si sa mai >>
<< E tu? >>
<< Non preoccuparti, sempre meglio io che tu >>
Non capisco a pieno il senso della sua frase,ma faccio come dice.
Parte sgommando e io d’istinto allaccio le braccia attorno alla sua vita.
Non voglio morire proprio adesso! Sono ancora vergine,capite?
Corre come un matto e non mi rendo neanche conto che le strade che sta percorrendo non sono quelle per casa mia.
E cosa dovrebbe fare? Non sa mica dove abiti, stupida? Tu non ti sei preoccupata di dirglielo!
Mentre elaboro questi pensieri, ferma la moto, bruscamente toglie le mie mani dalla sua vita e scende.
Lo guardo interrogativa, ma lui comincia a camminare.
<< Vuoi restare qui fuori tutta la notte? >>
<< Dove stai andando? >>
<< A dormire >>
A dormire? E dove dorme?
<< Dove? >>
<< Nel mio letto tesoro >> risponde mentre estrae delle chiavi dalla tasca dei jeans.
<< E io ?  Devo tornare a casa! >>
<< Sul serio vuoi presentarti a casa tua così? Ubriaca fradicia? >>
<< Non sono ubriaca! >>
Coffcoff …
La vocina tossisce.
Beh,non ha tutti i torti,forse potrei restare per un po’
<< Allora? Che fai? >> Dylan mi fa riemergere dai miei pensieri.
<< Ehm…arrivo >>
Corro nella sua direzione e lo seguo in casa.
Mentre lui apre il portone, getto un ultimo sguardo alla moto rosso fuoco parcheggiata fuori. Se non sbaglio,è una Ducati.
Saliamo velocemente le scale del palazzo e ci fermiamo sul pianerottolo.
Spulcia le chiavi del mazzo una ad una,per trovare quella di casa.
Siamo al quarto piano.
Perché non abbiamo preso l’ascensore?
Penso guardandolo.
Ho anche i tacchi,cacchio!
Apre la porta e mi fa cenno di entrare.
Lui fa lo stesso e silenziosamente la chiude.
Mi porta in cucina e mentre lui apre il frigorifero io mi siedo sul divano.
Ho i piedi massacrati!
Dopo poco mi porge un bicchiere d’acqua gelida.
<< Bevi >> dice autoritario,ancora con lo sguardo truce.
Afferro il bicchiere e lo guardo allo stesso modo.
<< Mi spieghi perché sei così incazzato con me ? >>
Passa un po’ ma lui non risponde , si ostina a fissarmi.
<< Allora…sto aspettando una risposta! >>
Fa finta che non abbia detto niente e si appoggia con le mani al tavolo.
<< Bevi >>
Mi alzo e sbatto furiosamente il bicchiere sul tavolo.
<< Allora posso tornarmene anche a casa >> urlo e mi avvio alla porta.
Ma lui mi afferra prima che io possa fare un passo in più.
<< Ma sei impazzita? Se continui così,sveglierai mia nonna. È già debole di cuore,non le serve un altro infarto,fidati >> è serio mentre parla.
Non so spiegarmi il perché,ma inizio a ridere come un’isterica.
 << Cosa?... Si può sapere perché ridi? Ti ho appena detto di non far casino! >>
Non riesco a rispondere,tanto sono fuori di me.
<< È che tu…tu… >> faccio un gesto strano con la mano << Sei così esilarante! >>
Mi guarda come se mi fossero spuntate le ali.
<< Mio dio, sei proprio andata! >>
Continuo nella mia pazzia e quasi non mi accorgo che nel frattempo mi ha portata in camera sua.
<< Mhmm, e adesso noi cosa dovremmo fare qui? >>lo guardo sospettosa.
Lui scoppia a ridere.
<< Credimi tesoro,se fossi in altre condizioni, accetterei volentieri. Ma ora non mi sembra proprio il caso! >>
Mi imbroncio e mi avvio al letto.
Tolgo le scarpe e sfilo la maglia.
<< V-vuoi che esca? >> sussurra imbarazzato.
<< Eh? No,non preoccuparti. Sono sicura che non è niente che tu non abbia già visto! >> rispondo maliziosa.
Scuote la testa e prende una maglia dalla sedia di fianco alla scrivania.
La lancia << Tieni,metti questa >> nonostante gli abbia detto di non farlo si volta e aspetta che mi ricomponga.
Mi infilo sotto le coperte e dopo poco cado in un sonno profondo.


