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Autore: whitevelyn    25/09/2013    0 recensioni
momenti perfetti che ho paura di dimenticare.
due respiri uguali che si perdono nell'aria inquinata di una città.
il mio respiro e il tuo respiro. quello che mi succede quando ti guardo.
i tuoi colori nella mia vita.
una luce che brucia.
e non saper che fare.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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TRISTEZA-BALABARISTAS



Tra due settimane svanirai, come un pugno di sabbia bianca nel vento di un'estate allo stremo.
Non c'è il sole in ottobre ad asciugare le lacrime sulle guance. Non c'è il colore irriproducibile dei tuoi occhi in cui specchiarmi e così, adesso non lo so ancora dove andrò per rintracciare qualche mio riflesso.
In questo ultimo angolo di luce in cui siamo rannicchiati come vampiri al contrario che sfuggono la notte, a fissarci con la paura di parlare, perchè potremmo solo scambiarci un addio, la tristezza sembra ancora distante da noi, dai visi che stanno perdendo il colore dell'abbronzatura.
Ti posso ancora guardare, con lo zigomo destro sporco di vernice blu, una maglietta arancione con lo scollo slabbrato, le labbra serrate nella posa di chi sta contemplando la vita che sta per lasciarsi alle spalle, e rosse come la polpa interna dei fichi. E poi quello sguardo.
Lo sguardo di quel cerbiatto disorientato che ho incrociato un inverno per sbaglio, fra le luci psichedeliche e i bicchieri rovesciati, e che mi si è scagliato fin dentro lo stomaco come un sasso appuntito, oltrepassando la mia normale imperturbabilità.
Ho assimilato la bellezza del dolore e del coraggio che avevi dentro quello sguardo, sentendomi crollare all'improvviso.
La gente parla di amore e mi chiedo se qualcuno sappia davvero che cos'è, perchè invece io penso che lo riconosci solo alla fine. All'inizio, ma anche per tutto il resto del tempo, non lo sai dire che cosa ti sta succedendo, c'è solo una confusione terribile, un violino stridulo al posto del cuore.
Abbiamo sbagliato così tante volte io e te, eppure siamo qui che ci guardiamo senza quasi sbattere le palpebre, senza quasi respirare, perchè basta il movimento di una sola foglia per destarci da questo torpore che precede la fine, e così piangere.
Non voglio che arrivi la fine, non voglio sapere se ti amo.

Voglio che metti su un altro disco, fammi ascoltare ancora un'altra canzone dolce. Solo un'altra ancora, per favore.
Voglio che resti ancora lì, sull'amaca del tuo terrazzo a leggere ancora un altro dei tuoi vecchi libri trovati in soffitta.
Voglio ancora un altro ballo al centro della pista, non riuscire a sentire le sciocchezze che mi dici con la bocca sul collo, perchè siamo troppo vicini alle casse. Voglio ancora un'altra vodka alla menta, io e te che beviamo ancora dallo stesso bicchiere.
Voglio un'altra estate da aspettare. I tuoi quadri da guardare.
E la tua stupida, bellissima, faccia. Da cercare, fra tutti i volti degli altri.
E sentire le corde del violino saltare.
Continuare a non capire assolutamente niente in mezzo a questa confusione terribile.

Eppure, anche nell'incomprensione più cieca, sentire che non potrà mai esserci nulla di simile a questa commozione che mi serra la gola, ogni volta che penso a te. Ogni volta che guardo una tua foto. Ogni volta che con le dita perlustro la superfice di quel segnalibro in carta ruvida che mi hai dipinto, "così non perderai più il segno" mi hai detto.
Ed è questo che mi spaventa, più di tutto quanto.
Che qualsiasi cosa farò, ogni volta che soffierà il vento, le pagine si sfoglieranno da sole fino a farmi tornare a questo punto della mia vita, in cui ci sei tu, Colibrì, che mi guardi e non dici una parola, mi guardi e cerchi di capire se potrai dimenticarmi.

Mi guardi e non puoi dimenticarmi. E mi torna in mente quella sera in cui mi hai chiesto cosa sarebbe successo se ci fossimo baciati.
Ma eravamo appena usciti dalla discoteca, eravamo ubriachi, senza pensieri, non lo sapevi ancora che te ne saresti andato, ridevamo.
Ridevamo sempre.
Ti guardavo mentre guidavi la mia auto e non mi sembrava strano anche se ti conoscevo da pochi giorni, e ti ho risposto che preferivo restassimo amici, così non avrei mai dovuto dirti addio. E tu hai smesso di ridere all'improvviso.
"Dovresti baciarmi adesso finchè sono qui, invece.
Dovresti fare sempre quello che ti va. Dovresti fottertene se hai paura delle conseguenze o quelle cazzate lì.
La vita non torna indietro. La vita è adesso.
Betelgeuse, sei troppo bella per lasciarla scivolare via. E lo so che sembra che dico così perchè sono arrapato e voglio infilarti la lingua in bocca, ma invece no guarda. Non dobbiamo baciarci per forza, però ricordati sempre che sono i rimpianti che ti faranno piangere di più.
E io non vorrei che tu dovessi piangere troppo."

All'improvviso volevo baciarti, e non lo so perchè invece sono rimasta ferma al mio posto, immobile sul mio sedile, mentre iniziavo a capire sempre meno, ma ancora non me ne preoccupavo, e con le vene piene di alcool guardavo il cielo scuro scorrere fuori dal finestrino.


Aspetterò l'ultimo secondo per parlare, Colibrì.
Quando di conseguenze non potranno essercene più.
Quando non riuscirò a credere che te ne stai andando veramente.
Quando dire addio sarà impossibile, perchè potrei forse morire.

"Baciami adesso finchè sei ancora qui.
Baciami con passione prima che tu te ne vada."
  
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