Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Teddy_bear    25/09/2013    6 recensioni
Nick Wilde era un ragazzo di ventisei anni di successo. Bella macchina, bella villa e bei vestiti. Non si faceva proprio mancare nulla. La sua famiglia era una delle più grandi in affari ed il destino di Nick era proprio quello di seguire le orme dei genitori, partendo dal fatto che loro gli dicevano chi sposare, ed a lui andava bene così. Era il classico tipo di persona che pensava che i soldi ed il lavoro venivano prima di tutto.
Nick Wilde sapeva addirittura parlare otto lingue: la sua, ovvero l'inglese, lo spagnolo, il francese, il tedesco, l'italiano, il rumeno e qualcosa di cinese.
Elena Todd, invece, era una ragazza di diciannove anni con dei valori nella vita. Non le importavano le cose materiali. I sentimenti prima di tutto.
Elena Todd non sapeva parlare nemmeno la propria lingua. Non perchè non volesse, ma perchè non poteva.
Nick Wilde feriva con le parole per i suoi scrupoli.
Elena Todd non aveva neanche il piacere di dire una parola carina.
Nick Wilde poteva parlare. Elena Todd soffriva di mutismo progressivo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 
Notte.
Elena Todd pensava che la notte fosse il periodo più brutto della giornata. Tutto oscuro, tutto tenebroso e misterioso. Non le piaceva per niente. Eppure, si potrebbe paragonare alla notte, Elena Todd.
La notte è misteriosa, ad esempio. Ed Elena Todd, se non la si conosceva bene, lo era.
La notte è anche magica, ad esempio. Ed Elena Todd, era una persona magica.
Non perchè avesse poteri soprannaturali, no. Ma perchè aveva la dote di diffondere amore ed affetto ovunque andava, con un semplice sorriso. Elena Todd aveva quindi, anche, questo dono.
Ma tornando alla paura della notte di Elena, si potrebbero intuire i motivi di questo timore.
Ogni sera, prima di addormentarsi, si rannicchiava su se stessa in posizione fetale, stringeva accanto il leoncino di peluche e portava, tirando sopra la sua testa, tutte le coperte, talvolta scoprendosi anche i piedi.
Ma ad Elena Todd, questo, non importava. Aveva diciannove anni, era grande per avere paura. Ma lei aveva paura persino delle persone, quindi come poteva non averla della notte e dei misteri di essa?
Dormiva, inoltre, con il suo cane Nigel ai piedi del letto. E nonostante fosse un cane di piccola taglia, un cocker spaniel, lei si sentiva più protetta.
Le persone che hanno bisogno di protezione, come Elena, sono quelle che hanno bisogno di amore. Le persone che hanno bisogno di protezione, son quelle che, non hanno mai incontrato l'amore vero.
Elena Todd non aveva mai ricevuto l'amore da parte di qualcuno. Non era mai stata amata e non aveva mai amato. Proprio come la notte, che insegue sempre il giorno senza mai incontrarlo.
Perchè Elena doveva avere paura, quindi, di una cosa che le somiliava così tanto?
Se si vede la notte dall'aspetto positivo è, in fondo, molto romantica. Perchè avere paura del romanticismo, quindi?
La notte è il momento migliore per amare una persona. Perchè avere paura dell'amore?
Elena Todd, forse, aveva anche paura di innamorarsi.
Legarsi a qualcuno, esser presente, esserci per lui... Era tutto spaventoso nella sua mente.
Per questo motivo, Elena, stava distante dall'altro sesso. Nonostante fosse assolutamente eterosessuale ed impazzisse per Brad Pitt.
Strinse forte il cuscino, quella notte, Elena Todd. Fuori aveva appena cominciato a tuonare, si poteva chiaramente sentire la pioggia battere contro la finestra e l'indomani, sicuramente, la neve sarebbe diminuita di livello. Ma, alla fine, questo era proprio il tipico tempo di Londra.
Ed Elena sbuffò, sentendosi nuovamente sola.
Era strano, perchè le cose di cui Elena aveva paura, potevano esser paragonate a lei.

Nick Wilde era appena tornato a casa, quella notte, da un Night Club. Aveva preso qualche alcolico, si era divertito e non aveva pensato a nulla.
Quando sentì un'altro tuono, proveniente da fuori, sobbalzò e si premette la testa per il forte dolore causato dal rumore esterno.
"Merda." imprecò con la bocca impastata a causa della sbronza appena presa.
Nick Wilde era, semplicemente, ubriaco.
Ma la sua vita era perfetta, giusto? Quindi, perchè diventare ebbri d'alcool?
La prima cosa, forse la più banale, potrebbe esser per dimenticare. Il punto è: che cosa? Non di certo la sua fantastica vita, no.
La seconda cosa potrebbe esser per svagarsi, e forse, questa è la più plausibile. Perciò vada per questa seconda scelta.
Quindi, Nick Wilde, voleva svagarsi e non pensare più a nulla. Nient'altro.
Quando si buttò sul suo materasso e cominciò a chiudere gli occhi, dalle sue labbra uscì sussurrata una parola, o meglio un nome, e non si sa il vero motivo.
"Elena."
La notte è il momento della giornata in cui tu sei realmente te stesso. Di notte non si può mentire.
Nick Wilde, non fu mai così sincero in tutti quei suoi ventisei anni.
Ma perchè sussurrare il nome di una persona, sconosciuta, in piena notte prima di addormentarsi?

