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Autore: Greenflares    25/09/2013    6 recensioni
“Senti,” cominciò Stiles, raggomitolato al sicuro nella sua Jeep mentre guardava enormi scrosci di pioggia rotolare giù per il parabrezza, annebbiandogli la vista “in questo momento sono bloccato da qualche parte nel bel mezzo del nulla e credo di aver bucato.”
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Stiles era seduto a gambe incrociate sul pavimento della cucina, il quarto ed ultimo mobiletto della cucina era aperto di fronte a lui, svuotato per metà.
Una collezione di scatoloni da trasloco pieni fino all’orlo era sistemata dietro di lui, ognuno era riempito con oggetti arrotolati  attentamente nella carta da giornale, che aveva tolto dai mobili precedenti.  

“Qualcuno potrebbe spiegarmi perché avete uno spremiagrumi ancora sigillato sul fondo della credenza?” domandò, esaminando la confezione tra le proprie mani, emettendo un piccolo grugnito a causa del peso. “ Accidenti, è nuovo di zecca.

La testa di Erica sbucò da dietro l’angolo, con una scintilla di eccitazione negli occhi. “Hey!” urlò allegramente, “Lo stavo cercando quello!” 

“ Beh, uhm, lo metto in questo scatolone ok?” disse, infilandoci  lentamente lo spremiagrumi.

“Ottimo.” esclamò, per poi scomparire di nuovo, ritornando in qualunque angolo della casa stesse svuotando. 

Stiles riprese il proprio lavoro, svuotando i vari mobili e cercando di non strillare quando scopriva qualche enorme insetto a cui aveva appena distrutto la casa. 

“Seriamente,” sbuffò, tirando fuori un antico bollitore che non si azzardò ad aprire. “ma questa gente non pulisce mai?” 

“ Fino a poco tempo fa, non c’è mai stato un gran bisogno di fare le pulizie.” disse Derek alle sue spalle, e Stiles fece cadere il bollitore con un gran fracasso. 

“Mi hai fatto prendere un colpo,” brontolò, voltandosi a guardare 
quell’idiota di un licantropo che al momento stava distruggendo il suo equilibrio emotivo. “ Ho appena perso dieci anni di vita a causa tua, lo sai?” Insistette. “ Ora il mio cuore è seriamente danneggiato.” 

“Starai bene,”  c’era una traccia di sorriso sul suo volto e Stiles dovette lottare con se stesso per non rimanerne ammaliato. 

Raccolse il bollitore e fece un sospiro di sollievo notando che niente era scappato fuori quando il coperchio era saltato via. “Non capisco perché abbiate così tanta roba, quando è chiaro che non la usate.” disse, incrociando lo sguardo dell’alpha. “Voglio dire, andiamo, uno spremiagrumi?”.

Derek scrollò le spalle. “ Era in sconto.” 

“Certo che lo era.” mormorò, arrotolando il bollitore nel giornale e sistemandolo nello scatolone assieme alle altre cose. “Ovvio che hai comprato uno spremiagrumi perché era in sconto.” Sorrise appena, divertito ed irrimediabilmente innamorato. 

“Sono sorpreso che Allison sia venuta oggi,” disse l’alpha, Stiles stava per rispondere quando realizzò quanto fosse strano che Derek - Derek - stesse facendo conversazione.

“Stai - stai cercando di spettegolare con me?” domandò scioccato. “ Sta succedendo davvero? Qualcuno mi dia un pizzicotto, sto sognando.” 

“Sta zitto,” borbottò l'altro dando un’occhiata dietro la propria spalla, quasi aspettandosi che Allison fosse in piedi dietro di lui, molto arrabbiata. “Non sto spettegolando, sto solo - mi sto preoccupando del branco, ok? Io - sto cercando di essere un buon Alpha.”

Stiles lo guardò, un po’ sorpreso. “Davvero?” perché, wow, Derek ci stava davvero provando.

“ E’ davvero così scioccante per te?” domandò il lupo, leggermente offeso. “Sai, in realtà non sono un mostro.”

