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Autore: Ena_min    24/09/2013    7 recensioni
(jongkey e 2min)
“lo sai quale è la cosa più stupida da fare nella vita?? Viverla senza nessuno al tuo fianco che ti ami!!”… era sempre questo che gli ripeteva sua nonna quando ancora era viva.. ed era anche l’ ultima cosa che gli disse prima di morire...
Ripensava sempre a quelle parole.. ogni tanto gli davano il coraggio di andare avanti.. ogni tanto invece lo facevano piangere..
Ricordi tristi, ricordi strappalacrime, ricordi che vorresti solo cancellare dalla mente.... Ma vale veramente la pena di vivere la vita senza di essi?
Genere: Drammatico, Malinconico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona seraaaaaaaaaaaaaaa... Lo so.. lo so.. pensavate che fossi morta vero?? eh invece no!!! Irena is backk!! xD.. Mi dispiace tantissimo del ritardo super però quest' anno ho la maturità quindi tra scuola e tutto non sono riuscita a scrivereeee!!! Ma... sono ritornata con un capitolo mooolto particolare.. secondo me a nessuna di voi è mai venuto in mente che sarebbe successo questo che state per leggeree! xD
QUindi ora vi lascio.. buona letturaaaa!

Taemin seppe della notizia grazie al telegiornale dell 19.
Minho lo vide diventare bianco e pallido e trattenere il respiro per quelli che sembrarono secondi infiniti.
All’ improvviso il più piccolo si alzò dal divano in cui era seduto con davanti la ciotola di ramen, e corse verso la porta del suo appartamento.
“Cerca Kibum nel parchetto di fianco al bar in cui andiamo ogni tanto.. se non è a casa è là” disse Minho ora molto preoccupato e ansioso anche lui.
Il più grande non poteva muoversi di casa.. se avesse seguito Taemin sarebbe solo stato un impiccio, così lo lasciò andare sperando che riuscisse a trovare il loro vicino di casa.
 
Taemin corse per le vie più buie e poco circolate Voleva arrivare al parchetto il più velocemente possibile.. Sapeva che Minho non si sbagliava mai quando si trattava di queste cose, e sicuramente non avrebbe sbagliato ora…
La pioggia cadeva, e anche le sue lacrime cominciarono a rigargli il viso!
Perché stava succedendo ancora?  Perché anche Kibum doveva soffrire?
Inciampò in un pezzo di asfalto che era venuto via, e corse ancora non curante dei pantaloni  stracciati e del giubotto  zuppo d’ acqua.
“ragazzo investito alle vicinanze di Seoul.. Ora Kim Jonghyun è incosciente all’ ospedale della capitale.”  Era solo questo quello che si ricordava dal telegiornale che aveva visto prima…  e in quel momento solo quella frase gli rimbombava nella testa… L’ unica cosa che sentiva era solo tanto dolore all’ altezza del petto e un angoscia che non finiva più..
Arrivò al parchetto qualche minuto dopo… Ma non ci trovò nessuno.  Cercò dentro la casetta per i bimbi, sotto lo scivolo fangoso, e butto gli occhi verso l’ altalena… Ma non vide nessuno.
Il suo cuore cominciò a battere ancora più forte, le sue gambe cominciarono a non riuscire più a trattenere il suo peso… e le sue lacrime a non finire più.
Estrasse il cellulare dalla tasca e velocemente compose il numero del biondo.
Taemin ora girava per il parchetto in cerca di un indizio, in cerca di qualcuno che gli dicesse che Kibum stava bene, che non avrebbe fatto nessuna pazzia, che sarebbe ritornato da lui e che avrebbe sorriso ancora perché tutto sarebbe andato bene, niente sarebbe finito male.
Ma ancora una volta le sue preghiere non servirono a nulla.
Nessuna risposta, nessuna traccia, nessuna certezza.
Andò verso l’ albero più vicino, quel pino che tante volte aveva visto guardare tutto il parco dalla sua posizione centrale.
CI si sedette sotto, si riparò dall’ acqua, cercò conforto da quei lunghi rami… finchè vide un luccichio provenire poco più distante dai suoi piedi.
Si avvicinò al braccialetto che aveva trovato e lo guardò… Lo osservò, finchè l’ immagine di Kibum a casa sua gli parve davanti agli occhi. Finchè potè chiaramente vedere il braccio di Kibum portare quel braccialetto che aveva tra le mani!
Lo rigirò tra le mani.. Spaventato di sapere il perché quel braccialetto fosse lì.. Cercò di mandare via lo sporco della terra  e così vide la lettera incisa sopra.
Una  A.
Taemin si ricordò di Amber, la cara sorella che Kibum aveva tanto amato.
Così  si rimise in piedi e riprese la sua corsa, forse ora, più speranzoso.
E con quel senso di speranza si diresse verso il cimitero in cui Amber era stata seppellita.
******
 