 
<< Fa male…oh Ale…Papà… >>


 
Un odore pungente di lavanda e muschio bianco mi invade le narici.
Mi volto tra le coperte e pian piano apro gli occhi.
Un volto ancora addormentato è a pochi centimetri dal mio.
Sfrego gli occhi e distrattamente appoggio la mano sul letto che tocca delle dita calde.
Mamma?
No, è Dylan.
Guardo meglio.
Con chi diavolo ho dormito?
Con Dylan…
Oh mio dio,DYLAN!
Te l’avevo detto!
Salto giù dal letto e scruto meglio la situazione che ho davanti.
Indosso solo una maglia bianca più grande di due taglie e lui invece senza,dorme con un paio di pantaloni di una tuta.
Cosa ho fatto? Abbiamo fatto!
Prendo a camminare per la stanza e passo nervosamente le mani tra i capelli.
<< Ma lo sai che russi e parli anche nel sonno? >> una voce rauca dal sonno mi fa sobbalzare.
Lui sorride ebete mentre io ho una grande voglia di ucciderlo.
Si alza e si aggiusta i pantaloni, muove due passi verso di me e io arretro d’istinto.
Prendo un cuscino dal letto e glielo lancio contro.
<< Porco! Cosa mi hai fatto? >>
<< Sei più simpatica da ubriaca >> mi liquida così, apre la porta e scende le scale.
Mi affretto a raggiungerlo e lo trovo in cucina con un bicchiere di succo in mano.
<< NO! Ora mi spieghi cos’è successo stanotte! >>
Sbuffa sonoramente e si porta il bicchiere alle labbra.
<<  Diciamo che ci siamo divertiti parecchio >> mi fa l’occhiolino.
Oh- mio-Dio!
Sento il sangue affluirmi in volto.
Mi fiondo su di lui e comincio ad assestargli dei pugni sul petto.
<< Brutto porco, cosa mi hai fatto? Quella era la mia prima volta! >>
Lui ride e tenta di allontanarmi.
Riesce a fermarmi e con espressione divertita afferma << Sei vergine tesoro? >>
C-cosa? Ma è impazzito?!
<< A quanto pare non più! >> parlo senza connettere.
La sua ilarità cresce sempre più fin quando non scoppia.
<< Mi dispiace annunciarti,che la tua cara verginità è al sicuro solo grazie a me. Tu l’avresti buttata via più che volentieri! >>
Io-io Cosa?
<<  Stai scherzando? >>
<< Non sono mai stato più serio di così. Eri piuttosto su di giri ieri sera. Ti stavi divertendo con un tipo ma alla fine la situazione si è molto surriscaldata. Quindi abbiamo pensato bene di portarti via >>
<< Oh. Quindi noi …. Io e te … non … >>
Scuote divertito la testa.
<< So che ti sarebbe piaciuto, ma no >> continua a ridere come un imbecille.
<< Beh… allora se non ti dispiace andrei a vestirmi >>
Detto questo,scappo letteralmente in camera sua.
Dopo essermi rivestita,scorgo il mio cellulare sul comodino di fianco al letto.
Lo accendo e sussulto.
Dieci chiamate perse da: mamma!
Mi affretto a comporre il suo numero e la chiamo.
Dopo neanche due squilli risponde.
<< Ares! Ma dove diavolo sei? Stavo per chiamare la polizia! >>
<< Ehm…mamma…mi dispiace, lo so avrei dovuto avvertirti. Ieri sera era molto tardi e sono rimasta a dormire da Mafalda >>
Mia madre sospira sollevata << Non sai quanto mi sono preoccupata! Per questa volta te la faccio passare liscia. Che non ricapiti più! >>
<< Si mamma, giuro. Sarà meglio che vada, ho scuola. Ci vediamo dopo >>
<< Ciao piccola, ti voglio bene >>
Corro da Dylan e lo trovo davanti alla TV mentre mangia gustosamente dei biscotti.
Mi schiarisco la voce ma è troppo occupato a vedere Tom e Jerry per accorgersi di me. Mi posiziono davanti al televisore per avere la sua attenzione.
<< Che dici, mi accompagni a scuola o prendo un autobus  ? >>
Mi scruta per un secondo << E tu, vorresti andare a scuola conciata così ? >>
Abbasso lo sguardo e nemmeno a me sembra il caso di presentarmi in classe in quel modo.
<< Se magari alzassi il sedere da quella poltrona, faccio in tempo ad andare a casa a cambiarmi! >>
<< Ai suoi ordini capitano! >>  a mo di marine si alza e porta la mano tesa alla fronte come un saluto.