“Lo so, lo so.” Stiles si affrettò a rassicurarlo. “E’ solo - non lo so - una piacevole sorpresa.” prima che l’altro potesse interromperlo aggiunse. “ Di solito non sei particolarmente socievole, tutto qui.” 

Derek si accigliò. “Stai dicendo che sono asociale?”

 “Beh, perché non consideri il tono che stai usando, l’espressione che hai e provi a risponderti da solo?” Stiles spostò lo scatolone, imballare era diventata l’ultima delle priorità.

Il cipiglio di Derek aumentò. “Non è che mi sto impegnando per essere stronzo,” disse frustrato.

“Ti viene naturale?” chiese il ragazzo, con un sorrisetto già stampato in viso. 

“ Divertente.” ringhiò Derek, sedendosi al tavolo della cucina. “Hai già svuotato gli altri sportelli?”

“Questo è l’ultimo.” rispose, riportando l’attenzione sul mobile mezzo vuoto  e sospirando. “E tu? Hai già finito con la tua stanza?” 

Derek grugnì.

“Lo prenderò come un sì.” disse, allungandosi verso lo sportello per rimettersi al lavoro.

Fu facile dimenticarsi che l'altro era nella stanza con lui mentre era così preso dal proprio lavoro. Trovò quello che sembrava un antico ferro da stiro,seguito da una fiaschetta e un paio di scarpe da bowling che decisamente non avrebbero dovuto essere in un mobile della cucina, oddio. Aveva cominciato a canticchiare mentre lavorava, e tra i ritrovamenti, gli incarti e mettere via negli scatoloni, Stiles si era completamente dimenticato della sua presenza.

“Grazie per essere venuto a vedere le case con me,” disse, spaventando abbastanza il ragazzo da farlo strillare e quasi perdere la presa sul vaso che stava incartando.

“Merda,” sibilò Stiles. “Mi ero dimenticato che eri qui.” Si voltò per guardare il ragazzo seduto al tavolo. “ Te ne sei stato sempre zitto.”

“Scusa,” disse Derek, spostando velocemente lo sguardo sul ragazzo per poi tornare a fissare le proprie mani sul tavolo. “ Ma è vero quello che ho detto. Grazie. Per aver scelto la casa con me.”

Stiles deglutì rumorosamente, cercando di non ripensare all’agente immobiliare, a quello che aveva detto e a cosa aveva inavvertitamente scatenato in lui. 
“ Non c’è di che,” rispose allegramente. “Mi sono divertito.” 

“Sei stato di grande aiuto.” disse Derek, e l'altro si odiò per esserne così felice.

“Avrebbe potuto farlo chiunque,” lo rassicurò, incartando delicatamente il vaso e riponendolo nello scatolone. “Tutto quello che ho fatto è stato irritare quella donna.” 

Derek sorrise e Stiles sentì stingersi il petto. “ Lo hai fatto bene, però.” 

“Decisamente.” concordò il ragazzo, sentendosi terribilmente idiota perché si stava godendo troppo quella conversazione così stupida.

“Derek!” chiamò Erica. “Credo che sia arrivata la pizza!” 

Stiles non riuscì ad evitare di sentirsi deluso, quando Derek si alzò dal tavolo, gli offrì un ultimo esitante sorriso e si allontanò per andare a recuperare la pizza.
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“Okay, Stilinski.” disse Erica il giorno seguente, bloccando Stiles in corridoio mentre andavano in classe, spingendolo in un angolo e intrappolandolo lì. 
“ Voglio sapere cosa sta succedendo esattamente tra te e Derek.” Prima che il ragazzo potesse rispondere, aggiunse. “ E prima che cominci a mentire, voglio solo che tu sappia che ho occhi, orecchie e sensi molto sviluppati.” Lo fissò con aria di sfida.

“Uh,” cominciò. “Io non-”

“No.” sibilò la ragazza. “Niente bugie. Non negare.” 

“Non sto-” 

Lo guardò storto.  “Si invece.” 

“Ma-” 

“Stiles.” 

Prese un profondo respiro sentendo l’aria scorrere nei polmoni. Si accigliò, per poi sbuffare, “ Ok, hai vinto. Mi piace Derek.” 