“Partirò domani Jinki. Assicurati di dare le mance alle infermiere e cerca di farmi uscire da questo ospedale, ora sto bene” disse Jong con un filo di voce.
“E’ stata opera del signor Choi.. Lo sai questo vero?” gli chiese l’ amico.
“La mia vita, tutto quello che ho, tutto quello che sono, tutto quello che ho amato, odiato, voluto, tutto è sempre stata opera del signor Choi!... Tutto è sempre stato opera di QUEL BASTARDO!!!” 
Jong urlò quelle ultime due parole e, come se la sua mano fosse guidata da esse, scaraventò per terra il vassoio della cena.
“Mi ha rubato tutto.. l’ infanzia, la famiglia, la vita.. e ora anche Kibum.. come posso fare senza di lui Jinki!! COME?” chiese ancora più arrabbiato di prima.. I suoi occhi mostravano odio e dolore.. da quei occhi cominciarono anche a cadere le prime lacrime di disperazione.
“mi aveva fatto rinascere Jinki.. Il suo sorriso, la sua forza, le sue debolezze, i suoi abbracci e i suoi baci che non finirò mai di desiderare.. Mi stava facendo vivere.. lontano da loro che non mi hanno mai voluto, lontano da loro che mi hanno sempre fatto del male. Mi stava portando in paradiso. Senza di lui cosa posso essere?”
Jinki cercò di calmarlo.. si mise al suo fianco e lo abbracciò.
“Ti farai una vita nuova.. so che sarà meglio così... Jong, non immischiare Kibum in tutto questo.. non farlo soffrire più di quanto ha già sofferto… andrà bene così!”
Jong ascoltò le parole dell’ amico con un nodo in gola, convinto che tutto quello che stava accadendo fosse solo l’ inizio dell’ inferno!
******
 