Accostiamo con la Ducati fuori al cancello di casa mia,entro e mi cambio velocemente. Dopo pochi minuti siamo fuori dalla mia scuola.
<< Merda! Proprio ora doveva iniziare a piovere? >> Dylan impreca.
Alzo lo sguardo al cielo e noto effettivamente che qualche goccia cade.
Scendo velocemente e anche lui fa lo stesso.
In poco tempo quelle gocce si trasformano in un diluvio e ci ritroviamo a correre abbracciati verso l’ingresso.
Tento di ripararmi i capelli sotto l’ala del giubbotto di Dylan,ma senza molti risultati.
<< Uff… e adesso io come ci torno a casa? >> mormora guardando la pioggia.
<< Ah,non è ho proprio la più pallida idea. Resta che io sono arrivata,e quindi ti saluto >> rispondo sorridendogli con finta dolcezza.
Inarca un sopracciglio.
<< Oh,grazie Dylan per avermi salvato da un depravato ieri sera e avermi accompagnato stamattina a scuola,non so come avrei fatto senza di te >> mi fa il verso e lo accompagna a gesti non del tutto virili
<< Oh,Ares,non preoccuparti,non c’è di che, è stato un piacere >> continua con voce più grave,gonfiando il petto.
Rido per le sue imitazioni.
<< Hey! Io non parlo così! >>
<< Oh, e come se lo fai! >>
Mi imbroncio e lui sorride.
<< Sarà meglio che vada,altrimenti quella zitella della prof mi mangia viva! >>
Abbassa e scuote la testa soffocando una risata.
Apro la porta e mi avvio correndo verso il secondo piano.
<< Ah Dylan, grazie comunque >> aggiungo prima di perderlo di vista.
Lo vedo salire sulla moto e imprecare un’ultima volta contro la pioggia.
Salgo di corsa le scale, e dopo essermi scusata migliaia di volte con la Pitacoro per il ritardo, mi siedo di fianco ad Elèna.
Mi guarda con uno strano sorrisino.
La guardo perplessa e lei intuendo si sporge verso di me e sussurra << Dopo mi spieghi chi era quel figo che ti ha accompagnata,d’accordo? >>
Scuoto la testa.
Avrei dovuto aspettarmi una domanda del genere!

   

 
 
-Spazio autrici-
Heeeey,
salve a tutti/e,come state?
Finalmente è arrivato questo capitolo!
Ci scusiamo ancora per il madornale ritardo,ma ci siamo trovate incastrate tra un paio di cose.
In primis,è iniziata la scuola e siamo state già pittosto bombardate di compiti,solo oggi abbiamo avuto un po' di respiro.
Speriamo di riuscire a pubblicare con precisione il sesto.
La revisione dei primi capitoli non è ancora iniziata,sempre a causa del poco tempo,ma vedremo di farla al più presto.

Abbiamo tantiiissime idee per i prossimi capitoli,speriamo continuate a seguirci per scoprirle.
Grazie a chi ha recensito i precedenti e anche a chi ha semplicemente letto <3
Speriamo di ritrovarvi anche adesso,e di non avervi deluso :)
Cosa ne pensate?

Vi ricordiamo che nell' AVVISO c'è il link della nostra pagina facebook,dove potremmo conoscerci meglio.
Grazie mille per aver letto anche questo capitolo,

Baci Jale :*

Ps: il sesto capitolo verrà pubblicato lunedì prossimo,a patto che ci siamo almeno quattro recensioni o almeno una bella percentuale di visualizzazioni (altrimenti ci sentiamo di parlare da sole lol) <3



 
  
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