Gli occhi di lei brillarono ed emise un piccolo sbuffo che poteva essere solo di soddisfazione. “Lo sapevo,” esalò. “L’ho detto tre settimane fa, ma Lydia mi ha dato della pazza.” 

Stiles si sentì male. “L’hai detto a Lydia?”

Erica roteò gli occhi e fece un gesto assente con la mano “ Sì, ma qual è il problema, non mi ha creduto.” 

Stiles avrebbe voluto scivolare lungo la parete e sciogliersi un una pozzanghera attorno ai suoi piedi. 

“Hey, niente facce imbronciate,” esclamò la ragazza, prendendogli il volto tra le mani. Cercò di forzarlo a sorridere ma lui la respinse.

“Puoi- puoi non farlo?” chiese esasperato, balbettando un po’. “Non credi sia già abbastanza brutto che tu ficchi il naso nei miei affari personali? Devi proprio molestarmi, anche?” 

“Non sto ficcanasando,” borbottò offesa. “ Sto solo … Esprimendo un interesse.” 

Stiles sbattè le palpebre. “Sei seria?” 

“Come un infarto.”rispose con un sorriso affilato e smagliante. 
“Tu sei fuori,” si lamentò, coprendosi il volto con le mani e sperando che un qualche disastro naturale lo salvasse dal suo interrogatorio.

Ci fu un momento di silenzio, poi Erica tornò alla carica.

“ Gliel’hai detto? A Derek, intendo.” 

Stiles trascinò via le mani dalla faccia e la guardò storto. “Tu che dici?” 

Spostò lo sguardo sulle sue labbra, sulla gola e poi lo riportò sugli occhi. “ Non vedo succhiotti, quindi … No.” 

Stiles impallidì. “ “E’ - Io non - Tu non puoi - No.” 

Lo fissò intensamente.

“Questa è molestia sessuale.” le disse. “Mi stai molestando, proprio adesso. Sessualmente.” 

“Invece no,” si lamentò lei, come se fosse lui quello ridicolo e lei quella perfettamente sana, “Mi sto semplicemente interessando alla tua vita.” lo afferrò per la maglietta emettendo un piccolo suono frustrato “ Apriti con me Stiles. Parlami dei tuoi pensieri e sentimenti.” gli disse imbronciata.

“No, no e no.” rispose, spingendo via le sue mani. “Erica stai diventando ridicola.” 

“Oh, ma non lo sono.” ripose, il suo sorrisetto era tornato, assieme ad una luce maliziosa negli occhi. “Non trovi un po’ strano che Derek ieri sia venuto a sedersi in cucina con te? C’è così tanto da sistemare e nonostante questo, lui ha tutto il tempo del mondo da passare con te.”

“Non abbiamo nemmeno parlato quella volta,” ribattè Stiles, accigliandosi. “Mi sono dimenticato che era lì.” 

“Non è bravo con le parole, questo lo sappiamo entrambi.” rispose. “ Il punto è che tutto il branco era lì e da chi è andato lui?” lo guardò in modo eloquente.

“Da me.” disse, solo per farla contenta.

“Da te,” concordò, sorridendo deliziata. 

Stiles portò gli occhi al cielo e scartò di lato, sfuggendo dall’angolo in cui lo aveva bloccato. “Non significa niente,” disse, diretto verso la propria classe “Mi stava solo ringraziando per essere andato a vedere la casa con lui.” 

Erica lo raggiunse, con i tacchi che risuonavano sul pavimento mentre lo seguiva. “Ed ecco un’altra prova!” urlò. “Sei andato a vedere le case con lui! Ti ha lasciato davvero venire.” 

“Sì, perché è stata una mia idea,”  le disse. “ e probabilmente voleva solo l’opinione di qualcun altro.”

“Ah, ma è qui che ti sbagli.” esclamò Erica astutamente e Stiles la guardò confuso. Stava sorridendo di nuovo come un avvocato con una causa vincente. “ L’ho praticamente implorato di portarmi con lui, ma sai cosa mi ha risposto?”

Stiles la fissò, all’improvviso non era sicuro di cosa dire.

“Ha detto che voleva farlo da solo,” disse lentamente. “Che era importante che lo facesse da solo.”