Dopo un po’ si era anche messo a ridere..
Dopo un po’ aveva accettato quella sua condizione da eterno sfigato, quella sua condizione di eterno dolore e angoscia.
Tanto cosa avrebbe dovuto fare? Niente.. Dio aveva deciso questo per lui.. perché non starsene a sedere e aspettare la morte allora?
Era arrivato al parchetto dove aveva pensato di dirigersi quando si era messo a correre per scappare via da quel posto che chiamano ospedale.. così si era messo  sotto quell’ albero in cui lui e sua sorella contavano quando giocavano a nascondino..
SI era seduto lì, a gambe incrociate, mentre la pioggia cadeva e i ricordi scivolavano nel nulla. Via da lui.. lontani.. dove non gli avrebbero fatto del male.. dove sarebbero rimasti confinati senza mai più ritornare.
A occhi chiusi la mente di Kibum si stava facendo del male.
Pensava a quanto la storia della sua vita potesse essere così triste e dolorosa.. così si accorse che se fosse diventata la trama di un libro avrebbe fatto un sacco di successo.
Il biondo si porto i palmi alle tempie.
“non è successo a mè, era solo un libro… non è successo a me, era solo quello che ho letto… non è successo a me… non è successo a me” si ripeteva bisbigliando fra se e sé..
Si auto convinse.
Appoggiò la testa sulla corteccia dura e sospirò.. Fece un semplice sorriso e riaprì gli occhi.
Guardò le sue mani e le vide pallide, il suo sguardo si posò sui suoi polsi e con la mano destra percorse le vene che si vedevano, per arrivare infine a toccare quel braccialetto argento che portava da un po’.
“Anche tu non sei esistita veramente vero? Eri in quel libro anche tu, no?  La lettera A.. si.. Amber… eri la sorella del protagonista…” disse ancora, rivolgendosi a nessuno.
Si tolse il braccialetto e lo lanciò poco più lontano da dove si trovava.
“non mi servi più” parlò con sguardo serio.
“cancellerò anche te” continuò tremante.
Kibum si alzò da dove si era seduto e ricomponendosi si diresse verso la strada luminosa.
Qualcosa stava cambiando.. Ma Kibum non se ne accorgeva. Qualcosa stava andando male, ma il biondo non ne dava peso. Quello che stava facendo la sua mente lo faceva stare bene. Quello che lo stava proteggendo non gli avrebbe più fatto del male. Kibum non avrebbe più provato dolore.
A passo sicuro si diresse verso il cimitero.
“Ti cancellerò… ti cancellerò”
Arrivò davanti alla tomba. Si abbassò e guardò la piccola foto lì di fianco.
“sei veramente come ti hanno descritto in quel libro, Amber” disse con un semplice sorriso.
“Ti ho portato questi”  aggiunse per  poi abbassarsi e poggiare dei fiori bianchi sulla tomba della ragazza.
“sai… io non ho una sorella. Sono figlio unico. Mi sarebbe  piaciuto averne una ma mia mamma non mi ha mai accontentato.”
Il suo cervello prese nota.
“Io mi chiamo Kim Kibum comunque. Ho letto quel libro in cui parlavano di te. Era una storia vera, sono così contento che quello che è successo al ragazzo protagonista non sia successo a me. Sai… perdere così tanto e riuscire a vivere lo stesso è così triste.. mi dispiace per lui.”
La sua mente memorizzò ancora.
“Io non ho mai sofferto tanto. Fortunatamente ho vissuto una vita felice. Sai.. le solite cose, vado a scuola.. lavoro un po… Un giorno ti dovrò presentare anche Taemin.. è un mio caro amico! Sarai felice di conoscerlo.. ne sono sicuro! Ora però devo andare via. Ciao Amber, ritornerò a trovarti!”
Così Kibum salutò con la mano e con un semplice sorriso e si voltò intento a ritornare a casa.
“cosa stai facendo Kibum?”  gli chiese però quel ragazzo visibilmente  preoccupato, davanti a lui.
“Ciao Taemin” salutò Kibum sorridente ed entusiasta di rivedere l’ amico.
“Ti ho mai raccontato di quel libro che ho letto? Ora non ricordo bene il titolo. E’ la storia vera di un ragazzo a cui non va mai bene niente.. Gli era morta la sorella e qua è dove lei è stata seppellita. E’ proprio qui.. Amber.” Gli rispose ancora con un sorriso semplice dipinto sul volto.
Taemin spalancò gli occhi. Non riuscì a dire nulla. Era spaventato e scioccato. Cosa poteva fare!
Le prime lacrime caddero dai suoi occhi a mandorla. Il senso di angoscia lo pervase e con esso le sue gambe cedettero.
Taemin si ritrovò per terra.. A piange  come non aveva mai fatto. Senza vergogna, senza paura, senza pudore e senza modo di smettere.
Il biondo invece lo guardò ancora una volta incuriosito. “Perché piangi Tae?” gli chiese poi, finalmente.
Non ebbe risposta.
“daii.. qualunque cosa sia non penso che sarà così grave” gli disse l’ amico sorridendo ancora una volta.
Taemin rivolse lo sguardo in alto, verso quello di Kibum.
I loro occhi si incrociarono e la fitta al cuore di Taemin si fece sentire più forte che mai.
Cercò di essere forte. Doveva aiutare il suo amico. Non poteva lasciarlo in quelle condizioni.
Si alzò, cercò di ripulirsi e con ancora le lacrime agli occhi fece un sorriso forzato al suo hyung.
“Ok hyung.. andiamo a casa ora.. non è niente di grave” decise quindi di dire.
“va bene piccoletto. Nella via di ritorno ti compro un biscotto alla panna.. il tuo preferito, ok?”
Taemin lo guardò e gli sorrise debolmente un’ altra volta... il biscotto alla panna non gli era mai piaciuto.. e il Kibum di prima non si sarebbe mai sbagliato.
******
 