Quando Elena Todd si svegliò il mattino seguente si poteva chiaramente vedere, sul suo viso, i segni di chi dorme poco o nulla.
"Che occhietti El, hai dormito?" commentò infatti suo padre, che sedeva a tavola con il giornale in mano. Elena scosse lievemente il capo, sedendosi e gettando la testa sul tavolo rabbrividendo.
"Hai freddo?" le chiese sua madre notandola tremare. Elena annuì piano, alzando di poco la testa dal tavolo.
"Mettiti su una felpa, quel pigiama è davvero troppo leggero per questo tempo." le disse il padre, Arthur, baciandole la fronte. Ed Elena annuì, sorridendo. Il suo sorriso poteva illuminare tutta Londra, a detta della madre.
"Guarda Judith, quel Wilde lì sta diventando molto importante." Arthur mostrò alla moglie il quotidiano, portandosi una mano alla fronte, rassegnato.
"Non c'è più religione." commentò Judith leggendo mentalmente quelle righe stampate. Elena incuriosita, si alzò dalla sedia dove accomodava, ed andò al lato opposto del tavolo per vedere cosa diceva l'articolo. Quando lesse della notte brava di Nick, storse la bocca, si fece uscire un piccolo sospiro dalle labbra e scosse la testa.
Quel ragazzo era decisamente troppo materialista.
"Oggi devo andare a far la spesa a proposito. El, vieni con me, ti va?" chiese gentilmente Judith, sorridendo alla figlia. Elena annuì, pensando già a cosa poteva comperare di buono.

Nick Wilde, la mattina seguente, si svegliò con un terribile mal di testa. Dovuto probabilmente alla notte precedente, ma pur sempre molto fastidioso. Pigramente si diresse in cucina, notando la sua ragazza che gli sorrise falsamente.
Nick Wilde odiava quel genere di sorrisi, sebbene lui fosse il primo a farli.
"Buongiorno tesoro."
La voce acuta e stridula di Christine risuonò come un fastidioso eco nella testa di Nick.
Egli dovette portarsi una mano alla fronte, e sfregarsela ripetute volte, per sentire un fievole sollievo.
"Non urlare, ti prego, Tina."
Tina era il diminutivo della sua ragazza. Era stata lei ad obbligarlo col tempo a chiamarla così, nonostante 'Tina' con 'Christine' non corrispondeva molto.
"Sto parlando normalmente, caro. Come al solito."
A differenza della sua ragazza, Nick odiava i nomignoli. Quelli smielati, sdolcinati, che ti facevano accapponare la pelle. Non gli piacevano davvero. Li detestava.
O forse, non aveva trovato la persona che li avrebbe resi persino piacevoli.
"Potresti andare a far la spesa, per favore?" chiese gentilmente Christine.
"Per qual morivo?" chiese a sua volta, seccato, il moro.
"Perchè in casa sta finendo il cibo, e tua madre ha detto che sarebbe meglio se ci andassi tu. Eccoti la lista."
Tina porse la lista in mano al suo ragazzo, che la guardò con riluttanza. Sul serio quella si aspettava che un uomo come lui si abbassasse a tanto? No, no e poi no.
Poi, però, ripensò alla buona impressione che aveva fatto l'ultima volta e si arrese, decidendo per un sì.
"Sarò di ritorno tra poco."
Quindi, avverì la sua ragazza che lo salutò con un bacio sulla guancia, sporcandola lievemente di rossetto rosso.
Così Nick Wilde salì in macchina sbuffando ed imprecando, mentalmente, cercando di mantenere la calma.
Quella non era proprio una bella mattina: la testa sembrava esplodergli, la vista leggermente appannata e la pelle impregnata dell'odore dell'alcool della sera precedente.
Poteva forse andare peggio?

Elena Todd entrò allegramente al supermercato, proprio come una bambina. Si guardò in giro, si diresse nei vari reparti e fece divertire anche sua madre.
Ad Elena Todd piacevano molto i biscotti. Di tutti i tipi. Quelli al cioccolato, quelli a forma di ciambella, quelli che sapevano di panna, quelli che si scioglievano in bocca e quelli con dentro la crema di mele.
"Elena puoi andare a prendere lo zucchero?" chiese cortesemente Judith, sorridendole. Elena annuì dolcemente, sapendo che lo zucchero è nello stesso reparto dei sui amati biscotti.
"Grazie." sorrise la madre proseguendo col carrello.
Quindi la bionda si diresse al reparto e prese il solito sacchetto di zucchero, poi spostò verso destra i suoi occhi e notò i suoi biscotti preferiti. L'ultimo pacco. Era davvero raro trovarli, perchè quando arrivavano li comperavano tutti subito. Andavano a ruba, come si usa dire.
Perciò camminò in direzione di essi, e mentre sollevava il braccio per prendere la confezione, una mano notevolmente più grande prese i biscotti in contemporaneità con la bionda.
"Elena." uscì solo questo impercettibile nome dalla bocca di Nick.
Elena aggrondò le sopracciglia, confusa. Non capendo cosa lui ci facesse lì.

La prima volta si incontrarono per destino, la seconda anche.
Elena Todd e Nick Wilde erano esattamente come la notte ed il giorno.
Elena la notte. Nick il giorno.
Loro due furono l'eccezione. Perchè è destino che, almeno per una volta, notte e giorno si incontrino.

Spazio autrice:
mi scuso ancora per il ritardo, sono imperdonabile, lo so. Spero che il capitolo vi piaccia e che lo leggiate con piacere ^^. Ad ogni modo, grazie a tutte voi per il vostro sostegno di ogni volta.
Siete incredibili. Vi adoro!
Alla prossima.
Un bacione x.

 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Teddy_bear