“Ma-”

“Ma ci è andato con te,”  continuò Erica e il ragazzo realizzò che avevano smesso di camminare e che se ne stavano in piedi in mezzo al corridoio deserto. “Esatto.” 

“Lui …” Stiles si accigliò, confuso. “Lui mi ha chiesto di andarci.”

Erica semplicemente lo guardò, sorridendo dolcemente.

Il ragazzo deglutì. “Se pensi che mi metterò in imbarazzo confessandogli i miei sentimenti, spero tu realizzi che , anche se potrei non essere sufficiente in nessun tipo di arte marziale, ho un migliore amico licantropo molto fedele e un padre che porta sempre una pistola con se.” 

Erica roteò gli occhi in modo drammatico e sbuffò “ Per essere un ragazzo intelligente sei decisamente, terribilmente stupido, Stiles.”  

“Hey!” urlò offeso, ma lei aveva già cominciato ad allontanarsi.

“Arriverai tardi in classe,” gli urlò da sopra la spalla per poi sparire, e Stiles fu lasciato con un mare di cose a cui pensare.
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“ Gli sto preparando dei biscotti,” disse Stiles al telefono, mentre si accucciava davanti al forno, osservando la teglia di cookies che vi aveva appena infilato. “E’-  credi che sia troppo?” 

“Oh mio dio, hai davvero intenzione di dirglielo, non è così?” esclamò Scott esterrefatto, come se non si aspettasse che Stiles lo facesse davvero. “Hai seriamente intenzione di dirglielo.”

“Quello è il piano,” concordò Stiles. “ Beh, quello e i biscotti. Sarà tipo, wham ! Biscotti! Poi una piccola pausa per discutere del fatto che sono lo chef migliore del mondo e poi wham! Sentimenti! 

“Sembra che tu abbia tutto sotto controllo, allora,” Scott si fermò a riflettere. “ spero che a lui, sai, piacciano i biscotti. Sarebbe uno schifo se lui fosse tipo ‘ scusa amico, ma sono un tipo da muffin salati ’. ”

“Non essere stupido Scott,” Stiles sospirò, alzandosi e girando per la cucina alla ricerca di qualcosa da fare, “ non esiste una sola persona a cui non piacciono i biscotti. Soprattutto  i miei biscotti. Fanno cadere tutti ai miei piedi.” 

“ E poi dicono ‘oh mio dio c’è del veleno per topi qui dentro?’ ”

Stiles portò gli occhi al cielo e disse in tono strascicato “ Ha-ha, molto divertente. Scherza pure, ma sappiamo entrambi che sono un maestro in cucina.” 

“Non sei male.” Scott sembrava poco convinto, il che era decisamente oltraggioso, e anche sgarbato. “Non sei bravo come Allison, però. Dovresti sentire la sua torta alla vaniglia, è tipo - potresti venderla, amico. Potrebbe guadagnarsi da vivere con quella torta.” 

“Che carino, Scott,” sbuffò sedendosi su una delle sedie attorno al tavolo, perché a forza di camminare avanti e indietro ormai gli girava la testa. “ per favore, continua a parlare della ragazza con cui ti molli- ti rimetti insieme- ti molli ancora, mentre io sclero perché devo confessare a un dannato licantropo i sentimenti decisamente gay che provo per lui.”

“ Non sembra che tu stia sclerando molto.” 

“Ci sto lavorando. Ci sono vicino. Winter is coming, Scott. 
Winter is coming."*
  
“Andrà bene,” lo rassicurò l’altro. “ Fidati, amico. Anche a lui viene duro quando ti pensa. E’ tipo scritto sulla sua faccia imbronciata.”  

Stiles fece una smorfia, emettendo un verso disgustato. “ Per favore smettila di parlare di erezioni.” 
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Stiles si affacciò in salotto ed esclamò, “Vado a fare un salto nella nuova casa di Derek, gli ho preparato un regalo di inaugurazione, torno più tardi.” Si avviò velocemente verso la porta prima che suo padre potesse discutere del coprifuoco.