 
“Avevi detto che non avresti fatto nient’ altro di male  se fossi riuscito a diventare dottore.”
“te lo avevo mai promesso, Minho?” si sentì rispondere il ragazzo dai capelli scuri.
“Lascialo stare! Come fai a essere così crudele?” ribattè ancora.
“sei sangue del mio sangue figliolo.. un giorno capirai anche tu come va questo mondo”
Detto questo il signor Choi fece finire la chiamata.
Minho colpì il muro con la mano sana preso da un momento di rabbia.
Quando era arrabbiato, deluso, amareggiato!
Essere figlio di quell’ essere lo rendeva così nervoso!
 
Sentì la il suono della chiave girare nella toppa della porta.
SI girò verso quella direzione e dopo pochi secondi vide Taemin e Kibum entrare tutti bagnati.
Sinceramente non si aspettava una scena come quella che vide.
Kibum sorridente lo salutava con una mano. Era bagnato si, ma questo non sembrava minimamente infastidirlo. Non era triste, non era cupo e infelice come ci si aspettava da uno che aveva dovuto sopportare tutto quello.
Spostò quindi lo sguardo verso Taemin. Dentro ai suoi occhi vide la più scura delle emozioni impadronirsi della sua anima.
Non riuscì a parlare. Non sapeva che dire. Cosa stava succedendo? Cos’è che non sapeva?Come sarebbe andata a finire?
Minho non riuscì a rispondere a nessuna di quelle domande, finchè Taemin dopo aver indirizzato Kibum verso la doccia gli raccontò tutto.
I due fidanzati si sedettero sul divano aspettando che il più grande finisse di lavarsi e cambiarsi.
“Non può essere definita una malattia. E’ solo un modo che il cervello ha per proteggere Kibum. La sua mente ha cancellato tutte le cose brutte che gli sono capitate. Gli sta facendo credere che tutto quello che è successo lui lo abbia letto solo in un libro. Gli sta facendo credere che non ha mai sofferto, che la sua vita è perfetta, che non ha mai avuto una sorella e che per lui le cose vanno  a meraviglia. Sicuramente non si ricorderà di Jong e tantomeno del mio incidente.” Disse Minho rivolto al piccolo biondo.
Taemin ricominciò a singhiozzare. I suoi occhi si riempirono di nuovo di pianto e con debole voce disse “e ora come facciamo a farlo ritornare come prima?”
Minho lo abbracciò e con voce sincera gli chiese  “vuoi veramente che ritorni a ricordare tutte le cose brutte che gli sono successe? Ora Kibum sta bene. Fai finta di niente anche tu.. ok?”
Taemin sentì una strana sensazione.
Minho aveva ragione?

Come sempre vi  invito a lasciare un piccola recensione se il capitolo vi è piaciuto!!! Spero tanto di si!!!
Vi adoro.. e grazie di seguirmi sempree! Bacioneee!

Ena

  
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