“Hey, hey, aspetta solo un secondo!” gli urlò immediatamente dietro lo sceriffo, il ragazzo digrignò i denti e trattenne un sospiro, con le dita a un centimetro dalla maniglia della porta, stava seriamente rimpiangendo di aver detto che usciva. “Sono solo le sette , papà. Non è che andrò a infrangere la legge e mettere ragazze incinte, o roba simile. Solo offrire qualche dolcetto.” Scosse la latta. “ Sai, il solito.” 

Suo padre lo scrutò assottigliando lo sguardo, da sopra il giornale che stava leggendo. “Non credevo che tu e Hale foste amici,” disse con forte sospetto.  “ Sei sicuro di starmi raccontando la verità?” 

Stiles faticò a dare un senso a quelle parole. “Cosa - come - perché dovrei mentire riguardo a una cosa simile? Cos’altro potrei fare con uno stampo di biscotti alle sette di sera?”

Lo sceriffo lo fissò a lungo. “ Non stai andando da Lydia Martin, vero?” quando il figlio cominciò a balbettare, continuò “ So che ti piace, Stiles, ma preferirei che tu fossi onesto con me piuttosto che-”

“Non- non sto mentendo!” balbettò scioccato. “Perché dovresti anche solo pensare che stia mentendo? Se stessi mentendo, perché avrei usato una persona, con cui non sono nemmeno amico, come copertura? Perché dovresti- come- è solo un regalo di inaugurazione!” 

Suo padre lo fissò di nuovo con gli occhi ridotti a due fessure. “Sembri molto nervoso Stiles.” 

“Sono sempre nervoso!” urlò. “ Sono nervoso, sono fatto così!” scattò indietro per provarlo e i biscotti sobbalzarono nello stampo, probabilmente sbriciolandosi completamente.

Analizzandolo ancora una volta, con il sospetto ancora forte nello sguardo, suo padre finalmente sospirò e disse “ Per questa volta mi fido, ma voglio che tu sappia che la verità è sempre preferibile,Stiles. Anche quando pensi che non lo sia.” 

Stiles gli sorrise, “Certo papà.” esclamò. “E’ decisamente la miglior scelta.” Si voltò avviandosi di nuovo verso la porta, per poi voltarsi e urlare “ Notte!” 
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Era appena sceso dalla Jeep quando Isaac, Erica e Boyd, uscirono a passo spedito dalla casa, con l’aria di qualcuno che cerca disperatamente di togliersi dai piedi. 

“Hey!” disse, guardandoli oltrepassarlo per raggiungere la macchina di Derek. “Ho portato un regalo per inaugurare la casa - uh, hey ragazzi-  dove state andando?” 

“C’è una cosa in un posto che richiede la nostra immediata attenzione.” rispose Isaac con una punta di divertimento nella voce. Aveva in mano le chiavi di Derek e le lanciò a Erica che le afferrò senza nemmeno alzare lo sguardo.

La ragazza si voltò per guardare Stiles, “Staremo fuori per - hmmmm - un’ora dovrebbe bastare.” Gli fece l’occhiolino, uno di quelli decisamente carchi di allusioni.

“Derek è dentro,” disse Boyd e rise con quel suo modo un po’ burbero vedendo l’espressione di completa confusione di Stiles.

“Vai a parlargli,” lo incoraggiò Erica, poi sparirono, salendo in macchina e facendo manovra per  uscire dal vialetto e infine scomparire alla vista.

Stiles rimase fermo a guardarli per un lungo istante, la latta di biscotti appena sfornati tra le braccia. Ci vollero diversi tentativi prima che riuscisse ad obbligarsi a raggiungere il portico e poi la porta. Le sue mani erano sorprendentemente sicure, quando ne allungò una per bussare.

Non era un licantropo, ma riuscì lo stesso a sentire i passi di Derek avvicinarsi alla porta. Poteva sentire anche il proprio battito cardiaco, rapido e impacciato, rimbombargli nei timpani, mentre cercava di calmarsi. L’ultima cosa che voleva era che l'alpha chiedesse perché era così agitato.

La porta si aprì e Derek apparve sulla soglia. Indossava dei vestiti sportivi 
 - che uno probabilmente indossa quando deve svuotare degli scatoloni- suppose il ragazzo. Guardò Stiles sorpreso, e il suo sguardo cadde automaticamente sulla teglia che teneva in mano. 

“Ciao!” cominciò. “Mi sono finto Martha Stewart e ti ho cucinato un regalo.” Gli porse lo stampo. Cookies con scaglie di cioccolato, farcitura extra. A nessuno piacciono secchi.

Derek sbattè lentamente le palpebre prima di accettare il regalo. “Grazie,” disse a voce bassa, per poi spostarsi da un lato e mormorare “Entra.” 

Stiles un po’ aveva sperato che l'altro prendesse i biscotti e finisse lì. Sarebbe andato a casa, avrebbe dormito e trovato poi un modo per dimenticare quella stupida cotta. Beh, lo aveva sperato.

“Non sapevo che cucinassi i dolci,” disse l’alpha mentre faceva strada verso la cucina. Che era vuota, se non si contavano le dozzine di scatoloni ancora pieni.

“Non so farlo.” rispose. “I cookies però sono speciali. Tutti dovrebbero saperli cucinare.” 

“Scusa, qui dentro c’è un gran casino,” disse Derek, irrigidendosi appena alla vista della stanza, e wow, era così normale a volte. 

Stiles scrollò le spalle appoggiandosi all’isola. “Amico, hai visto la mia stanza. Questo è niente.” 

Derek sorrise - il ragazzo aveva cominciato a tenere il conto di tutti i sorrisi che riusciva a strappargli. Sollevò la pellicola dallo stampo e furono assaliti dal profumo di cookies con scaglie di cioccolato appena sfornati.

“Okay,” disse, “ puoi dirlo. Sono il dio dei biscotti al forno.” 

L’altro fece uno sbuffo divertito “Sì, okay, stavolta sono d’accordo con te.” prese un biscotto e poi passò gli altri a Stiles, che ne prese uno a sua volta - non era fatto di pietra, dopotutto.

Rimasero in silenzio un momento mentre mangiavano. Stiles cercò di tenersi occupato osservando il soffitto, le pareti, il pavimento e gli scatoloni, ma i suoi occhi finivano sempre per ritrovare Derek, tornare su di lui. Era come una calamita.

“Questa casa è magnifica.” mormorò, cercando disperatamente di riempire il silenzio, “Non avresti potuto sceglierne una migliore.” 

Derek grugnì. “Io? Non ho fatto niente. Ho solo firmato il contratto e pagato. Sei tu che l’hai scelta.” 

Stiles sussultò. “Spero, sai, di non aver - esagerato, o qualcosa del genere.” 

“Stiles,” disse Derek in modo lento e intenzionale, “Sei stato di enorme aiuto.” 

Ricordò quello che aveva detto Erica. Ha detto che era importante che lo facesse da solo.

Prese un respiro profondo e si decise.

“Senti,” disse nervoso come non mai, “ ho bisogno che mi aiuti a mettere in chiaro una cosa, okay?” 

Derek gli rivolse uno sguardo preoccupato. Probabilmente sentiva che il cuore di Stiles stava per cedere. “Um … okay?” 

Il ragazzo annuì, solo per auto rassicurarsi e spostò il peso sui talloni. Giocherellò con le proprie dita e cominciò “ E’ buffo, in realtà, perché - uh - Erica pensa che forse io ti piaccio. E - ipoteticamente parlando, ovviamente - che tu piaccia a me.” Deglutì rumorosamente, e wow, faceva più caldo o era solo lui? 

Derek cercò di interromperlo. “Stiles, tu-” 

“Puoi, uh, lasciare tutte le domande alla fine?” Domandò frustrato e un po’ in panico. “Grazie. Comunque so che è da pazzi perché io sono un ragazzo estremamente affascinante con un gran senso dell’umorismo e un guardaroba incredibilmente alla moda, fatto di camicie a quadri e jeans, e tu sei un padrone di casa scontroso che salva la gente con le ruote bucate nelle notti di pioggia. Penseresti, sai, - logicamente - che siamo incompatibili.” prese un enorme respiro cercando di calmarsi, ma si era spinto troppo oltre per riuscirci. “ Ma - uh - sì. Volevo solo sapere quale sarebbe stata la tua reazione a questo scenario completamente ipotetico, che tra l’altro non è per niente vero o altro. Come, ogni somiglianza a persone , vive o morte, è puramente casuale.” 

Azzardò un’occhiata al viso di Derek e il ragazzo stava sorridendo, quasi. 

“Stiles,” disse.

“Ti ho fatto i biscotti, o mio dio che cos’ho che non va?” 

“Stiles,” insistette Derek.

“Ho degli amici terribili. Loro - mi hanno assicurato che avrebbe funzionato.” rise frastornato, ed era piuttosto sicuro di essere vicino ad un attacco di panico. “Questo è  quello che ottengo a seguire i consigli di Scott.” 

“Stiles,” ringhiò l’alpha. “Sta zitto.” 

Poi fu afferrato da una mano che affondò nella sua maglietta e - oh, wow, okay - si stavano baciando. 

Fu strano -  sapeva che gli piaceva Derek, sapeva che era attraente, ma non aveva mai considerato la possibilità che si baciassero veramente.Eppure era esattamente quello che stava succedendo. La mano di Derek stringeva la sua maglietta, tenendoli vicini, le sue labbra erano calde e insistenti, e si, Stiles era incredibilmente impressionato.

Quando l’alpha si ritrasse il ragazzo emise un suono di protesta. Uno molto imbarazzante.

“Aspetta,” disse, abbastanza a corto di fiato da far arrossire Stiles, “ hai diciassette anni.” 

Stiles lo fissò, con la testa leggera cercando di registrare ogni dettaglio del suo viso. “Ne sono consapevole.” 

“Sono piuttosto sicuro che sia illegale,” continuò, e si, okay, guastafeste.

“Non ho otto anni,” si lamentò il ragazzo, sembrando esattamente un bambino di quell'età.  “Non- non tiriamo in ballo la legge qui.” 

“Tuo padre è la legge,” gli fece notare Derek. “Ha un distintivo, una pistola e tutto il resto. Mi guarda ancora storto quando mi incontra al supermercato.” 

Stiles combattè l’stinto di mettere il broncio e pestare i piedi. Invece disse “ Possiamo - possiamo pensarci più tardi? Sai dopo - dopo che mi avrai molestato un po’?

Derek lo fulminò con lo sguardo, ma Stiles semplicemente gli sorrise e lo tirò più vicino.
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“Allora,” disse suo padre la mattina seguente mentre Stiles aspettava che il suo toast  si scaldasse, “ com’era Lydia?” 

Stiles si lamentò e gridò esasperato. “ Te l’ho già detto, non sono andato da Lydia!”

Lo sceriffo sollevò le sopracciglia e fissò in modo eloquente il collo di suo figlio. “Quindi dovrei credere che è stato Derek Hale a lasciarti quei succhiotti?” 

A Stiles andò di traverso il caffè e fece una risatina nervosa.







N.d.T. :  Chiedo perdono per il ritardo, il capitolo era già pronto da un po' ma ci sono stati problemi con il betaggio. Putroppo la mia beta è stata super impegnatissima e non ce l'ha fatta a rivedere questo chappy. Alla fine, anche se non è betato l'ho sistemato un po' e l'ho postato lo stesso, perchè non mi sembrava giusto farvi aspettare ancora. 

Solo qualche noticina: 

- La frase in inglese che Stiles dice a Scott è una citazione di Game of Thrones- il trono di spade, dato che adoro quel telefilm ho pensato di tenere la battuta originale.  XD 

- I cookies per chi non lo sapesse sono dei biscotti buonissimi e pienissimi di burro tipici americani , spesso hanno le scaglie di cioccolato come quelli che prepara stiles e non sono mai secchi secchi, come dei normali frollini.

- Nella nuova cucina di derek , ho scritto che stiles si appoggia all'isola. Non so se tutti quanti la chiamano a quel modo o se è solo una mia abitudine. In ogni caso è quel grosso bancone con sotto ripiani e cassetti che spesso si trova al centro delle cucine americane. 


Ora  scappo via e vi lascio in pace, promesso. XD 

Baci -A. 
  
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